Paranoie all'italiana.



se fai affitto di azienda concordi che nel canone sia compreso anche il costo (ribaltato) dell'affitto dei muri. E' vero che avere un margine non è semplice con quella formula, ma proprio per quella ragione suggerrivo di cercare locali con l'acqua alla gola, che magari restano "chiusi per inventario" ( ) per x mesi-1 anno. A quel punto sono pronti a darti le chiavi di quel che c'è per due spicci.

poi devi avere un piano realistico in merito al dove/come/quanto (investimenti, costi etc.). E sottolineo "realistico", alcuni partono con fantasie totalmente infondate.
Un mio caro amico lavora in banca e quindi ha più o meno sott'occhio tutte le attività sotto ad un certo fatturato. La sera quando ci sbronziamo ci racconta che in media i bar sputano abbastanza sangue..


è anche vero che molti gestiscono veramente alla cazzo di cane, magari fanno un anno ok o buono, e non pensano assolutamente a come fidelizzare/far girare la clientela. Il tutto avendo idea dei margini degli esempi a cui sto pensando (parlo sempre di locali serali/notturni, dei diurni so poco).

Non dico che sia un'attività facile, o che sia una miniera d'oro. C'è però anche molta approsimatezza di frequente dietro a una storia di scarso successo.
guardi v, ti parlo per esperienza (e per Milano).

I locali nel settore bar-ristorazione che vanno bene, ma veramente bene, si contano su una mano.

Anche attività insospettabili (del tipo che vedi la coda fuori) "funzionano" perché fanno un sacco di nero o perché hanno linee di credito (bancarie o "forzate" del tipo: ti pago l'affitto quando posso) consistenti.

A titolo esemplificativo, non so se hai idea di quanto costi solo l'occupazione di suolo pubblico per mettere i tavoli fuori (e non parlo di arco della pace).

per il resto è tutto un "cambiali protestate, incendio *colposo*, assicurazione che resiste in giudizio isi"
No comunque il problema non e' tornare all'universita' a 30 anni e con un figlio. Tutti hanno il diritto di migliorarsi e di rimettersi in gioco. Il dramma e' la mancanza di progettualita' e la selezione di una facolta' che penso sia top 5 in Italia per densita' di fica disponibile.


Magari pensa di floodare il sistema. Se hai un figlio sei inchiodato, se ne hai 50 sei un rogue e puoi scappare in Ecuador dallo sciamano.


fai pure t3, con il calo di iscritti (e soprattutto iscritte) a lettere classiche e moderne la patata si è spostata pesantemente lì

le donnine ok/fighe si trovano anche a giurisprudenza, ma fin dai tempi in cui la frequentavo da studente le ho sempre trovate repellenti. Questione di attitudine, paiono nate vecchie, stile da shampista mancata (tutte con la borsettina LV e il braccino in posa rachitica che loro reputano posh), la sensazione epidermica che soffrano di vene varicose e meteorismo vaginale... e poi lo studio (spesso approssimativo) del diritto in genere istiga in loro la fioritura di un analfabetismo poli-disfunzionale.

io suggerirei il venezuela....un bel posticino...forse un po' di inflazione ma niente di cui strapparsi i capelli...

Oppure l'obiettivo è farsi mantenere dai figli una volta che questi arrivano in età da lavoro


tu fai il difficile, pensa come devono sentirsi gli ingegneri, che misurano la lontananza della figa in parsec.


It's the gift that keeps on giving.


che e' l'obiettivo di tutti


Questo ci sta, nella misura in cuiinteragisci per un fine, se no torniamo da capo e questo lavoro si chiama stewart.


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secondo le tue categorie direi che il 99.9% della popolazione femminile di giurisprudenza è composto da annamariafranzoni e da broncosarcofaghe (? corretto?)


Però pensaci, se ingravidi 50 fighe all'età pensionabile sei praticamente milionario.


che ROI!

edit: anzi ROE: return on ejaculation.


E puoi mettere nel CV qualcosa come "responsabile del funzionamento di una linea di trasferimento dati di svariati terabyte/s"
A giurisprudenza se non avevi i soldi non chiavavi. Nemmeno lettere e filosofia era praticabile che c'erano quelle che non si lavavano i capelli.


solo a lettere moderne: però erano quelle più simpatiche, ti portavano a fare l'aperitivo da "mario" con il vino nei bicchieracci di plastica a 1000 lire