Thread del femminicidio

Si eh va bene, ma di donne che non sanno accettare un rifiuto ce ne sono cmq un bel pò.
Certo: la donna in genere non ha la forza fisica per riempirti di calci e pugni o caricarti in auto, ma può sempre tirarti la bottiglia d’acido in faccia.
Il mio discorso era generale: tutti dovremmo imparare a pigliare le cantonate e abbozzare senza sentirci scuotere nelle fondamenta, annientati come esseri umani.

Poi è evidente che sono molti più gli uomini che commettono questo genere di delitti anche perché il patriarcato rende difficile per molti uomini accettare di aver perso la compagna, o di essere stato lasciato/tradito. Sono eventi che scuotono il loro mondo fin nelle fondamenta perché gli è stato fatto intendere che non dovrebbe andare così.
Cosa che con le donne molto spesso non succede, anzi.

il problema sono le ragazze crocerossine che dopo che ti mollano dicono “restiamo amici”. cagate. se non hai una personalita’ forte e’ una frase del cazzo che porta solo a problemi.

Ma certo infatti il patriarcato è un tassello culturale in cui tuttə siamo natə e cresciutə e decostruirlo è un processo attivo. Poi che ci sia una differenza di potere, non solo fisico, tra uomini e donne è evidente e va preso in considerazione.

Ed è per questo che viene eviscerata una donna ogni 2 ore. Thanks for coming to my TED Talk.

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Questa è una grandissima cazzata dai.
Mollarsi e rimanere amici è possibile e non è certo colpa di una delle due parti se l’altra non ce la fa, ma accetta solo per tenere aperto un canale di comunicazione con la speranza di riallacciare.
Ancora una volta: manca la maturità di dire chiaramente “no, stocazzo, io volevo te come partner e non come amico. Se non possiamo stare insieme, possiamo ghostarci alla grande”. Non ci vedo niente di male, sinceramente, né nell’offrire di rimanere amici, né nel rifiutare.
Il problema è quando l’altra parte accetta in malafede.

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Diciamo che non è impossibile restare amici e se è fattibile si può creare un ottimo rapporto, va anche detto che la possibilità o meno che questo abbia senso si basa su una serie di variabili che cambiano di caso in caso.
A me è successo un paio di volte ma ci dev’essere una piena comprensione da entrambe le parti di cos’è stato il rapporto, del perché non poteva funzionare, non ci devono essere ambiguità di sorta o sentimenti residui da parte di uno dei due.
Se non c’è estrema chiarezza o accettazione della situazione da parte dei due, e buona parte dei rapporti che finiscono rientrano in questa casistica, è meglio proprio tranciare tutto per evitare situazioni ambigue che possano creare problemi a uno o a entrambi

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Non è necessariamente “malafede”, uno ci crede anche di voler restare amici ma poi in realtà ha ancora dentro sentimenti e robe che non ha accettato/non si è chiarito e non la vive come semplice amicizia ma sempre con quel sentimento sotto la brace che poi non fa che alimentare situazioni ambigue e dolorose.
Diciamo che si default la cosa migliore se non c’è assoluta chiarezza in entrambi è tranciare i contatti, poi se ci sono una serie di variabili “risolte” si può creare altro ma personalmente la vedo una strada più rischiosa rispetto al semplice chiudere tutto

Poi oh, mi sa che non tutti - fortunatamente! - hanno avuto esperienze con persone che esercitano con costanza i ricatti psicologici.
Quando tagli con una persona di questo tipo, ti tocca sentirti rinfacciare con continuità il fatto che “mi hai illuso”, “io ti volevo davvero bene”, “temo che tu sin dall’inizio non ci tenessi a questa storia”, “sento che era una cosa speciale, ma ero solo io”, “fatti pure una vita, io ti amerò per sempre non potrò mai amare nessuno come te”, “ho investito X anni nella nostra relazione, ma si vede che ci tenevo solo io” e via dicendo
E’ lo standard: un crescendo di recriminazioni e vittimismo che ti spingono al dubbio: avrò mica sbagliato qualche cosa?
Perché è il dubbio che vogliono. Il dubbio di aver sbagliato, di avere delle colpe, di non aver mandato un chiaro segnale o di non averlo recepito. Il dubbio ti fa aprire il canale di comuncazione e loro così pensano di essere di nuovo in ballo.
Tu stai giocando per far capire che è finita, loro giocano per tenere aperto il canale e illudersi che qualche cosa possa cambiare, e ogni strumento è buono. Soprattutto i sensi di colpa che cercando di instillare.
C’è chi ci casca mani e piedi e riapre la relazione sentendosi in colpa e chi invece non la riapre ma spende tempo ed energie per cercare di far capire che è finita. Inutile ovviamente.
Poi dipendentemente dalle circostanze e dall’instabilità della parte lasciata, l’epilogo può essere stalking, violenze psicologiche, ricatti o addirittura atti fisici.

Giulia Cecchettin è la 105esima donna uccisa in Italia dall’inizio dell’anno

Giulia Cecchettin, 22 anni, è la 105esima donna uccisa in Italia dall’inizio dell’anno. Il corpo della ragazza è stato ritrovato stamane nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Poche ore prima, in Calabria, a cadere vittima di un agguato a colpi di fucile era stata Francesca Romeo, 67 anni, dottoressa della guardia medica di Santa Cristina d’Aspromonte. Quattro giorni fa Patrizia Lombardi Vella, 54 anni, era stata strangolata, probabilmente dal figlio, a Capodrise, nel Casertano.

Secondo il report settimanale del Servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale, tra l’1 gennaio e il 12 novembre, in Italia sono stati commessi 285 omicidi, con 102 vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 53 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. Rispetto al periodo corrispondente dell’anno scorso si registra un incremento sia del numero degli omicidi, che da 274 salgono a 285 (+4%), sia delle vittime donne, che da 101 passano a 102 (+1%).

Ho il sospetto che il problema siano i ragazzi che ammazzano le loro donne, non le crocerossine (?)

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Boh, a me pare dipenda sostanzialmente dai contenuti costruiti e vissuti durante la relazione stessa, posso solamente parlare per esperienza personale chiaramente però con alcune delle ragazze con cui ho in passato condiviso una relazione sentimentale sono rimasto in contatto amichevolmente, e questo sostanzialmente perchè apprezziamo la reciproca compagnia nonostante il tentativo di procedere oltre in un percorso condiviso sia fallito.

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Ma io invece credo che sintetizzare incolpando il patriarcato sia una semplificazione che non aiuta nessuno.
Io ho vissuto sia personalmente che da spettatore situazioni analoghe ma a parti invertite.
È chiaro che, come dici tu, una donna rispetto ad un uomo è molto più difficile che sfoghi con la violenza fisica, ma la dinamica comportamentale alla base è la stessa e la vita te la rende un inferno mica da poco. Sicuramente meglio che venire ucciso, ma se devi fare un discorso su come poter rendere migliore la società devi per forza di cose lavorare su tutte le parti coinvolte, quando dici patriarcato è implicito che intendi uomo, ma l’insegnamento sbagliato può tranquillamente provenire da una donna.

Son d’accordo. Infatti si può dare la colpa al patriarcato per alcune cose, ma ci sono anche molte donne che hanno un comportamento tossico e possessivo. Diciamo che il patriarcato da un substrato ideologico a certi comportamenti che però temo siano innati in una fascia relativamente grande della popolazione.

Il patriarcato non ha effetti solo sugli uomini. Ci viviamo tuttə, quindi ha effetti anche sulle donne. Possessività, controllo sul corpo altrui ecc ecc sono tutte caratteristiche indotte dal patriarcato.
Essere donna non significa automaticamente essere femminista, questo spero sia chiaro.
Parlare di roba innata per questioni culturali significa non avere la più pallida idea di biologia e ambiente e cultura.

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Sì ma parlarne in un thread sull’ennesimo femminicidio è una bestialità, perché così facendo si dice, implicitamente o meno, che la reazione violenta di chi lo compie può essere giustificata in tutto o in parte dal fantomatico “comportamento tossico femminile”.

Uno si apre un thread a parte, lo chiama “Donne tossiche e possessive” e ne parliamo, che problema c’è.
Ma sono proprio due campi di gioco differenti.

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Mi son spiegato malissimo.
Intendo dire che IMHO il germe dell’essere tossico, narcisista, possessivo etc sta tanto nelle donne quanto negli uomini. La differenza se mai è che culturalmente parlando una donna che ha questi atteggiamenti è vista come una mezza pazza, mentre vengono giudicati - entro certi limiti - dei comportamenti accettabili se commessi da uomini. Questo, unito al fatto che se un uomo vuole usare la violenza su una donna ha molti strumenti per farlo (forza fisica, forza economica, pressione sociale dalla sua parte etc), spiega chiaramente come mai ci sono così pochi uominicidi (urgh :asd:).

Si tratterà forse di un marginale problema di marketing ma ho l’impressione l’espressione patriarcato nel descrivere un determinato modello di valori e schemi comportamentali innestati culturalmente sia poco funzionale ed ancor meno responsivo da impiegarsi della discussione pubblica.

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Il linguaggio ha sempre i suoi limiti, ma tanto non troverai mai la singola parola che quando viene letta scardina condizionamenti culturali e familiari, serve in primis una voglia di capire e mettere in discussione quello che ci è stato insegnato e l’aria culturale che abbiamo sempre respirato, che non è così scontata non è.

Il patriarcato però estremizza il lato possessivo dell’ uomo.

Nel patriarcato l’uomo ha autorità sulla donna, è un suo possedimento per cui può sentirsi giustificato a usare violenza sulla donna perché è una cosa sua ed è nel suo diritto farne ciò che vuole, compreso distruggerla.

Edit: non è un caso che spesso se la prendono anche coi figli. Sono anche quelli “cosa loro” su cui hanno diritto di vita e di morte

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