Il thread delle criptovalute, della blockchain, delle NFT e argomenti correlati

Vista l’importanza dell’argomento e quanto è sentito da alcuni utenti, abbiamo deciso di aprire un thread che sia dedicato nello specifico, ma non limitatamente, ai seguenti argomenti:

  • Criptovalute
  • Blockchain
  • NFT

L’idea è quella di fare da contenitore di notizie e da sede di commento. Per evitare che si ripetano situazioni spiacevoli avute in passato, in questo thread sono vietate critiche dirette a queste tecnologie e in particolare a chi ne fa uso. Questo non significa che la loro messa in discussione sia vietata in toto: è possibile parlarne in senso critico su altri thread (per esempio quello dedicato al Late Stage Capitalism), o in altri thread aperti per discutere di eventi specifici.

In generale, qualunque commento a una notizia che finisca per impegnare più di 30/35 post probabilmente merita una discussione a sé stante.

Eventuali violazioni potranno portare a cancellazioni dei post coinvolti, a split in thread separato, e anche a sanzioni come ban e silence nel caso di istanze ripetute o di palese intento provocatorio.

Beh, dall’esperienza personale degli ultimi anni, posso dire che una fetta di mercato per queste tecnologie alle fine c’è, su smartcontract, nft, e pagamenti non controllati (sempre rimanendo nel lecito, giusto per spegnere le critiche), spazi di business ci sono e ho visto aziende lavorarci (anche in ambienti legacy).

Però dopo la sbornia iniziale devo dire che pensare al BTC che sostituisca la finanza/economia globale non ci credo per nulla, ma neanche se domani crollassero tutte le banche centrali in un colpo solo.

Sta trovando una sua nicchia, ma tale rimarrà secondo me.

Per certi versi vedo un parallelo anche coi visori VR, dovevano rivoluzionare il mondo 30 anni fa, poi sono caduti nell’oblio, poi sono risorti con la stessa promessa, ma alla fine si stanno ottimizzando per vivere all’interno di una nicchia del mercato che non si allargherà mai più di tanto.

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Qualche esempio di utilizzi o applicazioni “legit”?
Tutte le aziende con cui ho avuto contatti diretti (tentativi di hiring) o indiretti (conosco persone che ci lavorano) alla fine mi sono sembrate o estremamente fumose/speculative/hype based o lavorare su infrastruttura per le prime (exchange, bridge, contract security/auditing, l2/scaling, …).
Sarebbe bello leggere “azienda Y, considerate tutte le possibili alternative/architetture, ha risolto problema per il cliente Y usando crypto/blockchain/NFT in questa maniera”.

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Il principio su cui si basano le crypto è quello di decentralizzare. A un’azienda conviene farsi un database personale per avere una gestione più ottimizzata rispetto ad una block chain, che è inefficiente, ma ha come vantaggio la decentralizzazione.

Poi col tempo anche il concetto di decentralizzare è venuto meno, perché era conveniente avere mining farm che di fatto centralizzano il sistema, oltre a essere pesantemente inefficienti (ma sicure, fintanto che il sistema non è eccessivamente centralizzato).

Quindi da mining farm (pow, proof of work) si è passati a proof of stake (pos), che funziona uguale ma anziché potenza computazionale si basa su quanta cryptomoneta uno abbia. Quindi capitalismo puro :asd: ma almeno non bruci energia per tenere in sicurezza il sistema.

L’unica funzionalità oggettiva che mi viene in mente in una block chain è la sua storicità: se metti qualcosa in un blocco, dimostri in maniera inequivocabile che quella cosa è stata fatta in quel momento ed è condivisa da tutti. Quindi si potrebbe cancellare il concetto di notaio :asd:

Ma bitcoin è nato con un concetto che poi è stato snaturato nel tempo, perché vittima del sistema capitalistico in cui viviamo, dove si è andato a puntare sul guadagno anziché sul concetto di avere una moneta decentralizzata.

Ma in ogni caso un’azienda che punta sulla block chain credo che sia per forza fuffa.

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Se vuoi comprare un biglietto per uno spettacolo di drag queen senza che in famiglia, dove vedono gli estratti conto di tutte le tue transazioni, nessuno lo sappia, le crypto possono darti quella privacy per le transazioni online che normalmente avresti solo coi contanti; di esempi di questo tipo, leciti, ne possiamo fare centinaia.
Senza poi dimenticare la possibilità di comprare cose in situazioni geopolitiche critiche dove le tue transazioni fiat potrebbero essere bloccate da attori esterni.
Sono entrambe nicchie in cui le crypto sono utili; chiaramente, con le sue caratteristiche intrinseche, chi vuole può usarle anche per scopi illeciti (esattamente come il contante, o come un coltello).

Sul discorso smart contract, nonostante anche io sia molto scettico, ho visto situazioni dove lo smart contract fa le veci di un terzo (non corruttibile, non falsificabile) che garantisce una transazione in una situazione business to consumer o business to business (fondamentalmente transazioni a scopo di investimento, ma non sulle crypto ma su asset reali rappresentati da smart contract).

Sugli NFT posso solo dire che nell’ambiente del lusso sono strumenti che sono presi molto in considerazione, soprattutto per la facilità di fare transazioni di una certa entità alla velocità di un click.

Sia chiaro, non sono qui a fare l’avvocato delle crypto, ma sto solo condividendo il mio parere, ovvero che all’interno di certe nicchie è uno strumento che funziona.

Ma non credo assolutamente che possa crescere oltre, per tantissimi motivi.

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Cose del genere le vedo spesso citate come “casi d’uso” ma penso siano una grossa semplificazione; la blockchain certifica quello che avviene sulla blockchain, nel momento in cui devi passare al “reale” hai comunque bisogno di un oracolo che dice “la transazione #1234 corrisponde a Ficus che vende le cose a }o_o{”, praticamente hai bisogno di un notaio ma hai uno step in più. La blockchain al massimo sostituisce qualche registro pubblico che cmq alla fine esiste già.

Si/No, simil equivalenza al contante, la differenza sta nel fatto che il record che hai pagato per lo spettacolo resta li in eterno, nessuno potenzialmente sa che sei stato tu ma dovresti usare quel wallet solo per quella transazione e senza passare per fiat (altrimenti hai il problema della banca con uno step in più). Onestamente esempio un po ad hoc, cioè la drag queen la vai a vedere di persona a sto punto la privacy e la banca sono l’ultimo dei tuoi problemi.

Di nuovo, no, non vendono il pane in bitcoin, devi cmq transare per una valuta accettata e a quel punto “le tue transazioni fiat potrebbero essere bloccate da attori esterni”; perché non usare, non lo so, dollari/euro/oro/altra valuta reale.

Come nel caso di Ficus, oracoli ovunque, lo smart contract esegue operazioni sulla blockchain, hai comunque bisogno di entità fisiche che ne accettano o certificano le conseguenze e a quel punto tanto vale che il db con la transazione lo mantenga questa entità (o un terzo fidato).

Questo forse si. Di nuovo nulla certifica la corrispondenza tra NFT e bene fisico; ma per beni di lusso a volte “mostrare di avere” è quasi equivalente ad avere; avrai cmq bisogno di qualcuno che certifica che l’NFT corrisponde all’oggetto da millemila euri che stai cercando di vendere.

Personalmente penso che qualsiasi applicazione che mischia “entità reali” è blockchain probabilmente potrebbe fare la stessa cosa senza blockchain; nel momento in cui ti devi fidare di qualcuno una blockchain pubblica è inutile e una blockchain privata è un db con extra steps.

Crypto, basically:

hai minato anni fa in tempi non sospetti, ci hai guadagnato, sei in positivo → super figatona

hai perso il treno, sei stato scammato, sei in rosso, sei investitoh entrando in ath → merda che caga merda

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mi sembra di capire che la risposta sia “nessuna”.

non leggo neanche un solo caso reale…
“ho visto situazioni”, “nell’ambiente del lusso”…

Non mi pare che ci siano problemi a farsi un wallet, è un’operazione di pochi click, se proprio vuoi differenziare, ad ogni modo non è che in questi casi hai paura del “tracciamento” fatto da hacker o forze dell’ordine, quello che ti interessa è preservare la tua privacy personale in ambienti privati.
Come ho già riportato, possiamo citare centinaia di esempi dove sia comodo o necessario avere questa possibilità.

Se tu avessi dovuto pagare qualcuno all’estero che potesse venire a prendere la tua famiglia al confine per portarli in salvo? Lo so è un esempio estremo, ma è solo una di tante possibilità.
Come il discorso privacy precedente, le possibilità di utilizzo e le necessità possono essere davvero tantissime, non possiamo certo pensare di esaurirle in questo post o generalizzare ritenendo anche poche migliaia di transazioni siano irrilevanti, quando magari per le persone che le hanno fatte sono state un life saving.
Ripeto che è una nicchia, e risolve problemi che sono reali, non stiamo parlando del trading da 2 soldi da fintecnobro, e credo che avere a disposizione ANCHE questi strumenti sia una cosa fantastica.

Ma così stai riducendo uno smart contract ad una copia di un contratto cartaceo e basta; la differenza è che hai un meccanismo non falsificabile e non corruttibile e digitale, che ti permette di eseguire operazioni automatiche o semiautomatiche senza doverti preoccupare del trust fra le parti, e lo smart contract movimenta del valore (la coin che puoi scambiare).

Questo in parte lo penso anche io, come ti ho anticipato nel post precedente, sono molto scettico.

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Ho appena detto che è una nicchia e dove la privacy la fa da padrona, mi pare ovvio che non vedi notizie sbandierate sui giornali :asd:

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A me non sembra questo.
Delle crypto/blockchain si è sempre parlato, da come la metti tu invece ora sembra roba secretata dal governo.

Fino a che si rimane nel “ho visto situazioni”, “nell’ambiente del lusso” e non si fa un esempio vero di roba in “esercizio”, per me non esiste nessuna nicchia e siamo rimasti al fatto che alcune compagnie accettano bitcoin (o almeno un tempo li accettavano)

Secondo me stai confondendo trust/privacy/transazioni sulla blockchain e come queste si intersecano nel reale.

Se il tuo problema di privacy è l’estratto conto della banca, perché bitcoin e non PayPal/Revolut?

L’esempio del conflitto/confine onesto è irrilevante; perché dovrebbero funzionare solo internet+crypto, invece di tutti gli altri modi di trasferire valuta che esistono già. Alla fine è bitcoin vs conto in una banca estera; comunque eri preparato da prima (e btw vivo in Polonia pieno di Ucraini che sono riusciti a portare valigie di soldi fuori)

Gli smart contract sono confinati alla/operano su la blockchain, hai cmq bisogno di fidarti di qualcuno nel momento in cui a quei numeretti devi far corrispondere cose reali e a quel punto smart contract+blockchain == REST API+db (gestiti dall’entità di cui ti devi per forza fidare) con extra steps.

Penso che applicazioni sensate della blockchain/smart contract devono essere necessariamente completamente digitali, tipo gli NFT usati come collectable e non ricevuta di cosa reale, ma tutte le proposte a riguardo che ho avuto modo di vedere sono questionabili o cmq greater fool/ponzi/hype based.

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Probabilmente parteciperò ad un progetto basato su smart-contract in ambiente bancario/immobiliare, appena avrò le specifiche finali torno qui a dirti se è l’ennesimo ponzi/hype o è qualcosa di funzionale (what could possibly go wrong :asd: )

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My 2 cents che avevo gia’ postato nell’altro thread prima che andasse in vacca.

Overall io credo il bilancio netto di crypto degli ultimi 10+ anni sia un disastro e sostanzialmente, ad oggi, un fallimento totale, con qualche piccola nota positiva.

Le premesse iniziali erano quelle di una tecnologia democratica che avrebbe rivoluzionato tutto, e colti dall’entusiasmo iniziale (io in primis lo ammetto) si e’ ignorato un sacco di cose fondamentali.

Aspetti negativi

Scalabilita’
Bitcoin non e’ scalabile, nel senso che non puo’ essere usato per nessun tipo di attivita’ day-to-day, non ci potremo mai pagare il caffe’, ne il conto del ristorante, ma nemmeno una macchina, e nemmeno una casa, perche’ a livello globale puo’ garantire una capacita’ di 5 (cinque) transazioni al secondo.
Visa ha una capacita’ di 65,000 transazioni al secondo.
Altre crypto gestiscono piu’ transazioni ma semplificando molto: lo fanno al costo di una maggiore centralizzazione = minore decentralizzazione (pilastro in teoria importante delle crypto)
Al punto che ti domandi se effettivamente stai facendo un giro e tornando al punto di partenza.

Esperienza utente
Quest e’ la nota piu’ dolente delle crypto, l’esperienza d’uso per una persona comune e’ un totale disastro.
E’ l’equivalente di mettere tutti i soldi in una cassaforte impenetrabile in un vault in Svizzera e l’unico modo di accedervi e’ UNA chiave.
Se la perdi non puoi mostrargli i documenti. Non puoi chiedere al governo di sbloccare la tua cassaforte.
Se te la rubano, non puoi chiedere un rimborso per frode.
Insomma, comunque vada, son cazzi tuoi, devi conservare quella chiave come la cosa piu’ preziosa che hai.
Per non parlare del fatto che uno non puo’ fare un acquisto e aspettare 5 o

Mentre invece i servizi finanziari moderni offrono valanghe di protezioni in questo caso: reset password, protezione anti frode se ti clonano la carta di credito e ti comprano 1k euro di roba, il giorno dopo hai un refund completo dall’issuer, se la banca esplode hai una protezione governativa che ti rimborsa fino a 100k euro.

Impatto ambientale
Credo ci sia poco da dire, un totale disastro. Per lo meno Ethereum e’ passato a proof of stake che riduce totalmente l’aspetto di consumo energetico, ma Bitcoin e’ li e non sembra muoversi da proof of work insieme a tante altre crypto.

Impatto mentale
Ho notato che molte persone che prima di fare all in sulle crypto erano persone “normali” e bilanciate come approccio alle istituzioni. Ora sembrano tutti seguaci di una setta. Le istituzioni sono il male. I governi possono bloccarti i soldi quando vogliono. Qualsiasi servizio tu usi puo’ bloccarti quando vuole.
Tutte robe cosi che certo possono succedere potenzialmente ma la probabilita’ che succeda e’ tendente allo zero.

Impatto finanziario
Pochissime persone si sono arricchite, tantissime persone hanno perso soldi, chi piu’ chi meno.
Tante persone ed entita’ hanno sfruttato crypto per attivita’ illegali.

Aspetti positivi

Nel mucchio di questo disastro c’e’ da dire che alcune cose positive sono successe e stanno succedendo.
La ricerca dal puro punto di vista crypto ha fatto molti passi avanti, mi piace molto il concetto di zero knowledge proof. Il concetto di roll-up. Il concetto di NFT. Trovo interessante anche tutto il lavoro che e’ stato fatto per spostare Ethereum da proof of work a proof of stake. Un deploy live di una roba gigante a livello globale e tanto tempo per pianificare e creare le strutture necessarie.
Ultima considerazione positiva e’ che in quei paesi dove c’e’ un oppressione da parte del governo o grossi problemi interni , allora crypto puo’ essere vitale.

E questo mi porta all’ultima considerazione: se il mondo va a rotoli e ci troviamo in un universo dystopic, allora in quel caso, e solo in quel caso, crypto avra’ un grande valore.

In nessun altro caso io vedo valore reale.

Ho seguito la scena per anni, ho visto e sentito in prima persona vari sforzi di creare prodotti per sfruttare la blockchain e in generale distributed ledger technologies, tutti praticamente falliti o poco ci manca.

Salvo qualche scoperta rivoluzionaria che puo’ sistemare tutti i problemi li sopra citati, e salvo che scoppia la terza guerra mondiale e ci troviamo in uno scenario dystopico, dubito che crypto potra’ mai prendere piu’ piede di quanto ne ha ora, anzi col tempo andra’ a morire come gia’ sta succedendo.

In sostanza ad oggi crypto e’ un’ottima soluzione in cerca di un problema, che non esiste.
La mia speranza e’ che di tutto questo tempo, risorse, soldi ed energie dedicate, non sia 100% buttato nel cesso ma usciranno delle tecnologie che prese singolarmente possono essere adottate in prodotti consumer che migliorano la nostra vita.

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ora so che ci sono altissime probabilità che stia per dire una puttanata, ma nessuno sta esplorando la possibilità di distinguere la creazione di materiale prodotto da modelli generativi attraverso certificazione su blockchain?

Boh sicuro ci saranno 10 startup che lo stanno facendo.

Tu metti sulla chain di Ethereum una proof che hai creato quel pezzo con AI generativa, poi arriva uno che invece ha un documento di carta che dice che l’ha creata lui, due giorni prima di te.

Ora, nessun governo o entita’ al momento riconosce la tua proof sulla chain Ethereum ma potrebbe riconoscere il pezzo di carta… :look:

sì in realtà è più un discorso di politica e framework legali che altro.
comunque qualsiasi forma di modello generativo opensource probabilmente potrebbe scansarsi sta roba senza problemi quindi non so manco che reale valore possa avere.

sì in realtà è più un discorso di politica e framework legali che altro.

questo e’ un punto cruciale delle crypto, che spesso e volentieri cercano di risolvere un problema politico/sociale con un mezzo tecnologico, e quindi non funziona.

tempo fa una ricerca superficiale di casi concreti d’uso della blockchain mi avevano portato ad applicazioni tipo “My Story” (non posto il link, basta googlare quel nome assieme a blockchain) per la tracciabilita’ di prodotti come l’olio d’oliva, e mi pare si vedano anche casi di Supply Chain Management che utilizzano blockchain, in rete si trovano articoli a tal proposito riguardo Walmart.