[Split] Fonti e controfonti sulla salute transgender

No, guarda che ti stai sbagliando Frattacchia. Io da te non voglio neanche una sega.

Di come “mi prendi” non potrebbe onestamente fottermi di meno.

Tolto questo non ho idea di cosa tu possa anche solo pensare di sapere di quel che mi sono preoccupato io in trent’anni, perché di sicuro non ne sono venuto a parlare a te.

Peró guarda caso il primo post sui bambini che non sia un lamentarsi di qualche bimbominkia online che fai é per promuovere anti trans propaganda come il peggio boomer. Poi vuoi pure essere preso sul serio.

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Mentre l’articolo di Free Press che hai postato passa le asticelle di super-partigianeria e convincenza?

Comunque, non è che fare economia di pensiero sui problemi che non si conoscono e comprendono intimamente sia un peccato capitale, anzi, è piuttosto normale.

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Bimbominchia si scrive senza kappa.

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se non avete argomentazioni fate un favore a tutti e state zitti.
questo argomento è interessante e finora tuco stava argomentando, come anche whitetiger, senza toni accesi o insulti
pjem è pjem quindi sempre fastidioso come una zanzara, ma la discussione stava comunque procedendo
poi arrivano i soliti scemi a tirare i pugnetti senza portare NULLA al discorso e va tutto in vacca.
statevene buoni e lasciate dire a chi ha qualcosa da dire, che non si sta negando l’olocausto qui

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Io sono e sarò sempre per il confronto su certe tematiche, perché è giusto per il bene delle persone trans che le loro condizioni di salute, durante e a seguito della transizione, siano ben studiate, con risultati scientifici non affetti da deviazione ideologiche. Considero il dubbio un elemento fondamentale per fare bene. Senza il dubbio c’è il rischio di commettere grossi errori.

Se fossi una persona trans sarei preoccupato per quello che dovrei assumere e non vorrei finire nelle mani del primo macellaio senza scrupoli. L’emarginazione a cui sono sottoposti i trans potrebbe sottoporli a rischi e a mancanza di controlli seri. Per certi versi simili ai rischi a cui sono sottoposte le donne nei paesi in cui è vietato l’aborto. Mi rendo conto però che parlarne fornisce un assist agli intolleranti. Quindi la questione non è facile da gestire: la contaminazione ideologica è così forte che è facilissimo trovare materiale a supporto sia in veste di detrattori che non.
Però è chiaro che senza confronto debunkare le cazzate è difficile.

Quindi ben vengano i dubbi di Tuco, così come anche i successivi interventi in contrasto. Permettono sia a chi scrive, ma anche a chi legge, di riflettere.

Una cosa tra quelle che ha scritto Tuco mi ha colpito: gli adolescenti spinti alla transizione. Mio fratello ha uno studente, minorenne, di scuola superiore che affronterà a breve la cura ormonale. Taciturno, schivo a stare con gli altri, è la madre che si esprime per lui. Il padre e il ragazzo non proferiscono mai parola con il docente, è solo la madre a parlare e riguardo alla transizione, si esprime al plurale (es. “A breve inizieremo la terapia”). Nella mia esperienza in università, le madri che accompagnano i figli a parlare con i professori, si esprimono al posto loro e lo fanno al plurale, sono chiocce da pigliare a calci, rovina dei figli. Parliamo di figli maggiorenni succubi del genitore. Ecco, un controllino su casi di genitori patologici che possono spingere i figli alla transizione, in qualche modo, lo farei. Deve essere una scelta personale, priva di condizionamenti.

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Quello che fa impressione a me è il ricordarmi com’ero a 12 o 13 anni e pensare che una persona di quell’età possa essere messa davanti a scelte così importanti. Per me è difficile credere che a quell’età non ci sia sempre un condizionamento dei genitori, che anche se in buonafede stanno attivamente condizionando il figlio/a su scelte che dovrebbero essere esclusivamente personali e private.
E’ un argomento estremamente ostico e più mi informo e meno capisco che opinione farmi a riguardo.
Di certo non aiuta il fatto che ormai la strumentalizzazione politica ci arrivi in casa pure dagli scarichi del bagno.

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Secondo me infatti, da adolescente non sei pronto a fare una scelta del genere. Sei in subbuglio totale e non sai chi sei, sessualmente parlando.

E proprio per questo che se devo essere sincero, trovo il linguaggio degli attivisti e comunque ormai istituzionalizzato nelle associazioni progressiste (universitarie, associazioni pro-lgbt etc) che parla di “bambini trans” o “trans youth” come qualcosa che trovo estremamente creepy o in generale insensibile.

E’ tipo bho prendi tutte le cospirazioni possibili imamginabili che vogliono i bambini targettati da una lobby di pedofili globohomo e getta inutilmente benzina sul fuoco.

Storicamente ed empiricamente, il problema è opposto.

E’ incredibilmente più facile che le persone trans (ma non solo, perché questo è in ultima istanza un ripetersi dello stesso circo che c’è stato per tutte le altre forme di queerness) siano ostacolate dalle loro famiglie e rimangano closeted per timore di abusi, spesso - purtroppo - giustificato.

Il caso di Eden di cui ho parlato nell’altro thread è emblematico, con la famiglia che è arrivata ad assoldare investigatori per riprendersela e forzarle la detransizione, de facto uccidendola.

Nota aggiuntiva: questo è anche il motivo principale per cui è pericoloso notificare alle famiglie se una persona giovane rivela di essere trans/queer in ambienti differenti (es. scuola). Se la famiglia non ne è al corrente, non è difficile che sia perché la persona in questione non si sente a proprio agio a comunicarlo, per timore di reazioni scomposte.

Inoltre, se effettivamente ti informi (ed informarsi in casi del genere significa, oltre a guardare la letteratura medica e scientifica, anche ascoltare effettivamente le persone trans), una delle prime cose che scopri è che ci sono safeguard di vario tipo proprio per minimizzare possibili “decisioni affrettate”, che è, non incidentalmente, uno dei motivi per cui la percentuale di insoddisfazione post-transizione, anche chirurgica, è così bassa rispetto anche ad altre ben più banali procedure mediche.

Ad esempio, la prima forma di transizione è sociale.
Capelli, vestiti, etc.

Il secondo passaggio (quando applicabile) dei puberty blocker è sostanzialmente lì per prendere tempo, far maturare la decisione prima di procedere alla terapia ormonale.

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Lol :dunnasd:

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Direi che il problema è ANCHE opposto.
Il mio non era per escludere il possibile ostacolo della famiglia. Sicuramente è molto più frequente la situazione da te riporta che il caso in cui sia il genitore ad imporre la terapia. Ovvio che non ne ho parlato perché mi rifacevo a quanto letto nel topic iniziale.

Opporsi alla famiglia è molto difficile. Ci vuole coraggio. Non riguarda solo le scelte sessuali (oltretutto).

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Mortality Rates
A total of 317 (10.8%) transgender women and 44 (2.7%) transgender men died during the duration of the study, which equated to an overall mortality rate of 628 deaths per 100,000 people per year.

In comparison to men in the general Dutch population, the mortality risk was nearly double among transgender women and was nearly triple in comparison to cis women (ratios of 1.8 and 2.8, respectively).

An analysis of the subgroups show transgender women were 2.6 times as likely to die of cardiovascular disease, 3.1 times as likely to die from lung cancer, 8.7 times as likely to die from infection, and 6.1 times as likely to die from non-natural causes as cis women.

The greatest risk for those suffering from cardiovascular disease was heart attacks, which were 3 times higher in transgender women than cis women.

Most likely the starkest difference was the mortality risk from HIV, which was 47.6 times higher for transgender women in comparison to cis women.

Finally, the suicide rate was 6.8 times higher for transgender women.

While the differences were not as high for transgender men, they were still higher than cis women in comparison. Overall, the mortality rates between the 2 groups was similar, with transgender men 1.1 times as likely to die as cis men.

One difference, however, is transgender men who started hormone treatment between 1990-2000 was 2.6 times higher than cis women.

The mortality risk for transgender men was 2.1 times higher compared to cis women between 2000-2010 and 2.4 times higher between 2010-2018.

In addition, transgender men were 3.3 times more likely to die from non-natural causes than cis women.

The investigators also said more research is needed on this topic and there were some limitations due to the use of medical records that could have missing data or other discrepancies.

“Gender-affirming hormone treatment is thought to be safe, and most causes of death in the cohort were not related to this,” den Heijer said. “However, as there is insufficient evidence at present to determine their long-term safety, more research is needed to fully establish whether they in any way affect mortality risk for transgender people.”


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La questione è che il problema che sottolinei è già ampiamente tenuto in considerazione.
Ci sono safeguard, ci sono procedure da seguire, etc.

Proprio per questo la percentuale di insoddisfazione è così bassa: rispetto ad altre procedure mediche, la persona che decide di intraprendere il percorso di transizione è tendenzialmente più consapevole e più informata, confrontata al paziente tipico.

Una cosa che vorrei aggiungere è che spesso quando si fanno queste discussioni si tende a dare per scontato che la persona trans sia AMAB (Assigned Male at Birth) che decide di fare la transizione a donna trans. Sebbene siano la maggioranza, le percentuali sono molto più vicine di quanto il discorso lasci intendere, e siamo intorno al 60/40.

Se si considera l’identificazione a posteriori della transizione, sono ancora più vicine, con circa il 35% che si identifica come del genere opposto a quello di partenza, e la restante fetta della torta che si identifica come non-binary.

@Tuco: vorrei far notare che lo studio suggerisce che:

a) Non è plausibile collegare la maggior parte delle morti alla terapia.
b) Serve ricerca ulteriore per poter stabilire con certezza che la terapia sia safe (che va benissimo).
c) Increased social acceptance è indicato come uno degli elementi centrali andando avanti.

Non ho idea di cosa pensi di argomentare con quel tipo di studio, se non che le persone trans hanno bisogno di maggior supporto e - soprattutto - meno odio diretto nei loro confronti.

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Tuco, il problema di quello studio è che la popolazione “transgender” non è casuale e quindi non puoi confrontarla con quella cis così a impatto e dire che tutta quella roba è causata solamente dalla soministrazione degli ormoni.

Bisognerebbe confrontare chi soffre di disforia e persegue la transizione e chi soffre di disforia e per varie ragioni rinuncia.

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Questo io non lo so ed ammetto la mia ignoranza. Anche per questo ho scritto, per apportare un punto di vista ed avere un confronto con chi ne sa e ha avuto esperienza diretta. In particolare, mi riferisco a @whitetiger se vorrà (rischia di essere molto privato come argomento).
A livello di percezione comunque, il fatto che sia ultra controllato, prendi il caso del ragazzo a cui insegna mi fratello, mi lascia dei dubbi.
Spostiamoci dalla transizione a questo punto, l’oggetto della discussione è altro. A rischio di apparire qualunquista, io vedo così tanta approssimazione in qualsiasi campo da essere dubbioso che ci sia serietà a prescindere. Dare per scontato che le cose funzionino può essere pericoloso, in qualsiasi campo.

guarda, io ne ho parlato ieri con mia moglie e per quanto nessuno dei due avrebbe problemi se Francescototti diventasse IlaryBlasi un giorno, tutti e due siamo letteralmente terrorizzati dall’idea di dover essere messi davanti ad una scelta tipo bloccargli la puberta’ a 15 anni

io non lo so che cosa passa nella mente dei genitori pero’ do per scontato che pensano di fare il bene dei figli sia che supportino sia che si oppongano…

io non ho una posizione sull’argomento, spero solo che se dovro’ fare una scelta tra 15 anni ci saranno piu’ studi e meno twitter war sulla questione

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Di studi ce ne sono già finché vuoi comunque :asd: e sicuramente con il tempo continueranno a uscirne.

Intanto, eccoti una lista bella corposa di studi specificatamente orientati alla salute dei giovani:

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In generale, aver paura di casi di malasanità è comprensibile, ma come detto è un discorso che non ha senso centrare sulla transizione - sarebbe al contrario da prenderla ad esempio per altre procedure in termini di come viene gestito l’avvicinamento.

Dopodiché, tutte le safeguard del mondo non escluderanno mai che possano esserci casi in cui la cosa viene gestita male dalle parti in gioco - ma non può essere un buon motivo per negare l’accesso a supporto medico e sanitario.

Un’altra aggiunta: la comunità trans è positiva e amichevole nei confronti dei “detransitioner”, di cui - per ovvi motivi - comprendono meglio di chiunque altro la tragedia personale. Quello di cui non sono particolarmente supportive è il decidere di sfruttare un’esperienza tragica personale come strumento per provare a togliere ad altri qualcosa che non ha funzionato per se.

Anche questo è comprensibile, chiaramente.
Credo che il framing migliore sia vedere la cosa non come scelta dei genitori fatta al posto della persona giovane, ma come scelta autonoma e propria della persona giovane.

Il ruolo dei genitori, in un mondo ideale, resta comunque importante come guida, supporto e appoggio.

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@Shenlong il problema di quello studio è che è uno tra molti.
Poi il fatto che paragoni l’incidenza delle cause di decesso in modo generico è proprio il punto, perché non fa nemmeno un vago tentativo di tirare conclusioni sui fattori scatenanti.

Non viene tentato alcun rapporto di correlazione causa-effetto, proprio perché è al di là dello scopo dello studio in questione.
Per altro ti inviterei a notare che io stessso nel riportarlo non ho mai menzionato come causa la somministrazione di ormoni (che comunque sul lungo termine non può ancora essere esclusa a prescidere, proprio perché mancano gli studi conclusivi).


Ma a parte questo amen, più in generale il trend sembra essere che abbiamo già deciso che ogni fonte critica è di destra e/o ultracattolica (che per inciso non dovrebbe equivalere ad avere torto in automatico, per quanto non sia esattamente la direzione in cui vanno le mie simpatie) o in ogni caso che lo diventi precisamente nell’atto di esprimersi come voce critica; o che per esempio chi parla nell’articolo iniziale sia una Karen “debunkata” (da una blogger) perché non è un medico (anche se non ha mai affermato di esserlo, incidentalmente), che non ha mai fatto null’altro che receptionist in quel centro (oppure anche altro, dipende dalla fonte che fa il debunking, ma è importante ribadire che probabilmente non sia mai stata qualificata per essere lì) e che probabilmente odia segretamente i trans (anche se è tutt’ora sposata con uno. Anzi, magari proprio per quello!), ecc. ecc.
La ragazzina (ex) transgender che racconta la propria esperienza invece non conta perché il video in cui parla è hostatodalle “femministe della destra” e via dicendo.

Le uniche fonti di critica legittime a quanto pare sarebbero “on the left”, ma quello è implicitamente inverosimile perché nel preciso momento in cui qualcuno di quell’orientamento parla, viene purgato e diventa il pariah rinnegato che deve andare a farsi ascoltare dalle fonti di destra.

Al di là del fatto che ovviamente saranno sicuramente loro ad avere torto, più che altro pare che di capire che non esista alcuno spiraglio possibile perché qualcuno possa mai dimostrare di avere ragione.

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