Nuova serie di attentati in Francia


Ogni affermazione è una semplificazione.

Per il resto, rifletti anche sulle tue strategie argomentative, che in mancanza di migliori argomenti mi hai accusato di stare con la testa per aria e di non saper guardare alla realtà individuale e concreta e, implicitamente, hai insinuato che la mia concezione della religione islamica sia il derivato delle immagini di propaganda.
k


ripropongo
solo trailer
è disponibile solo via Sky On Demand

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Son-giornalista-francese-185b17b9-ccba-4786-b80c-4599267b78d3.html
Giusto per, il Libano non è un paese musulmani, è un paese che ha una maggioranza musulmana formatasi negli ultimissimi anno


Ok ma quindi fare cosa, avere rapporti con chi, leggere il mondo in che modo?

Perché quando si tratta di fare mangi maiale, quando hai rapporti li hai con una pagina su internet per una settimana, quando leggi il mondo metti la bandiera dell'Iran inneggiando all'isis: quando l'ortoprassi parrebbe essere un'altra cosa, quando i rapporti in questo senso storico sono con la società e la generazione precedente, quando la lettura del mondo in tal caso è inserita in un contesto.

Qualsiasi cosa vi rientra a questo punto, al limite finché c'è un vago nesso e finché "c'è del male..."

Quando c'è del bene allora è un altro lavoro, tipo la storia di Malala, le sue dichiarazioni non valgono perché ci sei tu a spiegarlo. Ma neanche tanto: in questo senso dico che non spieghi: fai un discorsone dicendo "non è così..." senza spiegare quale sia il nesso con ciò di cui parliamo.

Non solo non offri una risposta pragmatica ma neanche è chiaro come si debba intendere l'Islam (cosa che hai dichiarato di spiegare).

quindi ho fatto 2 post su una notizia che riguarda la censura dei media.
e ho fatto notare che le proposte di legge sono state fatte a gennaio con i parlamentari a Cortina, ad agosto 2015 coi parlamentari a Ostia e di nuovo quest'anno d'estate..
portano avanti l'iter senza troppa discussione.
non sapevo che i 4 troll che ho in ignore si sono sfogati per pagine dicendo le solite cagate, io vedo solo i miei post e 4-5 analisi soddisfacenti. eike, vendetta e il militarista. ho un script per greasemonkey che erasa proprio alla radice i post dei rompicoglioni, puoi usarlo su di me se ti interessa te lo passo per pm nel caso

poi molto OT non è, si può estendere la legge con una mezza riga gialla.. come ho fatto vedere e censurare qualsiasi altra cosa.
una volta che hai una struttura solida ( legge ) e funzioni ( punizioni ) ben scritte puoi aggiungere membri ( oggetto da sanzionare ) senza problemi.

struttura: Censura
membri: Nazism; Fascism;
funzioni: LockWeb; StopShop;

in un secondo momento aggiungi i membri Communism, Ateism senza far sbarellare la legge.


Per me rimani contraddittorio, perché se hai ragione a dire che la religione è un fatto pubblico e non individuale (è un si crede) che risiede nella prassi poi dovresti andare fino in fondo con questa buona idea e dire che dove manca la prassi di una religione manca anche quella religione. Se non non vado in moschea, non leggo il corano, non seguo i precetti non sono musulmano (men che meno fondamentalista, parola che presuppone una pratica stretta e rigorosa), se no finisce che sono musulmano pure io.

Proprio perché hai ragione sul carattere pubblico della religione non puoi dire che la religione occidentale post-kantiana ha una pretesa di intimità, una religione privata non esiste. Al massimo puoi dire che il cristianesimo è stato chiuso fuori dalla porta con la presunta pretesa di renderla privata, ma non la religione in senso lato, oggi per me si crede più che nel medioevo per dire, si crede nell'unico modo in cui si può credere, nella prassi, solo che lo si fa su amazon e non in chiesa.

Che le religioni siano tutte buone poi è una posizione da anima bella e basta, non c'è tanto da dire a proposito.

Edit: secondo me hai fraintaso Kant nella famosa questione sull'uso pubblico e privato della ragione. Quello che Kant ritiene privato è quello che spesso consideriamo pubblico e viceversa, quindi quando Kant parla di libertà nell'esercizio della ragione privata siamo ben lontani dalla semplificazione che spesso si fa del suo pensiero "credi liberamente, ma obbedisci".


A quel punto diventerebbe incostituzionale.

è per questo motivo che in 2 anni sono ancora al punto di proposta di legge.

----

la foto delle ragazze al bar m'ha un pò fatto girare i coglioni. in primis perchè mi ha ricordato l'infamia del nostro attacco alla Serbia.
dove stavano tutti ( nel senso, che posizione politica avevate ) quando la siria è finita sotto attacco mediatico degli usa ?

1 settembre 2013
mio tentativo di far ragionare i cowboys del forum:

Me lo ricordo quel post ed ero d'accordo
Pure io
Però aggiungendo che mi chiedo che cazzo di senso abbia postare su un forum avendo metà delle persone in ignore (e quindi mandando inevitabilmente anche se involontariamente in merda le discussioni visto che ti salti interi blocchi di post e ragionamenti)

A quel punto levati o fatti un gruppo su whatsapp con chi ritieni "degno", soprattutto considerato che il tutto viene da un personaggio spesso soggetto a post deliranti


Ok e quindi qual'è la sintesi?
Che sono tutti uguali?




WHAT? Non si sta assolutamente parlando di quello
esattamente il contrario
A parte che non c'è sintesi nel senso letterale del termine, né conclusione
Il discorso era per contestare chi nell'opinione pubblica prova a dire che questo terrorismo non ha radice islamica o religiosa o a dire che l'Islam è buono come ippane e che quindi questo per forza ne sono deviazioni e non interpretazioni

Il collegamento col "allora tutti gli islamici sono terroristi" l'hai fatto tu ma non era assolutamente oggetto del ragionamento è dell'argomentazione

Lungo da me pensare che tutti gli islamici sono terroristi. È oggettivamente ridicolo. Ma trovo ridicolo anche chi prova a dire che questo terrorismo non ha radice islamica e quindi il corollario di conseguenza è che non dobbiamo preoccuparci dell'islam


Nell'opinione pubblica ci sono ma sul forum no, in tal caso risponderei esattamente come dalla prima riga come già fatto notare da suck peraltro.

Arrivi tardi, ormai è stato ampiamente dimostrato che nell'isis son tutti pazzi, pazzi ti dico.
Massì, buttiamola in caciara così poi possiamo chiudere con i birroni

Sulla questione di Malala io non ho messo parola. Più in generale non ho mai sostenuto che qualunque cosa nella religione sia MALE, quindi non colgo il rilievo dell'obiezione. Nelle religioni c'è un po' di tutto, c'è il dominio, c'è l'omicidio, ma c'è anche la cura dell'altro. Questo non è comunque un buon argomento: anche nel nazismo c'erano valori positivi, in qualunque fenomeno umano ci sono anche valori positivi, quindi l'analisi non può fermarsi a notare la giustapposizione, ma deve qualificarla un po' meglio.

Poi non credo che tu possa ridurre il mio approccio a un 'non è così'. Ho spiegato, in modo abbastanza circostanziato perché 'non è così', e si tratta di osservazioni che conservano la propria validità anche a prescindere dalla presenza (che comprendo auspicabile) di una parte un po' più positiva (se non è così, allora com'è?). Ma il rilevare perché diciamo le cose che diciamo, quali sono i presupposti che le invalidano, e così via, non equivale a un mero 'non è così', e rimane operazione concettuale di tutto rispetto e di prima importanza (anche per chi poi voglia poi costruire, su quelle basi, l'auspicabile parte positiva del discorso).

Ma forse mi sono un po' perso col tuo riferimento alla discussione su Malala, alla quale non ho partecipato.



Non ci sono risposte generali a queste domande, perché non esiste un concetto unitario di religione (vedi Talal Asad). Quindi fare cosa, avere rapporti con chi, leggere il mondo in che modo, queste sono generalizzazioni teoriche che potrei provare a spacchettare solo in riferimento a un esempio concreto.



A questo risponderò unitamente alla risposta a suck.



L'Islam come concetto unitario manco esiste. C'è un'esperienza religiosa individuale inserita in un ambiente sociale e culturale che può essere appunto quello dell'Islam (e Islam in questo caso è un'astrazione, un'approssimazione di tutto e del contrario di tutto che contenuto nella tradizione islamica e nelle tradizioni che interagiscono con essa); ambiente che colora di sé quell'esperienza e le dà, in questo senso approssimativo, il marchio di Islam.
Quindi, come intendere l'Islam? Da un lato si tratta di appropriarsi di un linguaggio, di una sintassi. Cosa fa una religione? Come fa le cose che fa? A questo livello la risposta non può che essere generale e teorica, per quanto ancorata su esempi. Vuoi un esempio di come una religione (non necessariamente l'Islam) può strutturare i rapporti fra le persone? Te lo posso fare. Dall'altro lato, si tratta di vedere cosa l'Islam individualmente fa in altrettanti casi concreti: cosa fa l'Islam quando una donna mette il velo? Ma ci sono milioni di donne col velo, situate all'interno di una miriade di contesti differenti, e la risposta dovrà essere specifica per ogni episodio. Cosa fa un terrorista che spara sulla gente? Anche qui, dovremmo prendere casi individuali.

Insomma, se io cerco di spiegare come si deve intendere l'Islam, non è perché io possegga nozione di una qualche 'essenza' dell'Islam e cerchi di indicarvela. Se cerco di spiegare come si deve intendere l'Islam, lo faccio nella misura in cui cerco di indicare un metodo: non guardate (tanto) alle credenze, guardate alle pratiche; non cercate le corrispondenze fra racconto e pratiche, ma cercate di capire cosa costruiscono le pratiche; non guardate all'orto-, ma considerate individualmente ogni esperienza religiosa.

La domanda delle domande magari rimane: che cosa rende una certa pratica/discorso/esperienza/etc. religiosa anzi che no? Non possiedo e non mi è nota alcuna teoria che sia capace di rispondere a questa domanda in modo soddisfacente. Conosco molti criteri che sono stati proposti ma, nelle migliori delle ipotesi, sono tutti underdefining oppure overdefining. Non c'è una teoria unificatrice, anche se in molti hanno provato a proporne. Quindi il modo migliore di rispondere è semplicemente quello di conoscere quello che ha fatto la religione in svariati contesti storici, in modo da essere abituati a riconoscere le tante cose che la religione può fare e i tanti i modo in cui le può fare. Ch'è la ragione per cui io guardo certi episodi e vedo religione; voi guardate gli stessi e non la vedete.



Tu prendi in considerazione solo la metà di quello che dico: infatti non solo ho detto che le pratiche sono centrali nella definizione del fenomeno religioso, ma ho anche detto che bisogna escludere qualunque orto-: l'orto- appartiene al punto di vista interno che decide col coltello, non al punto di vista esterno. Non c'è un Islam più o meno corretto, salvo che tu abbia una visione delle religione fortemente istituzionalizzata e accentrata (ma allora non sono sicuro che parliamo di una religione: parliamo di un'organizzazione religiosa).



Guarda, io sono il primo a dire che il paradigma post-kantiano, se certamente non definisce il fenomeno religioso nel suo complesso, ha anche parecchie difficoltà col cristianesimo luterano post-kantiano. Ma non sono sicuro che tu qui mi inquadri la religione nel pensiero di Kant. Tutta l'opera di Kant è in qualche modo intesa a definire come sostituire la religione. La sostituiamo con la ragione (sintesi dell'Illuminismo): l'etica, l'estetica e la filosofia vengono istituite come autonome e fondate nei propri rispettivi principii, e abbiamo le tre opere maggiori di Kant. Poi abbiamo la quarta opera, La religione entro i limiti della semplice ragione, che praticamente cerca di rispondere alla domanda: e allora della religione che ne facciamo? Be', la religione si può occupare delle questioni metafisiche, laddove la ragione non è tanto idonea. In questo modo abbiamo il primo confinamento della religione, ch'è in linea con la critica illuministica, della quale Kant è praticamente la sintesi. Questo è un primo ridimensionamento della religione, che va letto assieme a quello che avveniva nel frattempo in Europa: tramonta l'idea della legittimazione divina degli Stati, che traggono la propria legittimità dalla loro rappresentanza della nazione; lo Stato inizia anche a sostituirsi a molte funzioni pubbliche della religione, e così via.
Secondo passo del 'cosa ce ne facciamo della religione': Schleiermacher, che introduce la nozione di 'sentimento'; la religione è un sentimento: questa è la definitiva internalizzazione del concetto di religione.

Ora, il problema non è se questo movimento di privatizzazione della religione descriva la religione (cristiana) contemporanea: probabilmente la definisce molto male, perché la religione ha continuato a essere un fatto pubblico a molti livelli, anche se non sempre i più istituzionalizzati ed espliciti. Resta il fatto, ed è questo il mio punto, che questa concezione internalizzata, privatizzata, della religione è diventato il framework concettuale dominante attraverso il quale è definito il fenomeno religioso. Più grave ancora, se concordiamo sul fatto che questa versione della religione non definisce bene la realtà del fenomeno religioso anche nei vari cristianesimi.


Sì era una provocazione verso chi ti orbita intorno (tuo malgrado, lo so). In questo caso era Chti che diceva che confondo la religione con i religiosi, insomma quando è male allora è la religione, quando è bene non è la religione, nel dubbio asterisco N6



Non è quella l'intenzione, lo so che hai spiegato perché per te non è così, ma mancando il collegamento esplicito con gli esempi di cui parliamo, per quanto mi riguarda, è come non dare una spiegazione.

Anche perché dire che non è così è un conto, dire che "la religione è un elemento primario per quest'ondata terroristica, non un mero pretesto" è un altro, qui non ti basta una parte negativa. Ed è qui che onestamente non capisco come tu abbia dimostrato tale tesi.


Cioé io orbiterei intorno a N6?