[LSC] Late Stage Capitalism: thread lollino, depressino e rageino (Part 3)

No certo sono io che devo formarmi a mie spese per roba che serve a te e magari non serve ad un cazzo fuori dalla tua azienda :sisone:

4 Likes

Non credo sia mai stata più alta di adesso, ma è un argomento interessante su cui sarei felice di essere smentito

Se fai i quote tattici cosa discutiamo a fare :asd:

Ovviamente, come avevo specificato, se la tua azienda ha roba proprietaria certo che deve formarti, per il resto formarsi su qualcosa nei paesi scandinavi non deve aver costo ne per te che per la tua azienda, ma deve far parte dei servizi disponibili ai cittadini.

Dopo leggo perché sembra interessante, ma perché normalizza sul PIL e non a livello di tassazione per singola azienda/persone?
Negli US c’era una migliore distribuzione della ricchezza quando le tasse per i ricchi superavano il 90 per cento oltre certi bracket.

1 Like

No, deve farlo lo stato! :asd:

1 Like

No GNR il problema è che quello di cui si lamenta l’imprenditore medio è di non trovarsi per magia lavoratori pronti per la sua azienda specifica. Se uno va una virgola oltre i vaniloqui soliti che vengono fatti, nessuno di lamenta che l’ingegnere di turno non sappia studiare o ragionare su un problema ma che debbano spendere tempo per farlo entrare nel loro workflow specifico. È una scusa come un’altra per giustificare la mancanza di investimenti e l’inadeguatezza dei salari.

4 Likes

Certo, ma infatti non parlavo di un sistema nello specifico e non simpatizzo certo con gli US, peraltro i paperz del fatto che ad una minore tassazione non si evidenzia distribuzione di ricchezza più equa mi sono molto familiari e li condivido, avevo preso spunto dal reply dove si parlava di far la posta sotto casa al capo come esempio di normalizzazione di uno status quo tutt’altro che ideale anche nel nostro caso.
Trovo assurdo che in Italia non si sia socializzata quella componente del rapporto di lavoro.

In quanti mesi?
Sono pagati abbastanza per tenere conto del rischio di perdere il lavoro?
È normale licenziare regolarmente i bottom performers anche se sono decenti?

Puoi essere licenziato nello stesso modo in Europa?

1 Like

La soluzione è diventare tutti proprietari dei mezzi di produzione, così puoi fare la posta a se stessi!
:asd:

1 Like

Ma quelli sono non problemi, il 99% dei casi dove ti appare in tv il Briatore affranto che non trova lavoratori è perché gli offre i tozzi di pane mangiucchiati, è PIENO di farabutti di quel calibro che al primo fact check sulle frigne hanno fatto figure di merda colossali :asd:

Ma no, andrebbe benissimo anche togliere agli imprenditori ogni aleatorietà che possa andare a danno del dipendente e della società in generale.

Ho capito ma solitamente il discorso fatto è quello. Non sto dicendo che lo faccia tu, ma è dove sistematicamente si va a parare quando si sente dire che “i laureati non sanno fare nulla” et simila.

1 Like

Non ho dati a sostegno di questa tesi quindi prendila con le pinze e me la rimangio se emergono dati contrari.
Per quella che è l’opinione che mi sono fatto in ambito servizi, noto che si assume solo la figura con molta esperienza perché si limitano le assunzioni alle figure essenziali, non avendo possibilità di scalare in basso nel caso di crisi.
Di riflesso si limitano le opportunità alle figure più junior ed in generale la crescita potenziale dell’impresa stessa.
Per dire, la tipa di Cloudflare che è stata licenziata dopo pochi mesi, in Italia nemmeno l’avrebbero assunta, a cv non avrebbe adesso Cloudflare etc.

I Laureati oggi (ma anche 20 anni fa) non sanno fare nulla perche’ le nostre Universita’ sono impegnate a imbottirli di tonnellate di conoscenza e poca, pochissima pratica sul campo.

Questo poi si traduce in situazioni come quella degli avvocati che sono forzati a fare due anni di praticantato (cioe’ schiavismo) per due euro, se va bene.

1 Like

Di solito c’è un probation period di 4 mesi in cui puoi essere “licenziato” (virgolette perché non sei assunto) senza o con 2 settimane di preavviso.

Quando sei assunto, almeno qua in Estonia, il datore di lavoro deve presentare le prove della performance bassa e amche le prove dell’aver provato a migliorare le performance del dipendente per x tempo.

Per quello di solito si tende a capire in fretta chi è all’altezza e chi no.

Sì è normale, in sales l’unica cosa che conta sono i risultati.

I lavori in sales entry level di solito hanno una base bassa e % sulle vendite (con o senza limite).

Boh, se non avessi avuto un bagaglio di conoscenze ampio, ora sarebbe un disastro nel mio lavoro.
Posso cambiare facilmente perché ho ottime basi e mi basta relativamente poco per imparare nuovi processi e software o fare innovazione.

Se crei un sistema basato sui bisogni di oggi delle aziende, poi non hai persone pronte ad anticipare il futuro.
Non dico che non ci sia spazio per migliorare l’università, ma non è quella la direzione giusta.

Per dire, ha ragione gnr dicendo che ci potrebbero essere più corsi dedicati al re training pratico.
Probabilmente io lo farei finanziato dalle aziende (ma si può discutere dei rapporti di contributi. Potrebbe venire attraverso le loro tasse).

3 Likes

è sempre il tradeoff del non sapere fare nulla ma avere un tempo di avvio a saper fare qualsiasi cosa settore specifica in meno tempo di qualcuno che viene retrainato.

c’è reale bisogno di persone che abbiano seguito asap un percorso di addestramento, rispetto all’aver seguito un processo di formazione culturale? qual è il valore che crea un percorso di addestramento?

2 Likes

Può tranquillamente coesistere una via di mezzo che non consista nel avvalersi dei mastri e dei garzoni.
Anche perché è lasciare alla discrezione dell’imprenditore se e quanto formare il dipendente, e di fatto lo rende iniquo per entrambi.
Il dipendente perché un suo coetaneo che ha fortuna di lavorare da altre parti può avere un margine competitivo a parità di seniority se è stato educato meglio, l’imprenditore perché potrebbe o non potrebbe avere la marginalità o la voglia per un programma di formazione serio. E comunque non ne avrebbe nemmeno troppo l’interesse, perché se formi troppo rapidamente una figura junior poi o la paghi di conseguenza o ti molla e va dal competitor già bello che formato, oppure l’obbliga a fare i “wololo siamo tutti una famiglia/concerto natalizio dei maneskin” per tenere i dipendenti in ostaggio a mangiar merda.
Usare le tasse per pagare dei programmi professionalizzanti adeguati a tutti rimane una scelta vincente, il problema è essere uno stato in grado di permetterselo, cosa che palesemente non siamo.

Sono certo che la cosa non sia risolvibile in nessun modo se non scaricando il praticantato sulle università lol

1 Like

Beh puoi chiedere agli imprenditori di istituire delle scuole professionalizzanti, oltre che a corrispondere in cassa diretta pensione, agevolazioni, permessi, ferie, maternità, malattia, congedi, previdenza addizionale, bonus ccnl vari, tutto questo nell’impossibilità di dimensionare l’azienda in base al mercato o in base al rendimento delle persone.
Col 9% di pressione fiscale certamente :asd:
Al 48%, il debito pubblico attuale, l’INPS che in dieci anni non riuscirà nemmeno a pagare le pensioni dei boomer in bocca al lupo, è già tanto se non verrà praticato cannibalismo col soylent green degli stagisti in sala mensa :asd: