lo dico?
lo dico: secondo me il cinema ha violentato la letteratura.
E anche la musica ha distolto, certe liriche poi, wannabe vivo, hanno ammorbato l’universo, che se facevi solo oh e ah era meglio.
Hanno tolto il sentimento del fantasticare quando leggi un libro. Ce l’hanno proprio annientato secondo me.
E i fumetti hanno la loro parte di colpa ai miei occhi anche se inizialmente sembrano esaltanti, cioè vedere la scena e poi leggere il balloon, anzichè immaginarla, mi arriva come un danno, come andare a vedere quadri morti, come rinunciare a esercitare un muscolo, poi si atrofizza.
Anche i videogames hanno la loro colpa a mio parere.
Come se avessero creato uno stato mentale ipnonico di fruizione visiva e acustica che mi arriva come un infezione irreversibile della parte della mente deputata alla costruzione di mondi.
Arrivi al termine sfatto che non sai più come si costruiscono, ti fai una dose di emozioni surrogate a la carte come fosse un drink, e ti perdi com’era il sapore del mosto e dell’uva col pane.
Certe volte penso che 5 sensi sono troppi, distraggono, bisognerebbe spegnerli a comando o usarli uno per volta, il lunedì la vista nel silenzio, il martedi l’olfatto al buio, il mercoledì l’udito del proprio battito, il giovedì il gusto sottacqua, avete mai nuotato in mare sotto con gli occhi aperti, si poi bruciano ma non c’è mascherina che può competere, e ti lecchi il sale e lo iodio, e ti rigeneri, il venerdì il tatto, tocca tutto, accarezza, la mano sulla tetta, la mano sul cazzo e sei in paradiso, e il sabato li spegni tutti e ti nasce il sesto senso, sposti le cose con la mente, poi domenica stai uno schifo, la domenica è un giorno del cazzo, li devi usare per forza tutti per non diventare pazzo. E allora ti addormenti e inizi col settimo senso: i sogni.
E torni embrione.
E desideresti uno che ti racconta una storia seduto al tuo fianco, come i cantastorie di un tempo quando chi sapeva leggere divulgava agli analfabeti, che fortunati quei pochi analfabeti, servirebbe tornarci a comando per assimilare onde cosmiche, i più arditi facevano pure i pupi, vuoi mettere uno che te la racconta bene.
Mi immagino intorno a un fuoco dopo l’inverno nucleare Amon che ci racconta la storia del conte di montecristo, come l’ha capito lui però, mica il dettatino, la storia proprio, ognuno ha il suo conte di montecristo, sono tutti diversi.
Mentre tutti noi supini con la memoria smarrita si pensa “che figata di storia” e ci si butta in mare di notte.