Ma la società oggi è più violenta?

Io comunque non credo che sia solo colpa del pratriarcato.
C’è un crescere della violenza in tutti i contesti, sia di tipo verbale che fisico.

Boh in generale no, i crimini violenti sono in diminuizione in tutto l’occidente da 40 anni.
C’e’ un aumento di percezione di questi crimini, che poi di per se’ non e’ manco una cosa negativa eh.

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Non so i crimini. Io parlo dell’approccio a risolvere una qualsiasi contesa. E’ facile che la gente venga alle mani.

Si capisco cosa vuoi dire, intendo che questo non si riflette nelle statistiche.
Io ho l’impressione che se ne parli e lo si noti di piu’, e questo di per se’ non e’ un male, vuol dire che la violenza fisica e’ sempre meno accettabile.

Oppure semplicemente, senza arrivare alla malattia mentale, persone diverse processano e mettono in atto gli stessi concetti in maniera diversa com’è perfettamente naturale che sia e come succede per qualunque cosa.

Non è assolutamente così, se leggi libri che parlano dell’Italia anche solo degli anni '60-70 una delle cose che (almeno a me) lasciano più esterefatti è proprio la diffusione della violenza, non solo fra privati ma anche da parte dello stato.

Per dire, stavo leggendo un libro sulla strategia della tensione, chiedo a mio padre che negli anni '70 ha studiato a Trento, e lui con perfetta naturalezza mi fa “ah sì ogni tanto scoppiava una bomba, poi tutte le mattine quando scendevamo dal treno per andare a scuola c’era la Celere ad aspettarci.” Io così → :vface:

Vabbè, se mi porti come esempio il terrorismo, grazie.
Io parlo dell’approccio violento che hanno le persone nei rapporti di tutti i giorni.
Il motivo non so darlo, non studio sociologia, ma secondo me è palese che ci sia un problema diffuso.

Beh, direi si contestualizzi in una serie di modelli culturali che in qualche modo facilitino ed avallino gli impulsi ed indoli non esattamente edificanti.

Vale anche per la vita di tutti i giorni, non è che se la gente agiva violentamente nella politica (anche senza arrivare al terrorismo, scontri e pestaggi erano all’ordine del giorno) poi appena si cambiava argomento era tutto fiorellini e unicorni.

La differenza come ha detto Pjem è che oggi queste cose siamo più pronti a condannarle e che è anche più facile venirne a conoscenza perché chiunque gira con una telecamera in tasca.

Secondo me è un errore trattare il problema in questo modo. Vittorino Andreoili lo presenta con un problema sociale di oggi, dalla violenza alla distruttività: un’evoluzione del fare del male a qualcuno, che però distrugge anche se stessi.

Non è un argomento che possiamo semplificare a statistiche che magari possono giusto riguardare la percezione della paura alimentata da 4 stronzi fasci al governo.

Io sto parlando di altro.

Il trend è in calo, punto. Quello che cambia è che gli eventi diventano pubblici in un attimo, dagli abusi del clero alle violenze domestiche fino ai reati di mafia.
Abbiamo fatto enormi passi in avanti, quasi tutti i tabù sono caduti e si parla di ogni cosa in maniera più che abbondante, a te può sembrare che sia un trend in crescita ma la realtà è che prima se ne parlava col cazzo, e quindi avevi l’illusione che non succedesse nuente.
Vatti a leggere la storia di franca rame e delle uscite al processo tanto per farti un’idea di come era trattato chi provava ad alzare la mano.

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ma il punto è che semplicemente non è vero, la violenza era diffusa anche 50 anni fa e pure di più e ne hai pure le prove, era considerata “normale” roba che oggi lo è molto meno, ad esempio menare la moglie o perfino lo stupro era visto in modo diverso.

E non è che serva un indagien storica per capirlo, basta guardare la produzione cinematografica per capirlo, ci sono svariati personaggi che menavano la moglie ed erano personaggi con cui empatizzare, da Fantozzi ad almeno due film di Sordi di cui ho memoria, e non erano personaggi malvagi, certo menare la moglie non era visto come positivo ma era talmente normale che te lo rappresentavano di passaggio in una scena per descrivere in impiegato stressato.

Lo straniero senza nome è un film di Eastwood del 73, non del 1920, il cui protagonista eroe vendicatore come primo atto a inizio film stupra una ragazza, la cui unica colpa è quella di vivere nella città i cui cittadini avevano ucciso il fratello (oltre al fatto che viene fatto intendere che un pochetto lei ci stava winkwink) e pure su questo tema la produzione cinematografica è vasta, solo certi film non li vedi mancio più in tv perché sono cringe oltre ogni livello, invecchiati malissimo anche per questi temi ecc quindi i western in tv che mandano sono altri.

Se poi parliamo di violenza nelle strade poi non ne parliamo, anche su questo esiste vasta letteratura, senza andare troppo lontano basta pensare a tutti i morti uccisi dalle varie forme di squadrismo, alla strategia della tensione ecc.

Io uscivo dalla mia scuola elementare nella periferia di milano e la gente stava nel parco di fronte e si bucava, era la norma, manco veniva la polizia.

Non so manco perché ho fatto tutto sto wot, comunque il succo è che non ci sono dati a dire che la violenza di genere stia aumentando e che ci sia chissà che causa nuova a generare il fenomeno, gli uomini ammazzavano le fidanzate e le mogli anche prima, forse c’è di positivo che adesso la fanno franca meno di prima ecco.

Il trend di cosa? Dei crimini? Perché giusto di quelli hai le statistiche.
Del trend degli insegnanti che vengono minacciate o che, semplicemente, subiscono le incursioni furiose dei genitori hai i numeri?
Delle guardie mediche che hanno paura in determinati contesti hai i numeri?

La televisione a dirci cosa accadeva in Italia, c’era anche 30 anni fa. Ora lo sappiamo, aka siamo più informati, per grazia di chi?

Secondo me la versione che proponi è semplicistica, veramente legata alla percezione e poco scientifica, ossia non si pone il problema, non fa ipotesi e non le verifica. La base del metodo scientifico.

Il problema è tutto qua. Stai pensando che io stia cercando di trovare altre cause al di fuori del patriarcato, per fornirgli l’alibi. Peccato, non è così.

Non sto parlando della violenza di genere, ma della violenza nella società, che ovviamente ha impatto su tutto, anche su quella di genere.

Scusa ma ti abbiamo detto in due che una volta la società era più violenta e tu hai risposto che non parlavi di quella violenza :dunnasd:

Cioè una volta cose come queste erano quasi la norma eh?

Tu parlavi del terrorismo, io del rapporto che c’è tra le persone di tutti i giorni. :asd:
Oltretutto, prendere il terrorismo e appiattirvi tutto attorno lo trovo molto riduttivo.

Io mi sono posto un interrogativo e secondo me faremmo bene a porgercelo tutti, anziché etichettare gli episodi con facilità. Perché significa non analizzarli, non capirli e quindi non risolverli. Guarda un po’, il trend attuale usato per qualsiasi problema, che poi però ti porta a sbattertelo in faccia quando è ormai troppo tardi per porvi rimedio. Roba stile contrastrare il GW per intenderci o capire perché un immigrato si lancia con l’auto tra la folla.

Ti porto l’esempio di mia madre, visto che parlavi di tuo padre.
Mia madre è stata maestra ed in pensione da un anno.
Negli ultimi anni mi ha sempre detto che era diventato problematico il rapporto tra maestre/i e genitori. A detta sua questo problema si è esacerbato negli anni, prima addirittura non esisteva o era molto raro.
Come metteva la nota al bambino o lo sgridava/riprendeva, si ritrovava con una certa frequenza i genitori a sbraitare nel corridoio.
Non solo, ti dico anche che, oltre ad usare violenza verbale o alla meglio supponenza, proteggevano il figlio come segue:

  1. ha risposta ad una percossa ed ha fatto bene, perché non aveva iniziato lui e deve imparare a difendersi
  2. è perseguitato dalla maestra e/o dal compagno
  3. non è vero, non ha fatto niente

I TAR sono pieni, strapieni di ricorsi, perché c’è il rifiuto totale dell’istituzione scolastica. Non è violenza voler controvertire un giudizio?

Non so se i genitori si siano svegliati contro la potente lobby delle maestre; a me sembra ci sia un serio problema di educazione (rimanendo nella scuola) che poi sfocia in altro, violenza compresa. Ovvio che però non è solo questo. Il costume, i falsi idoli, l’eterna rincorsa al benessere, l’individualismo, il nichilismo, l’impossibilità di realizzarsi, ecc. Sono tutti problemi interconnessi, esacerbati dal capitalismo e della tecnica.

O forse incarno bene il profilo del boomer probabilmente.

Esatto, avoglia che la percezione e la normalizzazione della violenza erano su un livello che per gli standard odierni sono considerati da terzo mondo, con tutte le conseguenze del caso.

Per restare nell’ambito del femminicidio esisteva fino a boh gli anni 70 addirittura 80 il delitto d’onore o come cazz se chiamava

Avevo postato la stessa considerazione su cinema dopo averlo visto, e notavo anch’io quanto fosse indicativo sul cambio di percezione.
Cioè lui nel film è il buono, l’eroe, e quel gesto viene fatto passare come relativamente normale anzi alla fine le piace e fa bene a metterla in riga.
Io che non me l’aspettavo ero abbastanza confused quando l’ho visto, manco tanto tempo fa :asd:
Sono passati ormai 50 anni ma sembra passato un millennio

No. Ti ho parlato della vita di tutti i giorni (mio padre che andava a scuola) e dell’abitudine che c’era alla violenza (le bombe, i poliziotti in tenuta antisommossa). Ma non è che ci fosse solo quello.

Per dire, visto che hai parlato di tua madre che faceva l’insegnante, prova a chiederle se quando era ragazzina lei si usavano le punizioni corporali a scuola. Perché mio padre me l’ha raccontata più di una volta quella delle botte sulle mani date col righello :asd:

comunque forse se proprio si vuole discutere del tema viulenza nelle strade, ngi odia brom non può sparare, apriamo un topic dedicato senza invaccare questo?

Come no, le bombe non è terrorismo?
La violenza di cui parli è molto politica.

Io sto parlando dei rapporti tra persone.