M4A'S DRUGS & ZAZZERA BATTLE OF THE 70'S

Eccellente :sisi:

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Ti vedo confuso quindi magari è meglio che non voti perchè poi potresti pentirtene. :sisi:

Perfetto, direi che WMute ha espresso il suo voto, che venga conteggiato!

… Mi sento un semplice cittadino finito in qualcosa piu’ grande di lui…

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Bowie +1
KC +1

Nico +10 mazzate

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è tutto bellissimo :asd:

Niente, non ci si schioda dal pari :asd:

Vabbuo’, piglio per buono il cambio di voto di Eleclipse (+10 mazzate anche a te) e faccio passare Red, sennò non ne usciamo più

Sappiate che il thin white duke c’è rimasto così:

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Ok i prossimi due non ho veramente idea di cosa siano :look: chi li ha proposti li inquadra in due parole? Hans, ho detto due parole

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Avevo già intenzione di farlo infatti visto che l’album di Jima Hall l’ho scelto io. :asd:

L’ho scelto perchè Jim è uno dei miei chitarristi preferiti e questo è l’album che me l’ha fatto scoprire ed amare è veramente un album che trasuda buon gusto da ogni nota, per chi non fosse familiare con il suo stile Jim è l’anti Pat Martino per eccellenza niente fraseggi fitti di sedicesimi che non finiscono più ma molto più ad ampio respiro con poche note ma giuste e messe bene.

L’album per me ha dei suoni elegantissimi e la formazione è da seghe a quattro mani perchè oltre al nostro buon Jim Hall alla chitarra abbiamo Paul Desmond al sassofono, Chet Baker alla tromba, Ron Carter al basso, Roland Hanna al piano e infine Steve Gadd alla batteria, insomma una delle formazioni migliori di sempre e tutti in formissima.

L’album dura un ora ma non spaventatevi perchè gli ultimi tre brani sono sono degli alt take come si è soliti fare negli album Jazz quindi non è fondamentale che li ascoltiate, purtroppo per te invece Attela non c’è nessun bobi bobi ad accompagnare l’esecuzione dei grani quindi so che la cosa ti farà soffrire immensamente.

Edit: mi censura se scrivo g n i ma lo lascio così perchè mi ha fatto ridere il bobi bobi. :rotfl:

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Jarre viene a venezia in piazza san marco questa estate ma vogliono 150€ e anche col cazzo che se li pigliano dal sottoscritto :asd: peccato però, sarei andato volentieri. A sfregio quindi voterei per Jim Hall ma c’è l’obbligo di ascolto :asdsad: e quindi riascolterò oxygene ed ascolterò jim hall :sisi:

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Oxygèn è l’Alpha e l’Omega del tutto.

Entri oggi e esci su altro piano esistenziale dove non serve parlare.

Ti si forma tipo un superpotere, sposti cose, diventi pure più intelligente.

E si inizia forse uno dei round più cool ai miei occhi.

Questa è tipo una finale, ergo me li voglio gustare di fino.

Per me sono due da livello Monstre.

Il Dream Team di come deve essere una band, dove già solo Gadd alla batteria si parte da livello Ufo di default, vs l’ossigeno francese di un giovane Jarre figlio di quello che ha composto la ost del dottor Zivago, e il figlio pronti via dopo un paio di album di prova prova 123, esce sto capolavoro e resetta tutto, cioè fa il giro del globo, 80 milioni di copie, e gli avevano detto “senza cantato non funziona” e definisce un nuovo sound che piace ai vivi e ai morti, l’elettronica entra di prepotenza nel mainstream e siamo nel 1976, pare duemila anni avanti.

Ma iniziamo subito l’ascolto di Oxygèn che boh sara la milionesima volta, ma stasera ha un sapore particolare, avvolgente, dopo una cena frugale a base di bastoncini findus col limone e una passata di verdure a latere.

Play e sei già dentro. Parte 1, serve a togliere l’agitazione, come mettersi in sinchro, suoni meraviglioni, melodie appoggiate come fosse un menù a la carte servito da una stella. A 2:13 ti senti già pronto, fondi che si muovono nell’aria, senti come si allarga con fare lento, si avvertono forme d’onda che si baciano, come una danza di elettroni, ti pare quasi di toccarli, e all’improvviso a 4 e 25 ecco il primo single note bass, bello cicciotto tipo un buco, e partono sintesi fresche e calde allo stesso tempo, che ti rapiscono, ti senti tipo trasportato, assaggini del dopo, e che dopo.

A 7 e 40 si entra nella parte 2. EVVAI CAZZO, porca puttana che continuo raga, sto basso accendete il sub, viene giù Andromeda e Sirio, pezzo mistico, ma che dico mistico, Livello Civiltà Futura, ti senti decollare, MAESTOSO come il monte Olimpo su Marte, e gustiamocelo, il riff a 1 e 42 è nella storia, immortale proprio, ti si gela il cuore, l’emozione è tanta, si piange di gioia, a 3 e 33 come gli anni di chi vi pare a voi, senti che melodia, ha rapito anime proprio, ma ora silenzio fino alla fine, si gode assai, te lo metti in tenda in tibet e vedi che inizi a parlare con gli uccelli, cazzo vuoi di più da un sound evocativo del tutto, ed è già

parte 3, atmosfere maestose su toni e frequenze da elevarsi a altro, sembra una scultura sto fronte sonoro, chiudi gli occhi e puoi toccare proprio le forme d’onda, davanti dietro a destra a sinistra, sopra sotto, tipo sfera e un fadeout ti appoggia un cinguettìo per la parte 4

Spettacolo, sei già in mezzo ai venti e signori qua si entra nel MASTERPIECE, a 0:15 signori il french touch al suo massimo splendore, lo puoi usare come reference per tarare bioritmi deformi, lo avrete sentito pure nei cessi dell’autogrill, ma depuratelo e fatelo vostro, guardate cosa può partorire la mente geniale di un umano, momento di splendore assoluto, solo questo vale il prezzo del biglietto, guardate come vi trasporta.

E basta cazzo, sto già su Sirio a raccogliere protoni sfusi di venti solari primordiali, signori questo è il suono dell’universo pochi cazzi.

Gravitoni a due a due fino a quando non diventano dispari.

Non apriamo nemmeno l’aspetto tecnologico e compositivo di cosa è servito per ottenere sto sound che se no è coltellino nel costato.

Parte 5, 10 minuti di livello ufo, qui sei atterrato da qualche parte, o forse stai di qualche milionata di anni in un altro tempo, boh, nsomma è una litania, tipo ninna nanna, tipo voglio la mamma.

Le distanze tra frequenze sembrano muoversi con spazi calcolati ad arte, suoni che prima non esistevano, a Sanremo vinceva peppino, gniente dopo 5 minuti di preparazione tipo quando ti fai la sauna prima del massaggio, a 5:34 si calano carichi nelle orecchie che dici “no vabè vedo attraverso i muri” resisti che mo ti dico io come ti deformo, senti che movimento spaziale, nel senso di direzioni, minchia a 6:50 cosa ti appoggia, incalzante, qui c’è l’elettronica che canta gente, vedi se sei capace a far cantare un quark, mamma mia che genio assoluto, si vola altissimo. Porca troia a 8:48, apri tutto qui, metti a piombo pure le piramidi, fenomenale, e si entra nella parte 6

ancora uccellini, risacche sintetiche, secondo me qui è dove si capisce che Jarre viene da un altro mondo.

A 0:48 ecco il suo sound, la sua firma proprio, e qui raga, mi zittisco, e me lo gusto. E finisce in un fadeout cinguettante. Non erano uccelli. Erano parole, racconti, storie.

Melodie meravigliose non banali non stucchevoli, morbidezze e asperità.

Signori il setup di musica elettronica analogica più maestoso ever, su una stesura compositiva che ha fatto la storia, ha sbancato tutto, più caldo e valvoloso di così è impossibile.

Doveroso ricordare la parte due e quattro eseguite a Mosca nel 97 nel concerto entrato nel guiness per le milionate di spettatori presenti.

Cioè il mainstream con il sound meno mainstream del 76, senza il cantante con le tette, il ponte tra la musica sperimentale e il pop, che fa il giro e diventa monumentale. Con in copertina un teschio e il pianeta. Un sentimento sottostante di bellezza del nostro pianeta e dei danni che riceve.

L’album fu inciso nella sala da pranzo.

Era avanti pure nell’home recording senza tiktok.

Una strumentazione pur nelle ristrettezze economiche ma all’avanguardia per l’epoca, sintomo di fame di nutrirsi, l’antesignano dei nerds musicali, uno di noi praticamente, dovremmo farlo iscrivere a ngi ad honorem.

Prima di ascoltare il secondo mi pare doveroso cedere la parola a @OverLoK del suo Album del dream team, voglio gustarmi ogni sillaba del suo ascolto narrato e predispormi al meglio.

Grosso modo quello che avevo da dire l’ho già detto nel mio post precedente.

In generale è un album che reputo molto accessibile anche a chi non mastica molto di Jazz perchè non lo trovo particolarmente ostico all’ascolto e molto melodico.

Visti i nomi penso sia superfluo aggiungere che tutti improvvisano benissimo, il tono della chitarra di Jim poi è stupendo con un bel suono caldo che mi è sempre piaciuto tantissimo.

A mio modesto parere la loro versione di Concierto de Arenjuez è la migliore che abbia mai ascoltato non c’è nulla fuori posto è tutto perfetto e i venti minuti del brano volano che è un piacere. :asd:

Non sono un estimatore del jazz tranne di alcuni pezzi qua e là o roba veramente antica. Questo album non fa eccezione anche se a tratti non mi ha annoiato. Però Jarre è Jarre :asdlode:

Finito di ascoltare entrambi gli album e di Oxygen in realtà conoscevo già la part 4 che è famosa e mi è sempre piaciuta ma tutto il resto invece non mi ha detto assolutamente nulla.

Ovviamente poi sono di parte ma trovo che Concierto sia un album veramente tropo bello e quindi si prende il mio voto. :sisi:

Mi accingo all’ascolto di Concierto consapevole di essere personalmente troppo sbilanciato verso Jarre.

Il primo pezzo mi acchiappa subito.

Il Jazz è un genere che non mi dispiace, anzi, e specialmente quando eseguito da musicisti di prim’ordine.

Il pezzo fila liscio con adeguato swing che me lo fa spesso diventare duro.

Ma al momento è come se mi mancasse un appiglio godurioso almeno su questo pezzo.

Passo al successivo, molto piacevole la leggerezza esecutiva, mi è sempre piaciuto chi l’appoggia con fare stiloso, come bere un Martini leccando solo l’oliva.

Procedo con il terzo pezzo, mi crea subito un atmosfera antica in testa, come osservare una bella donna con sguardo triste, come contemplare senza infastidire. Si percepiscono gusti raffinati.

Le mie orecchie si stanno abituando al mood, serve capire che è musica anche qui senza parole, per cui meritevole della mia stima.

Certo che nel mio caso mi manca un pelino uno slancio più da acchiappo, vediamo come prosegue.

E siamo al quarto. Ora si inizia a ragionare, un intro che mi appaga, che bello caspita. Qui avverto frequenze più appaganti, che spettacolo questo fiato su andamenti a me più congeniali, mi ricorda serate particolari. Il pezzo si apre con fare delicatissimo, dosare queste dinamiche con questa precisione esecutiva d’insieme mi sta piacendo assai, mai scontato ma melodicamente piacente, forse il pezzo più bello. 19 minuti, ci vedo delle analogie con Jarre per quanto distanti nel sound ma forse vicini qui. Avverto dettagli sottostanti. Percepisco dalla durata che deve essere il pezzo dove tutti i componenti della band sentono un certo trasporto, come fosse il loro piccolo diamante da mostrare al pubblico. Emozionante.

E siamo al quinto, un intramuscolo di swing, qua serve un sigaro e un goccino, accordi che si sviluppano, notevoli i passaggi tra chi passa la palla dei riff nel mentre che uno tiene a turno il boccino.

Giunto qui mi domando dove finisce la piacevolezza di chi lo esegue e dove inizia quella di chi ascolta, un genere che consente una certa intimità tra lo strumento e l’ascoltatore.

Nel mentre siamo già al sesto, avverto toni lievemente più fuori dal sentito, ed è già finito.

Si passa al settimo, riparte lo swingino bello bello, vabè questo è, sembrano tutti più sciolti, ognuno fa la sua parte con il giusto effort, che non è facile nemmeno per un cazzo. Interessante sempre il dosaggio con garbo.

E siamo al voto.

Qui siamo tra scegliere se è meglio il sound di Jarre o quello di Hall & Friends.

Jarre è troppo il mio mood però, mi servirebbe molta introspezione per dare un giudizio meno influenzato.

Provo a risentire Jarre qui in un riarrangiamento di Oxygèn parte II in occasione dello show tutto virtuale che organizzzò

e qui dove si apprezza qualche altro dettaglio

e Hall qui

Sto pezzo di Hall è davvero un capolavoro, messo nei miei preferiti, il Jazz che diventa bello forte.

Ebbene messi affianco solo su sti due pezzi per me stanno goduriosi uguali.

Ma il livello di trasporto personale che Jarre mi procura è un gradino oltre.

Quell’album è stato troppo per me. Mi ha proprio condotto per mano verso una direzione di gusti musicali dove mi sento bene e a mio agio.

Il mio voto va a Jarre, non farlo mi farebbe stare male.

Contento ti sia piaciuto ma per dovere di cronaca devo precisare che il brano non è del buon Jim Hall ma è stato scritto da Joaquín Rodrigo ma è talmente noto che nel tempo è divenuto uno standard che fa parte del repertorio di tanti musicisti quindi questa è solo la loro interpretazione che è di tutto rispetto.

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Ascoltati entrambi.

Devo essere sincero, Oxygène non i dice molto.

Sono sicuro che è stato fondamenatale a livello pioneristico e culturale; ma a livello di “ascoltarlo con piacere” non è proprio nelle mi corde.

Concierto invece è bellissimo davvero grazie per avermelo fatto scoprire, mi piace molto lo stile di tutto l’album in cui si vede la classe e la bravura senza bisogno di fare gli “sboroni”.

Questo è uno di quegli album da far ascoltare a chi (come la mia ragazza) pensa sempre jazz=piripiri-stonati-a-caso-fastidiosi-da-sentire (o musica di sottofondo):

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per me due gran album, ma tra i due ho preferito Oxygène :sisi:

ma perchè l’amore per il jazz per quanto riguarda è molto recente 3/4 anni, invece per l’ambient e l’elettronica è un genere per me più caro al momento :sisi:

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