Welfare Territoriale Giusto o Sbagliato?

Stavo leggendo questo articolo

https://www.orizzontescuola.it/stipendi-docenti-valditara-trovare-una-soluzione-per-chi-lavora-in-citta-con-costo-della-vita-piu-alto/

che mi ha fatto nascere una riflessione se sia giusto o sbagliato il concetto di welfare territoriale per risolvere il divario geografico del costo della vita.

A istinto mi verrebbe da rispondere si perchè non è giusto che un lavoratore a stipendio fisso debba fare la fame nelle metropoli, tra l’altro con stipendi rasoterra pure per calatafimi, ma mi sale il sangue al cervello che la fiscalità generale debba essere usata per il monolocale del landlord di sto cazzo.

How about li alziamo a tutti?

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Mi sa che Hans è tipo il dr Who, siamo tipo al quarto Hans e quello attuale è socialista

È un problema di dimensioni enormi e non riguarda solo gli insegnanti ma tutti i dipendenti pubblici statali, il finanziere che lavora a 1300 euro al mese a Policoro e quello che con la stessa cifra lavora al nucleo di polizia tributaria di milano non fanno la stessa vita

Sovvenzionare il secondo, a parte che è insostenibile sui grandi numeri, ma porta solo a confermare e aumentare le sperequazioni, una soluzione parziale potrebbe venire dall’edilizia agevolata ma ha dei tempi non tanto compatibili con il ritmo delle campagne elettorali

Problema molto discusso globalmente in ambito del remote work.
Da una parte c’è chi dice che se lavori in un area dove il costo della vita è molto alto rispetto ad altre dovresti avere un compenso maggiore, dall altra c’è chi dice che questo non è giusto perché si sta svolgendo lo stesso lavoro.

Non credo ci sia soluzione a questo dilemma

Teniamo il denaro e aboliamo il lavoro.

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Col remote work è ancora peggio perché hai i digital nomad che ti gentrificano bali e company tagliando fuori i lavoratori locali dall’economia peggio ancora di quanto non facesse il turismo.

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Si guarda, i gia’ altissimi stipendi dei dipendenti pubblici :asd:
Per altro non assumono piu’ nessuno, almeno che alzino gli stipendi.

Io ho segretarie che gestiscono letteralmente decine di milioni di euro di finanziamenti, hanno a mente tutto il codice degli appalti, e sono preparatissime, che guadagnano 1300 euro al mese.

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:love:

Comunque ci sono tanti modi per intervenire, ad esempio sulle addizionali regionali per i dipendenti pubblici.
In ogni caso rimane vero che lo stipendio pubblico e’ completamente slegato a qualsiasi valore di mercato per le competenze che la gente tipicamente porta.
Ora, ovvio che un posto fisso pubblico ha alcuni vantaggi (e alcuni svantaggi, ma vabbeh), pero’ in questo momento e’ semplicemente troppo fuori scala, pure rispetto agli stipendi gia’ bassi dei privati in Italia.

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Purtroppo questo e’ vero un po ovunque, a volte piu a volte meno.
Senza andare a scomodare Bali, la stessa Lisbona e’ stata trasformata tantissimo negli ultimi ~5 anni con l’avvento di molte startup e aziende tech che hanno portato molti posti di lavoro e “prestigio” sul territorio ma allo stesso tempo prezzi delle case ormai esplosi in centro Lisbona nessuna persona locale con un lavoro average puo’ permetterselo piu’.

Per me appunto il caso piu’ lampante e’ quello degli amministrativi.
Io conosco gente che gestisce gare milionarie, ha in testa tutto il codice degli appalti, ha professionalita’ contabili che nel privato verrebbero pagate a dovere, e guadagna meno di una segretaria nel privato che risponde al telefono (con tutto il rispetto, ma sono mansioni diverse).

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Perche’ non vanno a lavorare nel privato quindi?

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Per vari motivi. Alcuni perche’ sono entrati nel pubblico in altri tempi (e infatti e’ sempre piu’ difficile reclutare nuove leve con simili professionalita’, abbiamo una marea di bandi che va a vuoto), altri perche’ nel mio caso amano l’ente e la sua missione, anche se ci lavorano da amministrativi. Ci possono essere una marea di ragioni, ma come dici tu ad un certo punto la gente la perdi, e infatti abbiamo un problema di reclutamento con sti stipendi inchiodati.

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Sta cosa comunque sara’ anche vera da qualche parte ma dovunque io abbia sentito, sei limitato a lavorare in posti dove la tua azienda ha una sede legale.

Io non posso tornare in italia e lavorare per la mia azienda perche’ non ha una sede in italia. E anche se lo facessi, il mio stipendio verrebbe aggiustato in base alla paga media italiana per il mio ruolo (+ eventuali aumenti accumulati negli anni)

Certamente non mi lascerebbero con lo stesso stipendio di Londra, mentre vivo in una casetta al mare in puglia :asd:

Affrontare il problema della distribuzione dei redditi dei lavoratori al di sotto della soglia di sofisticazione nei punti di addensamento del capitale è un esercizio di stile, il problema sarebbe proprio l’evitare un simile quantitativo di ricchezze possa concentrarsi su territori di ridotte dimensioni creando le condizioni di inflazione asincrona, peccato questo precluda l’efficientamento capitalistico del valore, ovvero l’accentramento di capitale, ed il rischio di perdita di competitività e progresso socio-tecnico la cui correlazione d’essere è comunque solamente presunta.

Ma il capitale è semplicemente una variazione dell’energia che lo ha reso possibile cercherà solamente di raggiungere asintoticamente il suo livello di stato fondamentale di equilibrio, ovvero GINI 1.

Si beh i digital nomad di Bali a cui stavo pensando io infatti son tutti venditori di fumo/fighe che vivono su of e ig così su due piedi :asd:

Io in teoria potrei andare a lavorare in Italia volendo. Anzi, mi è stato chiesto se preferissi stare qua a Tallinn o affittare casa a 4000 euro al m2 a Milano.