Si ma un conto è essere possessivi, un conto è avere la freddezza, l’apatia, il disturbo mentale per rapire/uccidere qualcuno.
A me personalmente non sembrano minimamente paragonabili.
Poi che sia corretto educare i figli anche ad avere rapporti più sani/equilibrati, son d’accordo, ma boh non darei la colpa (completamente) ai genitori se sto qua è (forse) uno psicopatico.
La parte che mi lascia più perplesso delle storie che terminano con un partner che, rifiutato o lasciato, decide di punire l’altro fino alle estreme conseguenze (omicidio/suicidio), è l’incapacità di voltare pagina.
Quanto ci si deve sentire fragili e insicuri per arrivare a pensare che se una/o non ti vuole più, allora non c’è via d’uscita se non la violenza e poi l’autodistruzione?
Ci sono profili in cui la stessa vittima ha una forma di “bisogno” di essere vittima, vedi tutte quelle situazioni in cui non c’è appunto una minaccia imminente ma una sequela di abusi, questo è molto più diffuso in entrambe le direzioni.
Parlo anche per esperienza personale non solo mia ma anche di mia madre per esempio, in più rapporti e con gravità più o meno elevata, dall’abuso psicologico allo stupro, ai cazzotti ma preferisco non addentrarmi.
Mi sembra un pò estremo questo tweet, capisco tutto ma gelosia e possessività fra coppie giovani e inesperte, entro certi limiti, sono all’ordine del giorno.
già da due giorni i parenti dei due ragazzi - prima del video e del ritrovamento delle tracce di sangue - raccontavano di come lui non riuscisse a superare il futuro distacco di lei dall’università e di come la sua laurea fosse diventata un’ossessione.
E torno al punto di partenza: quale è il problema di chi non riesce a voltare pagina di fronte a una separazione o un rifiuto, fino a sfociare nella violenza psicologica o fisica o addirittura nell’omicidio?
Non sono un esperto, poi ogni caso è a sé, con le proprie sfumature, ma direi in generale la perdita del controllo sull’altro, quel riporre solo sul riscontro (forzato) che l’altra persona dà alla relazione come unica fonte di felicità, un background di fallimento personale come persona, di realizzo nel lavoro, etc… anche solo, banalmente, l’effetto inebriante ma assolutamente effimero di ricevere il messaggino della buona notte o del buon giorno, come una dose di dopamina rinforzata.
Probabilmente anche la paura di non ritrovare facilmente un’alternativa eh, un po’ da figamai (lato maschile)
In questo non è solo un problema di educazione famigliare, ma anche di contesto sociale, etc… del pensare che basti fare click e le cose tornano indietro… insomma tutto questo genere di fattori, che nella mente di un ventenne si moltiplicano…
Poi ci sono quelli più introversi, che accumulano, quelli che esplodono di rabbia a prescindere, che sia la donna, il cane, la precedenza etc…
Ovvio che per arrivare oltre un certo limite, deve esserci del patologico, o semplicemente uno stato di angoscia e disperazione insopportabile…