VERO???
Giorno 10
Qua ho una penuria di foto che continuo a non spiegarmi, anche qua ne aggiungerò a na certa
A Dali siamo venuti perchè il 23 aprile c’è il primo giorno della Third Moon Fair, ma abbiamo scelto di venire il giorno prima (lunedì) perchè non abbiamo ancora visto mercati settimanali in posti a caso e insomma, dobbiamo farlo. Il lunedì ce n’è appunto uno a Shaping, in cima al lago, quindi questo giorno lo dedichiamo al girovagare.
E girovagheremo noleggiando tramite l’albergo (probabilmente pagando il doppio ma vabbè, 10 euro per tutto il giorno) un motorino elettrico. Io non ho mai guidato un motorino in vita mia, la mia compagna nemmeno, quindi un’oretta ci passa a capire un attimo come funziona, alla fine partiamo, un po’ traballanti. Ovviamente senza casco, da ste parti non usa. Cerchiamo di andare a prendere la “green way” lungo il lago, ma non capiamo da dove si raggiunge, le strade che ci arrivano sono tutte sbarrate e di fare il giro alla ricerca dell’accesso aperto non abbiamo voglia, quindi ci rassegniamo a fare la strada normale, che per fortuna ha 1) il limite a 40 km/h e 2) la corsia riservata ai mezzi leggeri. Inoltre è praticamente tutta dritta
Il mercato è bellino, molto normale, zero turisti, locali che comprano cose, tante donne coi vestiti tradizionali, verdure strane a gogo.
Ne ricaviamo un chilo di tè verde a 50 yuan (buono) e un pranzo impostoci dalla signora della cucina da campo
(nel senso che non c’era da scegliere, oppure sì ma nessuno è stato in grado di infilare una parola nella spatafiata di cinese con cui ci ha accolti, quindi tant’è )
Sulla via del ritorno vediamo i cartelli per la Butterfly Spring, un trappolone segnato AAAA
che dovrebbe essere il luogo in cui si è svolta la leggenda locale di lui e lei di famiglie nemiche che si innamorano fuggono insieme si rifugiano presso questa sorgente e vistisi braccati si lanciano mano nella mano nella sorgente da cui escono due farfalle e da allora ogni primavera il luogo si riempie di migliaia e migliaia di farfalle che ecc ecc.
Farfalle viste: tre
Pullman e pullman di turisti locali entusiasti. Il museo delle farfalle (inchiodate, ovviamente) ha dei pezzi notevoli ma insomma, non ne è valsa esattamente la pena
Proseguiamo per Xizhou, che invece è molto figo (ma anche molto pieno sulle vie principali). Villaggio Bai, ben conservato, lo battiamo in lungo e in largo
finchè non troviamo questa scena surreale
che evidentemente è un’altra posizione famosa per le foto sceme.
Sulle pareti troviamo tracce di maoismo, e work gamification ante litteram
ovvero la leaderboard con le quote e i risultati della raccolta del riso del 1964 (mi pare, non ho voglia di ritradurre l’immagine).
Rientriamo in città che è quasi buio, riusciamo comunque a lavarci, cenare e farci pure fare un massaggio a collo spalle e piedi, alquanto gradito.
Giorno 11
Comincia la Third Moon Fair,
(oltre la porta, fino alle pendici delle montagne)
che alla fine è un gigantesco mercato all’aperto, con balli canti e giuochi popolari. Di cui riusciamo a fruire solo del mercato, dato che balli canti e giuochi popolari erano 1) al mattino presto e 2) presi d’assalto da ore.
Il mercato comunque ci accoglie così
quindi siamo molto contenti Spiedini non eccezionali ma chissene, è il contesto che conta
Sono stato momentaneamente tentato da queste camicie
ma poi ho vigliaccamente soprasseduto.
Ci spostiamo dal mercato “ufficiale” lungo la strada che porta al tempio delle tra pagode, completamente circondata da furgoncini e bancarelle di gente dalle facce improbabili e l’età indefinibile che vende ogni genere di decorazioni naturali (tronchi, pietre, piante, combinazioni delle tre cose, corni, radici ecc), sacchi e sacchi di cereali e funghi dall’aspetto sconosciuto.
Ci fermiamo per un caffè al volo appena dietro il tempio, attraversiamo un quartiere di case Bai un po’ sgarrupate ma molto vivo,
(cani giganti su motorini sono una vista abbastanza comune ma che non stanca mai )
e arriviamo all’ingresso del complesso.
Spettacolo notevole
poi il tutto prosegue in salita per alcuni chilometri, si trovano svariate decine di altri templi più o meno giganti
ma tutti piuttosto nuovi e commercializzati, si può anche evitare la salita fino in cima e usare sto paio d’ore in modo più sensato, specialmente se il meteo non è amico e non si vedono i panorami sul lago che probabilmente sono l’attrattiva maggiore. Comunque per people watching può meritare.
Torniamo verso il centro, dove la fiera è ancora in pieno svolgimento,
mangiamo cose arrostite a caso e compriamo un paio di chili di frutta seccata al sole e non candita decisamente buona (pesche, ananas, mango ) e una chilata e rotti di uvette bianche a prezzacci irrinunciabili.
(raga questi hanno la buca della sabbia con le scavatrici giocattolo, è il 3024)
Giro per le vie pedonali in conclusione di serata
Giorno 12
Ultimo giorno a Dali, alle tre abbiamo il treno per Kunming, facciamo un ultimo giro in centro che l’abbiamo battuto poco e solo la sera.
Troviamo la chiesa
(tutto un po’ weird )
Per pranzo finalmente riesco a andare a mangiare i Crossing the Bridge Noodles (Guò qiáo mǐxiàn, 过桥米线) che stavo puntando da che siamo arrivati.
(tutto ciò che c’è nelle scodelline va lanciato nello zuppone bollente e mangiato tutto insieme)
Veramente ottimo, il ristorante era più o meno qui https://maps.app.goo.gl/ENCFLawnQHqGnpCY8 (25.699019, 100.164525 di maps.me se - come probabile - non va google maps), consigliato.
Ultimo giretto tra bouganville
e meravigliosi accrocchi elettrici
E via in stazione, in taxi che è lontana, per il treno per Kuming delle 14.38.
Sì, quello che alla fine avrà tre ore di ritardo, assieme a numerosi altri.
Ad ogni modo, alla fine arriviamo e riusciamo pure a trovare un po’ rocambolescamente il pick-up gratuito dell’albergo, scelto solo perchè vicino alla stazione da dove abbiamo il treno per Macao l’indomani, in un mega distretto di negozi e ristorantini vicino all’università, un po’ chiuso a sera tardi ma che ci rifocilla e ci rifornisce quanto basta.