"L'hai mai aperto un libro di storia in vita tua?": il thread dei saggi storici

Il problema coi libri terroristici è che sono come il Tavernello d’annata, già dopo una manciata di anni diventano “antichi”.
Comunque:

Sergio Zavoli: La notte della repubblica.
Alberto Franceschini: Cosa sono le BR
Alberto Franceschini: Mara, Renato ed io
Mario Moretti: Brigate Rosse, una storia italiana
Sergio Flamigni: La sfinge delle Brigate Rosse
Sergio Flamigni: La tela del ragno
Pino Casamassima: Il libro nero delle brigate rosse
Adriana Faranda: Nell’anno della tigre
Anna Laura Braghett: Il prigioniero
Prospero Gallinari: Un contadino nella metropoli
Nicola Rao: Il piombo e la celtica
Paolo Cucchiarelli: Morte di un presidente
Federico Gennaccari: l’Italia del terrorismo
Giovanni Bianconi: Eseguendo la sentenza
Patrizio Peci: Io l’infame
Ma ce ne sono millemila in giro.

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Come mi ero promesso l’ho iniziato :sisi: le prime cento-centocinquanta pagine spaziano dalla prima guerra mondiale fino a Schengen, e sono piuttosto interessanti; l’approccio è quello di ripercorrere gli eventi storici del '900 (guerre, indipendenze, boom economico ecc ecc) approfondendo come ogni evento ha modificato certi flussi migratori e la relativa risposta degli stati. Tipo che non mi aspettavo che gli inglesi fossero così razzisti :asd:

L’approfondimento su Schengen è molto interessante. Io l’ho sempre visto come un ottimo strumento per garantire la libera circolazione in Europa; come in effetti è, con il rovescio che tramite Schengen, dice l’autore, che le frontiere sono state spostate ai confini del continente (e non più dei singoli Stati) con l’obbligo moooolto più stringente dei visti. Insomma, l’inizio della fine per l’immigrazione regolare.

Buona lettura insomma :sisi:

Finito di leggere (quanto sono lento :bua:) Eroi pericolosi di Gabriele Ranzato.

https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858155561

Il libro parla della Resistenza comunista, portando avanti la tesi che nonostante le sue contraddizioni, insuccessi e potenziale pericolosità (l’autore non è certo filocomunista :asd:) il contributo delle Brigate Garibaldi e dei GAP / SAP fu fondamentale per la causa della Resistenza, in particolare per la lotta all’attesismo e per la continua spinta all’azione e per quello che dall’autore viene considerato un ammirabile spirito di sacrificio, tutte cose che secondo lui furono centrali per permettere all’Italia di riscattarsi di fronte alle armate alleate per essere stata al fianco della Germania nazista.

Dopo un’introduzione del fenomeno resistenziale in Italia (paragonandolo anche ad altri casi europei, in particolare quello francese e iugoslavo) e delle Brigate Garibaldi, il libro passa a parlare del tentativo (non riuscitissimo) da parte del PCI e dei vari organi di comando di rendere le Brigate un corpo che non fosse esclusivamente comunista e che avesse un carattere più da corpo militare che da banda (per es. vengono emanate disposizioni per privilegiare l’uso di simboli legati alla bandiera italiana piuttosto che la falce e il martello, e per introdurre il saluto militare); passa poi a parlare dei GAP e delle loro azioni nelle città, facendo anche qualche considerazione sulle vittime civili; queste considerazioni poi proseguono nel capitolo successivo, dedicato al rapporto dei partigiani con le rappresaglie nazifasciste; dedica poi due capitoli alle “zone libere” o “repubbliche partigiane”, descrivendoli come episodi destinati a poca fortuna per la loro stessa concezione (va da sé che la guerra di posizione si presta male a dei guerriglieri in inferiorità numerica e di armamentario); e poi chiude con due capitoli dedicati alla preparazione e all’esecuzione delle fasi finali della Liberazione, dedicando qualche pagina anche alle rappresaglie avvenute alla fine e subito dopo la guerra.

Significativo come nonostante il tema del libro, che comunque vuole mettere in luce anche gli aspetti meno gloriosi della Resistenza comunista, Giampaolo Pansa venga citato solo in chiusura e solo per dire che è fondamentalmente un cialtrone :asd:

Libro consigliato, quindi.

L’ho finito ieri sera, volevo ringraziarti veramente scritto bene, rigoroso nell’esposizione ma pieno zeppo di eventi personali presi da corrispondenza privata, frutto di sa solo cristo quanti millenni passati in archivio :asd:

Molto bravo anche ad illustrare la tragedia umana dei civili, l’eroismo tra commilitoni da entrambi gli schieramenti ma soprattutto la maniera amatoriale in cui i 2 leader affrontarono le questioni militari, nonostante l’entourage di tutto rispetto a disposizione.

Libro incredibile

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Uhm, mi passate anche la storia dell’arte? :asd:
Sono un grande appassionato di musei, ruderi, sassi millenari, ecc. Negli ultimi anni mi sono dedicato ad approfondire un po’ questa passione, con libri più o meno generalisti a seconda dell’argomento.

Per Natale mi sono regalato questo e l’ho divorato:

Che un quadro di 600 anni non abbia lo stesso aspetto di quando era stato dipinto è un concetto ovvio.
Ma come e perché cambiano i colori è un altro discorso :asd:

Quei cavalieri con l’armatura nera? Era argento.
Quella boscaglia dalle tinte bluastre? Era verde, ma parte del giallo si è scolorita e ha lasciato il blu.

Alcuni pigmenti hanno origine organica e possono attirare batteri che poi mangiano un altro colore.
Altri pigmenti scoloriscono, ma solo a chiazze, come il blu oltremare della sottoveste di lei nel ritratto Arnolfini:

Il rosso fatto col minio può sparire del tutto e lasciare varie tonalità di rosa, quando inizia a vedersi la base bianca sottostante. La veste di Cristo in questo quadro era rosso acceso in origine:

Ovviamente, non vale come regola generale. In questo esempio la veste del Battista è rosa perché è stata dipinta rosa, non è un rosso sbiadito :asd: :

Già che ci siamo, le due vesti rosse ai lati non sono diventate rosa, ma stanno perdendo colore nelle parti scure, tanto che in alcuni punti sono quasi nere. Sono state dipinte con una lacca rossa, che tende a scurire.

In molti quadri i secoli hanno fatto aumentare il contrasto: le ombre e le tonalità scure si sono scurite, mentre le luci no.

In questo Canaletto l’ombra sulla destra e la nuvola a sinistra sono scurite: le persone nell’ombra sono troppo luminose e se davvero le nuvole fossero così plumbee, l’ombra stessa sarebbe più soffusa:

Una versione meglio conservata ha un gioco di luci molto più realistico:

La verniciatura finale può ingiallire, scurire o “inglobare” parte della pittura sottostante per cui poi pulendola si rovina anche l’immagine.

Poi ci sono tutti i possibili effetti dovuti ad agenti esterni: fumo delle candele, re-intelaiatura del quadro, danni causati da puliture nel corso dei secoli, ecc.

Il libro tocca (velocemente) anche l’argomento del restauro, le varie scuole di pensiero (nel nord Europa nel XX secolo si tendeva a rimuovere la verniciatura finale, nel sud invece la si preserva) e gli effetti dei restauri del passato. E ci sono anche i clusterfuck per cui i pittori già nel 1600 avevano visto che i quadri invecchiavano e quindi qualcuno dipingeva tenendolo in considerazione :asd:

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Una roba che mi ha mandato ai matti è che il tempo può rendere trasparente un intero colore, per un fenomeno incredibile: una delle basi più diffuse per i colori a olio era l’olio di lino. Asciugava più lentamente, ma era anche più fluido e si dipingeva meglio.
L’olio di lino ha un determinato valore di rifrazione della luce, che coi secoli tende a salire. Se il pigmento con cui è mischiato ha un valore superiore, la tempera risulterà solida. Se dopo 300 anni l’olio di lino ha raggiunto il valore di rifrazione del pigmento, quella parte di quadro diventerà trasparente :asd:

In questo quadro, la testa del bastone tenuto in mano dal tizio nell’angolo in basso a destra è quasi sparita :asd:

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Madò :lode:
Segno il libro intanto :madsaw:

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L’effetto è stato che settimana scorsa sono andato a una mostra* e cercavo i dettagli per sgamare l’invecchiamento :rotfl: in uno era diventato trasparente il grigio dell’elsa di una spada per cui si vedeva la mano sotto, in un altro era chiaro che le ombre si erano scurite tantissimo, è stato molto divertente :asd:

* mostra fighissima, peraltro:
https://www.artribune.com/arti-visive/arte-moderna/2024/12/mostra-perdere-testa-bkv-fine-art-milano/

Solo teste mozzate del Battista, Giuditta e Oloferne, Davide e Golia :asd:
Ho anche imparato che Giovanni Testori dipingeva oltre che scrivere: magari è noto a tutti ma a me era sfuggito. C’erano due acquerelli, abbastanza… sanguigni. Se non me l’avessero detto difficilmente li avrei associati all’autore del Dio di Roserio:

Che figata di segnalazione :love:

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io ho sentito così tanti podcast di Barbero che mi è venuta la voglia di leggere “La società feudale” di Marc Bloch :asd:

Libro molto bello e Bloch è ovviamente un gigante della storiografia, ma leggendolo va tenuto presente che la sua rappresentazione della società feudale è considerata valida solo per alcuni esempi specifici e non per l’intero complesso

Non chiedetemi altri dettagli però perché so solo questo :asd:

Ma che figata! Me lo segno

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Ho appena iniziato questo :asd:

È scritto da un giornalista inglese a cui piace molto la propria lingua: è verboso ed elegante, in una delle prima pagine ho beccato un periodo di sette righe :rotfl:

Sto leggendo il primo capitolo sugli albori del gioco a metà 1800, quando bruti virili si scontravano portando avanti la palla da soli e il passaggio era visto come UNMANLY. Leggerne in un inglese articolato e un po’ tongue in cheek mi sembra molto adatto :asd:

:madsaw:

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Anche a PES 2008 usavo quello schema :sisi:

Io intanto sto continuando Il secolo mobile, di cui parlavo sopra. Il mio giudizio è medio, perché se gli approfondimenti sulla legislazione in tema di migrazione sono sempre molto interessanti (tipo quello che dicevo su Schengen), la parte storica (che l’autore sfrutta per contestualizzare gli approfondimenti) è insieme troppo ampia e spesso confusionaria.

Dopo la lettura approfondirò Schengen, perché mi sembra davvero che sia un punto di svolta importante nella storia recente delle migrazioni, e ora pure nuovamente messo in dubbio (anche se in ottica ancora più restrittiva)

Ne approfitto intanto per chiedervi se conoscete un saggio di approfondimento sul conflitto serbo-bosniaco, di cui so troppo poco

Sfortunatamente, l’autrice è venuta a mancare recentemente.

Lo rileggerò per ricordarla ancora.

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Spero sia il posto giusto per chiedere:

Esistono libri che danno un’infarinatura generale di alcuni periodi storici, anche estesi, con un linguaggio alla portata di tutti?

All’atto pratico io non ricordo quasi più nulla di quanto studiato a scuola.
I numerosi saggi e libri che elencate qui sono tendenzialmente troppo specifici o, secondo me, per chi già conosce abbastanza bene l’argomento.

Io vorrei ripartire da zero.
Dai popoli antichi al tempo contemporaneo.
Ipoteticamente, penso, anche un libro scolastico delle scuole medie :rofl:
non intendo che tutto deve essere in un solo libro, anzi.

se risultano coinvolgenti, per qualche tecnica di scrittura a me sconosciuta, e non un elenco di date tanto meglio, per non perdere subito la voglia.

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Uuuh la domanda è bella ma secondo me con un progetto del genere (dall’antichità ad oggi) ti scassi il cazzo in tempo zero :asd:

Io mi (e ti) chiederei: c’è un periodo storico che ti interessa di più degli altri, al momento?

[quote="[En][… me, per chi già conosce abbastanza bene l’argomento.
Io vorrei ripartire da zero.
Dai popoli antichi al tempo contemporaneo.
Ipoteticamente, penso, anche un libro scolastico delle scuole medie
non intendo che tutto deve essere in un solo libro, anzi.
se risultano coinvolgenti, per qualche tecnica di scrittura a me sconosciuta, e non un elenco di date tanto meglio, per non perdere subito la voglia.
[/quote]

Prendi i manuali di storia del liceo e dovresti essere a posto. È anche più di un’infarinatura.

Suck bocciato, ripassi a settembre

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