Michele morto suicida

non è aberrante ammazzarsi perchè non ti prendono a fare il grafico?
o perchè non scopa(dice lui), perchè invidia(dice lui)
ma per piacere.


e i tizi che si danno fuoco per protesta contro qualcosa?

comunque in questo caso da quel poco di info che ci sono mi sembra di capire che si è suicidato perché si era rotto i coglioni, dando la colpa al sistema per la sua situazione. non è che si è suicidato per cambiare le cose. si è suicidato e scritto un vaffanculo nella lettera.

imho i genitori vogliono che il vaffanculo arrivi a destinazione, tutto qui.

ci sta, la madre però dovrebbe capire che una delle destinazioni è lei:
«Un atto d’accusa che condivido pienamente», dice del suicidio del figlio

«Michele era psicologicamente sano. Michele era come doveva essere: una brava persona»


«perché è chiaro che è la società ad essere malata. E l’intervento della psichiatria dovrebbe essere rivolto a curare la società.
La psichiatria - prosegue - ha un linguaggio che è sbagliato e ingenera confusione perché esiste l’infelicità che viene provocata da altri. E’ la società che è malata e andrebbe curata»


la società è malata ma pure tuo figlio non è che stesse proprio una crema.
Il fatto è che questo ragazzo potrebbe pure essere un caso estremo, ma il fatto che i giovani Italiani siano in gran parte disoccupati in cerca di lavoro o addirittura NEET crea dei presupposti statistici per un'alta incidenza del fenomeno.

Stiamo pagando la mancanza di lungimiranza della nostra società: si inizia con i deboli suicidi e si finisce con i violenti frustrati e predatori.


Sì siamo d'accordo ma sono considerazioni mie o tue, non capisco come le si potrebbe generalizzare.

Il mio non voleva essere un paragone, evidentemente è fuorviante. Il punto è che mi sembra addirittura pretenzioso considerare la scelta non egoistica (come fa Shenlong), non solo considerarla egoistica. Magari un suicida ti direbbe "cazzo vuoi, l'ho fatto egoisticamente, non giustificarmi a tutti i costi".


è ovvio che la società può rendere più acuti determinati disagi esistenziali che possono portare a scelte esistenziali drammatiche.

Ma il punto è che la società da sempre lascia irrisolto il dramma esistenziale, non è che lo cancelli con il posto fisso e gli ammortizzatori sociali, e neppure con i supercomputer che (1!!!) consentiranno di vivere in matrix.
Le perle che scrivono alcuni di voi sono davvero incommentabili


Sì ma la colpa non è tanto nostra, ci sono industrie intere (come quella del marketing) che spendono miliardi e usano tutti i tricks psicologici possibili e immaginabili (come la manipolazione dei bias cognitivi) per manipolare i consumi e creare bisogni fittizi.

Abbiamo creato una società dove l'unica cosa che conta è vendersi sempre più cose a vicenda il più velocemente possibile e questi sono i risultati.


Appunto, quello che dicevo.
Mi sta maturando la convinzione che questo senso di "disagio" e di infelicità (qui ma appunto anche e soprattutto dove le cose funzionano!) sia frutto anche e soprattutto di anni di martellamento del marketing, che ci ha abituati a convincerci che "vogliamo di più/di diverso"
per chi ha dai 30/35 anni in giù è tutto accentuato rispetto alle generazioni precedenti, per le nuove generazioni (<18) abituate ad avere praticamente tutto subito sarà temo ancora peggio

se parliamo in questo senso sono d'accordissimo col fatto che la società sia malata, perché a conti fatti si basa tutto o quasi su questo eh


può essere, ognuno si spiega le cose sulla base della propria esperienza interiore, e c'è chi nella morte cerca di riaffermare l'illusione e mito dell'individualità/individualismo (es., quasi tutti i figamai bumbum; alcuni suicida "per amore" etc.).

Mi permetto di annotare che se quella è la motivazione, è un inevitabile fail. Una volta finita la giostra, per l'individuo cessa di essere rilevante la sorte del sistema pensionistico e delle norme in tema di lavoro subordinato, così come cessa di essere rilevante la sorte stessa dell'universo

una volta che cessi di essere un oggetto nel tempo e nello spazio è tutto equidistante, pure un tuo ipotetico "eterno ritorno"


l'Italia, se avesse fatto delle scelte meno scriteriate nei decenni passati, avrebbe potuto ridurre l'incidenza di disoccupazione giovanile in maniera considerevole.

Non sto dicendo che non ci saranno mai ragazzi suicidi, sto dicendo che grazie al mondo che abbiamo creato noi italiani per i nostri eredi la spinta a finirla in maniera violenta verso se stessi o altri diventa sempre più acuta.

Poi ci sarà sempre il depresso, ma dato che il fenomeno è corrisposto da uno spettro di variabilità piuttosto ampio, la società in cui sei può alzare o abbassare la soglia del punto di non ritorno.


ma infatti si legge nel sottotesto della lettera questo.


Non parlavo per forza di superomismo. Anche più banale tornaconto negativo Ecco te lo spiega Totò, il suicidio è roba per ricchi

Parla di diritti, di ciò che gli è dovuto, di obblighi del mondo nei suoi confronti, tutte convinzioni che a una certa età, dopo qualche anno di contatto con la realtà post-studi e cura genitoriale dovrebbero scomparire. Sicuramente quando ci si rende conto che niente e dovuto, che il mondo è una merda e la vita ancora peggio è una brutta botta, c'è chi regge, chi si lamenta, chi si ammazza.
A questo punto chapeaux per essere stato coerente, il suicidio è il più grande gesto di protesta.


secondo me è sbagliato associare sempre e comunque la scelta suicidaria (o di fine vita) ad una "malattia", del resto la società tende a non comprendere sempre la differenza tra patologia depressiva e un certo tipo di consapevolezza esistenziale. Forse non può neppure permetterselo, perché alla fine risulterebbe controproducente (e poi chi compra l'iphone nuovo).


Personalmente ci penso sempre da anni, e lo considero una opzione personale e indipendente. Non ho scelto io di venir messo al mondo, non ho scelto i miei genitori, non ho scelto tutto il circondario che forma nei primi anni gran parte di ciò che sono. Se ad un certo punto mi rompo i coglioni mi prendo il diritto di privare me stesso della vita, razionalmente.
Sicuramente non ci si ammazza come atto di protesta, ma, in tutto l'insieme di fattori che contribuiscono ad una condizione di disagio così profonda, ci sono anche fattori sociali e ambientali chiave. E se un ragazzo di 30 anni si ammazza dicendo che, tra i vari motivi, c'è anche la condizione dei giovani di oggi tra cui la sua, e sono elementi che portano anch'essi alla depressione, qualcuno delle domande dovrebbe farsele, e quel qualcuno non sono tanto i colletti bianchi capo di mundo ma proprio noi di questa generazione.
Stiamo facendo alla fine qualcosa? No. Ma è colpa nostra del mondo che i nostri merdosissimi genitori c'hanno messo in mano? No.
Gran parte della merda che ci buttiamo giù ogni giorno era stava già venendo fuori quando eravamo manco adolescenti, i nostri genitori e i nostri nonni si sono spolpati tutto lo spolpabile, hanno goduto come nessuna generazione prima della loro.


Beh, in certe culture il suicidio è un modo per uscire dalla vita in maniera onorevole quindi


gran scena e sì, spiega perfettamente il tuo punto. In ottica sociale però, non esistenziale.

also, lei topa infernale.
Leggendo la lettera pare una persona pesantemente disturbata.
Spiace che l educazione alla sanita' mentale non sia mai abbastanza.
Stumentalizzare la cosa pero' mi fa schifo, ma dal rotolo quotidiano non mi aspetto altro.


Scusa ma se uno si suicida è ovvio che sia disturbato.
Ma ci sono dei fattori generanti del disturbo, e tra questi ci sono anche la pressione sociale, il consumismo e la povertà.