[Università] Più tasse per tutti, non solo per i fuoricorso

M'hai fatto tornare in mente metà della mia vita scolastica...

Metà dei miei prof non era nemmeno capace di parlare in italiano corretto.
Sia superiori che università.

Alle superiori ho cambiato non so quanti prof di matematica, c'era uno calabrese che ci dava degli ignoranti perchè non capivamo spesso ciò che diceva... a volte usava verbi sconosciuti.

Tipo, anzichè dire "facciamo scendere il valore dell'ascissa" diceva "scendiamo l'ascissa", l'esempio più stupido che ora mi viene in mente. Oppure diceva frasi (in italiano) che erano come quelle dei meme tipo "I Accidentally the whole universe", infatti ogni volta che leggo "i accidentally the something" mi torna in mente sto professore.

Una insegnante di italiano isterica che urlava come una pazza se uno non comprendeva la differenza tra gerundio e congiuntivo (buttata li) al primo anno perchè nelle scuole medie da dove arrivava non gli avevano insegnato un cazzo...questo poveretto all'epoca era appena arrivato da napoli, non sapeva spiaccicare una parola in italiano a momenti, e sta insegnante anzichè aiutarlo lo insultava.
Cambio di insegnante d'italiano, ci arriva un'alcolizzata, puzzava di alcol sempre... e quando parlava era sboccata, sopratutto gli insulti che tirava, ed a volte pure i porconi oltre a girare con mini-gonne vertiginose e tacchi alti. E no niente pics, era un roito.

In chimica avevamo una che si sedeva a leggere il giornale, una bella figa all'epoca e pure vestita con mini-gonna, decoltè etc etc, insomma la zoccola, difatti a tanti cadeva la matita, anche ripetutamente. La sua lezione: "a casa leggete da pagina 35 a pagina 150, settimana prossima facciamo la verifica". Sta cretina insegna ancora all'ITIS marconi, l'hanno avuta persino i miei cugini che hanno 10 anni meno di me.

All'università non ho trovato nemmeno lì professori preparati.
C'era il prof di fisica che per spiegare...leggeva il libro da lui scritto. Non spiegava, leggeva. Se qualcuno domandava "ma che significa sta cosa?" lui rispondeva "se non la capisci sei un ignorante".
Dovevamo sgattaiolare nell'aula dei gestionali che tenevano un prof. di fisica che spiegava (professor Villa, anziano pure lui ma era un grande).
Professore di matematica ed analisi che parlava in napoletano. Non si capiva un cazzo quando parlava, quando faceva gli esempi per spiegare diceva "come si dice nel mio paese *uèuèpastapummarola*" (non ricordo cosa diceva... accontentatevi). Pure lui era un "scendimi l'ascissa" o "ho accidentalmente il risultato".

Professore di chimica che spiegava una volta e poi non ripeteva più. S'è visto un giorno, poi per 3 mesi le sue lezioni venivano sempre sospese, resuscitò dopo il 3^ mese e ci disse che dovevamo studiarci 3 libri (2 scritti da lui...strano!) e presentarci agli esami 2 mesi dopo, dovevamo arrivare preparati perchè non tollerava oltre il 10% di errore su un test di 20 esercizi.

Mi fermo qua che è già un WOT...




l'universo parallelo è quello in cui la stragrande maggioranza delle persone iscritte all'università sta li e studia come dovrebbe fare in un corso di studi universitario, cioè impegnandosi per gran parte della giornata.

Se poi vogliamo prenderci per il culo facciamolo pure, ma allora tutta la discussione non ha senso.

Purtroppo esiste una buona parte di studenti che considera l'uni un bivacco, un posto dove studiare saltuariamente e solo a ridosso degli esami e per il resto del tempo passare la propria vita a fare altro, che sia un hobby o che sia semplice divertimento notturno, ancora meglio se in una città lontana dalla famiglia in modo da poter essere liberi di fare quello che pare e piace.
Questa gruppo di persone semplicemente usa l'università come una scusa per fare altro, non vedo quindi alcun problema nel mungerli come vacche e usare i loro soldi per finanziare le borse di studio di chi veramente ha bisogno e che studia da mane a sera e ottiene risultati d'eccellenza.

I problemi di cui parli tu ovviamente ci sono eccome e sono in parte causa di ritardi per il completamento degli studi, ma sinceramente non capisco perchè non si debba poter castrare le mafie dentro l'università contemporaneamente con l'introduzione di nuove tasse per i fuori corso.


RUN FOR YER LIFE, FOOL!!
Scienze politiche in Italia è un corso di scienze delle merendine non perché all'italiano medio non interessa e non vede il potenziale di quelle materie, ma perché è uno dei tanti corsi di laurea cuscinetto dove si iscrive chi non sa bene cosa fare, che non ha gran voglia di lavorare subito e magari ha "una mezza passione".
Capiamoci, è un corso importantissimo, ma visto il materiale umano che lo compone da anni la qualità dello stesso è scesa e si è adeguata!

Il problema dell'università è che non è un posto per tutti, dove entri, ti siedi 4-5 anni e ottieni un pezzo di carta che, proprio per come è stato ottenuto, non ha valore!
Tutti devono accedere, ma non tutti possono arrivare alla fine, compito dell'università non è regalare lauree in nome di una cultura generale della popolazione (non è l'università che ha compito di acculturare la popolazione), ma deve formare persone esaltandone le capacità e le attitudini!
Non si può dire "che fastidio do io che mi laureo in 6 anni invece che 3" perché l'errore di fondo è che anche il tempo è un fattore di selezione proprio perché un esame prima o poi lo passano tutti, e quindi al titolo ci arrivano tutti!
I fuori corso di un semestre/un anno non sono il problema, perché ci sta metterci qualche mese in più (medicina ha come media 7 anni mi pare), e anche un aumento delle tasse non peserà più di troppo su queste persone! Il problema è che in università ci mette radici e spesso accade proprio in quei corsi cuscinetto dove non c'è nessuna selezione e chiunque può fare quello che vuole

La laurea non è una pergamena da appendere in camera e dire "sono laureato, il mio l ho fatto", è il gradino di un percorso che non è obbligatorio intraprendere, ma che se scelto comporta delle responsabilità per poter ottenere dei benefici, altrimenti ci saranno, in Italia, sempre lauree di tipo A e lauree di tipo b

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Dai però, non diciamo che tutti quelli che iniziano arrivano alla fine. Se prendi i corsi più difficilotti, il rapporto iscritti al primo anno : iscritti all'ultimo 5 anni dopo sarà di 5:1 quando va bene.


Fai allora come si fa in Francia (mi sembra).
Niente votazioni, solo "passato o meno" e se ciocchi l'esame due volte sei fuori.
Ora come ora l'uni italiana col sistema dei trentesimi (a culo, perché a livello di impegno è più vantaggioso studiare mediocremente e magari l'esame darlo due volte, tanto le cose che hai imparato son sempre quelle) non favorisce uno studio serio.

Non si possono criticare gli studenti se lo stesso meccanismo è fallato. E aumentare i costi dello studio è solo una manovra classista senza ritegno perché se il problema fosse rendere più seria l'università basterebbe una modifica delle regole.
Secondo me il problema "voto" e` un non problema: esistono diversi sistemi (uk e` praticamente tripartito in first, secondo, third; francia - qua ti confondevi green - e` in 20esimi, germania da 1 a 5, etc...), nessuno mi sembra buono o cattivo di per se`.
Oppure il modello austriaco (sono andato in Erasmus):

- Non si possono rifiutare i voti
- Se non passi tutti gli esami di quell'anno, ripeti l'anno per una volta dopodichè sei fuori
- Se non passi un esame puoi rifarlo altre due volte, la cui seconda è di fronte una commissione

Gli esami erano oggettivamente più semplici di quelli in Italia, ma almeno se vuoi mantenere una media alta devi saperli alla perfezione al primo colpo. Lì davvero, imho, i voti hanno un valore..


Come ho detto questi sistemi che ti cacciano per forza non li condivido. Preferisco che non ci siano limiti di tempo ed al limite il costo della (reale) retta sia totalmente a carico dello studente fuoricorso. Così magari chi non ha disponibilità economica comunque sarà costretto a muoversi, chi può permetterselo non rischia di verdersi bruciati X anni (poco produttivi ma vabbè).

Rifaccio l'esempio del ragazzo che studia scrupolosamente e va a 3/4 della velocità (ma anche metà thò), ma non perchè cazzeggia anzi, prevista. Che fai lo bruci? Bhò a me sembra ingiusto.

Anche perchè, prendendo l'aspetto sotto un altro punto di vista, in questo modo si vuol dire "per noi se stai troppo all'uni sei inutle, se sei disoccupato sei inutile lo stesso". E perchè dovrei ritenermi inutile? La mia vita è scandita da tempistiche e condizioni di stato che decidono gli altri? Quando avrei dato il consenso?

Che siamo gente da spremere come le biobatterie di matrix?
Ad esempio, ultimamente è capitato un problema dove si dovevano indicare soglie molto piccole (tipo 10^-40) per scegliere l'esito di eventi aleatori.

Il punto è che usando i classici double si rischia di avere problemi di underflow o, in generale, non si ha proprio una distribuizione uniforme in 0 ed 1 dei valori mappati dai double (sono più densi verso lo 0).

Quelli "bravi" secondo gli indicatori standard han trovato il problema, ed han detto "vabbè è una limitazione di sistema non è colpa mia".

Io invece mi son detto, ma usare strumenti per aggirare il problema? Chessò estrazioni casuali consecutive e (quasi) indipendenti cosa che si possono generare con i numeri (pseudo)casuali?

Niente, il vuoto.
Se questa è gente brava, bene prendo atto. La fai uscire dal seminato e si impalla.


Io non so come fosse vissuta e come fosse un tempo l'uni. Fatto sta che adesso è al 99% catena di montaggio, poco da fare
io rosico perché, appena ho finito io, hanno portato le materie del mio corso (ing TLC) da 45 a 26
Questa è una cazzata. E' già stato detto che non è così.

Un fuori corso fancazzista non si laurea mai, a meno che non abbia un risveglio, ma sono casi estremamente rari.
Di solito abbandona per forza di cose se alla triennale arriva ad essere di 3 anni fuori corso, oppure ha soldi da buttare.
Son comunque cazzi suoi. Io son stato quasi 2 anni fuori corso... quindi il mio diploma di laurea ha meno valore di uno che l'ha ottenuta in 3 anni?
Magari lui non lavorava, faceva solo studio...io ho lavorato ed ho pure fatto il militare (si per scelta, mi servivano i soldi).

A me ad esempio da fastidio quando arriva un neo-laureato che mettono all'assunzione come mio pari-grado perchè "laureato" (io son passato da operaio ad impiegato a responsabile per merito)...
...e sto topo gigio entrato da meno di un'anno mi dice "tu zitto che sei stato fuori corso 2 anni, io ho preso la breve in 3 anni", quando io ho lavorato tutti e 3 gli anni che ho frequentato, ho fatto la leva militare e giusto perchè voglio rompere i coglioni dove lavoravo ho dovuto anche fare in quel periodo 2000 ore di corsi tra sicurezza e cazzi mazzi vari...mentre lui ha solo studiato all'università senza fare nient'altro. Una persona del genere per me è una persona tristissima, che non è capace di fare paragoni tra i fuori-corsisti solo perchè ha visto dei tizi che si facevano mantenere fino ai 30 anni dal papi ed uscivano al 3^ o 5^ anno con un voto basso.

Non puoi fare certi paragoni senza specificare quale caso di fuori corso, perchè ce ne sono diversi tipologie di "fuori corso" se permetti.

Quando ho fatto il triennio per op. giuridico (stesse materie di chi poi continua con le magistrali non quello "semplificato") c'erano persone che erano a seguire le lezioni del 2^ anno per il 4^ anno consecutivo, persone che avevano 35-40 anni, lavorano e fan tant'altro.

C'erano addirittura persone di 55-60 anni che volevano prendersi una laurea una volta nella vita, e che frega un cazzo se ci impiegano 5 o 7 anni, arrivano alla loro laurea che voglion prendere. Chiamalo sfizio di vecchiaia.
Mio padre è ancora al 3^ anno, aveva iniziato con me 5 anni fa e deve dare 2 materie ancora, ma dato il tempo, le continue trasferte non può fare più di tanto...

Se c'è il lavoratore studente (da non confondere con studente-lavoratore), beh, il fuori-corso è quasi un obbligo, a meno che per lavoro non faccia un lavoro dove deve premere 2-3 pulsanti in un ora, e quindi ha tempo di studiare mentre lavora. Ci sono pure quei casi.

Evitiamo di farne ogni volta di tutta l'erba un fascio, e che cazzo.


Che tanto quando uscite, belli miei, anche se avete fatto 3 o 5 anni giusti non fuori corso, appena entrate nel mondo del lavoro dovete cominciare da capo, perchè non entrate "imparati". 110 e lode, ma sul posto di lavoro se fate cagare e non capite un cazzo e fate una marea di cazzate, c'è un semplice motivo... ed è li che dopo rido io.

Anzi, c'è molta più gente che è arrivata fuori corso di 3-5 anni ma che ragiona e lavora meglio di uno che è uscito entro i 5 anni. C'è anche un discorso di umiltà, un discorso di fottutissima umiltà, che spesso chi si laurea in tempo non ha, perchè per aver fatto un traguardo di 5 anni pensa di avere più diritti rispetto a tutti gli altri non diplomati, non laureati, laureati triennali e fuori-corsisti...
Beh, non avete alcun cazzo di diritto. Nel mondo del lavoro ve lo dovete guadagnare, tornate da capo.

Sono poche le ditte che sbagliano assumendo subito come responsabili e fanno avanzare di grado senza alcun merito solo perchè laureati...molte cacciano fuori gente laureata da 110 e lode perchè dopo 1 anno molti tendono a comportarsi come teste di cazzo, arroganti e pure cafoni.

Poi trovo commenti ed articoli dove c'è gente che dice "m'hanno licenziata perchè costo troppo perchè sono laureata, ora lavoro come commessa del supermercato con una laurea da 110 e lode".

E' successo pure per dove lavoro io... che gente del genere non è stata assunta a tempo indeterminato, ma lasciata a casa perchè sull'aspetto lavorativo non valeva un cazzo, e se lo si metteva a fare un lavoro di responsabilità dopo 3 anni di contratto di lavoro a tempo determinato dei quali 1-2 di affiancamento combinavano più casini che altro, perchè non volevano ascoltare gente che non era nemmeno diplomata solo perchè "ahhh io c'ho la laurea, sono più intelligente, non ascolto gente così ignorante, io so più di loro". Peccato che, nonostante il 100-110 e lode, fossero delle bore cadenti che, entrando, non era nemmeno capace di fare la somma 12+12, 12+33, 10x7 a mente...ed andava in giro a domandare se qualcuno aveva una calcolatrice...e tutti gli operai "ma non sei capace di farlo a mente??". Li l'operaio ti prendeva un pezzo di carta se proprio non ci riusciva, e te la risolveva in 20 secondi. Il laureato era ancora lì a cercare la calcolatrice.



Nota bene che non intendo tutti i laureati, perchè non voglio fare di tutta l'erba un fascio.
Come ho trovato anche gente con 110 e lode che, nonostante tutto, ragionava, trattava la gente come proprio pari, non faceva classismo e...stranamente è ancora li, con un contratto a tempo indeterminato. Come



E' tutto costellato da casi e da persone, ma è innegabile che la maggior parte dei laureati non sia preparata per il mondo del lavoro... e non perchè entra allo sbaraglio, ma perchè per presunzione anche dopo 3 anni di prova vuol fare di testa propria anzichè ascoltare chi lavora lì da più di 10-20-30-40 anni...

Laurea non significa essere intelligente. Se sei uno con una memoria buona e tosta hai un vantaggio, ma di risoluzione dei problemi pratici? Se dopo 3 anni tu non sei in grado di risolvere un problema, e rifiuti il suggerimento di qualsiasi operaio perchè "no non è così, te lo dico io, ho studiato per queste cose eh!", mentre un ragazzetto entrato da 6 mesi a fare l'operaio te lo risolve senza dirti un cazzo usando un martello ed il flessibile dicendo "bastava mangiar via un paio di millimetri per non far incastrare il pezzo"...beh, non vali un cazzo. Sei un laureato ma vali decisamente meno di quel ragazzo di 20 anni che fa l'operaio.

Come dicono molti miei operai "F.B.L.!! Fà balà l'och ", fai ballare l'occhio, fai attenzione, presta attenzione. Cosa estremamente importante ma sottovalutata.

La maggior parte di coloro che si è laureata prima degli anni 90 che ora ha dai 40 ai 60 anni ascolta sempre gli operai. Non si azzarda a dire "fò tot mi" o "ghe pensi mi, tu lavora non pensare".
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Pensa te, mi tocca pure quotare Greendevil.


Esatto, ripeto c'è gente che è veloce e ragiona (esagerando un 10%), ma dalla mia esperienza la maggior parte studia per "passare l'esame" e non per "capire la materia" (le due cose coincidono quando c'è il professore cazzuto di turno, una rarità).
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Dennis grafomane ma sono completamente d'accordo con i tuoi ultimi post, e vedo con piacere che la mia posizione di ieri è bene o male condivisa da molti qui dentro (poi ogni volta che si parla di queste cose ritrovo il compagno di vita piera )


Non sto mica difendendo il diritto ad essere fuori corso per andare a fare feste in giro eh. Sto semplicemente dicendo che tassare i fuori corso può avere senso SE PRIMA vengono messe a posto le cose a livello strutturale. Altrimenti è come alzare le bollette dell'acqua ai cittadini invece di sistemare i tubi bucati che la spargono in giro invece che portarla nei rubinetti . Oh wait, è quello che normalmente succede

Se poi per te il fatto che il 40% degli studenti riesca a rimanere in corso è un dato positivo bè, è evidente che la pensiamo molto diversamente. Io più che essere a posto considerando quel 40% andrei ad indagare profondamente ed accuratamente sulle motivazioni che causano la creazione di quel 60%



Proprio la stessa cosa paragonare evasione fiscale (un illecito, grande o piccolo che sia) con le mafie universitarie che truccano di prassi i concorsi (un illecito), assume personale in base a logiche clientelari e non di merito (illecito) e uno studente che PAGA LE TASSE e va fuori corso per i motivi più disparati. Ah, si, proprio uguale

Vogliamo parlare di quante sedi distaccate sono state create in giro a cazzo di cane? Quando costruisci un complesso universitario partono i milioni, così come quando si assumono docenti INUTILI per corsi ancora più inutili, tipo che ne so, mettere in cattedra un ordinario per insegnare STORIA DELLA MEDICINA, ovviamente nella facoltà medicina, non certo quella di storia. Ma lo sai quanto costa un ordinario all'anno?

Si arriva a 155mila € l'anno, secondo il tabellario stipendiale dell'università di Trieste.

Tutto senza contare parentopoli varie, tipo quelle del rettore della Sapienza

Seriamente, di cosa stiamo parlando?

Il diritto allo studio è il diritto a studiare e, francamente, non si capisce come si è arrivati al considerarlo "diritto a imparare una professione" o "diritto ad essere ben inseriti nel meccanismo produttivo".
Se si ha a cuore il sapere (ma il punto è che non si ha a cuore, anzi, viene costantemente e apertamente osteggiato e, quando possibile, anche deriso) non si può accettare che le università siano fabbriche di professionisti. Certamente alcune non possono non esserlo, medicina, ingegneria, ma a queste facoltà è necessario attribuire il giusto posto, quello di "professionali della cultura". Per carità, servono anche i medici e gli ingegneri, quanto servono gli spazzini e le commesse, ma prendere a modello di sapere lo studente di ingegneria che si laurea in cinque anni, trova un lavoro stabile nei successivi mesi e si forma una famiglia borghese, oltre che essere un obrobrio estetico, è il modo migliore per mortificare la cultura in tutti i suoi aspetti più profondi e ,in definitiva, funzionali alla vita sociale.


Se ne è già parlato. Questi strani studenti italiani che risultano tra i più brillanti del pianeta fino al liceo per poi fallire miseramente all'università. Se non si vuole prendere in considerazione l'ipotesi di un raggio istupidente che li renda scemi e svogliati nell'estate successiva alla maturità, dobbiamo affrontare la realtà che la colpa sia di chi l'università la organizza e la gestisce. Non si capisce perché dovrebbero pagare gli studenti colpe non loro.

Per inciso poi, avere un lavoro specializzato è una cosa molto brutta. Al mondo c'è tanto bisogno di uomini che non sappiano far nulla, mentre di uomini e partiti del fare ce ne sono pure troppi, tanto che i danni prodotti sono difficilmente gestibili.