Referendum sull'indipendenza della Scozia (18/09/2014)



Queste sono le voci da dentro i Tory. Un MP se ne e' uscito pubblicamente con questa bella idea un paio di settimane fa.




Sono proporzionali alla popolazione, circa il 10%. Mi pare ~55 su ~560 ma non prendermi alla lettera. Il punto e' che la maggioranza sono fissi ai Labour, quindi ne' loro ne' i Tory se ne fregano troppo dei votanti scozzesi, tanto si sa che i Tory se gli va bene ne prendono un paio e Labour se gli va male ne prendono 40. Chi glie lo fa fare? E infatti si sono svegliati una settimana fa. Il referendum e' stato fissato due anni fa.
si è abbastanza chiara la situazione, un po come in italia dove è molto più decisivo il voto delle regioni indecise che quelle dove hai le tue roccaforti, a maggior ragione se i seggi assegnati sono solo il 10% rispetto al totale.


Ma infatti ho detto che da una situazione più o meno in bilico/tendente al conservatore, se levi la Scozia sarà totale dominio conservatore in UK, e chissà per quanto.
Guardando le elezioni del 2010 su wikipedia: 58 seggi su 59 (su circa 650 circa che ne ha il parlamento) della Scozia son finiti in mano al labor, ai libdem o ai nazionalisti. in UK è dominio conservatore (il colpo d'occhio sulla cartina tematica è eloquente).

Ergo se levi la Scozia dalla partita, il divario tra i conservatori e libdem/labor salirà di un buon 15% almeno - che in politica son tantissima roba, a naso è la differenza tra il dover coalizzarsi e poter praticamente fare un monocolore conservatore.


Ehm, no? Come ho detto, se fai finta che la Scozia non sia mai esistita e togli i suoi 60 MP, la maggioranza sarebbe cambiata due volte dal dopo guerra ad oggi. Chiaro che e' un po' piu' difficile per Labour, ma parlare di dominio conservatore e' completamente fuori luogo. Blair per dire aveva una maggioranza tranquillissima anche senza.


questo è anche possibile, quello che non vedo possibile è il referendum per l'uscita: vuol dire rinunciare ai fondi strutturali che ingrassano tutti i proprietari immobiliari e la camera dei lord.
vuol dire rinunciare al lavoro iperqualificato a quattro lire che gli tiene in piedi tutto il sistema delle università, la city ed i servizi avanzati. vuol dire ammazzare definitvamente quel po di manufattura che è rimasta. vuol dire che è teoricamente possibile bloccare le esportazioni di capitali verso l'UK

ora immaginati questo ma con la scozia indipendente E dentro l'UE: il centro di gravità dell'industria della finanza trasloca in scozia in venti minuti

chiunque proponga seriamente un referendum per l'uscita se lo sbranano gli immobiliaristi e quelli della city in 3 minuti
Infatti, se vince il "si" faranno a gara per stare dentro (checchè ne dicano i media) e venerdi' mattina la Scozia chiede di usare l'euro


Non discuto che sia una cazzata, o che ci saranno forti opposizioni. Ma la legislazione per permettere un referendum nella prossima legislatura e' gia' stata approvata, il referendum e' ufficialmente nel programma dei Tory e non cambiera', se c'e' un coup nella leadership sara' verso gente ancora piu' eurofobica, non meno. Se vincono i Tory e' cosa fatta ormai.

E sara' anche nel programma del Labour entro un paio di mesi, mi ci gioco una deep fried mars bar
certo pero fra il metterlo in programma, farlo svolgere e applicarlo ne passa.
questo sempre ammesso che vinca l'ipotesi 'uscita'


Puoi elaborare? Specialmente il primo punto, che mi sembra cozzare parecchio col fatto che londra costituiwca il 50% del pil del uk grazie alla city, dove il lavoro e` tutto tranne che a basso prezzo. Sui fondi regionali nel nord invece e` piu chiaro ma sono stati usati in maniera intelligente per incentivare aziende ad investire, vedi la rinascita del settore automobilistico nel Derbyshire
infatti ho detto lavoro SKILLATO a basso prezzo (relativo).
la city non impiega solo brokers ma ha tutta un infrastruttura di know how che viene costantemente alimentata dal brain drain: programmatori, analisti, impiegati nei servizi avanzati. e poi c'è tutto il 'backoffice' della city, ormai localizzato fuori da londra in aree come brighton leeds mcr, in cui non lavorano necessariamente gente con 8 PhD ma cmq con un livello di skill decente.
se stai alla periferia dell'europa ed hai una laurea in tasca stai considerando di andare li. Qualora uscissero da shenghen il flusso si ridirigerebbe sulla Germania o sulla Scozia
Ok chiaro.
Tranne sul fanno che l'uk non fa parte di Schengen ma capisco il concetto
si dai se semo capiti
Mah, se vincono i No mi sa ch'era meglio se la Scozia continuava sulla strada della semplice autonomia. Dite che una vittoria del No possa avere risvolti politici sfavorevoli nel processo di emancipazione della Scozia all'interno del Regno Unito?

Comunque mancano poche ore
sta vincendo il no come prevedibile lo scarto va da 10 a 7 a seconda delle proiezioni il che vuol dire che si troveranno attorno ad un tavolo e rivedranno qualcosa dell'autonomia probabilmente
Tutto è bene quel,che finisce bene. Ora maximum devolution to Wales, Scozia e northern ireland e via così. Diciamo che il 75% abbondant degli scozzesi sarà contento (ricordiamoci che è stato quel grande idiota di Cameron ad,impedire un referendum con 3 opzioni, una delle quali sarebbe stata appunto,maximum degolution)

Ma questo è ovvio
E' una strategia politica di cazzo, ma è basata sulla consapevolezza che la maggior parte del paese non vuole la secessione, e però vuole molta più autonomia.
Lo stesso problema si è avuto col Québec, al quale la Corte Suprema ha riconosciuto una sorta di legittima pretesa alla secessione, con una sentenza del 1998 che ha portato al Clarity Act del 1999, che a propria volta definisce il procedimento della secessione: in pratica, lo Stato centrale è tenuto a negoziare la secessione purché si abbia una maggioranza qualificata in un referendum sulla secessione e purché, come conseguenza, il Québec cessi di essere in alcun modo parte del Canada. Peccato che, più ancora che nella Scozia, la maggior parte degli abitanti del Québec non voglia cessare di essere parte del Canada, ma voglia semplicemente maggiore autonomia! In pratica la legge canadese ha disciplinato l'opzione estrema e non desiderata, invece di affrontare la questione concreta e desiderata.
Ora, fatti di questo genere si verificano, io credo, sia per ragioni politiche (come quando si dice a un bambino che se vuole può andarsene di casa, perché tanto si sa che non vuole andarsene di casa; sono tutte le regole di soggezione che non si mettono in discussione ), sia per un'onesta incapacità di pensare alla questione in altri termini che non siano quelli tradizionali di Stato unitario, federalismo, devolution, etc.
Infatti questo referendum scozzese non l'ho visto proprio di buon occhio... Si poteva fare di meglio. Ed è per questo che il risultato mi preoccupa: perché può dare l'impressione - sfruttabile politicamente - che la Scozia non voglia anche quello che invece vuole.

Comunque, quanto al Regno Unito, ricordiamo anche che Scozia, Galles e Irlanda del Nord hanno pretese (ed esigenze) diverse. Per es. un referendum come quello di ieri, nel Galles, avrebbe poco senso. Quindi sarebbe anche il caso di prendere in considerazione forme asimmetriche di autonomia (come già, in parte, avviene).
Che peccato, un'ottima occasione persa. Peccato per la campagna fantastica per l'indipendenza, che era partita sotto di 40 punti ed e' finita 55-45. Peccato davvero.




Non succedera' mai, gli MP sono gia' in rivolta. Se va bene, qualche controllo addizionale sulla income tax sara' devoluto. Molto piu' probabilmente tutte le discussioni saranno rimandate e prolungate per finire nel dimenticatoio. Un federalismo vero per succedere richiede che chi ora controlla tutto il potere se ne liberi senza avere nulla in cambio. Molto improbabile.


Al di là della storia e della geografia (che in Scozia sicuramente conta molto più che qui in relazione a questo tema), stento a comprendere come si possa desiderare di mettere in piedi una nazione con poco più di 5 milioni di persone.

Tutti gli staterelli balcanici di queste dimensioni nati dalla de-yugoslavizzazione sono stati dei fallimenti pazzeschi, con l'eccezione (ma neanche troppo) della Croazia.
Anche se, appunto, storia e geografia sono completamente diversi.

E' come se la provincia di Milano, nemmeno la Lombardia (che di abitanti ne ha il doppio della Scozia!) diventasse una nazione ripristinando il ducato degli Sforza... è un esercizio mentale interessante


Danimarca? Paesi Bassi? Norvegia? Svezia? Nuova Zelanda? La Scozia e' una nazione moderna, ricca (in termini di GDP, non di wealth redistribution), e piena di petrolio e di gas naturale. Paragonarla ai paesi dell'ex-Yugoslavia mi pare un po' ingeneroso.


Mi riferivo alla nascita recente di stati piccoli, per quello ho citato i Balcani.
Sicuramente non c'e' paragone tra la Scozia (ci sono anche stato, tra l'altro... davvero un bel posto) e un Montenegro, ma è un dato di fatto che tutti gli stati piccoli nati "recentemente" se la passano maluccio.
Quindi mi viene spontaneo chiedermi come mai un pugno di persone decida di rischiare e fondare una nuova nazione, in un mondo dove è provato che, sul lungo termine, tutto tende a integrarsi in realtà sempre più grandi per motivi di efficienza, e il piccolo è condannato a sparire o a soffrire.

E la vittoria del "no" probabilmente significa che persino una realtà come la Scozia, dove l'identità e l'odio per gli inglesi sono leggendari, ci ha pensato 1000 volte e non ha voluto, alla fine, rischiare.

Bao!