Nuova serie di attentati in Francia




In turchia, Marocco, Algeria, Tunisia non lo portano ad esempio.


per quanto riguarda la Turchia avrei dei dubbi che rimanga cosi con l'andazzo che prenderà dai prossimi mesi.
la turchia ormai è figamaio confirmed

Differenza tra ortodossi, osservanti o non praticanti questa sconosciuta.

Si'.
Era di Borgoricco (Provincia di Padova) e il solo fatto di essere Romano e' stato sufficiente affinche' lui la schiaffeggiasse (invece di provare a colpire me) quando Io non ero in casa loro, per dirle che me ne sarei dovuto andare via.
Famiglia Cattolica praticante.
se avesse insistito l'avrebbero presa a sassate o sciolta nell'acido?


ma stai scherzando spero! io mi riferivo in una famiglia islamica, non cattolica
non puoi paragonarmi la vita per quanto religiosamente bigotta di una famiglia cattolica con una islamica! a meno che non mi porti degli esempi di donne seriamente malmenate, sfigurate con l'acido, strangolate e lapidate da ferventi famiglie cattoliche praticanti moderne. il tuo paragone non regge.
Beh Sky , 30 anni fa in meridione se alla figlia 14enne gli stava crescendo il pancione a volte la suicidavano pur di non portare vergogna alla famiglia eh . Diciamo che l'Islam e' peggio e che noi abbiamo fatto passi avanti PERO non si puo negare che anche i Cattolici abbiano fatto le loro cosine nefande eh... E non mi dire che non è colpa della religione perchè alla fine centra sempre magari ecco non è SOLO colpa della religione ma tantè...


Ma non sapendo leggere né scrivere, ma manco nel Medioevo (modernità dell'acido a parte)


Più che altro costringevano il tizio che l'aveva ingravidata a sposarla (in chiesa ovviamente).
Anzi farsi mettere incinta dal ragazzo che piaceva loro era un modo per costringere poi la famiglia ad accettare il matrimonio se magari prima erano contrari (Romeo e Giulietta dice niente?)
L'omicidio ci scappava più che altro in caso di corna, ecco.
Mah mah guarda a sentire le storie dei miei parenti giu in realtà ( son voci poi eh ) ne sono state "suicidate" di giovani mamme nel dopoguerra che forse si irmpiangerebbe l'Islam eh.
Comunque non ci sono scusanti ognuno deve poter esprimere se stesso come cazzo gli pare finche non danneggia gli altri.
Infatti gia solo la storia che non si puo andare in citta a petto nudo mi puzza di merda lontano un miglio.
ma se su sto cazzo di velo si lasciasse fare come minchia si vuole finchè non si violano leggi dello stato? che di liberazione è vietare a qualcuno di metterlo? l'importante è che se se lo vuole togliere sia garantito il suo diritto di farlo senza che debba temere di essere pestata impunemente dal marito. molto più difficile, ovviamente.


Noi ci siamo evoluti e lo stiamo continuando a fare. Non c'è una religione che non abbia le sue assurdità e che in qualche modo non abbia posto la donna in secondo piano.

Ci stiamo secolarizzando sempre più e con grande difficoltà, non capisco perchè dovrei accettare che ci sia qualcuno che possa affermare la sua arretratezza (perchè qualsiasi forma di subordinazione o differenziazione di genere non motivata lo è) e gli si debba anche riconoscere il diritto di definirla "cultura".

Sono le stesse persone che poi pretendono che la "propria" donna non venga visitata da un medico uomo perchè non può scoprirsi o che questa vada in piscina con quei ridicoli costumi interi da cavaglia a testa (che pongono anche seri problemi igienici).

Io personalmente non sono disposto a scendere a patti con nessuno quando si parla di diritti civili, qualsiasi sia la tua cultura, soprattutto se a metterli in discussioni è un motivo religioso.

Se non passa questo segnale è impensabile che le donne che arrivano qui trovino il coraggio di denunciare vessazioni e maltrattamenti. Sapere di essere tutelati è la base perchè crolli l'omertà (e noi in questo paese dovremmo saperlo bene.


Si ma te la fai semplice, ora togliendo il fatto che col viso coperto in giro non vai per questioni di sicurezza. Uno stato responsabile dovrebbe chiedersi se una sua cittadina va in giro con il velo perche "quest'anno tira un sacco" o perchè senno la riempono di botte.
Non è che puoi fare spallucce e dire "eh son le loro tradizioni" perchè senno fondo la religione in cui il dogma e svaligiare le banche. Che razza di discorsi sono? Una religione per essere praticata nel mio stato deve attenersi alla regole dello stesso. Se da me non puoi ammazzare le persone non è che ti lascio fare sacrifici umani perchè Cthulhu dice che è giusto eh.
la concezione della morale sessuale tipica della cultura meridionale d'antan solo in parte aveva a che fare con la religione.

L'elemento determinante era la concezione condivisa, in un dato ambiente, di determinati valori reputazionali (l'onore familiare, nel contesto di una società patriarcale; la verginità come bene quasi merceologico nello scambio nuziale, etc.). Il "così fan tutti" (o non fan tutti) era la vera pietra angolare di tutto il discorso, tra l'altro con predominanza della logica del double standard morale: quello che si fa in pubblico vs quello che è lecito nel privato, o, ancora, anche pubblicamente ma sulla base di specifiche licenze di azione: il ratto e lo stupro che legittima - anzi impone - il matrimonio riparatore, ad esempio.

Il costume sessuale tipico di una certa cultura meridionale era, sostanzialmente, ipocrita (film come divorzio all'italiana ben rappresentano la cosa, seppure impiegando il registro del grottesco), come lo è, di fatto, quello di alcuni paesi di matrice islamica (penso all'iran). N.B.: l'ipocrisia in questione, in alcuni casi, vede anche la donna partecipe del meccanismo di dissimulazione (per questo è difficile, per alcuni aspetti, pesare il ruolo della donna, in particolare nel contesto privato; fosse anche solo ai fini del dominio ed esercizio della sessualità; quest'ultimo aspetto NON NECESSARIAMENTE corrisponde a quanto si vede all'esterno, nella sfera pubblica).

Ovviamente la religione non è estranea a questo discorso, nel senso che, poco o tanto, permea e influenza (non necessariamente come sistema di credenze mitologiche) la società, trasmettendo regole, che non sono necessariamente morali o religiose in senso stretto: anche se poi ci sono slittamenti e sconfinamenti in un senso o nell'altro, basti pensare alle ragioni storiche a fondamento delle leggi sul cibo o sul corpo - regole sanitarie - che poi finiscono per diventare, in alcuni casi, una sorte di improbabile dogma. Anche le regole sul corpo della donna, in fondo, hanno un fondamento solo pretestuosamente religioso (purtroppo, anche in questa fase storica vengono proposte come tali).

Se fossero proposte, e propriamente avvertite, come semplice costume sociale, manifesterebbero comunque resistenza al cambiamento, però il discorso fatto a margine di quel costume sarebbe diverso. Chi vuole contestarlo potrebbe avanzare argomenti, e iniziative, diverse.

Hai scritto

E ti ho risposto.

Nel merito ho frequentato una ragazza Marocchina in Italia da poco tempo con tutta la famiglia al seguito che per l'appunto metteva il Chador solo quando rientravano in Marocco per far visita alla Nonna.


autoquote perché prosegue idealmente dal post precedente: per le ragioni che ho tentato di esporre qui sopra, bisogna stare attenti a non confondere emancipazione sociale (nella società) della donna - indipendenza economica, autodeterminazione esistenziale etc. - con liberazione sessuale. Questo, come dicevo alcuni post fa, vale pure, a dire il vero, per la donna occidentale.

La storia della sessualità, specie quella privata, non necessariamente coincide con quanto emerge nella vita pubblica. La donna, nella stanza da letto, potrebbe essere "la padrona". E spesso questo è il compromesso che si registra, e si è registrato, in alcune società (si riequlibria la guerra tra sessi, e la disparità che si registra nel pubblico, con la sottomissione, anche astuta, dell'uomo nella sfera della sessualità).

Ovviamente, la mancata emancipazione della donna può accompagnarsi, e spesso si accompagna, anche alla tentata, o compiuta, repressione della sessualità (o al dominio anche brutale di quest'ultima, per sottrarre alla donna l'autonomia del piacere, o il piacere stesso).

In ogni caso, non sono due fatti che necessariamente vanno di pari passo, sia nell'esperienza passata che in quella contemporanea.

La liberazione della donna, dal punto di vista dell'identità sessuale, anche a livello di forme esteriori (le cose che si fanno in pubblico), non basta a soddisfare le istanze di autentica emancipazione.

In molti casi è uno degli elementi che contribuisce a questo processo, ma appunto: può non bastare o servire (perché magari nella sfera privata i rapporti di forza, intorno alla sessualità, sono già definiti in maniera diversa rispetto a quanto si vede nella vita pubblica).

Se non si capisce la scissione ipocrita tra pubblico e privato, che domina molte società di matrice musulmana (quelle più "raffinate" ed evolute, pur nell'adozione del modello teocratico), si rischia di prendere dei discreti abbagli, anche quando si dice cosa si dovrebbe o non si dovrebbe fare per rendere la donna musulmana "libera".
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conferma quello che pensavo già anni fa..
http://gaming.ngi.it/showpost.php?p=18614117&postcount=6215
per questo, anche ieri dicevo che questa è una battaglia che in buona parte deve essere combattuta dai singoli (anche nelle camere da letto, intorno al tavolo della cucina quando si discute di come spendere il bilancio familiare, etc.), valendosi anzitutto delle reti di rapporti orizzontali (il discorso che le donne fanno tra di loro; le cose che fanno insiem, etc.), oltre che delle guarentigie di un buon governo.

L'uomo musulmano è sempre, direttamente o indirettamente, ossessionato (in chiave fobica) dal sesso e dalla sessualità. Ha paura di essere anche pubblicamente sconfessato come mancato dominatore. Ha paura del piacere e delle fantasie femminili, etc. (pure quando nel privato le istiga o le condivide).

La soluzione di questo problema (che porta anche al figamaismo) non sta necessariamente solo nello sputtanamento e ridimensionamento pubblico. Basterebbe renderlo simile all'uomo occidentale contemporaneo, che in molti casi rispetto alla sessualità è ormai sostanzialmente neutrale: il dramma della gelosia (che può concludersi in tragedia) è un fatto eminentemente psico(pato)logico, un fatto esistenziale, non più un problema di decoro sociale.