Thread del femminicidio

ma io non sto dicendo che non capisco le challenge extra delle donne nere in media, mi chiedo solo come si sia finito a parlare di donne nere in italia, percentuale praticamente quasi inesistente della popolazione, quando si discuteva del fatto che i taxi che costano una fucilata siano una barriera per la sicurezza delle donne (in generale) che devono tornare a casa. in italia.

a me pareva semplicemente un forzare un discorso che ha senso di esistere, ma altrove. Per dire, in teoria avrebbe avuto più senso se mi facevi l’esempio delle donne marocchine o filippine che sono più delle nere in % ma anche loro ricevono razzismo e non hanno condizioni economiche ottime.

per questo la scaletta dell’oppressione da 1 a 10 personlamente parlando la tirerei fuori quando a senso, perchè per me a punto mi deraglia una discussione come quella dei taxi in italia & sicurezza per le donne, ripeto. a me pare una mania importata dagli stati uniti dover stilare ogni volta la classifica di chi se la passa peggio in ogni minima discussione sociale a qualsiasi livello. anche quando è irrilevante.

A me sinceramente sembra una discussione del cazzo da avere su questo thread, poi fate voi :dunnasd:

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Comunque secondo me sbagliate modo di approcciare la questione.
Il concetto della discriminazione sistemica in questo caso razzismo non si applica solo alle persone nere nere eh.
Per definire bene il concetto invece di stare a fare la scala di colori, si può benissimo dire che le donne possono subire patriarcato, razzismo, oppressioni sistemiche che limitano le possibilità economiche, ma razzismo lo possono subire tante persone: albanesi (anni 90), persone di colore, ecc ecc.
Il concetto è razzismo e patriarcato limitano le possibilità economiche, così che quel taxi alla fine lo possano prendere solo le donne borghesi perlopiù bianche in Italia.
Il concetto sottostante però quello è e si applica allo stesso modo a diverse minoranze.

Ovviamente rispetto a quel che dice Angela Davis delle donne bianche che limitano l’emancipazione di altre, nel contesto italiano non si includono solo le persone nere, ma anche dei paesi slavi, appunto albania Romania ecc ecc.

La chiave sono i concetti, poi il processo di analisi va fatto in relazione a cosa c’è in quel frangente.

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Le razze inferiori deputate alla classe dei servi le abbiamo anche in italia tipo i neri, le moldave, le ucraine etc… “la moldava” manco ha più significato di appartenenza socio-culturale geografica un altro po. La situazione non cambia, al massimo potete fare attacco eike e dire che sarebbe più giusto parlare di minoranze

edit vabbè anticiped da havb

Ma concederai che l’interpretazione univoca in questo senso di quel che sia stato detto sia un po’… semplicistica?

Comunque è chiaro il concetto, è che non mi sembra sia stato detto “il problema è solo per le donne nere”, mi sembra sia stato detto che c’è un compounding di problematiche.

Poi, che l’asticella sia talmente bassa che non serva impilare tutto perché il problema sia un danno materiale ad una parte importante di popolazione, questo l’abbiamo detto tutti.

DIECI PERCENTO
SE ACCOMPAGNI MINORI DI 12 ANNI
TRA LE 20.30 E LE 5.30

Penso però che il ricordare la natura composita di queste cose sia necessario, per quello contesto l’idea espressa qui

Secondo me non è una forzatura.

Quel servizio taxi com’è che potrebbe fare davvero ciò che si prepone di fare?
Considerando tutte le circostanze? A me non sembra caciara pensarlo a partire da chi abbia un carico diverso di danno materiale inflitto dalle circostanze sociali.

Capisco che se la scaletta dell’oppressione 1 a 10 serva a fare posing e basta sia inutile e sgradevole; l’idea però vorrebbe essere che la scaletta dell’oppressione sia utile non solo ad evitare che escano boiate come quella proposta lì, ma anche a riconoscere come lasciare fuori meno persone possibile.

Quella proposta di servizio appunto rappresenta solamente una cinica ed opportunistica occasione di autopromozione di una categoria sfruttando l’argomento di grido del momento.

Che è quello che sto ripetendo ad ogni reply.

Bah.

Sembrate davvero rispondere a dei post immaginari.

Ok, ma troviamoci. Parlavamo di “giustamente, uno ti chiede cosa importi impostare ragionamenti su donne subsahariane”: io non credo “giustamente”, credo che se quello è il pensiero in risposta, secondo me non sa rispondendo nel merito, non ha ben chiaro quale sia il pensiero che stiamo cercando di intavolare. Se dici “giustamente” perché c’è da fare un ponte culturale, ok, ragionevole.

Concederei un’altra cosa, piuttosto. Che la combinazione tra società prettamente patriarcale italiana ed evoluzione della teoria femminista nel mondo, faccia sembrare anche questo tipo di argomento qualcosa che sia USA-first, per cui se ti avvicini alla teoria femminista ti viene detto di leggere un libro di un’americana che in tempi recenti si definiva queer (termine non italiano) e nera, o se proprio proprio capitassero fonti meno mainstream, ad una donna francese (che parla anche ed ampiamente di donne nere), perché quando nel mondo qualcuno scriveva saggi sull’argomento, la nostra società non aveva spazi per discussioni di questo tipo.

Solo che scollare tutto dal contesto americano e riutilizzarlo per situazioni più nostrane non penso sia qualcosa di impossibile.

In merito al discorso di Gino Cecchettin, che ho trovato molto puntuale ed equilibrato, citando giustamente anche i media come questo passaggio molto importante “l’importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza”
C’è un passaggio che però per me è scorretto, o che avrei calibrato differentemente.
Poi per carità parliamo di un discorso che sarà stato steso a più mani ma comunque in un momento estremamente critico.
Il passaggio che avrei riveduto e su cui io personalmente avrei voluto un tipo di messaggio diverso è questo
“Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere.”
Sottintende che noi -uomini- avremmo e dovremmo dimostrare quindi di avere una superiorità tale da essere i primi ad agire, è molto sottile e potrebbe essere neanche stato pensato così, ma è una visione che mette il maschio su un gradino potenziale superiore, la prima guida per il progresso, che è quello che invece dovremmo eliminare in funzione di un’uguaglianza in cui anche l’uomo deve essere sconfitto, deve essere aiutato, anche da una donna, a capire cosa dentro di lui è potenzialmente sbagliato.

Beh in merito a questo segnalo che il libro è edito da una casa editrice (se così la vogliamo chiamare) che è una fucina di destra, fondata da un militante di casaggì di Firenze.
Insomma, il progetto editoriale creato at hoc per raccattare qualche soldo da una minoranza di infelici che li segue.
Per quanto riguarda l’autore è un mental coach, io dubito pure che sia laureato in alcunché, cv online non ne ho trovai, né citazioni in niente che non sia quel troiaio di roba :asd:

no, non dice questo nella maniera più assoluta. Sta dicendo di non voltare lo sguardo dall’altra parte quando si parla di patriarcato e parlare di spike di testosterone, problemi mentali, la violenza di genere non esiste, not all men etc…

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No, quello lo dice dopo. La sostanza non cambia in ogni caso, essere i primi ad agire è diverso da agire insieme.

mi sembra stai adando too deep

Dice i primi perché gli uomini sono quelli che hanno giovamenti dal patriarcato.
Non solo privilegiati, ma dovremmo essere i primi a riconoscere il privilegio

Per l’appunto è una frase che ha più letture.
Anche questa lettura non mi piace, perché è un approccio che per me è fallato alla base.
Ce lo vedi il tipo che è geloso/possessivo/manesco/controllore a vedere di se stesso che è così? No, quello è il modo in cui è plasmato. Dall’esterno va evidenziata la sua stortura, SE possibile.
Questa idea che il maschio possa aiutare il maschio può sembrare efficace ma lo è solo su chi già non è così.
E’ come dire drograrsi fa male, quelli che non ne hanno mai fatto uso ti dicono “Si la droga è merda!”, vallo a dire al drogato, forse ti dice di sì e cinque minuti dopo va a farsi una pera (non è un paragone perfettamente calzante)

not all men

Si perché gli altri genitori non lo hanno gridato ma lo hanno sicuramente pensato nelle loro menti patriarcali.
A parte l’ardita estrapolazione da parte tua, penso che quello che ha fatto quel ignorante deficente sarebbe da perseguire legalmente, purtroppo non avrà nemmeno un buffetto da parte del maresciallo.

Zerocalcare in visita al consultorio sgomberato.

Comunque nei vari programmi, tra cui chi l’ha visto, stanno uscendo le varie altre cose di Turetta

https://twitter.com/ca_carrara/status/1732500565345599957?t=rGUGEh-7JPoQIdDjNEt_mQ&s=19

Peraltro quel che ha detto lui “non sopportavo non fosse più mia” fa rabbrividire.
Speriamo queste testimonianze possano servire da bussola per le persone che potrebbero essere in difficoltà simili

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Sta chat di watsup é davvero inquietante
É esattamente quello che mi sono immaginato quando all’inizio si diceva che si erano lasciati ma erano rimasti amici.
Ho visto amiche e amici con chat simili ma per fortuna non finite come sappiamo anche se sono andate avanti per anni.
Madonna che schifo