il giorno della vergogna




Danko ritengo che tu condivida con il personaggio del tu avatar medesima caratura intellettuale.
Sono molto dipiaciuto, perchè ritengo che tu non sia a conoscenza delle assurdità che dici, a differenza tua, è rarissimo che parli prima che mi sia informato.
Le leggi sulla rappresaglia come infinitamente ricordato, anche in questo 3ed, ma ritengo che tu sia anche pigro nella lettura oltre che nel ragionamento, esistevano e dettavano che per un numero di tedeschi ucciso sarebbero morti un umero N di partigiani. Su questo mi discpiace per te, caro amico, non ci piove.
Per quanto riguarda il prosieguo della tua infantile risposta, ti dico che ci furono eroi che messi di fronte alla minaccia della rappresaglia, non si nascosero, ma si consegnarono pur non essendo colpevoli, uno su tutti: SALVO D'ACQUISTO, mio conterraneo; ma non pretendo che tu conosca la storia di quest'uomo, fortunatamente però da quanto so, sarà presto trasmessa in tv, ti consiglio di seguirla...lo sai poi la tv rende tutto più accessibile...



Ehh si l'apparenza e l'arroganza a volte ingannano!!
Mi dispiace di deluderti ma io la storia la conosco molto meglio di te!! Sono iscritto al 4 anno di università, corso di laurea in storia, indirizzo contemporaneo!! Alla faccia del'awatar!!!
Le leggi alle quali fai riferimento le conosco BENISSIMO!!!!
Però vedi ometti il piccolo particolare che sono state emanate dai nazi-fascisti. Non sono leggi internazionali come quelle di ginevra, alle quali ogni esercito e nazione si dovrebbero attenere, sancendo in questo modo una sovranazzionalità!!!!
Se prendiamo per buona la tua linea.......NON CI SAREBBE STATA LOTTA PARTIGIANA!!! CAPISCI IL CONCETTO!!!!!
Vi state arrampicando sgli specchi........POVERI VOI!!!
Dopo 60 anni ancora non riusciamo a fare i conti con la storia. Ancora ognuno tende a leggerla secondo un preconcetto politico. La cosa è inquietante, certe ferite sono ancora aperte. Sull'episodio delle Fosse Ardeatine poi.. possibile che non si riesca in tutta onestà ad ammettere quale sia stato il fattore scatenante di quel massacro? Eppoi: la storia la conosce solo chi la studia all'università adesso? Ed io che ho 106 testi letti sullla IIWW allora non posso parlare? Azione, reazione. L'eccidio è stata una reazione ad una determinata azione, e su questo non ci piove. Questo non significa esprimere un giudizio morale sulla resistenza, ma solo prendere atto dei FATTI.


l'ho sempre detto io , che l'istruzione in italia era da riformare tutta.
rendiamo merito alla moratti se in un futuro si sarà migliorata la situazione.
Forse , finalmente , avremo medici che sanno fare i dottori, avvocati che sapranno i codici e le leggi .........e storici che conosceranno la storia


Certo che puoi, ci mancherebbe altro!!
Io rispondevo a Falstaff che mi credeva il solito ragazzino comunistello che scrive nei forum tanto per fare qualcosa!!



Su questo ti posso dare anche ragione, si l'eccidio è avvenuto come reazione ad un'azione dei partigiani, e chi lo nega.
Ma mi sembra che incolpare moralmente e politicamente di questo eccidio i partigiani sia pura follia!!




Mi fai troppo ridere!!!

Ha parlato un premio nobel!!!


Purtroppo le vicende personali e familiari sono gocce in un mare di sofferenza.
Ne converrai che altri hanno avuto parenti o persone care morte in maniera altrettanto se non più crudele e difficile da accettare (vedi le torture), con la differenza che per i nazifascisti è stata la norma, coprendosi dietro alle famigerate convenzioni di guerra.

Così chi combatte senza portare una divisa (o anche portandola, in tanti casi come i nostri soldati di Cefalonia) non gode di nessuna tutela (per quanto possa valere, visto che è molto facile far morire la gente di stenti o di morbillo, come giustifica Lamu, in un campo di prigionia) e viene oltre tutto accusato dai revisionisti di aver osato alzare la testa in maniera violenta sprezzando le minacce del più forte.

Su questi argomenti non saremo mai d'accordo, visto che mi pare di capire che i nostri parenti sono stati sui lati opposti della barricata, ed è giusto così. E rispetto le tue idee.
Però cercare di spacciare un movimento di liberazione come associazione a delinquere basandosi su pochi episodi di eccessi o di infiltrazioni criminali e nel contempo esaltare l'onore e la correttezza giuridica dell'opera nazifascista, come usa chi cerca di riscrivere la storia dalla parte dei perdenti, mi pare un po' troppo, come è troppo sostenere che per paura di legalissime rappresaglie nessuno debba alzare la testa dal giogo dell'oppressione.

Se a qualcuno interessasse, ho trovato un articolo che reputo interessante su
revisionismo ed epurazioni .
Chiaramente chi non è d'accordo lo considererà di fonte schierata ecc. in tal caso si può benissimo evitare di leggerlo, ma è interessante lo stesso






Ho fatto un quote bipartizan così stete contenti.

Il prossimo che usa toni e termini anche solo approssimabili a quelli lì sopra mi fà arrabbiare sul serio.

Sul merito della questione a dopo...
off topic

aggiungo che ximen è stato bannato per un po di giorni , quindi è molto nervoso

state attenti


off topic
allora per qunato ricordo, in quanto nn sono riuscito a trovare alcun link utile, il diritto di rappresaglia vienenominato nell' art 24 della convenzione di ginevra del 1919 (se nn erro, cmq questo discorso lo aprimmo tempo fa quindi qlc mi potrà aiutare postandone i link, mi pare che f lamu a farlo l' altra volta) nel quale articolo si dice che per ogni soldato morto per mano di un esercito non regolare per tanto nn riconosciuto si avrà il diritto di rappresaglia sulla popolazione.


[ot] E' inesatto.

Ho chiesto di poter essere sacrificato innocente come una colomba, capro espiatorio dei mali del forum...

Il mio cuore era colmo di dolcezza e lieta è stata l'attesa della resurrezione... [/ot]
Xim si e' immolato per una causa , che poi sia giusta o meno lo decideranno i posters , ma si e' sacrificato


Se detta così pure io sono capace di sostenere una tesi.
Perchè vedi a me risulta un pò differente suddetto articolo!!!
http://www.admin.ch/ch/i/rs/0_518_42/

...mi scuso per la mole ma è il solo unico e definitivo modo per mettere un punto sull'argomento...spero di essere staso esuriente nell'informazioni che vi comunico perchè, amo, quando parlo, e di questo mi si deve dare atto, di informarmi e di informare....




SECONDA GUERRA MONDIALE

le RAPPRESAGLIE

NON PER GIUSTIFICARE. NON PER GIUDICARE. MA SOLO PER CAPIRE
(nelle "leggi" di guerra, c'è anche questo! il diritto della rappresaglia !)

Delle rappresaglie contro le popolazioni civili (di cui si fece ampio uso durante la seconda guerra mondiale, soprattutto in Italia) facevano parte non solo il coprifuoco, il divieto di riunione, la limitazione negli spostamenti, la riduzione degli alimenti, l'imposizione di tributi in denaro o in natura, la confisca del bestiame, il lavoro forzato, l'evacuazione dei territori in cui s'erano verificate sommosse e la distruzione di quartieri, ma anche l'uccisione di ostaggi o di detenuti.

La convenzione dell'Aja non prevedeva alcuna norma che vietasse l'esecuzione sommaria di civili. Anzi, durante la conferenza del 1907, nessun ascolto trovò la proposta del delegato olandese che chiedeva che in territori occupati i catturati potessero essere uccisi solo a seguito di una regolare sentenza.

Le rappresaglie non erano considerate misure penali contro la popolazione civile, bensì atti di autodifesa per far valere il diritto e piegare la volontà della popolazione che abbracciava la causa del nemico.

Tutte le rappresaglie tuttavia dovevano mantenersi in un limite che bastasse a garantire l'ordine e non dovevano eccedere. Dovevano comunque essere prese come misure temporanee e non permanenti.

Secondo l'Art. 2 della convenzione di Ginevra del 1929 non potevano essere utilizzati per una rappresaglia né feriti né prigionieri di guerra e neppure personale sanitario.

Nel caso n.9 il tribunale di Norimberga confermò che "le misure di rappresaglia in guerra sono atti che, anche se illegali, nelle condizioni particolari in cui esse si verificano possono essere giustificati: ciò "in quanto l'avversario colpevole si è a sua volta comportato in maniera illegale e la rappresaglia stessa è stata intrapresa allo scopo di impedire all'avversario di comportarsi illegalmente anche in futuro."

Con la fucilazione di ostaggi si poteva ottenere l'obbedienza degli abitanti di territori occupati ai sensi dell'Art. 42 della convenzione dell'Aja allorquando altre misure non fossero risultate sufficienti: "La popolazione ha l'obbligo di continuare nelle sue attività abituali astenendosi da qualsiasi attività dannosa nei confronti delle truppe e delle operazioni militari. La potenza occupante può pretendere che venga data esecuzione a queste disposizioni al fine di garantire la sicurezza delle truppe occupanti e al fine di mantenere ordine e sicurezza. Solo al fine di conseguire tale scopo la potenza occupante ha la facoltà, come ultima ratio, di procedere alla cattura e alla esecuzione degli ostaggi".

Rappresaglie secondo il diritto internazionale, in particolare la fucilazione di ostaggi, secondo quanto stabilito dai tribunali per i crimini di guerra della seconda guerra mondiale, potevano essere effettuate in presenza di cinque condizioni:

1. Dopo attacchi contro la potenza occupante, laddove la rappresaglia si rendesse necessaria dal punto di vista militare. La rappresaglia serviva innanzi tutto per impedire ulteriori delitti commessi dall'avversario. L'ordine dell'alto comando dell'esercito di data 5 giugno 1941 imponeva "rappresaglie severe" quando esse si rendessero necessarie per la sicurezza della truppa che occupava il territorio.

2. Quando le ricerche degli autori di atti illeciti avessero dato esito negativo. Anche l'ordine "Barbarossa" (13 maggio 1941) contrario al diritto internazionale consentiva l'arresto collettivo di ostaggi "quando le circostanze non consentano una rapida individuazione degli autori di un fatto criminoso".

3. Che esse fossero ordinate da ufficiali superiori.

4. Che tenessero conto della proporzionalità. Nel citato caso n.9 il tribunale di Norimberga confermò che "misure di ritorsione, qualora consentite, debbono essere proporzionate al fatto illecito commesso". Questo è un punto di particolare importanza dal momento che si tratta di vite umane. Nel caso n.7, cioè nel processo a carico dei generali List, von Weichs e Rendulic tenutosi nel 1948, la proporzione accettata dal tribunale di Norimberga come equa era 10.1 vale a dire fucilazione di dieci ostaggi per ogni soldato tedesco ucciso da un atto terroristico.

5. Che la cerchia delle persone colpite dalla rappresaglia fosse in qualche modo in rapporto col reato commesso a danno delle forze occupanti. Che gli ostaggi o le persone destinate alla rappresaglia fossero tratte dalla cerchia della resistenza. Cosa questa che venne applicata anche dai tribunali postbellici francesi.

Per quanto riguarda i criteri di scelta degli ostaggi il diritto internazionale non fornisce chiarimenti. La scelta poteva essere effettuata con criteri di discrezionalità. Come mezzo coercitivo infatti le rappresaglie acquistavano forza particolare soprattutto quando venivano colpite persone innocenti. Nel caso n. 7 giudicato a Norimberga i giudici affermarono: "Il criterio discrezionale nella scelta può essere disapprovato ed essere spiacevole, ma non può essere condannato e considerato contrario alle norme del diritto internazionale. Deve tuttavia esserci una connessione fra la popolazione nel cui ambito vengono scelti gli ostaggi e il reato commesso" (quindi luogo dell'attentato o l'appartenenza a gruppi clandestini che compiono atti terroristici).

L'ordine del comando supremo dell'Est in data 16 settembre 1941 relativo ai movimenti insurrezionali nei territori occupati appariva già di per sé illegittimo dal momento che era una misura di ritorsione contro un determinata razza o un determinato gruppo senza tener conto delle particolari circostanze del caso.
Il diritto alla rappresaglia venne accolto anche alle forze britanniche nel paragrafo n.454 del "British Manual of Military Law". Le forze americane a loro volta prevedevano la rappresaglia nel paragrafo n. 358 dei "Rules of Land Warfare del 1940. Per le truppe francesi, l'allegato I alle istruzioni di servizio del 12 agosto 1936 consentiva all'Art.29 il diritto di prendere ostaggi nel caso in cui l'atteggiamento della popolazione fosse ostile agli occupanti, e il successivo Art. 32 prevedeva l'esecuzione sommaria degli stessi ostaggi se si verificavano attentati.

"Nel 1947 i magistrati militari britannici, nel processo a carico di Albert Kesserling, commentarono che nulla impediva che una persona innocente potesse essere uccisa a scopo di rappresaglia".
(F.J.P. Veale, Advance to barbarism (ed.The Mitre Press. Londra 1968) e dello stesso autore, Crimes discretely veiled (ed. IHR, Torrance, California,1979)

Nell'occupazione del territorio tedesco nel 1944 e 1945, anche gli alleati fecero riscorso a rappresaglie e catture di ostaggi in conformità alle disposizioni che erano in vigore nei loro paesi. Ecco alcuni esempi:

* A Stoccarda il generale francese Lattre de Tassigny minacciò l'uccisione di ostaggi tedeschi nel rapporto di 25:1 se fossero stati uccisi soldati francesi.
*A Marcktdorf erano previste fucilazioni di ostaggi nel rapporto di 30:1.
* A Reutlingen i francesi uccisero 4 ostaggi tedeschi affermando che era stato ucciso un motociclista che in realtà era rimasto vittima di un incidente.
* A Tuttlingen, i francesi annunciarono il 1° maggio 1945 che per ogni soldato ucciso sarebbero stati fucilati 50 ostaggi. (L'originale del manifesto appare nel libro di Spataro che citiamo sotto)

* Ad Harz le forze americane minacciarono di esecuzione punitive nel rapporto di 200:1.

* Quando il generale americano Rose, nel marzo del 1945, rimase vittima di una imboscata, gli americani fecero fucilare per rappresaglia 110 cittadini tedeschi. (In realtà Rose era stato ucciso in un normale combattimento, soldati contro soldati - e l'imboscata è pur sempre un atto di guerra se si portano le mostrine e la divisa).

* A Tambach, presso Coburg, in data 8 aprile 1945 il tenente americano Vincent C. Acunto fece fucilare 24 prigionieri di guerra tedeschi e 4 civili; accusato di omicidio venne assolto.

* A Berlino l'Armata Rossa che l'occupava minacciò fucilazione di ostaggi nel rapporto di 50:1. Il testo del comunicato era il seguente: "Chiunque effettui un attentato contro gli appartenenti alle truppe d'occupazione o commette attentati per motivi di inimicizia politica, provocherà la morte di 50 ex appartenenti al partito nazista". (Pubblicato sul quoridiano Verordnunsglatt di Berlino in data 1 luglio 1945).

* A Soldin, Neumark, i russi andarono al di là di questa cifra: furono fucilati 120 cittadini tedeschi perchè un maggiore russo era stato ucciso nottetempo da una guardia tedesca. (che poi risultò essere stato ucciso perchè il russo gli stuprò la moglie (Mario Spataro, Dal caso Priebke al nazi gold, Ed. 7° Sigillo, vol.2, Pag. 913).

* Una delle più gravi fu la strage di Annecy del 18 agosto 1944, in un campo di prigionieri tedeschi gestito da americani e francesi; proporzioni di 80:1.(ib)

* A Bengasi, gli inglesi di Montgomery contro gli italiani applicarono quella del 10:1. (Ib.)

Arriviamo ora, dato che questo interessa sopratutto nel 3ed, ai fatti di Via Rasella a Roma il 23 marzo 1944 e la tragica rappresaglia del 10:1 delle Fosse Ardeatine due giorni dopo, il 24-25 marzo.
Su questi fatti esiste un accuratissima ricostruzione nei due grossi volumi pubblicati nel 1999 da Mario Spataro, moltissimi i documenti, con una lunga serie di immagini, e i resoconti dei vari processi, fino all'ultimo quello di Priebke (il titolo lo abbiamo citato qui sopra).

Restando su questo argomento delle rappresaglie, prendiamo alcuni passi significativi che riporta Spataro nei dettagli citando alcuni passi di una vastissima bibliografia ufficiale.

"Secondo il diritto internazionale (Art. 1 della convenzione dell'Aia del 1907) un atto di guerra materialmente legittimo può essere compiuto solo dagli eserciti regolari ovvero da corpi volontari i quali rispondano a determinati requisiti, cioè abbiano alla loro testa una persona responsabile per i subordinati, abbiano un segno distintivo fisso riconoscibile a distanza e portino apertamente le armi. Ciò premesso, si può senz'altro affermare che l'attentato di Via Rasella, quale ne sia la sua materialità, è un atto illegittimo di guerra per essere stato compiuto da appartenenti a un corpo sì di volontari che però, nel marzo 1944, non rispondeva ad alcuno degli accennati requisiti. Stabilito che l'attentato di via Rasella costituì un atto illegittimo di guerra, occorre accertare, per le diverse conseguenze giuridiche che ne derivano, quale fosse la posizione degli attentatori nei confronti dello stato italiano in quel preciso momento (e del governo del Sud Badoglio, che aveva diramato l'ordine a tutti gli uomini della Resistenza di evitare di fare attentati nelle città, proprio per evitare quel tipo di prevedibili (e ripetiamo per il nemico legittime) rappresaglie che avrebbero coinvolto anche civili).

Tutti i partigiani, come detto, facevano parte di una organizzazione militare inquadrata nella giunta militare. Questa, alla stessa stregua del CLN si poneva come organo legittimo, almeno di fatto, dello Stato italiano. Questa interpretazione trova conferma nel fatto che lo Stato, solo successivamente, considerò come propri combattenti i partigiani che avessero combattuto contro i tedeschi". "Lo Stato italiano dichiarava non punibili (quindi tutti amnistiati) gli atti compiuti dai partigiani, con il decreto legge n. 96 del 5 aprile 1944) pochi giorni dopo via Rasella), e con il n. 194 del 12 aprile 1945; gli attentati li considerava quindi come legittimi.- Ora se veramente tutte le azioni commesse dai partigiani si fossero dovute classificare come atti legittimi di guerra, è fin troppo chiaro che nessun motivo ci sarebbe stato di promulgare questo provvedimento di amnistia." (ib.)

Si veda anche il processo "beffa di Franco" a Milano, sulle "diserzioni" (o "fuga dalle caserme") dell'8 settembre 1943; anche questo processo sollevò una questione di diritto non facilmente risolvibile, se non con un colpo di spugna generale; altrimenti tutti i "disertori" andavano puniti con le stesse pene (21 anni di reclusione) che si chiesero per Franco, cioè buona parte di tutta la nuova classe politica che varò la Costituente, il nuovo Parlamento, la Costituzione, la Repubblica italiana, il governo.

Altrettanto sarebbe accaduto se processavano i partigiani per aver commesso atti illegittimi; proviamo ad immaginare quanti (a parte i processi penali) se i responsabili delle azioni terroristiche e di cecchinaggio delle bande erano tenuti a risarcire per danni le famiglie delle loro vittime nonchè quelle delle vittime delle rappresaglie. Una causa civile per danni fu infatti promossa nel 1949. Invece fin dalle prime sentenze di primo e secondo grado della magistratura civile (9 giugno 1950 e 14 gennaio 1954) stabilirono (quindi retroattivamente) che in Via Rasella si era svolta una "azione di guerra" condotta da "legittimi belligeranti". "L'autorità giudiziaria non può quindi prendere in considerazione una richiesta di risarcimento per quella rappresaglia" concludeva la sentenza emessa dalla magistratura civile alla corte di cassazione il 9 maggio 1957. (Rappresaglia provocata dagli attentatori -si disse durante il dibattimento, pur sapendo che il nemico aveva il diritto di attuarla. Ndr.))

Chiariti questi concetti da una parte (in quella civile), si può esaminare la tesi della difesa in quell'altra (penale), degli esecutori della strage alle Ardeatine, secondo la quale le fucilazioni degli ostaggi costituirono una legittima rappresaglia. E per rappresaglia -si intende una via di fatto contro lo Stato che abbia commesso una violazione di diritto internazionale, posta in essere dallo Stato che abbia subito una occupazione. In questa situazione la rappresaglia può essere disposta, oltre che dall'autorità statale facultata nei rapporti internazionali, anche dal comandante supremo o dal comandante di grande unità.... Dall'accennato rapporto sussistente fra il movimento partigiano e lo Stato Italiano deriva che, in conseguenza dell'atto illegittimo di via Rasella, lo stato occupante aveva diritto di agire in via di rappresaglia.

Rappresaglie che non erano solo nell'ordine della legge internazionale, ma erano già state preannunciate, minacciate ed eseguite dai tedeschi con manifesti; che sembra nessuno abbia mai visto, ma però non è sparito il Messaggero di quel giorno che riportava l'avviso.

Nell'ambito di un dibattito etico, politico e storico la questione se l'attentato era veramente necessario farlo è una cosa, ma non assume rilevanza giuridica alcuna ai fini delle norme inserite nelle convenzioni citate sopra e accettate da tutti gli stati. Quindi la prevedibilità di una reazione tedesca era non solo scontata ma era giuridicamente legittimata.

La questione dei cinque (o sei) in più è tutt'altra questione. La famosa lista originale non è mai stata trovata. E alcuni dei fucilati (7) sono sempre rimasti ignoti.
Come del resto non si sa ancora quanti civili perirono nell'attentato (Anche se Il Messaggero del 28 marzo 1944, quattro giorni dopo l'attentato, già accennava a sette vittime civili) (Ib.)


off topic

a quando la rappresaglia


Vedi, io ho avuto parti combattenti in entrambe le parti, re alcuni anche di più (uno zio negli intrernational SS!), questo per la cronaca. il punto è che per avere dei valori che non erano quelli del comunismo, i "miei" partigiani dovettero fuggire per salvare la pellaccia (e per combattere in italia ci erano ritornati apposta).

sta di fatto che da una parte è sempre "un episodio", dall'altra è "la regola". e qui comincio a starci un po' di meno.

la rappresaglia però non è una regola creata dai nazifascisti (e Falstaff è stato più che chiaro). e il fatto che con l'entrare nella storia alcuni fatti entrino in una prospettiva più serena (che è peraltro quella con cui ho convissuto all'estero, dove gli ex-nemici mi offrivano nei testi liceali letture del fascismo più neitrali di quelle politicizzate nostrane!), non è revisionismo "doloso".

passo per fascio perché già vent'anni fa dicevo cose (magari studiate all'estero, ripeto) che oggi sono entrati nella comune cultura storica italiana... basterebbe pensare a come viene considerata adesso l'opera di De Felice, un tempo snonimo di bieco neonazista.

Non sto parlando di negazionismo o roba simile, bada bene, ma di semplice approccio storico! la vuoi ad esempio qualche verità su Cefalonia? di fornisco una pista: informati sul contenuto delle comunicazioni tra le truppe di stanza sull'isola e i tedeschi in arrivo. nulla toglierà al coraggio della scelta italiana, sia ben chiaro... ma metterà sotto altra luce la successiva furia tedesca. occultare questa verità, è storia o immediato revisionismo (questo sì) post-bellico?

Poi abbiamo visogno di miti (tanto più se c'è da giustificare il tentativo di sedersi al tavolo dei vincitori), ma il revisionismo non è una parolaccia. spesso è soltanto cominciare a vedere le cose per quello che sono una volta stemperate le caldane dell'attualità (specie poltica).

Iolao


con la differenza pero , che mentre da un lato quello che veniva fatto era saputo e risaputo , dall'altra lo si è scoperto dopo .

senza contare poi che chi stava facendo , gli invasori , erano venuti per un motivo ben preciso che è quello che hanno fatto .
gli altri sono venuti per cacciare i primi , ma poi hanno perso il lume della ragione , ma sta di fatto che non erano venuti per quello .
che bello scrivere della storia 60 anni dopo .
da quel che ho letto ho questa idea di tutta questa storia .

badoglio dichiara l'armistizio con gli angloamericani ( direi anche di sottolieare questa precisazione , poi capirete perche ) .
l'italia per quanto si voglia dire o scrivere era entrata in guerra al fianco della germania per opportunismo .
mussolini smaniava di allargare l'impero e di srivere il suo nome nella casa dei grandi condottieri .
ma dopo 3 anni si scopre l'amara realta .
a dire il vero , molti suoi gerarchi gia lo sapevano prima della guerra , altri se ne resoro conto durante lo svolgersi delle operazioni , ma benito no . continuava nel suo mutismo la sua operetta .
l'italia doveva uscire dalla guerra perche non aveva la benche minima possibilita di sostenere uno sforzo bellico cosi grosso .
la germania aveva preparato questa guerra da molto tempo , le truppe erano allenate gli armementi nuovi . l'italia no !.
badoglio non fa altro che mettere fine a quella che era destinata ad essere una lenta agonia .
chiese la resa e possiamo rigirarla come ci pare , ma la resa incondizionata era il nimino che potessimo avere . non eravamo in grado di chiedere nulla , nessun provilegio , nessuna garanzia !

quindi la resa !
ma perche badoglio anziche essere esplicito " es: difendetevi nelle caserme fino alla fine delle guerra " disse quella frase criptica . l'esercito lo avrebbe seguito perche l'esercito ricordiamolo era fedele al re !
perche badoglio , aveva paura dei tedeschi !
stavano dapperutto , avrebbero potuto costringere con la forza i gerarchi militari a seguirli nella loro impresa .
avrebbero fatto a roma con quello che poi fecero con mussolini a salo !
quindi badoglio scappa .
lui pensa che fuggito tutto lo staff militare , i nazisti ritireranno le loro forze , perche avrebbero dovuto sottomettere militarmente roma e tutte le citta importanti .
perche impiegare uomini per sottomettere le citta quando gli alleati avanzano nella penisola ?
il ragionamento ha una sua logica !
scappare ora , attendere la venuta degli alleati e/o la fuga dei nazisti e tornare a roma .
ma i nazisti sono nazisti !
sottomettono roma e l'italia , recuperano mussolini e creano quella cosa chiamta rsi .

c'è da chiederi ora se badoglio avesse alternative , alla resa .
avrebbe potuto continuare a combattere contro gli angloamericani , e l'esercito lo avrebbe seguito .
ma avrebbe avuto senso quello spreco di vite ?
un buon comandate ha il primo dovere verso la vita dei suoi uomini !
un buon generale se che le battaglia venno combattute se si ha la possibilita di vincere !
questo l'italia non lo aveva .
l'onore italiano era stato perso quando gli alleati erano sbarcati in sicilia . li avrebbe avuto senso combattere , li si sarebbe dovuto difendere il suolo patrio , li potevamo avere qualche pretesa nella resa .
ma quella battaglia venne persa per i motivi che ho detto sopra !
l'italia non aveva possibilita di combattere , ne di vincere !
perche quindi sprecare vite ?
perche rimandare l'inevitabile ?
si dice difendere l'onore della patria , ma l'onore non era stato gia perso nei ventanni del fascismo ?
l'alterntiva alla resa era l'esercito massacrato e le citta italiane rase al suolo !
sarebbe stato salvo l'onore della patria sopra un cumulo di macerie fumanti ?

badoglio scelse la resa e la fuga .
accollandosi le colpe e i meriti di una roma ancora in piedi .


in tutto questo c'è togliatti .
vi sembreara strano ma a me togliatti piace .
perche secondo me è una persona realista .
lo si accusa quai di aver tramato nell'ombra per il suo ritorno , lo si accusa di aver venduto gli alpini a stalin , lo si accusa di aver lascaito che gramsci morisse in galera .....
ma quanti di noi , o dei personaggi di allora , avrebbropotuto discutere con stalinsenza riceve una pallottola nella tempia .
io credo che toglaitti arrivato difrente al dittatore si accorge di non avere speranza di trattative di non potr chiedere nulla di eseguire e basta !
stalin aveva la fama di cambiare i suoi gerarchi conuna velocita sorpendete , che cosa pensava togliatti nel vedere i generali cambiati di continuo , che cosa poteve chiedere lui a stalin ?
togliatti eseguiva quello che gli dicevano di fare !
l'alterantiva era morire !
ma a stalin togliatti serviva !
serviva una persona fedele a lui da utillizzare nel caso non avrebbe potuto invadere l'italia .
stalin aveva mire espansionistiche .
ricordiamo gli accordi con hilter prima della guerra e come la germania è stata per 50 anni spaccati in due
e l'italia rientrava di sicuro nei suoi piani . poco importava a stalin cosa conquistare , purche si conquisti .
ma l'talia sarebbe stato un fronte degli alleati e lui lo sapeva , quindi non avrebbe potuto invaderla deliberatamente senza scatenare un'altra guerra .
ecco l'utilita di toglaitti !
per quanto rigurda gli alpini mandati a morire , io mi chiedo chi ha spedito un corpo di montagna in una steppa desolata .
solo un folle poterva vedere l'onore tra la neve russa .
eravano andati lassu ad invadere , cosa si pretende oggi dai russi di allora ? cosa pretendiamo ; ci eravamo arresi agli americani l'8 settembre , ma erano quasi 2 anni che gli alpini italiani erano in suolo russo ......
eppoi ci eravano arresi agli americani , non hai russi .
la stessa cosa venna fatto coi giapponesi che trattavano la resa con i russi , ma vennero bombardati dagli americani ....
eravamo i cattivi . non dimentichiamolo .

http://www.fronterussounirr.it/princ.htm
togliatti riceve questa lettera .
ma stava in russia . tornera in italia luglio , cosa avrebbe dovuto scrivere da sotto il cappello sovietico ?
o c'è chi vuol farmi credere che togliatti non veniva controllato ?


saluti .
Spettacolo il post-fiume di falstaff... mooolto interessante!


Ho letto tre volte ma non ho capito cosa volevi dire