Thread del femminicidio

Colgo l’occasione (sperando che non sia in topic :frowning:) dell’ultimo fatto di cronaca per riflettere sulla questione
La cosa che mi ha più colpito di questo fatto di cronaca è che - PARE a quanto riferito da testimoni - che il compagno non si fosse rassegnato alla fine della relazione e che avesse coltivato una sorta di rifiuto di accettare la prossima laurea della ex fidanzata, perché l’università era ormai l’ultimo legame che aveva con lei. Da qui il desiderio - confidato a degli zii - che lei non si laureasse (ieri doveva esserci l’esame di laurea)

Secondo l’Istat (che classifica il femminicidio come “una parte preponderante degli omicidi di donne, con la caratteristica
della maturazione in ambito familiare o all’interno di relazioni sentimentali poco stabili”) tra il 2012 e il 2016 i femminicidi hanno visto un numero di vittime sostanzialmente stabile tra le 140 e le 170 all’anno.

Sfortunatamente non ci sono dati più recenti tranne una riga sola nel rapporto del 2021

“Il 58,8% delle donne è vittima di un partner o ex partner (57,8% nel 2020 e 61,3% nel 2019).”

Io nella mia piccola e inutile statistica personale, devo dire di aver conosciuto una grande quantità di donne che sono state oggetto di abusi (che spesso sono sconfinati nella violenza fisica) da parte di familiari o partner. Ovviamente non tutte le donne che conosco mi hanno raccontato i fatti loro, ma quelle che sono entrate in confidenza, TUTTE mi hanno raccontato di aver subito almeno una volta nella vita violenza da parte di familiari o partner.

Argomento spinoso, di difficile dissertazione considerato il numero di parametri di cui tener traccia, ma quantomeno nei casi più violenti ho il sospetto si tratti perlopiù di relazioni in cui almeno una delle parti viva il rapporto subordinandolo egoisticamente ad un proiezione della validazione della propria persona.

La mia personale, ed aneddotica, esperienza in materia riscontra forse un 20-25% di donne tra coloro conosciute più approfonditamente con pregresse esperienze di violenza fisica diretta, più elevata se iniziassimo a tener traccia delle vessazioni più o meno ruvide esercitate sul piano emotivo, ma si tratta di una disamina più difficile da proporre; sempre terribilmente alta però.

delle violenze (psicologiche) subite da parte di certe donne agli uomini non se ne parla mai pero’…

Infatti ho voluto discernere la cosa, perché può essere reciproca, anche se questo non giustifica nulla di quanto possa seguire, e poiché il titolo cita espressamente il femminicidio, l’uccisione di una donna, le sofferte schermaglie psicologiche delle coppie non mi paiono il punto focale quanto il loro esito.

Sono tipi di violenze generalmente credo diverse.
La violenza uomo donna dovrebbe tendere a sfociare nella violenza fisica partendo da quella psicologica più frequentemente della violenza donna uomo che dovrebbe essere più psicologica.

La stessa violenza maschile che diventa fisica potrebbe dipendere da una violenza psicologica subita (o recepita come violenza per n questioni) nell’uomo da parte della donna.
In generale il disagio psicologico imho è alla base, andando alla radice l’equilibrio psichico maschile è ancora un taboo.

E’ un tema troppo complesso per essere affontato sul forum secondo me.

Terzo post già mandato in vacca il thread perché ci vogliono gli insegnanti di sostegno a spiegare l’ovvio.

gg diversità

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La violenza fisica è sicuramente l’elemento più evidente ed allarmante di un processo chiaramente, e presumibilmente vi si ricorre sostanzialmente perché vi è una maggior opportunità di farlo; un’unilaterale vessazione psicologica maschile contro la donna, esempio, può facilmente per escalation sfociare in violenza fisica solamente perché la prevaricazione assume connotati sempre più dominanti, al tempo stesso piuttosto un conflitto emotivo reciproco può più facilmente condurre alla violenza fisica da parte maschile sia come elemento moltiplicativo di pressione in condizioni di parità sia nei casi in cui, sostanzialmente, le argomentazioni inizino a latitare e dunque si scelga altri approcci.

Ma la base fondate rimane la stessa, pretendere ciò che non è dovuto.

riporta invece di cagare il cazzo così

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ma che può reportare? non è un topic a statuto speciale quindi sarà tutto così eh, in nome della liberté arriveranno i vari best user a scrivere cagate come quella, a fare not all men ecc ecc

è letteralmente il motivo per cui nel topic sul sessismo c’è un disclaimer lungo come il Nilo, che la gente ignora comunque regolarmente per altro :asd:

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A statuto speciale? :mumble:

Ma questo da dove parte? Voglio dire, chiaramente se fossi coinvolto in prima persona (mia amica/figlia/sorella/ragazza per strada) riguardo un atto di violenza fisica partirei di spranga e sarei molto meno riflessivo, ma volendo essere riflessivo la violenza fisica è una conseguenza, è un atto materiale posso in essere da una condizione mentale.
Generalmente se hai mal di denti vai dal dentista voglio dire, i sintomi di un malessere fisico sono ben riconoscibili, ma la catena di eventi che porta alla violenza fisica, fino ad arrivare poi al suo culmine col femminicidio, ha una lungo iter di sintomi psicologici che invece la stessa persona che li soffre non riesce a riconoscere, o rifiuta di riconoscere e/o accettare.
Per me non è una semplice questione (semplice poi, come se fosse semplice farlo) di educazione intesa come processo educativo che parte dall’infanzia, nei confronti della donna, ma una questione complessa di malattia mentale che ha dei connotati quasi epidemici a livello di numeri.
Per questo tempo fa avevo condiviso un articolo che discuteva di una pandemia narcisista che eventualmente posso ritrovare, che poteva essere magari anche un esercizio di stile, nel senso non di qualcosa con fondamento scientifico.
Io credo che il problema sia enormemente vasto, e il femminicidio è solo una di tutte le sue conseguenze.

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No, assolutamente, è un problema di complessità enorme, molto sfaccettato, su questo concordo assolutamente, ma a mio avviso le motivazioni principali alla base del fenomeno rimangono status ed aspettative, coadiuvate spesso da una comunicazione assente o controproducente e dalla percezione di isolamento.

L’epidemia di narcisismo però forse ha un suo rilievo, ma sospetto più marginale di quanto non si possa presumere, e forse più correlata a fenomeni depressivi da competizione esasperata, difatti l’indice di riferimento per il numero di donne assassinate pare rimanere sostanzialmente costante nel corso degli ultimi 30 anni, includendo quindi il periodo precedente la diffusione di internet.

L’esposizione mediatica ha un suo ruolo nell’evidenziare quindi, positivamente e negativamente, un fenomeno costante nel tempo, ad oggi esposto come un episodio ogni 220’000 donne per anno, accrescitivo. Ma chiaramente questo dato non contempla fenomeni di violenza di altro genere.

https://www4.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/omicidi-di-donne

Inutile girarci attorno. In Italia (non conosco i dati degli altri paesi, Europa intendo) abbiamo un problema sociale davvero ai limiti della ragione. Deplorevole il numero di vittime annue. Come risolverla? Mica facile. Prevenzione? Come la cambi la mentalità di certi animali? Problema culturale che viene da lontano.

la risposta a come lo risolvi è demolendo il patriarcato, ma non lo faremo perché quando si prende questa via la gente ha paura che le femmine coi capelli viola taglino cazzi

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come fai a dire che “In Italia” abbiamo un particolare problema in merito senza sapere i dati non dico di altri continenti, ma degli altri stati europei?

manco io li so eh, e posso pure crederci, d’altra parte in italia il maschilismo e il sessismo imperano ancora tranquilli e abbiamo appena avuto il first toyboy trombato per molestie, ma ecco, parliamo magari di dati concreti invece di buttare la frasi fatte.

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Patriarcato? Ma che dite

Dall’ultimo episodio di propaganda

https://youtube.com/clip/Ugkxm_gvsJqeuTJgiaIq3VKJqVKPkBplL-jF?si=oXugL2zebLilvi73

Qualcuno potrà correggermi ma non penso sia risolvibile. Puoi aumentare le pene, puoi cercare di fornire un servizio di intervento più tempestivo, ma se questi soggetti non crescono dalla nascita in modo diverso, in famiglie diverse, in grado di crescere psicologicamente un bambino nei suoi primi anni di vita fino alla pubertà, la situazione non cambierà.
Più che sensibilizzare l’uomo quindi credo andrebbe sensibilizzata la donna, cioè essere formata su tutte le red flag, essere resa capace di riconoscerle così da potersi tutelare in prima persona sganciandosi dal soggetto a rischio molto più rapidamente di come avviene oggi (e per rapidamente intendo non dopo 3 anni di violenze fisiche ma alle prime avvisaglie di violenza che si manifestano ben prima del primo schiaffo)
Spesso le stesse donne soffrono a loro volta di sintomi che dovrebbero essere curati e si vincolano con soggetti a rischio (questo vale anche per gli uomini nei confronti delle donne)
Ma serve il know how di uno psicologo per un thread di questo tipo.

Cioè praticamente dovresti intervenire oggi (e si tratta di un intervento che dura anni) per modificare la società, ed avere effetti positivi significativi tra 20-30 anni. E nel frattempo proteggere.
Fattibile? In una società dove la classe politica ha un orizzonte temporale di 6 mesi?

Devo auto-rettificarmi. Non abbiamo il problema in Italia, ma in mezza Europa. Anzi, stando a Eurostat siamo solo quart’ultimi in questa triste e deplorevole classifica. La mia percezione dell’ italiano maschilista e sessista era parzialmente infondata.

così sposti l’onere della…sopravvivenza? sulla vittima però.
tra l’altro andando a fomentare un tipo di pensiero tossico del “sono sempre in pericolo” che per quello che ne so è grandemente diffuso in america ma meno da noi.

Se un fidanzato ti controlla il cellulare, o rompe il cazzo per sapere continuamente dove sei, per me già lì la ragazza dovrebbe capire che deve sganciarsi immediatamente.
Voglio dire, il pericolo non è costante, e non è neanche imminente, ma bisognerebbe essere psicologicamente educati in modo tale da capire determinati atteggiamenti da cosa possono essere motivati e a cosa possono portare.
Non la vedo una cosa impossibile da fare nelle scuole. C’è stato uno sfrangiamento di coglioni assoluto di ore buttate nel catechismo quando per me allo stato attuale della situazione quella che andrebbe fatta è educazione psicologica (e non di sportello psicologico che è un’altra cosaa ancora)

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