Comunque c’è proprio una nuova ondata di giornalismo a cui non frega più niente della veridicità della notizia. C’è una presunta voce che pensano possa far leva (quindi click) sui lettori e la spacciano come vera (o peggio ci rimarcano sopra). Come se fosse meglio rischiare di darne una finta che rischiare di non darne una.
Fun fact.
Mi sono ritrovato ad essere moderatore di un gruppo FB cittadino di Roma gestito da una pagina social che fa satira e denuncia sociale (motivo per il quale sono entrato nel gruppo). L’intera pagina, oltre ad avere i classici connotati di un gruppo FB cittadino (persone che si lamentano della strada non asfaltata, del bus che non passa, degli zingheri, etc…) è appunto gestita con piglio canzonatorio e satirico.
Lo scorso Giugno a seguito della sconfitta della Roma in finale di EL, col nesso di insulti e aggressioni all’arbitro inglese, facendo leva sul fatto che l’80% dei lettori del gruppo saranno romanisti ho creato un post fake con chiaro intento goliardico e provocatorio Scrissi che ero il proprietario di un ristorante e del relativo Lazio club della zona e che tutti noi soci ci eravamo riuniti per consegnare simbolicamente il premio all’arbitro vittima della brutale aggressione (il sottotesto era naturalmente che in quanto “laziali” lo consideravamo uno dei nostri ).
Ora, considerato anche in contesto goliardico del gruppo, era evidente che fosse una burla. Non la consideravo nemmeno una fake news, perché scritta in maniera talmente farsesca che mai avrei potuto pensare che qualcuno ci avrebbe creduto. Tranne quei quattro o cinque con la rabbia alla bocca che mi insultavano . Invece tempo 2 giorni e la notizia ha fatto il giro del web, ripresa dalle più importanti testate online . Persino dal Messaggero , salvo fare marcia indietro 2 giorni dopo e definirmi “brillante troll”