Thread del femminicidio

“Oh, caro, se soltanto anche tu mi amassi!”
“Ma no, stai tranquilla che non ti amasso!”

:sbonk:

Silence, plz.

Che cazzo ti devo dire, sei tu che sei venuto a fare il sommelier dell’etimologia :asd:

In realtà è pari pari ad omicidio dove il suffisso indica un generico essere umano. Femminicidio circostanzia la qualità dell’assassinio.
Ci devi solo fare l’orecchio, come spesso accade per i termini nuovi.

Semplicemente perchè anche le donne possono essere agenti del patriarcato, come in mille altri modi al di là di un assassinio.
Tipo la nonna che rompe il cazzo alla nipote perchè a 30 anni non è ancora sposata e non ha figli.

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In realtà io penso che il femminicidio sia un sintomo, molto vistoso, del male. E che in quanto tale vada “curata” la causa e non il sintomo.
Il problema reale della società che genera tante rotture di cazzo (bullismo, omofobia, vannaccismo, “difendiamo la casa sparando viva il gioielliere” e crucianate varie) si chiama “machismo”, ed è quello che in qualche modo va estirpato.

Comunque il problema di sti giorni e che tutte le forme di potere hanno nomi maschili quando in realtà indicano dislivelli di potere.

Se il problema fosse la potere un sacco di uomini sarebbe d’accordo nel combatterlo.

La strapotera degli uomini. Va come suona bene. AFFOSSIAMO LA STRAPOTERAAAAA QUELLA TR…

A parte tutto è vero, servono declinazioni neutre per non urtare la sensibilità :sisi:

macchè giustiziata giornalai da strapazzo è stata assassinata!

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Sì non è che giustiziata sia tanto meglio, c’è tanto per cui criticare i giornalisti italiani ma questo non mi sembra proprio il caso :asd:

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Si cmq è vero. Assassinata è un verbo più calzante.

Ma no, è stata un’esecuzione, giustiziata è il verbo corretto.

Poi nel concreto uno o l’altro non cambia nulla, è comunque un atto orribile e l’ennesima barbarie del regime iraniano.

E buongiorno Caserta, drogata e violentata per ore in hotel: “Non era in grado neppure di camminare”. Arrestato l’aggressore - la Repubblica

L’espresso stupisce.

Ecco perché Elena Cecchettin è la persona dell’anno per L’Espresso

La sorella di Giulia è la figura che caratterizza il 2023 per il nostro settimanale. Perché ha trasformato il dolore privato in assunzione di responsabilità collettiva, costringendoci a dare un nome al male di cui soffriamo: il patriarcato. Ma dopo la diagnosi serve la cura

di Enrico Bellavia 22 dicembre 2023

Prima bisognerebbe dare un nome alle cose, riconoscere il male per provare a guarirne. Nelle settimane trascorse dalla notizia del ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin sono accaduti fatti che cospirano contro questa possibilità e che il «cambiamento radicale», la cura invocata dal Capo dello Stato nel giorno dei funerali arrivi in tempi brevi.

L’Espresso ha scelto Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, come persona del 2023. Perché le sue parole sul patriarcato e la cultura dello stupro di fronte a centodieci vittime di femminicidio sono una lucida diagnosi. Perché è esattamente ciò di cui parla a fare sì che ogni donna uccisa, stuprata, molestata venga considerata una vittima casuale. Assassinata, violentata, ingiuriata per effetto di una tragica coincidenza di circostanze fortuite che generano il mostro di turno. E non invece grano di un rosario di crimini che hanno radice, essenza, tratti e fisionomia comuni. Dentro e fuori le case, al lavoro e per strada. In tutti i luoghi in cui il genere è vissuto come una sorta di discrimine razziale, integrato nella cultura dominante che autorizza il mortificante divario che una pur sacrosanta campagna sul linguaggio scalfisce ma non demolisce.

Con pacifica determinazione, Elena Cecchettin ce lo ha detto. E nel momento in cui ha impresso al proprio dolore lo stigma di una responsabilità collettiva, nel teatrino della rappresentanza è diventata immediatamente divisiva. E non solo per una questione di cliché non rispettati. La sozzura venuta fuori dal putrido retrobottega della politica e la danza dei saltimbanchi da talk show non aveva come fine ultimo quello di dettare un canone estetico, se non etico, al lutto. Puntava invece a ristabilire l’ordinaria regola della prevaricazione eletta a legge.

La stessa che si invoca a tutela dell’imputato e che autorizza, legittima, ogni abuso dialettico nel tentativo di spostare sempre più in là la linea di demarcazione del consenso. Quasi che sul significato di un no si possa traccheggiare impunemente e deduttivamente. Ciò che è andato in scena a Tempio Pausania, al processo che vede alla sbarra Grillo junior, riporta tragicamente indietro le lancette della storia, con il marcatempo a insegnarci che quanto di osceno si consumò nell’aula del processo agli stupratori assassini del Circeo si ripete tutte le volte, in ogni stagione, in cui si pretende che la vittima dimostri che non è corresponsabile. Così, la farisaica giustificazione data alla rimozione dalle teche della memoria televisiva delle arringhe difensive del 1976, «perché figlie del tempo», come raccontato da Beatrice Dondi su questo giornale, è una mistificazione. Copre con la censura quel misfatto e la sua reiterazione.

Le diecimila persone ai funerali di Giulia Cecchettin, le cinquecentomila al corteo del 25 novembre a Roma raccontano però che c’è un Paese reale che dalle caverne è fuori già da un pezzo e non ha voglia di aspettare che chi ha delega per decidere smetta clava e pelliccia. È impaziente, sì, proprio come vede le donne il presidente della Corte costituzionale, Augusto Barbera. Ha chiesto loro di guardare ai passi compiuti per tollerare meglio i tempi lunghi dei successivi. Eppure, non c’è da essere pazienti nel pretendere che si applichi la Costituzione. «Senza distinzioni». Anche per essere più credibili quando poi la si difende. E forse provare a guarire.

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https://www.instagram.com/p/C1ZS11RIzSW/?igsh=MTBjbmQyMnlvand1Zw==

Azz quei woke della Treccani scelgono “Femminicidio” come parola dell’anno e ne danno una definizione, azz, divisiva:

Protestiamo tutti insieme! #notAllMen #freeTestosterone #donneTroie

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done

Devono ancora aggiornare raptus

raptus in fabula :sisi:

spike di testosterone™

Nuovamente, la società avanza una nozione per volta.

Oh, finalmente il governo si muove per fermare i femminicidi.

Lo fa colpendo al cuore il problema, in maniera puntuale precisa e chirurgica va a distruggere il patriarcato