L'angolo del retrogaming - Memorabilia

Ehm dire che Commodore ha dato vita ad Amiga è una bestialità. Però è anche vero che sul mercato non c’era nessuno che aveva interesse e possibilità di sfruttare quella bellissima macchina. Il what-if migliore è: e se Trip Hawkins avesse convinto Jobs a comprare?

Quello della pirateria in edicola fu un problema tipicamente italiano e no, la pirateria non fu il vero problema di Commodore. Il problema di Commodore era essere Commodore. (poi se c’è interesse elaboro :P)

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Senza la consapevolezza di avere i giochi a 5mila lire, avrebbero venduto un centesimo delle Amiga che hanno venduto.

A proposito di ReVolt, una decina di anni fa avevo trovato una community di pazzi che l’aveva moddato per giocarci online, era una cosa stupenda.

Dev’essere questa https://re-volt.io/ è ancora viva :love:

Ora provo a reinstallare :rulez:

La situazione italiana non rispecchia la situazione mondiale. La pirateria cmq ha avuto un effetto positivo sulla vendita di macchine e negativo sulla produzione di software, controbilanciandosi

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Guarda io ricordo benissimo che in Germania e spagna c era la stessa situazione. I pirati più conosciuti erano tedeschi.

In germania e spagna c’erano aziende che alla luce del sole copiavano craccavano e rivendevano software come Armati, per esempio? Dubito

Aziende? Erano pirati che crackavano e spedivano da casa loro ad ics persone che copiavano ed a loro volta spedivano ad altri e così via.

Guarda che io non sto parlando del ridicolo fenomeno delle edicole ma della vera pirateria, quella che era entrata nei negozi di computer come normalità o le abitazioni private dove andavi a rifornirti. È questa pirateria che ha fatto vendere i computer, non di certo le edicole che erano destinate a quei pochi che erano ignoranti e non sapevano da chi andare quindi preferivano giocare lo stesso gioco diviso a livelli e con nomi diversi.

E quelli che vendevano alle bancarelle il demo di aquaventura spacciandolo per il gioco completo?

In Italia avevamo aziende registrate alla camera di commercio con partita iva che craccavano e duplicavano i giochi su scala industriale. Una situazione per versi simile a quella giapponese, per altro, con la differenza che in Giappone c’era una crescente industria del videogioco che si è fatta le ossa copiando e poi si è messa a fare giochi nuovi.
Io non parlo del sottobosco di pirateria che c’è stata in qualsiasi paese informatizzato (per quanto possa sembrare il contrario, come giustamente fai notare, l’europa era un brulicare di gruppi di hacker, ma anche nel Nord America il mercato dei giochi per computer era fortemente caratterizzato dalla pirateria), io parlo di aziende che copiavano decine di migliaia di cassette e floppy al mese e hanno inondato il mercato al punto che era praticamente impossibile trovare software originale. Questa fu prerogativa solo italiana. Non troverai un caso simile in nessun paese al mondo perché il caso più simile fu il Giappone con la differenza che a copiare era la malavita organizzata oppure le aziende giapponesi che prendevano di mira quelle USA. Non si facevano le scarpe tra loro.
Guarda poco sopra questo post la storia di Avventura 1. Un proto RPG molto carino e avanzato, che tutti abbiamo giocato nelal versione pirata. La versione originale l’hanno trovata 1 anno fa per la prima volta, tanto poco era stata venduta.

La pirateria ha fatto la fortuna di Sony, praticamente infilando la Psx nella casa di ogni gamer.

Sì, si piratava molto anche all’estero (in giappone pensavo meno, ho sempre saputo che c’era più la cultura del gioco originale).

Certo, avranno perso molti soldi per mancata vendita di giochi, ma grazie alla pirateria ottennero qualcosa di mille volte più importante sul lungo termine: un’immensa playerbase in tempi record.

Playerbase che poi sappiamo bene come si trasforma in tifoseria e ti rimane in parte fedele anche quando non può più accedere alla pirateria (ovvero la situazione di oggi).
Oggi si ripigliano tutti quei soldi con gli interessi.

Guarda l’aspetto della pirateria richiederebbe giorni di discussione e la questione è ancora molto dibattuta. C’è un mio collega, Carlo Santagostino, che ritiene che la pirateria ebbe un effetto deleterio sul mercato dei videogiochi nei paesi in cui fu sistemica (italia è il case study) e che per contro non favorì particolarmente la diffusione dell’hardware. Insomma lui non sarebbe d’accordo con te :stuck_out_tongue:
Io personalmente ho una posizione più moderata. Ritengo che la pirateria sia un fenomeno trasversale e che entro certi livelli abbia un effetto complessivamente positvo, mentre oltre certi livelli ha un effetto complessivamente negativo. Il punto del mio pensiero è che la pirateria ha effetti diversi su diversi attori del mercato. Può stimolare la vendita dell’hardware, per esempio (posizione Amon :P) ma deprimere quella del software (posizione Santagostino). Il punto è che se l’hardware vende poi finisce per stimolare cmq la produzione di software, mentre se l’hardware non vende, la produzione di software declina velocemente oppure non parte affatto. Parimenti la pirateria dissuade la produzione di software e senza software le piattaforme vengono abbandonate. È un sistema complesso di pesi e contrappesi.

In tutta questa analisi non possiamo dimenticare un fattore fondamentale che oggi è veramente difficile tenere a mente: all’epoca ogni mese uscivano 2-3 sistemi nuovi quasi sempre incompatibili con quel che già c’era sul mercato, anche dello stesso produttore.
Il consumatore doveva decidere come investire i suoi risparmi per comprare hardware e non sapeva da che parte girarsi perché le piattaforme nascevano e venivano abbandonate in pochi mesi. Era un periodo di forte instabilità per cui rischiavi di investire uno stipendio in una macchina che entro 6 mesi sarebbe letteralmente finita nella spazzatura.
La pirateria rampante poteva essere attrattiva per il consumatore, ma era un fenomeno con il quale i produttori di software dovevano misurarsi e che diminuivano l’attrattività delle piattaforme. Non a caso quando un gioco era di successo su PC vendeva centinaia di migliaia di copie, ma quando era di successo su console ne vendeva a milioni e NON è una questione di mera base d’installazione.
Inoltre sviluppare su computer voleva dire che dovevi creare un gioco base (in genere Apple II o C64 se 8bit, Amiga o Atari ST se 16/32 bit) e poi portarlo su n-sistemi spendendo un patrimonio di programmatori per tirar su qualche copia in più. E ogni volta dovevi implementare un sistema anticpia diverso in base al sistema. Sai che casino?

La fortuna di Sony fu avere a che fare con aziende che la sottostimarono: Sega prima e Nintendo poi.
Sony imparò a fare e poi fece meglio. La pirateria diede una mano, ma la PSX era una macchina che aveva le carte buone per battere la concorrenza. Sottostimarla e dare il merito alla pirateria è un grave errore.

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No, sul fatto che la Psx avesse meriti suoi, siamo sicuramente d’accordo.

Ricordo che la prima volta che la vidi a casa di un mio amico, fu impressionante.
Soul blade (Soul Edge) era da spaccamascella.

Detto ciò non ritengo abbia senso dire che non ha favorito molto la diffuzione dell’HW.
Letteralmente tutta la gente che conoscevo a quei tempi, comprò la Psx perché
“E’ figa e si possono piratare i giochi”.
Il passaparola poi faceva vendere altre Psx ai compagni di scuola, parenti, ecc.

Magari c’è gente che l’ha vissuta diversamente perché ai tempi già lavorava e si comprava il gioco originale, chiaramente c’erano pure loro, ma il “popolo” ha vissuto la console in simbiosi con la pirateria.

Pure sulla pirateria lo dico sempre che ha risvolti positivi, non ultima la conservazione dei giochi ed è anche utile come minaccia alle merdate delle sotware house, che se esagerano sanno che poi pagheranno un prezzo anche sotto questo punto di vista.
Il giorno che riuscissero ad eradicare totalmente la pirateria, sarebbe un giorno di merda per il gaming.

Ed erano quelle che lavoravano sulle edicole e tra l’altro questo mercato lavorava per la stragrande maggioranza sugli 8 bit. Per l’Amiga ci si procurava le copie esclusivamente nei negozi che te le copiavano direttamente sul posto e dai venditori chiamiamoli domestici.

Era tutto meno che un sottobosco in quanto prima del 1991, si vendevano i giochi copiati nei negozi di informatica dei tempi o trovavi l’amico di quartiere/collega di lavoro che te li allungava.

Io parlo di realtà. Io in quegli anni bazzicavo un negozio di computer dove ho messo le mani per la prima volta su un m20 ed ho iniziato a farmi le ossa sul mondo dei computer. L’amiga costava un milione di lire ed i giochi originali arrivavano a costare anche 100mila lire. Già di per sè spendere quella cifra a quei tempi per “un computer” non poteva entrare nella testa della stragrande maggioranza delle famiglie, figuriamoci se non ci fosse stata la possibilità di reperire giochi a 5/10mila lire. Io me li ricordo i discorsi che facevano i padri tipo “ma se la prendo quanto costano i giochi?” e gli veniva risposto “5mila lire”,e giù di xcopy come se piovesse.
Il passaparola era “comprati l’amiga 500 che tanto i giochi te li tirano dietro a 5mila lire”.
La commodore di quei tempi deve moltissimo a gruppi come skidrow e paradox.

La pirateria di quei tempi ha fatto male a qualcuno? I numeri dicono che di amiga 500 e C64 ne sono stati venduti a dismisura in tutto il mondo (e la pirateria era mondiale, io non parlo specificatamente dell’italia), e le software house creavano giochi su scala industriale oltre ai porting dalle sale giochi quindi qualcosa dovevano evidentemente guadagnare.

Ed i numeri vanno proporzionati ai tempi. Come ho detto, un amiga costava 1 milione di lire in Italia e di famiglie in grado di acquistarne una erano pochissime quindi dire che la pirateria ha in qualche modo bloccato la vendita dell’hardware è per me un’opinione personale molto discutibile perchè non prende in esame gli aspetti sociali ed economici di quei tempi e che vanno applicati in tutte le nazioni dove la commodore ha venduto sia il C64 che l’Amiga.
A quei tempi avere un computer in casa era rarissimo. Della mia comitiva di quei tempi, ed eravamo una ventina, c’ero solamente io con il c64 ed un altro con quel’aborto dello spectrum. Poi al di fuori di questa cerchia ne conoscevo uno con il glorioso MSX.

Quando uscì l’amiga delle mie conoscenze ce n’erano solamente due (ed i genitori stavano economicamente molto bene). Io ad esempio non ho mai fisicamente posseduto l’amiga perchè tanto ci mettevo costantemente le mani in quel negozio e poi fui instradato da subito sul quello che sarebbe diventato il mondo dei pc (il mio primo msdos compatibile in casa è stato un Xpress sostituito in seguito da un 286 at).

Poi è evidente che con il tempo la pirateria è diventata sempre meno incisiva ed ad oggi io la trovo anacronistica e totalmente inutile e sicuramente dannosa considerando quanto sono aumentati i costi per creare un videogioco degno di questo nome. E’ da almeno 20 anni che scaricare un gioco e poi crackarlo è fondamentalmete inutile e più rischioso rispetto a prima per la sicurezza del proprio computer.

E la famosa direttiva CEE del 1991 e che i vari membri hanno attuato con apposite leggi nazionali, fu fatta proprio perchè il copyright sui videogiochi non era tutelato da NESSUNO e non era una questione prettamente italiana. Che poi nella proporzione in italia si copiava di più è un altro discorso perchè basterebbe ricordare cosa succedeva per le audio cassette.

Guarda prima dicevi che la guerra alla pirateria ha fatto schiantare Commodore.
Non è così. Nel 1991 Commodore era già bella che andata.
E cmq ripeto tu stai guardando il mercato italiano che era del tutto a parte rispetto a quello mondiale (e aveva anche dei numeri molto inferiori per cui era quasi ininfluente).
Guardare cosa accadde qui per tirare fuori dei principi o dei modelli non funziona molto bene.

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Là community italiana è una delle più vive:
https://www.aliasrevoltmaster.com/

Beh che le vendite di amiga e c64 sono state molto influenzate dalla pirateria credo non significhi affermare chissà cosa di eclatante e che le leggi sulla pirateria hanno in qualche modo frenato la vendita è sbagliato? E comunque la bancarotta per la commodore c’è stata nel 1994 non nel 1991. Magari sono stato un pò colorito sul discorso pirateria/commodore ma credo sia chiaro cosa voglio dire. Il fallimento della commodore è derivato da non aver saputo gestire l’innovazione, aver sottovalutato i pc compatibili ed il tutto si riassume in un nome: Irving Gould.

No io guardo anche fuori. La stragrande maggioranza dei gruppi warez non era italiana e dubito che si mettevano a crackare solamente per quella piccola percentuali di italiani che aveva un c64 o un amiga in casa.

Ripeto. Nel 1991 commodore era già morta da un paio di anni.
Era solo questione di tempo per il fallimento.

Dare la colpa a Gould è inoltre molto, molto sbagliato.

Opinioni, c’è gente che sostiene questo e gente che non lo sostiene ma di fatto alcune decisioni scellerate sono state di Gould.

La vita post tramiel di commodore e’ la somma dei problemi e delle contraddizioni della gestione tramiel piu la malagestione di gould.
La traiettoria di commodore post tramiel e’ incredibilmente simile a quella di atari corp dei tramiel.
Facci caso.