[Gossipgirl]Canoni di bellezza feat. Ricchi e poveri feat. Chiara Ferragni feat. Fedez onlyfans feat

ma guarda che i giornalisti mica sono le forze dell’ordine
le indagini le fanno altri

Si bhe aspetta un attimo. Ok le indagini (di polizia) le fanno altri, ma per dovere legale e per deontologia, un giornalista deve verificare quel che scrive perché ne è responsabile sia in sede civile che penale.
Esempio: io posso scrivere un articolo in cui racconto che la rece sembra contraffatta, ma devo portare delle prove molto solide perché se mi querelano devo potermi difendere bene in tribunale. Mica basta dire “eh non sono la polizia”. Se racconti una verità scomoda, COME MINIMO, devi avere qualche cosa in mano. Non a caso i giornalisti d’inchiesta abili si muovono tra documenti e interviste registrate. Non dicono, ma fanno dire alle carte o a terzi. Se poi quel che dicono le carte (o i terzi) è falso, non è più responsabilità del giornalista.

Tornando al punto della rece supposta falsa, io non ho idea di che prove abbiano portato a supporto della loro tesi perché sinceramente non saprei come si possa dimostrare (senza avere gli IP o i dati di connessione che sicuramente ha solo Google) che la rece era artefatta ad hoc.

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Da quel che si capisce, la signora ha postato su Facebook uno screenshot di una recensione che sembrerebbe provenire da google.
Cioè in teoria le hanno fatto questa rece su google, lei ha risposto e poi ha screenshottato tutto e messo su facebook.

Lo screenshot che gira su vari giornali e social è palesemente artefatto. Ma proprio evidente. Lo puoi vedere qui se vuoi (seconda foto della gallery): Lodi, recensione choc contro la pizzeria: «Mi hanno messo vicino a un tavolo di gay e a un disabile». La titolare Giovanna Pedretti: «Eviti il mio locale» | Corriere.it

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ma infatti essendoci un’indagine in corso pare che abbiano chiesto a Google di tirare fuori la recensione. Si vedrà.

è un po’ più complicato di cosi da come l’ha descritta lei stessa. La recensione è vecchia di mesi, lei l’aveva salvata sul telefonino. Poi ha rivisto lo stesso personaggio nel locale e le è venuto in mente di rispondere a quella recensione e ha rifatto lo screenshot e ingrandito la sua risposta non si sa per quale motivo, e poi avrebbe cancellato il tutto compreso lo screenshot originale della recensione per fare spazio sul telefono.

poi però chiamata dai carabinieri non ha saputo dare la descrizione del tipo per poter fare un qualche tipo di esposto ed è finita come è finita.

ma è questo il punto
l’intera informazione che ha dato notizie lodando questa basandosi su uno screenshot artefatto e quindi non verificando niente

poi arriva la lucarelli, anzi il suo compagno, e dice “oh va che sto screen così com’è è falso”
fine

quella viene infamata dagli stessi giornali che la l’avevano prima lodata

e poi si uccide, non sappiamo per cosa
a logica per la vergogna ma sa dio

e in questo la colpa sarebbe di chi ha detto lo screen è palesemente artefatto? dai su

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Comunque @xEnd3r aveva portato un buon esempio, Paolo Attivissimo (Il disinformatico blog super consigliato).

Lui è da sempre attivo nella scena del debunking, nello sbugiardare le persone, trovare errori/notizie false, fare divulgazione tecnologica/scientifica, etc. ma lo fa bene, con tatto, con pazienza e ricerca, non cerca di infangare ma piuttosto di informare il lettore, di metterlo in guardia, o di fargli capire perché quella persona/notizia sbaglia.

Il confronto con la Lucarelli è impietoso, sono agli antipodi.

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ma non definirei la Lucarelli una debunker.

Fa più o meno quello che fanno i giornalisti su FB e lo fa male esattamente come i giornalisti lo fanno sui giornali.

Attivissimo ha il suo blog principalmente, avrà anche i social immagino ma fondamentalmente rilancia gli articoli del blog.

No, però spesso il lavoro è lo stesso (trovare disinformazione/notizie false/persone che dicono cazzate), ma il modo di farlo è totalmente diverso.

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Cioè anche con 10 milioni uno é povero e deve farsi i conti a fine mese?

Ma dai, le dinamiche dell’internette!!! le conosci meglio di me. Il 90% degli insulti che avrà preso sto Wazza saranno palesi troll che, ben consci non essere lui il minacciatore del figlio, l’hanno insultato, facendo finta di credere allo scambio di persona, solo per divertimento. O peggio ancora come sfottò indiretto proprio a Fedez per schernirlo dell’errore.
Non dico Fedez non meriti una sonora lezione, anche in sede civile, ma tutto va ricondotto al giusto contesto e alle giuste proporzioni. Al fatto che Wazza non possa uscire di casa manco fosse Jimmy il pedofilo non ci crede nemmeno lui :asd:

Poi oh, se non si può insultare nemmeno un interista sul web allora chiudiamolo proprio sto internette che non serve a nulla :dunno: :asd:

beh quello che vale per Wazza varrebbe allora anche per Fedez e la Ferragni e pure il resto della sua famiglia, visto che diffamare pubblicamente è reato anche se sei un personaggio pubblico.

Ma dai, le dinamiche dell’internette!!! le conosci meglio di me. Il 90% degli insulti che avrà preso sto Wazza saranno palesi troll che, ben consci non essere lui il minacciatore del figlio, l’hanno insultato, facendo finta di credere allo scambio di persona, solo per divertimento. O peggio ancora come sfottò indiretto proprio a Fedez per schernirlo dell’errore.
Non dico Fedez non meriti una sonora lezione, anche in sede civile, ma tutto va ricondotto al giusto contesto e alle giuste proporzioni. Al fatto che Wazza non possa uscire di casa manco fosse Jimmy il pedofilo non ci crede nemmeno lui :asd:

Poi oh, se non si può insultare nemmeno un interista sul web allora chiudiamolo proprio sto internette che non serve a nulla :dunno: :asd:
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https://www.diritto.it/libera-manifestazione-pensiero-diffamazione-social/#:~:text=Il%20reato%20di%20diffamazione%20a%20mezzo%20social,-Il%20reato%20di&text=La%20condotta%20(a%20forma%20libera,percepisca%20direttamente%20l’addebito%20diffamatorio.

Il reato di diffamazione a mezzo social

i ferragnez hanno i soldi, milioni per giunta se volessero grazie ad uno studio di avvocati potrebbero risalire facilmente alle persone che nei social l’hanno offesi, anche con account fake mi sembra che si possa però ugualmente risalire all’intestatario della linea da dove l’utente sta scrivendo.

per certe definizioni sì: tipo “non posso staccare un assegno da 10 milioni senza pensarci” :asd:

Beh, se Fedez vuole svangarla sulla eventuale causa di Wazza basta portare in tribunale lo storico dell’utente in questione: lo insultavano di brutto anche prima di essere sputtanato da Fedez :asd:
Anzi, adesso gli porgono solidarietà pure quelli che gli davano del pedofilo ogni 3x2

Non è proprio così.
Un conto è scrivere “oh ma sta cosa sembra falsa”, un’altra è telefonarti a casa :rotfl: e aizzare il proprio seguito di follower che iniziano a insultare la signora in pubblico e in privato.

Oltre ai servizi sul tg3 su una questione così inutile che non ho nemmeno le parole per definirla.

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Ma infatti un conto è informare, un conto è aizzare l’internet.
È proprio l’atteggiamento a essere evidentemente tossico. Sia della lucarelli che del compagno.

A me la cosa che più fa incazzare è vedere proprio questo qui stigmatizzare la cosa:

Orsini :sisi:

Pagina Alessandro Orsini

Suicidio, odio social e vendette personali

Vorrei innanzitutto esprimere il mio cordoglio e il mio dolore e stringermi intorno ai familiari in questo tragico momento. Ciò premesso, le scienze sociali insegnano che il suicidio è un fenomeno complesso poiché è causato da una molteplicità di fattori. Questa complessità impone una classificazione. Quindi, la prima cosa da sapere, è che esistono tipi diversi di suicidio e noi non siamo ancora in grado di capire quale. La seconda cosa da sapere è che, nel suicidio in oggetto, le scienze sociali non consentono di individuare una causalità unilineare, o semplice e diretta, per farmi capire da tutti, del tipo: “Quella persona si è suicidata perché quella giornalista ha pubblicato un post su di lei”. Se valuto correttamente le informazioni emerse finora, i fattori causali minimi in questa tragedia sono almeno cinque:

  1. In una prima fase, la donna è stata portata alle stelle da alcuni giornalisti e politici. In un dibattito pubblico di basso livello, cioè, basato su un processo dell’imputazione causale non corretto, i colpevoli sono i giornalisti e i politici che hanno reso celebre una persona priva della struttura della personalità per fronteggiare cotanta improvvisa popolarità

  2. In una seconda fase, un blogger e una giornalista hanno condotto un’indagine su un post divenuto virale fornendo l’evidenza empirica per dubitare della sua veridicità

  3. In una terza fase, l’odio social contro la donna è debordato

  4. In una quarta fase, la donna è stata convocata in questura provocandole un’enorme pressione stressogena con conseguente alterazione dell’equilibrio cognitivo normale giacché l’intervento dell’autorità pubblica è sempre un fatto sconvolgente per una persona comune, soprattutto se questa teme che un suo comportamento non adeguato possa essere scoperto e perseguito penalmente. Una campagna social passa in pochi giorni, ma un’eventuale investigazione della polizia diventa un incubo senza fine. Trascurare la convocazione in questura nella dinamica che ha condotto all’auto-soppressione sarebbe un grave errore sociologico.

  5. In una quinta fase i giornalisti che avevano portato la donna alle stelle l’hanno nuovamente intervistata sollecitandola a confessare il presunto falso. L’osservazione sociologica mostra che la donna era già visibilmente turbata durante quell’intervista che la portava dalle stelle alle stalle

Di chi è la colpa?

In un dibattito pubblico di basso livello la colpa è di una sola persona che diventa il nuovo mostro.

La tragedia sociologica di tutta questa storia è che quasi tutti hanno agito nel rispetto del proprio ruolo sociale. I giornalisti hanno svolto correttamente il proprio lavoro nel portare alle stelle una donna dal comportamento nobile. La giornalista ha svolto il proprio dovere professionale nel sottoporre a verifica empirica la veridicità del post. La polizia ha svolto correttamente il proprio lavoro nel convocare la donna in questura. I giornalisti hanno svolto il proprio dovere nel chiedere alla donna se avesse commesso un falso. Per “dovere”, mi riferisco a un comportamento “dovuto” in base al proprio ruolo sociale all’interno di un sistema complesso fatto di parti interconnesse.

Chi non sta facendo il proprio dovere sono quei politici e giornalisti che, in queste ore, stanno cercando di scaricare tutte le colpe su una sola persona perché hanno dei conti personali da regolare con lei.

Meglio dire vendette.

È riuscito a scrivere uno, due, tre, quattro, cinque… undici paragrafi senza lamentarsi della libertà di stampa a rischio, delle armi all’ucraina e della follia della classe politica italiana che va verso la terza guerra mondiale! Date una medaglia a quest’uomo!

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Orsini difende la Lucarelli, è un chiodo nella bara.