Ero sicuro ci fosse un thread di libri musicali ma l’ultima volta che ne avevamo parlato era in risposta ad una richiesta di aiuto per un regalo; rimediamo, quindi
E colgo la palla al balzo per segnalare questa roba gustosissima che ho appena visto e che è uscita quest’anno: la biografia di Sly Stone
Bel thread, mi ricordo che nel thread sui regali c’erano già dei bei consigli, non si potrebbero aggiungere?
Io aggiungo un libro musicale ma che prende la cosa dall’angolo del ballo:
Frankie Manning: Ambassador of Lindy Hop
Il libro tratta dalla vita di uno dei principali esponenti di questo ballo danzato su musica swing ma è anche ottimo da leggere per vedere in una luce diversa tutto il mondo delle big band, i jazz club più famosi dell’epoca etc.
Inoltre ripercorre in modo autentico e umano, tramite la vita dell’autore, tanti punti della storia americana; dalle leggi “Jim Crow”, ai problemi razziali, la guerra e il post guerra etc; anche i modo inaspettato e soprattutto non clichè.
A distanza di 8 anni ho più o meno le stesse opinioni di quei libri.
Quella di Zappa non mi è piaciuta granché, glissa troppo spesso su eventi scabrosi\complessi e perde capitoli interi a parlare di politica americana di cui, in tutta onestà, non ce ne batte il belino, Frank.
A quelli posso aggiungere Long Strange Trip, una bella biografia dei Grateful Dead con poca mitologia e più storia. Ce ne sono altre ma sono piene di leggende metropolitane, questa è più realistica. La seconda parte da quanto Jerry inizia con l’eroina è devastante.
Idem l’autobiografia di Phil Lesh, il loro bassista: dalla sua adolescenza come studente di Luciano Berio, al viaggio nei Dead, fino agli abissi quando nel 1975 si trova per terra ubriaco in un pub e sente uno che dice “Lo vedi quello? Ha suonato a Woodstock, ci credi?”, alla rinascita quando paradossalmente il resto della band perdeva colpi.
Ah poi ho letto un po’ della biografia di Elton John e la consiglio a tutti, a prescindere che la sua musica piaccia o meno
fin dal titolo
Ha uno humor fantastico, racconta di tutto, tra cui il fatto che fino a tipo 23 anni non sapeva di essere gay: era cresciuto in una famiglia talmente tradizionale che nemmeno sapeva cosa fosse. Poi un giorno il cantante della band per cui suonava gli disse “Ma vieni un po’ con me in questo club” e da lì olèèèèèè
Nelle prime pagine racconta di quando ha comprato il t-rex da giardino di Ringo Starr, a un certo punto dice una cosa tipo “I’m a very dangerous man with a credit card in hand” non so perché l’ho mollata, in effetti dovrei finirla
EDIT: dimenticavo che quando è uscita lessi pure questa:
Ma ne sono rimasto molto deluso. A parte che ricordo anche qualche imprecisione, la cosa peggiore è che all’autore i Metallica post 1990 non interessano. Ed è legittimo, ma allora scrivi una biografia su un periodo della band, non una che spacci per libro definitivo e poi condensi la seconda metà in poche pagine.
Supera il limite del ridicolo, il tour del Black Album è durato 4 anni in cui è successo di tutto e lui lo liquida in tipo tre righe no figurati, non c’è niente da raccontare in anni di tour negli stadi tutti esauriti, Monsters of Rock a Mosca, tavolini col logo dei Metallica fatto con la coca, ecc ecc
C’è una cosa però che non mi piace mai di tutti questi libri: sono scritti per un pubblico di non musicisti. E ne capisco il senso, ma io voglio anche sapere come ti è venuto in mente quel cambio di accordi in quel pezzo; voglio scavare nel tuo processo creativo vero, non “Ho visto la luna quella notte e ho scritto le parole in preda all’estasi creativa”.
Sticazzi che i normies si annoiano, raccontami di quando da ragazzino ti sei bloccato a studiare le terzine e non ci riuscivi e come hai fatto a risolvere. Dimmi perché in quel periodo suonavi con quegli ampli e con quegli strumenti, o perché usi le pelle lisce o sabbiate. Raccontami di come organizzavate le prove, di come sceglievate le scalette dei concerti, di come avete deciso di arrangiare i fiati e perché.
Che cazzo, parlami di MUSICA e non solo di show business o gossip
E’ spesso vero quello che dici, ma è comprensibile.
I libri vanno venduti, e gli “specialisti” sono un pubblico di nicchia.
I numeri li fanno i lettori occasionali e quelli vanno intrattenuti con le notizuole di quante se ne scopava Jimmy Page nel backstage o di quella volta che Elton John ubriaco ha spinto il nano di colore nella piscina.
Immagina i poveri scrittori, spesso appassionati o fan del gruppo/cantante dover inframezzare le analisi tecniche al gossip più becero.
p.s.
Per la rubrica “l’angolo dello sborone” vi posto una parte della mia biblioteca musicale
Molto simili come impostazione, dedicano molto spazio all’extra musicale.
Del resto comprensibile per un gruppo come i Led Zeppelin che si son sempre distinti sopra e fuori dal palco.
In particolare il libro di Hoskyns adora rimestare nel torbido con solerte dovizia di particolari sulle imprese dei quattro, più “professionale” il libro di Spitz anche se comunque non ci sono grandi differenze tra i tre.
Un libro interessante dal punto di vista citato da Paranoid è “Come funziona la musica” di David Byrne, ex leader dei Talking Heads
In diversi capitoli si sofferma sulle dinamiche che corrono nello scrivere un brano, ma anche nella realizzazione del video, delle coreografie sul palco, ecc.
Parla di diritti d’autore, di produzione, di registrazione e di case discografiche.
Il tutto filtrato attraverso le sue esperienze, infatti cita spesso “Once in a lifetime” come brano di riferimento per citare esempi.
Davvero un libro ben riuscito ed interessante.