Migrazioni e politiche di inclusione

E mo’ leggi tutto e rispondi a tutto.

Questo è veramente un colpo basso verso un utente che ormai ha solo più qualche respiro davanti a se’

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Io gli ho pure dedicato un post serio senza prese per il culo, ma l’ha ignorato. Ormai è in full rage e vede solo i tuoi post che lampeggiano di rosso.

Sì, e cerca ogni mezzo per “farmela pagare”.
Ci sono abituato. :yawn:

:(
Sono figlio di migranti privi di merito.tm ma sta cosa mi ha citato lo stesso

Non appartieni alla sacra razza del merito come kurs

Ma non è questione di merito…
TTUTTIHHH possono emergere e migliorare la loro vita, se ne hanno voglia!!1
Ma gli immigrati preferiscono i soldi facili dello spaccio. :nono:

cosa?? :asd:

La smetti di attingere dal manuale del perfetto razzista mascherato?

i gomitini postano durante le ore d’ufficio, devi cambiare ritmi phobos :asd:

era un test di ammissione

Se fossero solo uno o due non sarebbe niente di chè, non sono tutti buoni e bravi e non credo di aver fatto passare questo messaggio.

Ma se hai intere zone con migliaia di persone problematiche non ci sono molte vie di uscita. O stiamo sbagliando qualcosa nell’integrarli o sono sbagliati loro.

Però dire che esiste un insieme di persone che per sua natura non è compatibile con la nostra cultura è de facto la definizione di razza.

secondo me fai un po di confuione. si è detto che ci sono culture che fanno fatica ad essere compatibili, non razze.

la cultura è un costrutto sociale, non è una “razza”, io volevo parlare di quello poi è andato tutto in merda.

perchè deve per forza essere razinazifascista pensare che alcune culture facciano fatica ad integrarsi l’una con l’altra, o siano meno compatibili a causa di alcuni elementi che possono essere religiosi, non religiosi… la discussione è ampia.

i palestinesi e israeliani spesso e volentieri hanno il DNA in comune, mica è un discorso di razza. eppure gli israeliani non si fanno problemi a tentare il genocidio perchè è la terra promessa.

con questo mi ri-ritiro che oggi devo lavorare :asd:

Ma il punto primario è che sono tutte cazzate, 50 anni fa erano i calabresi che non si integravano, venivano cacciati dai quartieri, la gente non fittava loro le case perché “mi rovinano il quartiere” e finivano nei ghetti periferia che come tutti i ghetti periferia sviluppavano criminalità e problematiche nuove perché guarda un po’, la gente povera e ghettizzata si arrangia come può e delinquere fa parte dell’arrangiarsi.

Però 50 anni fa esistevano politiche inclusive migliori di oggi, c’erano le case popolari, l’equo canone, i calabresi erano bianchi non potevi additarli per strada, alla fine abbiamo ottenuto una integrazione più che decente nonostante un inizio difficile.

adesso con i nuovi migranti è uguale ma peggio, perché li distingui da lontano e anche se parlano Italiano meglio di Kurtsiza (a quanto pare non ci vuole tantissimo) hanno sto brutto vizio di voler essere neri, marroncini o con gli occhi a mandorla e si ostinano a non guarire quindi gogo ghetto.

La questione culture incompatibili è un falso problema, chi viene dall’estero ha una propria cultura che è una fattore migliorativo non peggiorativo, in un paese sano quella cultura si mischia alla nostra e ne acquisiamo9 le parti che ci piacciono, chi vive quà viene integrato ed acquisisce la cultura italiana e si genera un virtuosismo positivo, è stato così fino agli anni 2000 e non è più così per questioni di scelta nostra, non perché gli immigrati di adesso sono più stronzi.

Gli immigrati di adesso vengono isolati e tagliati fuopri, relegati a vivere dove ci sono solo immigrati, a fare lavori con solo immigrati, ci sono letteralmente le professioni per immigrati, tipo i cinesi fanno baristi, parrucchieri, i nordafricani fanno i muratori e il kebab, i sud sahariani le guardie e raccolgono pomodori, abbiamo inventato la profilazione razziale lavorativa e poi ci lamentiamo che sta gente non avendo la possibilità di assumere la cultura di arrivo si rifugia nella propria, che è un meccanismo banale di autodifesa che assume letteralmente chiunque si veda respinto e che i governi alimentano attivamente per creare la distinzione noi vs loro.

Poi hai voglia a dire che il problema è che la gente non vuole integrarsi, io sono nato a milano 41 anni fa, nel paese di origine ci sono stato per un totale di 6 mesi scarsi divisi in 4 viaggi diversi di cui l’ultimo quando avevo 18 anni, però se voglio fittare una casa prima parlo col mio orribile accento da cumenda e faccio vedere che sono bianco, poi dico il cognome e osservo metà dei fittacamere stupiti e col dubbio
Pensa che figata deve essere voler fittare una casa se sei nero.

eeeh ma si rinchiudono nei ghetti

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ottimi spunti, hai ragione su tante cose a mio avviso. di certo la mia argomentazione non è che i paesi che “accolgono” siano bravi, belli, perfetti e perfettamente accoglienti. C’è chi ancora non vuole affittare se legge il cognome calabrese posso solo immaginare come si pone verso un africano. Chiaramente questo peggiora le cose.

però rimango dell’opinione che la “propria cultura” è un fattore a volte migliorativo e a volte peggiorativo, non riesco a vedere tutto cosi bianco o nero.

perchè se per dire sei musulmano e porti da noi le parti buone della tua cultura, come il focus sulla carità verso i bisognosi, porti una cultura migliorativa. se conte porti la parte della cultura dove riempi di mazzate tua moglie, porti una cultura peggiorativa. e non prendiamoci in giro, come cultura la cultura musulmana fa fatica ad integrarsi molto piu di altre, ovunque essa sia. Se non è maggioritaria, ci sono MOLTI problemi ovunque, qualsiasi case study tu prenda. Significa che i musulmani siano inferiori? Certo che no, non si parla di “razze” ma di costrutti sociali, così come lo è il cristianesimo. La differenza è che il cristiano magari non va in chiesa, si distacca dalla religione del cazzo che segue e diventa cristiano solo a parole, il musulmano invece specialmente se va uin un paese nuovo vede la religione come propria identità. E se la religione nella sua forma pura è in conflitto con il modo di vivere del paese ospite, non penso sia da pazzi pensare che possa creare delle enormi difficoltà.

le professioni per immigrati mi sembra una cosa “normale”: quando gli italiani morti di fame andavano in america mica li mettevano a fare i chirurghi a operare a cuore aperto. Tutt’oggi gli italiani che vanno nel regno unito in buona parte o lavano i piatti o fanno i camerieri. Per livellare questo aspetto socio economico ci vogliono o generazioni, o non si livella.

Anche la popolazione nativa ha problema a scalare a livello sociale, il muratore italiano fa un figlio che diventa muratore e suo figlio magari diventa idraulico, cosi come abbiamo famiglie che sono notai da 4 generazione e tu col cazzo che entri.

Che è una cosa sbagliatissima, preferirei vivere in un mondo dove il tuo futuro non è dettato da chi sia tuo padre.

Quindi io rimango della posizione che sì - c’è razzismo, ci sono barriere per fare una scalata a livello sociale, ma esistono anche elementi MOLTO negativi e tossici di altre culture che rendono difficile l’integrazione, ed esiste chi schifa la cultura occidentale e non vuole integrarsi peroprio perchè i supremazisti esistono ovunque. C’è il white republican supremacist, e c’è il musulmanl che pensa che gli infedeli debbano bruciare tutti o convertirsi.

Non credo nei “power dynamics”, dove tutti i poveri sono innocenti e vittime a priori senza difetti o responsabilità personali e dove tutti i paesi ospiti cattivi colpevoli di tutto.

poi noi parliamo di politiche di inclusione per assorbire centinaia di migliaia di persone quando il nostro governo manco riesce a rattoppare una buca per strada e pulire 2 cartacce

Menare la moglie non è retaggio culturale, è essere stronzi
Venire da un paese in cui è meno stigmatizzato menare la moglie è una cosa che può succedere ma non è culturale menarla, non c’è nessuna cultura che preveda che sia ok menare la moglie, esistono posti dove il patriarcato è maggiore ma non è mai un retaggio culturale ancestrale che viene tramandato come fosse l’eucarestia, il venerdì si mangia pesce e si mena la moglie.

e per altro sta cosa la risolvi aprendoti e non chiudendoti, se chiudi la gente nel ghetto in cui tutti menano la moglie cosa vuoi che succeda a parte che continuano a menare la moglie?

Il retaggio culturale sono i costumi, il modo di vestire, le tradizioni, i gusti culinari, menare la moglie non è culturale ed è ovviamente una cosa da punire.

Poi che ci sia sta grande differenza percentuale tra stranieri che menano la moglie ed italiani non sono nemmeno così convinto esista una statistica a dimostrarlo e se ci fosse vorrei vederla comparata alle statistiche generiche sulla povertà.

che poi è il vero problema, i poveri e gli ignoranti “fanno schifo” ed è una cosa normale, l’idea che chi non ha i mezzi economici e culturali che abbiamo noi possa assumere da un giorno all’altro gli atteggiamenti di chi certi mezzi li ha dalla nascita è irrealistica purtroppo, i poveri e gli ignoranti sono poveri ed ignoranti e li porti fuori dalla condizione di arretratezza con un mix di cultura e sussidi, mandando la gente a scuola assieme a tutti gli altri, fornendo loro abitazioni e lavori decenti, se menano la moglie li mandi al gabbio e la moglie coi figli la metti in un safe space, le stesse cose che fai con tutti gli altri non è che se vengono da un altro paese serve chissà quale strategia diversa, nessuna donna al mondo sana di mente vuole essere menata dal marito se le dai la possibilità di allontanarsi da un marito violento probabilmente lo farà.

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Comunque faccio notare anche che il delinquente che ruba e stupra è immigrato semplicemente perchè delinque ad un livello più basso e assai più evidente alle persone. Poi arriva il ricco che stupra le ragazzine nel superattico o fa frodi da milioni di euro e anzichè parlare di etnia, perchè in questo caso è bianco, tutti lì a fare gli psicologi in punta di forchetta “eh ma sai lo stress del lavoro” , “l’evasione per necessità” , “il denaro che ottenebra” etc.
Questo per dire che anche la nostra percezione è fortemente viziata da come l’informazione dei media pone un certo tipo di notizie.

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Ruling on beating one’s wife in Islam - Assim al hakeem - YouTube

su questo sono d’accordo - il bianco ricco che stupra poi grazie al papi si fa 3 mesi di domiciliari mentre invece l’immigrato si ritrova la folla che vuole spellarlo. agghiacciante.

ma è anche vero che esiste il concetto di pro capite, e per quanto possa essere dettato dalla società, dalla classe economica e tutto quello che vuoi, certi tipi di crimini PRO CAPITE appunto sono distribuiti in maniera non molto equa.

di solito quando si parla di statistica, tutti i campi parlano di numeri assoluti che sono inutili, l’unica cosa sensata è il pro capite per capire differenze in incidenza di un fenomeno.

per dire, chimay dice che non ci sono prove di tutte queste differenze statistiche, eppure

Interrogazione parlamentare | Aumento della violenza contro le donne in Svezia | E-003395/2013 | Parlamento Europeo (europa.eu)

“3,5 stupri ogni 100 000 abitanti nel 2010. Stando alle statistiche ufficiali della polizia svedese, l’80 % dei casi viene commesso da immigrati o richiedenti asilo.”

quindi ovviamente quando si parla di migrazione di massa, la domanda “si mette a rischio la popolazione nativa”? diventa una domanda perfettamente opportuna e non un semplice delirio nazista di una vittima della propaganda di mediaset.

poi chiaramente, non è che nascere richiedente asilo ti rende stupratore, o il colore della pelle ti rende stupratore, ma la realtà dei fatti rimane quella dei numeri, poi possiamo chiaramente discutere dei perchè e percome all’infinito.

Si però sul fattore economico sei d’accordo, su quello dell’emarginazione sei d’accordo però a me sembra che alla fine l’elemento predominante per te (e kurt) sia sempre quello culturare.
Voi fare statistiche procapite?
Allora prendi in esami tutti i fattori, non solo quelli che ritieni tu prioritari

Quanto di quelli che delinquono lo fanno per fattori culturarli e quanto per fattori economico-sociali. E quant’è l’incidenza di ognuno di questi fattori?
Il dato da cui partire è che se l’immigrato vive integrato e nel benessere, è meno portato a delinquere. Partiamo quindi da questo