Michele morto suicida





Però è giusto anche farsi domande su questo, perché ridurre una persona che coscientemente si uccide a "era arrogante, è rimasto deluso" è banale e non serve a niente.

Prima della orrenda deriva cattolica, ATL non ha detto una cosa sbagliata. Nella situazione di questa persona io leggo l'unione di due problemi:
1) Si è portati a ritenersi "utili" solo in base al proprio apporto alla società
2) Fin da piccoli ci viene insegnato ad aspettarci di avere un lavoro e fare qualcosa di importante

Unendo queste due cose, ritrovarsi senza lavoro per anni diventa un incubo. L'ho visto attorno a me, ho avuto amici che a causa della disoccupazione il suicidio l'hanno considerato, magari nelle giornate più buie.

Non è solo il lavoro il problema, e trovarlo non curerà la depressione come per magia. Ma di certo è una concausa grossa e per come veniamo cresciuti non mi stupisce possa portare a questo.


la vita non può essere oggetto di un possesso, è un processo o un'attività. Come tale può essere solo iniziata o conclusa ma non posseduta (al limite si possiede ciò che sta dentro la vita, quale oggetto dell'attività)

nel contesto di un'attività è ovvio poi che vi possono essere facoltà pienamente libere, in capo all'agente, e altre che implicano un contemperamento di interessi, sulla base delle regole sociali.

Ma chi vuole autenticamente morire, o accetta la morte, in un certo senso è l'unico soggetto libero. E' in caduta libera, la forza di gravità (sociale) gli fa un baffo

Vi è solo l'argomento religioso per contrastarlo, visto che non vi è sanzione o deterrente efficace per forzargli la mano: la sanzione peggiore che gli si potrebbe infliggere è continuare a vivere, ma a quel punto una condanna alla vita svela, per la natura stessa della sanzione (e dello pseudo-ragionamento al suo fondamento), tutta la sua assurdità.


sei cinico solo se era asdomar
noto una preoccupante carenza di empatia su questo forum

ah no scusate, è la società occidentale che sforna sociopatici a grappoli


Sì ma qui si vorrebbe valutare l'etica della scelta. Sei libero anche di farti esplodere in metropolitana: in quel caso sei egoista o no?

Secondo me si può astrattamente supporre egoismo o meno in un caso o in un altro, anche se è concretamente impossibile giungere a conclusioni.

io gli davo pure due pedate, emo del cazzo.
La domanda che vorrei porre a questo forum è questa: se questo individuo anzichè reagire in maniera autolesionista avesse cominciato a farlo in maniera lesiva verso gli altri?

Se questo ragazzo davanti alla mancanza di prospettive anzichè levarsi di mezzo si fosse dato alla criminalità, come fanno del resto tantissime persone in situazioni simili, e avesse cominciato a distruggere vite altrui per poterci guadagnare? Lo avreste accusato di essere un pusillanime come state facendo ora?

Secondo me è stato un gesto estremo ma sotto certi versi relativamente migliore rispetto alle scelte che fanno tantissimi giovani senza speranza che la pistola anzichè puntarsela alla tempia la puntano verso il prossimo.


per me la vita altrui è "sacra", nel senso che non ne violerei mai i confini, ma non ho nessun problema rispetto alla scelta suicidaria (la mia). Quindi il tuo esempio non è pertinente, sono due cose molto diverse. Trovo aberrante la scelta di chi decide di suicidarsi unendo a quella scelta il destino di altre persone (è uno dei crimini più odiosi).

Riconosco la medesima libertà di azione a chiunque altro, per ovvia parità di trattamento, anche se non ogni suicidio è uguale a sé stesso, e penso che la società e ogni frammento che la compone debbano dare gli strumenti a ogni individuo per scegliere, se possibile, la vita.

Mi pare un ragionevole compromesso tra esigenze della società e autodeterminazione.

L'etica nell'autodeterminazione pura (la scelta di fine vita che riguarda solo me) non esiste (non deve esistere). A meno che non ce la voglia vedere io (esiste anche il suicidio "etico").




da che mondo è mondo ci sono alti e bassi, nel mondo delle favole tutti hanno le stesse opportunità e diritti ma nella realtà cane mangia cane.

è brutto? si
è inevitabile? si
si può vivere comunque? si


c'è chi accusa gli altri e si ammazza e chi ci mette il triplo dell'impegno e scava con le unghie per farsi strada a tutti i costi.

uno che scarica TUTTE le colpe sugli altri non è rappresentativo di un cazzo quando ci sono infiniti esempi di gente che con NULLA è riuscita comunque ad emergere e farsi strada.


Ma infatti aveva ragione Camus che il suicidio è l'unico problema filosofico serio, se non l'hai mai considerato seriamente almeno una volta vuol dire che hai scarse capacità introspettive o, comunque, non sei mai stato veramente libero di decidere


http://lasentinella.gelocal.it/ivrea/cronaca/2017/02/04/news/si-taglia-le-vene-e-muore-al-carrefour-di-burolo-1.14823082

questa effettivamente mi sembra ancor più assurda. almeno l'amico di udine l'ha premeditato.


Nope.

Trolley problem.



non è vero dai, ci può stare che abbiano pubblicato la lettera per denunciare il sistema e per dare un senso al suo suicidio, visto che è quello che ha scritto nella lettera, quello che credeva prima di ammazzarsi.
Mi pare anche che stiate andando in senso opposto adesso, sempre partendo dal nulla che abbiamo in mano.

m2c

Potrebbe essere realmente una persona "che c'ha provato" ma a cui non è andata bene per n-mila motivi, anche fuori dal suo controllo.

Bho, sarà sempliciotto io, ma condire le proprie opinioni di un po' di compassione non fa mai male, sopratutto quando si spara ad alzo zero e non conoscendo la situazione.


ma non potrebbe banalmente essere che sto bene al mondo?

mi tengo buona la variante delle scarse capacità introspettive nel caso


con tutto il rispetto per la persona, e comprensione per il dolore della famiglia - ma non penso di dire niente di offensivo - non ci si suicida certo per spronare la riforma degli ammortizzatori sociali o del sistema pensionistico.

Il problema è che pensate al suicidio in astratto, è evidente (buon per voi) che non ci avete mai pensato: il processo decisionale non è così lineare o "banale" (anche quando è frutto di una scelta estemporanea, legata a un momento di compromessa capacità di intendere e di volere), anche perché la scelta suicidaria è sempre problematica per chi vi si approccia. Già solo a livello pratico.


Ci sono delle frasi aberranti in questo topic, viene da pensare che non è così strano che chi ha problemi di questo tipo si senta isolato e sempre più in difficoltà, se le risposte che riceve sono queste.


*

Che poi scommetto che offline il 90% di chi fa certi commenti in questo forum avrebbe pure più problemi ad affrontare la depressione che il ragazzo in questione.
Si sa il cognome? Aveva un curriculum online?


infatti penso, ma è un mio pensiero che sto maturando ultimamente per vari motivi, che l'infelicità dei "giovani" o comunque di chi ha la mia età tante volte sia frutto di anni e anni di "martellamento continuo".
mi spiego meglio: l'altro giorno ero al cinema e ho notato una novità, tra il primo e secondo tempo (avevano tolto anche la pausa gli anni scorsi) hanno aggiunto la pausa pubblicitaria, ci ho messo un po' a capire che era una novità, perché siamo ormai abituati a vedere pubblicità ovunque e in qualsiasi momento. ecco questa cosa di creare continuamente desiderio di qualcosa di "nuovo" o semplicemente di "diverso" imho è una delle cause principali.
Non siamo in grado di apprezzare quello che abbiamo e ci siamo guadagnati perché c'è sempre "dell'altro" (che non necessariamente è migliore di quello che abbiamo), mentre sono fermamente convinto che sia necessario accettare e apprezzare quel che si ha e quel che si ottiene PRIMA di voler migliorare la propria posizione
non siamo più in grado di ACCONTENTARCI, ma non nel senso negativo del termine, proprio essere contenti di quello che si ha

voglio dire, anche a me piacerebbe giocare in serie A e scoparmi le modelle di victoria secret, ma sono contento di quel che faccio e di quel che ho, così come sono convinto che devo e dovrò guadagnarmi TUTTO ciò che arriverà in più che non mi è affatto dovuto