Travaglio su raitre

suvvia chi è che non mai stato a cena con un mafioso, quanto siete faziosi
mms://mediaserver.dol.it/dolmedia.tv/chiarelettere/se_li_conosci_li_eviti.wmv

guarda subito,
presentazione del nuovo libro di travaglio alla fiera del libro:
relatori de magistris, peter gomez, travaglio, santoro.
1h 40'


temi molto attuali, tra cui il recente caso schifani
Sento che presto qualcuno giocherà la carta dei soldi.

Qualcosa tipo:

"Eh, ma se Travaglio ci raccontasse la verità per il bene nostro e del paese lo farebbe gratis, non venderebbe libri! Se guadagna sul proprio lavoro è puramente per interesse proprio, come i complottisti dell'11 Settembre!1 "
mi piace vedere che ho scatenato uno dei flame più potenti degli ultimi tempi


"il più recente tharghan vs agorà" vorrai dire


fixed


Ma basta con queste argomentazioni senza senso. Si vede che il 90% dei politici vuole sbarazzarsi di Travaglio in quanto se la fanno sotto perche` nascondono qualcosa. Di Pietro e` stato nel bene e nel male uno dei simboli della lotta contro la corruzione e non me ne frega un cazzo se lui e` il 4.5% o il 95%.

Da una parte c'e` il magistrato Di Pietro e dall'altra parte ci stanno i corrotti mafiosi ladri.

Ai ladri gli viene comodo se la classe politica attualmente al potere e` corrotta ed agisce in maniera anticostituzionale per favorire l'evasione fiscale e la corruzione.
A me sembra che tu sia ben informato sulla situazione attuale quindi o sei un ladro anche tu oppure non sei in grado di distinguere tra la merda e la cioccolata.




Giuseppe D'Avanzo da Repubblica risponde a Marco Travaglio.

Non so che cosa davvero pensassero dell´allievo gli eccellenti maestri di Marco Travaglio (però, che irriconoscenza trascurare le istruzioni del direttore de il Borghese). Il buon senso mi suggerisce, tuttavia, che almeno una volta Montanelli, Biagi, Rinaldi, forse addirittura Furio Colombo, gli abbiano raccomandato di maneggiare con cura il "vero" e il "falso": «qualifiche fluide e manipolabili» come insegna un altro maestro, Franco Cordero. Di questo si parla, infatti, cari lettori – che siate o meno ammiratori di Travaglio; che siate entusiasti, incazzatissimi contro ogni rilievo che gli si può opporre o soltanto curiosi di capire.

Che cos´è un "fatto", dunque? Un "fatto" ci indica sempre una verità? O l´apparente evidenza di un "fatto" ci deve rendere guardinghi, più prudenti perché può indurci in errore? Non è questo l´esercizio indispensabile del giornalismo che, «piantato nel mezzo delle libere istituzioni», le può corrompere o, al contrario, proteggere? Ancora oggi Travaglio («Io racconto solo fatti») si confonde e confonde i suoi lettori.

Sostenere: «Ancora a metà degli anni 90, Schifani fu ingaggiato dal Comune di Villabate, retto da uomini legato al boss Mandalà di lì a poco sciolto due volte per mafia» indica una traccia di lavoro e non una conclusione. Mandalà (come Travaglio sa) sarà accusato di mafia soltanto nel 1998 (dopo «la metà degli Anni Novanta», dunque) e soltanto «di lì a poco» (appunto) il comune di Villabate sarà sciolto. Se ne può ricavare un giudizio? Temo di no.

Certo, nasce un interrogativo che dovrebbe convincere Travaglio ad abbandonare, per qualche tempo, le piazze del Vaffanculo, il salotto di Annozero, i teatri plaudenti e andarsene in Sicilia ad approfondire il solco già aperto pazientemente dalle inchieste di Repubblica (Bellavia, Palazzolo) e l´Espresso (Giustolisi, Lillo) e che, al di là di quel che è stato raccontato, non hanno offerto nel tempo ulteriori novità.

E´ l´impegno che Travaglio trascura. Il nostro amico sceglie un comodo, stortissimo espediente. Si disinteressa del "vero" e del "falso". Afferra un "fatto" controverso (ne è consapevole, perché non è fesso). Con la complicità della potenza della tv – e dell´impotenza della Rai, di un inerme Fazio – lo getta in faccia agli spettatori lasciandosi dietro una secrezione velenosa che lascia credere: «Anche la seconda carica dello Stato è un mafioso…». Basta leggere i blog per rendersene conto. Anche se Travaglio non l´ha mai detta, quella frase, è l´opinione che voleva creare. Se non fosse un tartufo, lo ammetterebbe.

Discutiamo di questo metodo, cari lettori. Del «metodo Travaglio» e delle "agenzie del risentimento". Di una pratica giornalistica che, con "fatti" ambigui e dubbi, manipola cinicamente il lettore/spettatore. Ne alimenta la collera. Ne distorce la giustificatissima rabbia per la malapolitica. E´ un paradigma professionale che, sulla spinta di motivazioni esclusivamente commerciali (non civiche, non professionali, non politiche), può distruggere chiunque abbia la sventura di essere scelto come target (gli obiettivi vengono scelti con cura tra i più esposti, a destra come a sinistra). Farò un esempio che renderà, forse, più chiaro quanto può essere letale questo metodo.

8 agosto del 2002. Marco telefona a Pippo. Gli chiede di occuparsi dei «cuscini». Marco e Pippo sono in vacanza insieme, concludono per approssimazione gli investigatori di Palermo. Che, durante le indagini, trovano un´ambigua conferma di quella villeggiatura comune. Prova maligna perché intenzionale e non indipendente. Fonte, l´avvocato di Michele Aiello. Il legale dice di aver saputo dal suo assistito che, su richiesta di Pippo, Aiello ha pagato l´albergo a Marco. Forse, dicono gli investigatori, un residence nei dintorni di Trabia.

Michele Aiello, ingegnere, fortunato impresario della sanità siciliana, protetto dal governatore Totò Cuffaro (che, per averlo aiutato, beccherà 5 anni in primo grado), è stato condannato a 14 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso. Pippo è Giuseppe Ciuro, sottufficiale di polizia giudiziaria, condannato a 4 anni e 6 mesi per aver favorito Michele Aiello e aver rivelato segreti d´ufficio utili a favorire la latitanza di Bernardo Provenzano. Marco è Marco Travaglio.

Ditemi ora chi può essere tanto grossolano o vile da attribuire all´integrità di Marco Travaglio un´ombra, una colpa, addirittura un accordo fraudolento con il mafioso e il suo complice? Davvero qualcuno, tra i suoi fiduciosi lettori o tra i suoi antipatizzanti, può credere che Travaglio debba delle spiegazioni soltanto perché ha avuto la malasorte di farsi piacere un tipo (Giuseppe Ciuro) che soltanto dopo si scoprirà essere un infedele manutengolo?

Nessuno, che sia in buona fede, può farlo. Eppure un´«agenzia del risentimento» potrebbe metter su un pirotecnico spettacolino con poca spesa ricordando, per dire, che «la mafia ha la memoria lunghissima e spesso usa le amicizie, anche risalenti nel tempo, per ricattare chi tenta di scrollarsele frettolosamente di dosso» . Basta dare per scontato il "fatto", che ci fosse davvero una consapevole amicizia mafiosa: proprio quel che deve essere dimostrato ragionevolmente da un attento lavoro di cronaca.

Cari lettori, anche Travaglio può essere travolto dal «metodo Travaglio». Travaglio – temo – non ha alcun interesse a raccontarvelo (ecco la sua insincerità) e io penso (ripeto) che la sana, necessaria critica alla classe politico-istituzionale meriti onesto giornalismo e fiducia nel destino comune. Non un qualunquismo antipolitico alimentato, per interesse particolare, da un linciaggio continuo e irrefrenabile che può contaminare la credibilità di ogni istituzione e la rispettabilità di chiunque.
questo articolo è una boiata e oggi ti spiegherò perchè , se qualcuno non lo farà prima.
sappi solo che il grafico freddo = pirati centra qualcosa
no, risparmia il grafico...
D'Avanzo è semplicemente un pirla.
I collegamenti fatti da Travaglio sono legittimi, come sarebbe legittimo se la politica si interrogasse su chi manda in parlamento.


Come sarebbe legittimo,in un qualsiasi cazzo di paese semicivile del mondo,che la seconda carica dello stato sentisse il bisogno di chiarire,non per dare risposte a Travaglio,ma a quel 49% di ..... che hanno votato la fazione politica con cui è entrato in parlamento!

O è super partes anche per la mafia,e quindi non deve dispiacere a nessuno?
Ancora con Travaglio

Le cose che ha detto da Fazio le ha prese da scritti di Lirio Abbate, però nessuno spreca nemmeno 2 secondi a prendersela con quest'ultimo, chissà perchè Forse perchè dire che Abbate dice cazzate non conviene molto, dato che è sotto scorta perchè la mafia lo ha minacciato.

E la mafia non minaccia me, che sono l'ultimo dei fessi, minacciano persone che per loro possono essere SCOMODE. Purtroppo in questo paese di perecottari l'essere sotto scorta equivale ad avere un marchio di qualità che sancisce che dici la verità.

Tutti a pestare i piedi urlando con la bava alla bocca che Travaglio manipola, crea collera, monta i veleni . Ma andassero a imparare un mestiere, che i giornalisti non li san fare, sti buffoni.

Invece di rispondere in 50mila perchè non risponde Schifani invece di fare "no comment " e querelarlo? Se non ha niente da nascondere DI COSA CAZZO HA PAURA?

E come diceva Apocalypse tra un po' arriveranno gli attacchi al portafoglio guarniti di ricchi dentoni, del resto la cosa non mi sorprende, non hanno altro a cui attaccarsi quindi è ovvio che la buttino sul personale.
ritengo improduttivo rispondere a tharghan sul suo post di risposta. puoi prendertela come ti pare, ma non ho voglia di rispondere nuovamente, non vedo spiragli di una discussione costruttiva

Ero ironico, sveglia

Comunque D'Avanzo che non cita Abbate è imbarazzante
l'ho detto in tempi non sospetti che repubblica è un giornalaccio e lo confermo anche oggi. le accuse a travaglio hanno una chiara lettura politica( oltre ad essere ridicole ), questa opposizione fatta di personaggetti squallidi, opportunisti e spregiudicati come veltroni è completamente asservita a berlusconi e cerca di non pestargli troppo i piedi per farsi lasciare almeno raitre. che squallore. ora come ora il partito democratico mi fa più schifo di berlusconi. veramente complimenti a chi li ha votati. complimenti.

ed era poco tempo fà quando si stracciavano le vesti per la questione morale, il conflitto di interessi, l'editto bulgaro.

che schifo.
Repubblica è inevitabilmente vicina al Pd che sta facendo di tutto per andare a letto con il Pdl, basti sentire quello che ha detto Silvio ieri e oggi, quindi c'è poco da discutere.

Ma è una cosa cui avevo fatto caso mesi fa, quando venne Gad Lerner, e ad una domanda sulla p2 (anzi due) rispose in maniera ridicolmente evasiva. Il giorno dopo ci sarebbero state le primarie del Pd e lui era candidato con la Bindi.


"questi fascistelli di destra, sinistra e centro"
La replica:


SU SCHIFANI HO RACCONTATO SOLO FATTI, Marco Travaglio
Caro direttore, ringrazio D’Avanzo per la lezione di giornalismo che mi ha impartito su Repubblica di ieri. Si impara sempre qualcosa, nella vita.
Ma, per quanto mi riguarda, temo di essere ormai irrecuperabile, avendo lavorato per cattivi maestri come Montanelli, Biagi, Rinaldi, Furio Colombo e altri. I quali, evidentemente, non mi ritenevano un pubblico mentitore, un truccatore di carte che “bluffa”, “avvelena il metabolismo sociale” e “indebolisce le istituzioni”, un manipolatore di lettori “inconsapevoli”, quale invece mi ritiene D’Avanzo. Sabato sera sono stato invitato a “Che tempo che fa” per presentare il mio ultimo libro, “Se li conosci li eviti”, scritto con Peter Gomez, che in 45 giorni non ha avuto alcun preannuncio di querela.
E mi sono limitato a rammentare un fatto vero a proposito di uno dei tanti politici citati nel libro: e cioè che, raccontando vita e opere di Renato Schifani al momento della sua elezione a presidente del Senato, nessun quotidiano (tranne l’Unità e, paradossalmente, Il Giornale di Berlusconi) ha ricordato i suoi rapporti con persone poi condannate per mafia, come Nino Mandalà e Benny D’Agostino (ho detto testualmente: “Schifani ha avuto delle amicizie con dei mafiosi. rapporti con signori che sono poi stati condannati per mafia”; la frase “anche la seconda carica dello Stato è oggi un mafioso”, falsamente attribuitami da D’Avanzo, non l’ho mai detta né pensata).
Quei rapporti, contrariamente a quanto scrive D’Avanzo, sono tutt’altro che “lontani nel tempo”, visto che ancora a metà degli anni 90 Schifani fu ingaggiato, come consulente per l’urbanistica e il piano regolatore, dal Comune di Villabate retto da uomini legati al boss Mandalà e di lì a poco sciolto due volte per mafia. Rapporti di nessuna rilevanza penale, ma di grande rilievo politico-morale, visto che la mafia non dimentica, ha la memoria lunghissima e spesso usa le sue amicizie, anche risalenti nel tempo, per ricattare chi tenta di scrollarsele frettolosamente di dosso. In qualunque altro paese, casomai capitasse che il titolare di certi rapporti ascenda alla seconda carica dello Stato, tutti i giornali e le tv gli rammenterebbero quei rapporti: per questo, negli altri paesi, il titolare di certi rapporti difficilmente ascende ai vertici dello Stato.
Che cosa c’entri tutto questo con le “agenzie del risentimento” e il “qualunquismo antipolitico” di cui parla D’Avanzo, mi sfugge.
Secondo lui i giornali, all’elezione di Schifani a presidente del Senato, non hanno più parlato di quei rapporti perché nel frattempo non s’era scoperto nulla di nuovo. Strano: non c’era nulla di nuovo neppure sul riporto di Schifani, eppure tutti i giornali l’hanno doviziosamente rammentato. I lettori giudicheranno se sia più importante ricordare il riporto, oppure il rapporto con D’Agostino e Mandalà (che poi, un po’ contraddittoriamente, lo stesso D’Avanzo definisce “sconsiderato”). Ora che - pare - Schifani ha deciso di querelarmi, un giudice deciderà se quel che ho detto è vero o non è vero.
Almeno in tribunale, si bada ai fatti e le chiacchiere stanno a zero: o hai detto il vero o hai detto il falso. Io sono certo di avere detto il vero, e tra l’altro solo una minima parte. Oltretutto c’è già un precedente specifico: quando, per primo, Marco Lillo rivelò queste cose sull’Espresso nel 2002, Schifani lo denunciò. Ma la denuncia venne archiviata nel 2007 perché - scrive il giudice - “l’articolo si presenta sostanzialmente veritiero”.
Approfitto di questo spazio per ringraziare i tanti colleghi e lettori (anche di Repubblica) che in questi giorni difficili mi hanno testimoniato solidarietà. Tenterò, pur con tutti i miei limiti, di continuare a non deluderli.
State facendo bordello.

Travaglio ha replicato, come da post di muse e quella riportata da thargan è la risposta alla risposta.