Mi sto spegnendo di nuovo

Hans ma che lavoro fai?

Col cazzo, se proprio non hai le forze per cambiare, rallentare non farà crollare proprio un bel cazzo.

Si, qualcuno ti guarderà storto e si deluderai qualcuno che si aspettava la solita efficenza.

In culo :dunno: a tutti.

Ne va della tua salute e quindi possono andarsene tutti tranquillamente a pijarsela in saccoccia, indipendentemente dal lavoro che fai.

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Qua sbagli e sbaglio anche io, non è sotto controllo altrimenti non avremmo bisogno di scrivere i cazzi nostri su Ngi
Tu però secondo me lo hai più chiaro di me in realtà

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Cerca di rallentare se puoi, Hans.
Guardati intorno se sei insoddisfatto, ma soprattutto metti te stesso come priorità, mi sembra chiaro che il tuo corpo e la tua mente te lo stiano chiedendo a gran voce.
Spero che il momentaccio passi alla svelta, un abbraccio :smack:

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Hans se vuoi piemma che hai il profilo blindato e non riesco a scriverti io per primo

Qui scrivo solo che secondo me potresti cercare, nelle tue giornate di merda che stai passando, un momento per mettere giù nero su bianco una lista delle priorità. Giusto per chiarire con te stesso dove direzionare le energie mentali e psicologiche che ti sono rimaste al fine di rigenerarle. Evidentemente hai un carico addosso che va sfrondato, come un pino di 15 metri con troppi rami che quando arriva il vento quello vero rischia di essere sradicato.
Nella vita accumuliamo e assorbiamo tutto, ogni tanto il sacco va alleggerito.

La buona notizia è che a quanto pare non sei costretto a fare tutto questo da solo. Se vuoi lo puoi fare, ma personalmente ti consiglio di scrivere quella lista delle priorità assieme a tua moglie, e, non so quanti anni abbiano i tuoi figli e quanto siamo maturi, ma perché no, potreste (tu e tua moglie) coinvolgere anche loro, se senti il bisogno di un supporto più completo. Ad es. , Moglie che dice: “Papà è in un momento di difficoltà, ha bisogno di tutti noi, è forte ma è stanco e ha paura e non sa bene come fare per non cadere come è successo tempo fa. Potrebbe volerci del tempo, ma se stiamo uniti come famiglia e ci prendiamo cura di lui, col tempo troverà una soluzione e potrà essere sereno.” I figli capiscono tutto, se spiegato con amore.
Chiedere aiuto e riceverlo, accettandolo completamente, non è sintomo di debolezza, ma di consapevolezza di essere limitati, di maturità e in realtà di quella forza propria di chi ha costruito delle relazioni vere, perché tu hai dato e ci scommetto quel che vuoi che chi ti sta intorno e ti vuole bene aspetta solo che tu allenti le difese per aiutare te. Permettiti di sentire l’affetto, non prenderlo come accondiscendenza, gli altri sono capaci dello stesso amore che tu senti dentro di te nei loro confronti.

Non so quante decadi tu abbia sul groppone, ma ti posso dire che ho fatto il commerciale e mi ha distrutto. Da 15 giorni faccio un lavoro di servizio pubblico, sono rinato, sentirmi utile, metterci il cuore in un lavoro di burocrazia pura e ricevere ringraziamenti davvero sentiti dopo due sole settimane che ho iniziato mi sta scaldando dentro. Questo solo per dire che stare meglio si può, lo dico da persona che il baratro sa fin troppo bene cos’è e che proprio nella famiglia ha trovato l’innesco per puntare i piedi e mettere dei punti fermi.

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mi spiace hans
capisco che il lavoro possa distruggere…
sta succedendo lentamente anche a me, ma come dice jopi la paura di far crollare le cose belle che hai attorno ferma dal cambiare

non conosco i dettagli, ma fatti forza
bisogna cambiare, non esiste che non ci sia un altro lavoro al mondo
e lo scrivo forse più a me che a te

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Capisco il consiglio di cambiare lavoro ma bisogna anche oggettivamente riflettere che una persona che ha esigenze di stabilità emotiva forse non ha né la voglia, né la forza, né il tempo, forse, per cercare e trovare un altro impiego. Tant’è che Hans stesso che si immagini di mollare e finire con un cartone sotto al ponte.

Può essere una mossa forse altrettanto fruttuosa quella di mettere dei paletti e cercare aiuto per capire che il lavoro è si importante, ma la salute,la famiglia e la vita viene prima. E visto che mi pare di intuire che il problema sia il rapporto con i clienti, cercherei di far capire questa cosa alle persone con cui interagisci che forse non si rendono conto che singolarmente non sono causa del problema. Ammette lui stesso di somatizzare tutto, forse il problema è tanto del lavoro quanto di come lo vivi, puoi provare, con l’aiuto dei tuoi affetti, a lavorare su questa cosa e cercare di somatizzare meglio il lavoro.

Tipo che alle 17 ciao, ho impegni familiari, e se ti urlano che è urgente aspettano la mattina. Sclereranno la prima volta, la seconda, ma se poi i risultati che porti sono gli stessi a posto così e dedichi il tuo tempo libero a vivere serenamente.

Poi se non succede ben venga l’idea e spinta a cambiare per cercare aria fresca, ma cambiare lavoro può in un caso essere la spinta per rinascere, in altri casi l’ultimo calcio che ti getta nella fossa nel caso in cui vada peggio.

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Non so quanto possa esserti d’aiuto Hans ma il lavoro è il problema numero uno per la gran parte delle persone allo stato attuale, non sei certo in una minoranza in questa situazione.
Tralasciando le solite banalità da dire posso consigliarti magari di ridurre l’uso di sostanze che certo non aiutano a tenere a freno lo sbattimento, per cui ridurre caffè e smettere di fumare (lo dico a te ma vale anche per me), so quant’è difficile la seconda :asdsad:

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mi accodo alla domanda, non tanto per mera curiosità, ma soprattutto per inquadrare la causa del disagio e magari condividere esperienze simili

La butto la’ ma dubito il problema sia “il lavoro”. Il lavoro e’ piu’ un campanello d’allarme. Che il lavoro sia una rottura di cazzo e’ solo un sintomo che qualcosa non va’ piu’ a fondo.

Pure io che alla fine faccio un lavoro che non mi dispiace ho periodi in cui proprio non ho nessuna voglia ma sono sempre momenti in cui c’e’ altro che mi sta devastando o distraendo.

Per quello dicevo “magari pm” Hans. Se non vuoi andare troppo nel personale perche’ alla fine e’ un ambito pubblico questo. So che hai gia’ passato un periodo in cui ci sei andato sotto ma non ricordo come ne sei uscito (non ricordo se l’avevi scritto). L’unico consiglio valido che ho letto qua imho e’ quello di facetheworld. Fai partire un dialogo perche’, a quanto sembra, le persone attorno a te hanno notato che qualcosa non va.

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non è detto, a volte è solo il lavoro che non ti piace o ha smesso di piacerti, solo che per svariati fattori tentenni nel cambiarlo
e questo alla lunga ti erode secondo me

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Ma se facessimo una serata in un canale di discord sfogandoci e parlando dei nostri problemi e sensazioni mentre si cazzeggia davanti al pc?
Una sorta di confessionale tra disperati e ubriaconi

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vi sto leggendo ora.

Grazie a tutti. Di cuore. I vostri commenti sono preziosi e di grande levatura. Mamma mia che bravi che siete.

Mi siete di grande aiuto nel mettere a fuoco le cause del disagio che ritengo essere in primo caratteriali e lavorative, complice un momento veramente duro da tanti punti di vista.

Stasera, non senza esitazioni, e ha richiesto un certo effort solo per convincermi, ho deciso che mi concederò un momento di evasione, giunto per puro caso chissà le cose non accadono per caso boh, in compagnia di amici, e anzichè stare sul divano a rimuginare le budella ho deciso massì come viene viene davanti una birra.

Questo amico mi ha detto “la devi finire di flagellarti e voler fare le cose in modo sincrono. Devi mandare affanculo la gente che pretende le cose ieri”

Ora ne ho bisogno per dimenticare il lavoro e vedere se si riaccende un pelino la voglia di vivere e recuperare lucidità.

Mi concedo una sera per me. Mia moglie gli ho chiesto se voleva venire e mi ha detto “è la tua sera, ne hai bisogno, vai e spegni un po sto cazzo di cervello. Io vado con le amiche e poi stanotte famo scintille”

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Daje non bere troppo altrimenti niente scintille :asd:

Com’è andata la serata Hans?

la verità? mi sentivo fuori posto senza mia moglie. Un po strana come sensazione. Si divertente il contesto ma sembrava una replica del 1987. Non mi sono lasciato andare. Bastava incrociare sguardi e si creavano futuri. Quanta gente bisognosa d’amore pensavo. Mi dicevano bevi ma ho bevuto solo un gin tonic di merda (io odio il gin, cazzo ci trovano di piacevole, serve solo per sballare). A casa un mal di testa galattico mia moglie mi fa “ma hai visto che ore sono? hai una faccia, sei andato a troie? prendi un analgesico va che non hai più 20 anni”. E io “ma quando mai, senza di te mi sentivo perso. Andiamo a letto va” E ci siamo abbracciati.

A lavoro ero mezzo sminchiato.

Riparti da quello Hans

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Comunque se posso dare un consiglio.
Non ti conosco ma sono uno che bordeggia costantemente con il burnout e combatte tutti i giorni con il proprio senso del dovere. Ho un lavoro che non ha orari (cioè, ce li ha, H24), ho tanta gente che dipende da me e rischia tutti i giorni, e fatico a prendermi tempo per me e per la mia famiglia perché per farlo devo combattere col mio senso di responsabilità.

Lavorare fino all’esaurimento non solo a volte non è necessario, ma spesso è controproducente.
Prenditi una vacanza, rallenta, molla un attimo.
Ti sentirai in colpa, ti sembrerà di venire meno alle tue responsabilità, invece ti accorgerai che quanto torni sarai in grado di lavorare meglio e con più testa, di rendere meglio.
Se arrivi al punto di rottura il tuo lavoro ne risente, fai cazzate, prendi decisioni sbagliate, magari in momenti critici.
Quel che è peggio, fai danni in famiglia, che invece deve essere il santuario dove torni a ricaricarti e che devi preservare ferocemente dalle rotture di coglioni esterne e dalla merda che ti smazzi ogni giorno.

Te lo dice uno che ancora ci sta lavorando e che spesso non ci riesce, eh, non voglio insegnare niente a nessuno.
Ma penso di aver capito questo dopo 20 anni di lavoro e esaurimenti periodoci. Farò meno carriera se rallento? Certo
Però farò anche meno carriera se scoppio e faccio qualche minchiata.

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Mi permetto pure io di aggiungere una cosetta, da prendere coi guanti in quanto sostanziata solamente dalle poche cose che ho letto qui.

Lavoro a parte, credo tu possa già trovare del conforto nel fatto che sembri avere trovato una compagna di grande valore, cosa tanto difficile quanto rara.

Alla fine fermarsi un attimo ad apprezzare quanto si ha, senza dimenticarsene o darlo per scontato, è un modo salutare per ricaricare un po’ le batterie.

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hai centrato il problema.

Sto già applicando il metodo di spegnermi a fine orario di lavoro e ricaricare le batterie in famiglia, dove vuoi o non vuoi bisogna anche gestire il quotidiano, e non mi sopporto più che a casa arrivo che sembro un vegetale mi piacerebbe essere più presente, ma durante la giornata è un attimo e finisce a contenzioso legale. Soverchiante. Il problema sono i si in 30 anni. Farli diventare no è una montagna. Meno male che a casa ho un ambiente di persone veramente d’oro se no ero già cibo per vermi. Mio figlio mi fa “papy vuoi essere aiutato al lavoro?” io con il cuore in lacrime gli ho detto “tranqui, pensa al tuo futuro, lo studio, etc.” Ora è diventato quasi autonomo fa dei lavoretti e studia.