Vento di rivoluzioni in Africa e Medioriente



Eccetto che i libri di Chomsky trattano spesso di propaganda e di come il potere usi e abusi del linguaggio ,manipolandolo,per ottenere consenso e quindi sono in tema con il suo campo di expertise .

Invece di guardare e rispondere a quello che scrive invece si preferiscono gli attacchini ma "Chomsky non è un economista,quindi non può parlare di economia e politica".

Ma questa contestazione è di una stupidità enorme, l'economia(essendo man-made) non ha a che fare solo con la ricerca economica ma sopratutto con la storia,la sociologia,la psicologia,la filosofia,la vita di tutti i giorni etc quindi mia nonna ha lo stesso diritto di parlare di economia di Krugman(e ha fatto meno danni di Friedman e la Chicago school sicuramente o di tutti i prezzolati anche nobelari che urlavano ai mercati che si autoregolano o al tutto va bene prima della più grande crisi economica dal 29'),figurarsi quindi un Chomsky.

Il vero motivo per questi attacchini e che si vuole impedire ai non economisti di parlare di economia perchè dall'esterno è più facile contastare che le scienze economiche non sono una value-free science ma gli economisti,se vogliono essere ascoltati e veder il proprio lavoro pubblicato sui major journal,devono per forza dare per scontati certi assiomi e non possono discostarsi più di tanto da certi modelli che sono influenzati da certi valori



Mi ricorda tanto i discorsi che facevano i proprietari schiavisti agli abolizionisti che possedevano schiavi:

"Ehy perchè se fai tanto l'amico dei negri non ti liberi degli schiavi invece che rompere le palle a noi?"
"perchè la schiavitù è ingiusta,inutile che mi liberi io degli schiavi se poi il sistema non si adegua"
"eh ma comincia tu a dimostrare coerenza,affrancali tutti"
"eh ma se lo facessi non potrei più competere sul mercato contro i i proprietari terrieri che invece beneficiano dalla schiavitù,risultato: io finirei a fare la fame,gli schiavi affrancati(essendo nominalmente liberi ma mancando di mezzi di sostentamento) non migliorerebbero molto la loro condizione di vita e chi beneficia di più del mio atto è il proprietario terriero più sadico e malvagio che potrebbe comprarsi i miei terreni per un tozzo di pane.
Il mio martirio non farebbe altro che propagare un sistema ingiusto"
"ehehe ipocrita"
il problema e che il corollario di questo ragionamento e che essendo agli occhi degli economisti tutto riducibile all economia mainstrem, sostanzialmente il requisito per poter parlare di qualsiasi cosa è un phd in scienza economica (meglio se preso a chicago o princeton).

diventa ancora piu divertente quando dal punto di vista di un sociologo molti assiomi degli economisti mainstream sono del tipo "assumendo che la terra sia quadrata e fatta di polistirolo allora ..."




Mi intrometto nella discussione, molto appassionante. Posso sapere quali sono a tuo avviso gli assiomi dell'economia "mainstream"? E quelli della sociologia?


Avevo letto tempo fa di una ricercatrice che era andata a fare domande del tipo "che ne sarà del GDP da qui a X anni?" "come andranno le cose nel paese Y?" a spazzini,autisti d'autobus,professionisti ed alcuni economisti mainstream britannici .
Dopo 4-5 anni è andata a paragonare le previsioni con le serie storiche reali ed è risultato che gli economisti erano quelli che ci avevano azzeccato di meno

Anche Robert Frank aveva fatto fare previsioni sull'andamento di alcuni titoli a un campione di economisti e poi aveva fatto tirare delle freccette a delle scimmie su un tabellone.
Immagina chi ha vinto?


http://en.wikipedia.org/wiki/Long-Term_Capital_Management
Comunque se è (su di un piano formale) vero che le critiche a un certo modello economico vengono più che altro da altri campi, filosofia, sociologia, psicologia ecc... e che quindi soffrono di problemi di competenza (anche se questo argomento è usato in modo del tutto strumentale a mo di manganello), la vera domanda è come mai l'economia non riesca a formulare delle critiche nel suo interno, con la sua competenza, e che quindi questa necessità debba essere soddisfatta dall'esterno.

Ma mi sa che è una di quelle domande delle quali si sa la risposta ma non si vuole sapere
Molto semplicemente perchè, purtroppo, l'economia è fin troppo autoreferenziale e soffre della sindrome della torre d'avorio. E anche perchè mantenere Raperonzolo nella torre conviene, in quanto si possono usare le idee dell'economia a mò di teologia 2.0.
Yep it's wood


come osi parlare male della teologia?? te non hai un phd in theology e probabilmente mai letto integralmente la Bibbia

edit: cazzo più ci penso e più mi viene in mente la storia di Giannino e il modo in cui Zingales e gli altri PHD lo hanno fatto passare da quasi-guru dell'economia italiana a cialtrone per un pezzo di carta in meno
il problema e che non è che fosse una cima gia da prima eh ...


Sulla questione dell humor e del politicamente corretto zizek ne parla a lungo. Il non scherzare è un modo per mettere a distanza il reale.

Comunque zizek fa solo un lavoro filosofico. La sua conclusione è che bisogna studiare e non fare politica. Quindi si è inconcludente e reazionario sotto certi punti di vista. In una lezione disse ai suoi studenti "se volete fare un gesto politico nelle hunanities non siate politici".


Cmq c'è una grande differenza tra lo zizek dei libri e le lezioni pubbliche che fa per soldi (o gli articoli sul guardian tipo).

Ch'è la stessa filosofia di milioni di persone che non vanno a votare
Ha ragione, per carità. Non sapevo fosse il filosofo del non-voto
Quindi si parte Saramago per arrivare a Zizek?


Si avevi ragione. Anche se per poter offrire un (buon) lavoro ai migliori 200 vorrebbe dire già vivere in una società più simile a quella sognata da loro (che non era nemmeno troppo radicalmente diversa nonostante le pretese).

Comunque l'America è secondo me vaco sta da qualsiasi forma di pensiero radicale principalmente per la sua infastruttura.

Per mantenersi in piedi ha bisogno di un coordinamento nazionale ed internazionale che qualsiasi azione radicale farrenbe collassare l'intera rete.

A questo si aggiunge l'isolamento dei centri abitati unito all'esilio della classe intellettuali nei campus universitari e si ottiene un rampante conformismo.

La mia impressione è che proprio perché societariamente si cerca di produrre un solo tipo di individuo (al quale ci si conforma in maniera maggiore o minore) viene meno la capacità di articolare la propria alienazione in maniera efficace e comprensibile. Il risultato è o un certo conservatismo giovanilistico (deal with it) o tutta la solfa delle identity politics (check your cispriviledge) che cercano di fare una categoria di in malessere esistenziale (ma non per questo meno reale).


No, non credo sia la stessa filosofia.

Ma credo che derivi dalla comprensione di certi problemi e come le nostre soluzioni teoriche siano inefficaci e povere.

La superpoliticizzazione delle lettere ha portato a una perdita della finezza concettiale da una parte e dall'altra l'incapacità di una critica efficace perché chiusa nella sua stupidità e priva di strumenti.

Secondo me è proprio il rifiuto di termini come prassi, efficacia, azione, cambiamento per un'attenzione all'ineffettuale e al non-quantitativo quello di cui si ha bisogno. Purtroppo quelli sono campi che tendono ad essere invasi da cialtroni.


ma non credo, anche perche poi sui stesso è parecchio politico, sia in accademia che fuori il problema è che è un buffone alla pasolini maniera, uno che usa la politica come un pretesto per essere diverso ed originale.

e per quanto mi riguarda, su sto problema, il mio pensiero è riassunto da queste erudite canzoni



Non dimentichiamo per favore:




Ci campa la RASH.
Ma perché si va sempre OT sulla sociologia quando, visto che l'argomento interessa, basterebbe aprire un thread dedicato invece che invadere ogni altro singolo thread dei pochi che ci sono?
Me lo spiegate?