Solitudine 3.0

Vorrei condividere con voi una riflessione su un argomento che a mio parere meriterebbe di essere discusso molto di più in questo periodo storico.

Stiamo assistendo a un cambio radicale nel modo di vivere il sociale.
Questi cambiamenti stanno avvenendo molto in fretta, in un attimo se prendiamo come lasso di tempo l’intera storia dell’essere umano. La socialità è una base fondamentale della nostra evoluzione, è ciò che ha permesso all’intelligenza di svilupparsi in maniera così complessa ed è la nostra più grande forza come specie vivente.

Oggi la socialità si sta trasformando, il virtuale sta sequestrando sempre più tempo al reale, ma il nostro bisogno di appartenenza non è cambiato, ciò che sta cambiando è il modo in cui lo soddisfiamo.

Le istituzioni stanno cambiando: la parrocchia (o l’equivalente per altre religioni) è sempre stata un punto di aggregazione socialmente utile. Oggi c’è molta meno partecipazione alla vita comunitaria di quartiere (o di paese) e senza fare valutazioni su cosa sia giusto o sbagliato il risultato è una più alta frammentazione delle nostre strutture tribali.
Sul lavoro si può fare lo stesso discorso, il remote working è un fenomeno che si sta evolvendo in tempi record se consideriamo quanto sia rivoluzionario rispetto all’impatto che ha sulle nostre vite, che sia positivo o negativo (o entrambi per motivi diversi).
Anche il rapporto con l’altro sesso sta cambiando: app di dating, relazioni mediamente più “volatili”, idealizzazione di modelli sempre più perfetti ma sempre più finti.
Stiamo vivendo una fase della società che ci sta portando ad affrontare la vita in maniera più solitaria?

Per non sentirsi soli non basta stare in compagnia, è necessario entrare in sintonia con qualcuno che sta affrontando le stesse problematiche, o lo stesso percorso, interessi, ambizioni. E la presenza fisica sicuramente nutre il cervello in maniera molto diversa da quella virtuale.

Secondo voi come stiamo soddisfando il nostro senso di appartenenza in questa società 3.0? Siamo altamente adattabili e ci abitueremo presto a tutti questi cambiamenti o ne soffriremo le conseguenze a livello psicologico?
Ci sentiremo sempre più soli in futuro?

Ne soffriremo peggio di come stiamo gia’ soffrendo.

L’essere umano e’ un animale da branco, non ci son cazzi da raccontarsi.
Anche chi sta “bene da solo perche’ e’ introverso” non sta bene fino in fondo quando non ha veramente un modo per avere, seppure piccola, quella dose di socialita’.

C’era un articolo interessante che ho letto qualche giorno/settimana fa:

Come non detto, e’ un fenomeno che sta venendo discusso abbastanza a quanto vedo. Alcuni articoli qui sotto:

Per chi e’ troppo pigro per leggere:

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Ho finito gli amici. Litigato con tutti. Tutti.
Il lockdown me lo sono goduto fino in fondo e ho adorato non avere persone attorno.

Ma sono pazzo.

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credi che il tuo isolamento sia dovuto anche al tema del thread? è colpa di come vivi i social o i forum? o non c’entra niente?

Soltanto nell’ultimo anno, forse. Con la dipendenza da social e i continui ban da facebook sono andato un po’ giù di testa ultimamente, rabbia esagerata, ma sono due lati dello stesso problema, un’irritabilità assurda che mi è venuta.

si e no.
ho sentito discuterne anche in qualche podcast, ma non lo vedo per ora come un problema preso abbastanza seriamente.
lo smart working per esempio è un fenomeno talmente nuovo che non abbiamo la minima idea dell’impatto che avrà sul lungo periodo. di sicuro oggi ne vediamo i vantaggi, aumento di produttività, abbassamento dei livelli di stress, soddisfazione, ecc… però chissà se ci sono anche delle controindicazioni. secondo me deve esserci qualcosa che sostituisce ciò che ci viene tolto da questi nuovi stili di vita.

Lo smart working divide il paese.
Ci sono tre categorie di persone: chi dice che è una figata rivoluzionaria che migliora la vita sotto ogni punto di vista, chi mente e chi è semplicemente stupido.

Lo Smart working è una figata in generale.

Nel contesto del thread è uno degli enabler che permettono a un solitario medio basso patologico una vita funzionale, diciamo.

Tinder, Amazon, Deliveroo, online gaming, e ora pure lo stipendio, copri tutte le necessità umane dal divano

Gli impatti a lungo termine non ne ho idea

E perché ho smesso di fumare, mi facevo pure portare le sigarette da glovo.

Si questo video centra il punto molto bene, aggiungendo parecchi fattori alla lista

Per come la vedo io, il vecchio mondo è sepolto per sempre con i suoi orrori e con i suoi valori. Sta scomparendo anche il desiderio dell’incontro fisico. Le paure si sono amplificate a livelli che dormire nudi nella savana crea meno ansie. Troppo safe il virtuale per abbandonarlo. Come aprire il frigo e prendere una birra. Rutto e via. Troppo appangante la dose quotidiana di pubblico effimero. Oserei dire che è in atto una mutazione evolutiva. Sostanzialmente si va verso l’estinzione volontaria. Il nichilismo al suo apice. È il dominio incontrastato del controllo delle anime. Si stanno spegnendo tutte a poco poco. Non fanno in tempo a toccarsi che già sono fottute. Solo i neonati nati nella jungla possono ancora salvare l’umanità. Poi boh, può essere che l’eccesso abbia in se un reset che mi sfugge. Come quando devi cagare da 24 ore e poi stappi e viene giù tutto.

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Per me sarà una cosa ciclica.
Oggettivamente, a livello psicologico stavo meglio ed ero più sereno pre smart working, pre glovo, pre amazon, pre virtualità sfrenata e pre lock down. Ma se mi mettessero di fronte alla scelta sceglierei tutta la vita la situazione attuale, come una droga, come mettermi davanti una sigaretta quando ne fumavo 30 al giorno, pur sapendo bene quanto mi facessero male.

Per me è ciclico, appunto. Penso che prima o poi esploderò e cercherò di tornare ad una socialità il più espansa possibile, per reazione. E magari sarà così per molti.
Solo gli idioti non cambiano mai.

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Questo è abbastanza ottimista, considerando l’arrivo delle A.I., realtà virtuale, metaversi vari, considerando che tra un po’ si potrà addirittura scopare in remoto e che sarà forse pure più bello della scopata vera perchè si useranno bambole robotizzate perfettamente adattate alle tue fantasie e bisogni.

Io non vedo limite all’ascesa della società verso il virtuale più totale. Mi chiedo però che parte della nostra essenza dovremo sacrificare e se ne varrà veramente la pena.

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Non credo, è necrofilia.

Nel giro di qualche anno per guardare un film tu ti metterai il VR, sceglierai genere, attori, stile registico, categoria, tipo di emozioni che vuoi provare, e un’ A.I. ti genererà un film custom in tempo reale. O guarderai un film e potrai scegliere come evolvere la trama, tipo sogno controllabile.
Figurati se non ci sarà il modo di trombare in remoto con una persona dall’altra parte del pianeta e qualche gadget collegato in tempo reale :asd:

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Beh, direi abbastanza diverso dallo scoparsi un robot programmato da me.

si ma intendevo quello, un “robot” che io comando da Milano e si muove a New York e viceversa :dunnasd:
Tipo metti il cazzo in una vagina sintetica che registra i movimenti e li replica alla perfezione dall’altra parte del mondo. Secondo me li stanno già progettando

Esiste già qualcosa del genere, ma lo trovo comunque necro. De gustibus.

in tal senso consiglio di leggere “il sesso virtuale”, storia di ortolani del '95 :asd: