Ma la società oggi è più violenta?

E va bene così. Un po’ meno che mi fai scrivere la stessa roba mille volte :asd:

@RoMZERO stai sbagliando angolo di analisi. Quel che descrivi è grosso modo l’atomizzazione della società. L’espressione del de-valorizzare la collettività, e di conseguenza avere ingroup dal raggio più piccolo.

Come lo vedi il concetto di “dopolavoro ferroviario” oggi?

Non lo conosco, mi fai studiare. :nono:
Mi faccio un’idea e poi ti rispondo.

@char
Riguardo all’atomizzazione: non ho identificato le cause del problema che ho esposto. Credo però che l’atomizzazione sia sicuramente una delle cause, ma anche che l’atomizzazione sia causata da una seri di singoli fattori, che avevo elencato in un altro reply. Insomma, parlare di atomizzazione credo dia una visione macroscopica, ma forse necessaria per semplificare e comprendere la realtà. Specifico però che è un argomento di cui ho sentito parlare e che non ho mai più di tanto approfondito. Posso solo provare ad intuire quali siano le conseguenze della solitudine sul rapporto tra individio e collettività. Il rischio bias c’è, ma se non si affrontano gli argomenti e non c’è confronto, tale rimarrebbe.

Relativamente al DLF, che non conoscevo, posso solo intuire che abbia gli stessi problemi del walfare che conosco nel mio ambito lavorativo. Ossia, le attività organizzate in tale contesto sono snobbate dagli under 50-55, ma anche da alcune classi sociali. Però dimmi dove vuoi arrivare, altrimenti, ovviamente, non so risponderti perché non so cosa vuoi sapere.

Per Apolitica intendo la rabbia del genitore testa di cazzo che aggredisce l’insegnante. Qui non è un problema di gestione scolastica ma è un problema soprattutto culturale.

La gestione della scuola è certamente politica, ma per il disastro attuale diamo tranquillamente la colpa a entrambi gli schieramenti e siamo a posto.

Stabilire se oggi la società sia più violenta del passato è un esercizio che non riesco a definire.

I miei occhi sono stanchi e vuoti. Ormai sconfitti. Lo schifo che hanno visto e che vedono mi hanno annientato ogni barlume di speranza.

Li vedo tutti come burattini agitati, in preda alle convulsioni aritmetiche del portafoglio e dei sentimenti.

All’apparenza rilevo rozzi passi avanti introdotti nel modello culturale. Come voler aggiustare cervelli con il cacciavite.

Che però, pur lodevoli nelle intenzioni transitorie ancorchè non interessate da beceri ritorni di ego, mi appaiono come granelli di sabbia in balia di tsunami basati su altri istinti più incivili, o peggio razionalizzazioni di pulizie sbrigative.

Lunghissimo e ancora ai vagiti mi appare purtroppo il percorso di crescita di un modello pienamente rispettoso di ogni individuo.

E non mi pare di scorgere stili di vita così, come dire, particolarmente sani, all’orizzonte.

Ci sono domande da due tonnellate cbe bisognerebbe mettere sul tavolo ma farlo significa smantellare tutto.

Oramai manco lo vediamo più, l’altro genere di esistenza.

Sì, non è l’assoluta spiegazione ma è un punto di partenza importante.
Ingroup (e di riflesso, outgroup) è l’altra cosa che ho menzionato.

Il senso del DLF è legato non troppo fortemente a quel che ho menzionato: il grado di aggressività che ritieni opportuno adottare in situazione di ostilità è legato a quanta aggressività ritieni sia accettabile per gestire situazioni, a quanto ritieni che l’aggressività funzioni, a quanto sei interessato alle parti di chi ti stia esprimendo un comportamento ostile e perché te lo stia esprimendo.

Il concetto di DLF è una rappresentazione di un sistema di community building - se ne prendi parte estensivamente, chi ne sia parte per te non è più soggetto che non abbia niente da dirti o da darti, è componente di una comunità di cui fai parte anche tu e questa cosa si inserisce nella tua identità.

Oggigiorno la costruzione dell’identità avviene in maniere molto meno omogenee rispetto ai bisogni della persona. Però un concetto di DLF è qualcosa di assurdo per come sia strutturata la società oggi, costruire un’identità collettiva nello “spazio di carne” e non per astratto è qualcosa di molto poco catalizzato dalle forze che si occupano di riempire il tuo spazio mentale ricreativo.

Riguardo alla atomizzazione, visto che è saltato fuori l’argomento, c’è letteratura?
Comprendere i problemi della società è qualcosa che mi intriga, perché vedo tanto disagio, soprattutto tra i giovani e mi domando se ci sia un modo per rafforzare la presa di coscienza del problema, capirne le cause, e quindi contrastarlo nel piccolo.

Ti faccio però una domanda, visto che in qualche modo hai affrontato il problema: il DLF non è comunque un modo per creare comunità, combattere la solitudine e quindi l’atomizzazione?

Dipende. E’ piu’ violenta di… quando? Degli anni 80 e 90, assolutamente no. Di fine anni 90 inizio anni 2000? Sicuramente.

Quello che e’ cambiato e’ che non si sa piu’ come rispondere alla violenza verbale e fisica, e questo lascia campo libero ai gradassi.

ne parla david harvey in breve storial del neoliberismo. parla di come il neoliberismo ha modificato le città in modo da rendere più atomizzati i lavoratori e di non permettere loro di avere luoghgi di ritrovo, discussione, critiche e di conseguenza anche sindacalizzazione.

edit: perchè ne parla anche nella crisi della modernità, anche se meno

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Cmq noi ci facciamo tante seghe coi costrutti sociologici, ma tanto il picco e la discesa dei reati di natura violenta corrisponde col picco dell’uso e la graduale messa al bando del piombo nella benzina :asdpunk:

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mi sono letto un pò tutto il thread, entro a gamba tesa con una questione che mi sta a cuore ma per la quale sinceramente non vedo una soluzione.

Mi capita di leggere commenti a notizie su Facebook o video su Instagram di varia natura (dal ragazzo che pubblica un video di cucina al signore che parla di barche a vela).

Un tempo, agli albori dell’internet, ci si “nascondeva” tutti dietro ad un nickname e l’anonimato era una roba imprescindibile (del tipo che ci si diceva sempre “non dire come ti chiami altrimenti ti vengono a cercare sotto casa i matti!11!!1”.

Oggi invece leggo commenti ABERRANTI di una cattiveria e di una infamia senza pari da parte di chiunque, dal ragazzino adolescente imbecillito, al pensionato, alla nonnina con la foto del nipote e i gattini sul profilo.

Mi è capitato di leggere commenti da parte di “boomers” sotto video di un ragazzo paraplegico del tipo “ritardato di merda fai schifo nasconditi”.

Concordando sempre con la famosa frase di Umberto Eco “i social hanno dato parola a legioni di imbecilli”, tutto questo è veramente fuori controllo.

Che se da un lato non aggiunge nulla di nuovo alla questione, dall’altro lato mi fa una paura fottuta soprattutto pensando a chi insulti e commenti di questo tipo li riceve ogni giorno.

C’è tuttora la sensazione (errata) di impunità social che consente a certe persone di vomitare ogni genere di veleno.
Ma non solo sotto i post che offendono a torto o ragione le loro convinzioni e credenze, spesso pure sotto argomenti leggeri, neutri ed innocui.
Ci si difende con la teoria della mancata comprensione del testo, peraltro tristemente reale, ma in realtà non capiscono il testo perchè non lo vogliono capire, vogliono indignarsi e fare baruffa sui social.
Le motivazioni non le so, in fondo credo non ce ne siano. Sputare merda sui social è sicuramente più “sicuro” che dirle di persona, per una denuncia causata da un insulto ci sono 1000 post che passano lisci.
Ricordo il caso di una signora della mia città, abbastanza conosciuta come persona equilibrata e per bene, che scrisse sotto la foto di una coetanea col nipotino “spero che moriate bruciati entrambi”, così a muzzo.
Non si conoscevano, non avevano niente per contrastarsi, tutto gratuito.
So che la cosa è trascesa in rl ma non so il finale.

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Boh se ci pensi la violenza è diminuita man mano che era sempre più facile trovare porno di qualità GRATIS ma ora c’è di nuovo una crescita perchè il nuovo trend e su OF che è a pagamento.
Ora non voglio discutere sulla qualità di scappate di casa che si scrivono “Alanesh” sul sottotetta per farlo sborrare però il fatto che il nuovo trend sia questo ed è a pagamento è l’unica vera spiegazione sull’aumento della violenza :dunno:

Dopo aver letto Storia della tortura di Riley Scott ho smesso di interrogarmi. Ieri, oggi. Questa è la nostra storia.

Da cresciuto negli anni 80 e 90 in zona popolare difficile, in cui vivo tuttora, assolutamente no: la società è MENO violenta, ma molto meno, non ci sono dubbi.

Solo, come già detto da altri, la violenza è diventata più vistosa e e più biasimevole. Il video col bullismo fa scalpore e fa indignare, gli episodi di violenza son documentati e posti online. Questo li fa sembrare numerosissimi.

Io trovo che sia un bene. Alla scuola media dei primi novanta gli atti di bullismo e il picchiarsi fuori eran la norma, se te lo raccontavano “sticazzi”, è normale. Ora invece genera la giusta indignazione e schifo. La società sta migliorando, non peggiorando. Prima o poi lo capiranno anche gli ultimi dei trogloditi, sempre più stigmatizzati.

Sta così migliorando che abbiamo i governi di estrema destra un po’ ovunque.

Comunque se non ci metti l’offesetta, manca il fiocchetto al reply. Bentornato.

Eh se è per questo anche la situazione del riscaldamento globale è un macello eh

Beh, quello si lega appunto alla sensazione di violenza PERCEPITA, diversa dalla presenza reale della violenza.
E c’è anche un discorso di violenza repressa, a leggere i commenti sui social c’è tanta VOGLIA di “vedere” violenza, di sdoganarla, ma restano ciance da social.

Esempio per far capire di che parlo: i video delle borseggiatrici in metrò. Tripudio di “picchiatele”, “fategli uscire il sangue”, “pugni in pancia”, “se capita a me la lascio per terra” e simili stronzate, ma quello restano, abbaiate sui social.

Nel reply infatti si parlava anche di violenza verbale, che @char ha giustamente chiamato aggressività.
Lo stai confermando.

La violenza di cui parlo io non sono le percosse, ma l’avrò scritto ventordicimila volte.