Fusione fredda: a Bologna ci sono riusciti?

no dai "Ci vediamo dopo" no


hai investito pure tu ve'




esci, prendi una boccata d'aria, rinfrescati le idee, io sono qua, non sono sarcastico e ti ripeto:

quotami le puttanate che ho scritto, e se puttanate sono non farai fatica a confutarle ed io ti farò un plauso
Io ho splittato l'altro topic e incollato qui la parte relativa, perchè ritengo la discussione interessante... Se partite con ironìe, flammini e cazzate varie, stavolta, chiudo tutto e vi attaccate.


Ogni altro anno è più preciso. Ma è da tempo che va avanti con questa storia del Ni.


si e no. detto da ignorante, ma che un minimo è interessato da questo perchè abbiamo un paio di brevetti, la questione è la seguente:

i brevetti per esser tali vanno esposti, e questo è una tutela fino ad un certo punto, proprio perchè rendi pubblica la base su cui brevetti. rendendola pubblica, è copiabile, e i brevetti si tutelano in un tribunale, che decide dopo tot tempo, è un rischio per qualche cavillo e soprattutto intanto i tuoi concorrenti hanno modo di studiare il principio e fare soldi, poi si vedrà.
Il solo poter studiare il principio fa si che se venisse trovato un miglioramento o una modifica sostanziale, quel brevetto non tutela più nulla.

In questo caso, la tutela maggiore è il segreto industriale.

il fatto poi è che per dimostrare il brevetto fai referenza ad altri studi, e quindi il processo può diventare un problema se non peggio ritorcertisi contro se chi lo esamina ha interessi con altre multinazionali o non conosce il campo o ci sono cavilli.

l' aver depositato un brevetto o meno, quindi, non è indice di nulla.


hai evidentemente assistito solo alla presentazione del 15, e non hai più approfondito, è logico che puoi aver capito male come feci io, specie riguardo la teoria, dopo l'esame se torno a casa subito ti scrivo

metal invece non ha presente come funzionino i brevetti e l'ambiente parallelo che li circonda


ultimo post della mattinata, a più tardi


* OOOH FINALMENTE


più tardi approfondisco anche io che c'è anche dell'altro


Si sono solo limitati a dire che, date le dimensioni e la durata dell'esperimento, l'energia non sembra dovuta a processi chimici. Inoltre, poichè altri fisici come Levi e Focardi sembrano credere in questa cosa e non sembrano essere in malafede, vale la pena aspettare di vedere la sua evoluzione.

Tutto il resto che è stato detto viene da Rossi che ha tutto l'interesse in questa faccenda. (e il prof. Levi per fare misurazioni e sperimentazioni sull'apparato riceverà una grandinata di soldi ...) D'altro canto la storia e la fedina dell'ing. Rossi non giocano a favore della sua credibilità.

*

Personalissima opinione: non c'è una teoria che spiega la conduzione elettrica nei cristalli organici, eppure si usano ormai un po' dappertutto. Il clima è dovutamente scettico, ma aperto a qualcosa di nuovo.
Per quanto mi riguarda prenderò il più possibile le distanze da questa cosa
http://unico-lab.blogspot.com/2011/01/fusione-fredda-bologna.html

questo è un aritcolo che porta una critica abbastanza ben ragionata a questa "scoperta"....
per chi volesse approfondire.
in attesa dell'intervento di Dalmo provo a riassumere:



quindi il brevetto potrebbe arrivare anche fra X anni ed intanto in Grecia si perfeziona il tutto per depositare un brevetto con un processo non passibile di modifiche sostanziali/miglioramenti,
E' lecito immaginare che la centrale in Grecia sarà "blindata" per non vanificare il segreto industriale
OK

per essere chiari:
- non ho mai detto che la cosa non funziona, ho solo detto che non si sapeva [o non ci vogliono far sapere] come funziona, di qui le "fumose" dichiarazioni degli interessati da me riportate in precedenza

secondo la mia opinione, da scettico, il brevetto è il minore dei mali; e rimarrò dubbioso fino a quando non vedrò la centrale in funzione.

PREMESSA
secondo l'ufficio brevetti l’invenzione sembra, per lo meno a un primo esame, essere in contrasto con le leggi della fisica generalmente accettate....

IPOTESI
supponiamo che l'osservazione dell'ufficio brevetti sia vera

DOMANDA
è giusto dire che Rossi/Focardi hanno fatto una nuova scoperta/teoria scientifica?

sarebbe quindi brevettabile solo lo strumento "meccanico" per compierla, visto che il comma 2 dell'art. 45 DL 30/2005 descrivono che "le scoperte, le teorie scientifiche e i metodi matematici" non sono brevettabili?


letto. ma non mi sembra che dica nulla di particolare.
tante domande, non smonta nulla, unica cosa interessante quando parla degli isotopi del ni e del cu, ma tanto non conoscendone il funzionamento non si può dire nulla.


in realtà la divulgazione della scoperta che consegue alla concessione del brevetto (o meglio che ne costituisce la premessa e condizione necessaria: la c.d. "descrizione") non è un "rischio" derivante dal brevetto.

E' la contropartita per cui viene concessa la privativa: cioè, banalizzando, uno stato (o un insieme di stati) ti dà a determinate condizioni la possibilità di realizzare in esclusiva (o dare in licenza, etc.) una data tecnologia (sia un prodotto o un procedimento, o entrambi) A CONDIZIONE che tu renda disponibile l'acquisito, in termini di conoscenza tecnica, alla base dell'invenzione stessa. A fini ovvi anche di avanzamento dello stato della tecnica; oggi la correlazione discovery-privativa viene reputata uno degli elementi fondamentali della lettura "pro-concorrenziale" dell'istituto brevettuale.

Tipo: rivendichi (tecnicamente si chiama così la parte del brevetto in cui l'inventore dichiara di volere ottenere la privativa) l'uso di un rivestimento particolare (che solo tu hai realizzato per primo) per rendere migliore la circolazione d'aria all'interno del casco e non ti sei reso conto che quel materiale/struttura impiegata, poteva anche essere adattata per conseguire risultati di migliore sicurezza in caso di impatto.

Ovviamente ci potrà essere una questione in termini di vera e propria derivazione dall'invenzione in questione di invenzioni di altri concorrenti (e lì c'è lo strumento dei c.d. brevetti derivati), etc. ma in linea di principio, se tu quell'uso e applicazione non la conoscevi e non l'hai rivendicata... sono un po' cazzi tuoi
Quantomeno questa è la linea di tendenza attuale e ormai consolidata del sistema brevettuale (nazionale e non). In alcuni ambiti la questione della centralità dell'identificazione da parte del brevettante degli usi rivendicati è ancora più stringente: come nel caso delle biotecnologie, ad esempio.

Un tempo era diverso: tant'è che fino a non moltissimi decenni fa (più o meno anni '60) c'erano ordinamenti - come quello francese - che non prevedevano l'obbligo dell'inventore di specificare le applicazioni dell'invenzione.


Ovviamente c'è anche un aspetto procedimentale, legato al fatto che la discovery che fai in sede di domanda, quando la domanda viene resa pubblica, serve ai concorrenti del brevettante per avanzare eventuali opposizioni alla domanda di brevetto stessa (e il competente ufficio brevetti potrà, di conseguenza, instaurare un contenzioso "amministrativo" al fine di decidere sull'esito della domanda).

Come dicevo tot post fa il rischio connesso a domande di brevetto acerbe - rispetto alle quali l'inventore non ha maturato piena consapevolezza in merito agli aspetti puramente teorici e di invenzione "pura" del trovato ma soprattutto rispetto a tutti i profili applicativi (i c.d. "usi" dell'invenzione - è legato al fatto che corri il rischio di avere lasciato scoperte aree ulteriori dell'invenzione stessa.

Se poi invece il brevetto è valido il deposito della domanda e la discovery connessa non sono mai dannose per l'inventore, poiché la protezione conferita dal brevetto copre anche quell'area temporale. Il problema è legato alla situazione, piuttosto, dell'inventore che predivulga (anche tramite domanda di concessione del brevetto, in alcuni casi, può ipotizzarsi tale situazione) elementi di una scoperta tecnica allo stato non ancora brevettabile (o per cui ancora non è stata avanzata domanda di brevetto). Le predivulgazioni, difatti, sono sempre preclusive ("distruttive") della concessione del titolo (a meno che non rientrino in talune eccezioni).
ps:



Non sono segnaposti.


l' ho detto, ne parlo da semi-profano.
E quanto dici ha applicazione pratica proprio nel nostro caso: un brevetto che è stato copiato e adattato cambiando un solo componente e il metodo di uso dello stesso (non l' uso del composto), risultato? aula di tribunale, concorrente che vende da subito e poi "si vedrà".
In questo imho il brevetto copre fino ad un certo punto, e paradossalmente il segreto industriale copre maggiormente - finchè non viene rubato o un' altro arriva alla solita intuizione.
Certo, un brevetto potenzialmente è più protetto, ma nella pratica insomma.
E per quanto ho intuito, se lo fai troppo astratto (per coprire intenti non studiati all' inizio, sviluppi futuri insomma) rischi che sia appellabile


di fronte a una situazione del genere, garantito che il tema del contendere sarà stabilire se l'invenzione del concorrente è una c.d. "contraffazione per equivalenti".

Senza entrare nel merito delle strategie difensive adottate dalle rispettive parti (che tengono conto anche e soprattutto dei rischi connessi alla possibilità di ottenere un provvedimento interinale, poi ribaltato dall'esito della controversia, e di dovere pagare alla controparte i danni che sono derivati dalla sua esecuzione), in una controversia in materia brevettuale in genere l'attore che lamenta contraffazione del suo brevetto chiede (o ha già chiesto con procedimento cautelare precedente l'instaurazione della controversia) determinate misure volte a bloccare il danno discendente dalla lamentata violazione del brevetto (oltre a provvedimenti che servono a quantificare il danno stesso). Es. sequestro dei prodotti e degli strumenti per realizzarli.

Ovviamente poi bisogna vedere se il provvedimento cautelare viene concesso (e anche quando ciò avviene NON lo si esegue per le ragioni sopra esposte: ci si accontenta di avere ottenuto una prima decisione favorevole in sede cautelare, magari per spingere la controparte a transigere in tempi rapidi)... purtroppo, in genere, fino al momento in cui non si ha la perizia del ctu (sono pochi i casi in cui il giudice se ne discosterà, rispetto ai profili puramente tecnici), in una controversia di tale genere è anche difficile prevedere l'esito.
In genere, difatti, il convenuto-contraffattore proporrà, a sua volta, domanda riconvenzionale volta a sentire dichiarata la nullità del brevetto (e per questo si dà luogo all'esame nel processo del titolo brevettuale, tramite valutazione del perito, anche sui profili di validità del brevetto, oltre che sulle caratteristiche dei prodotti del convenuto e sulla presenza o meno di contraffazione).

Tolti i casi limpidi di validità del titolo stesso, in molti casi l'attore rischia di prendersela nel culo... due volte (benché poi di fatto se ne freghi di questo rischio, perché magari il brevetto è quasi giunto al termine della sua vita: e allora il gioco vale la candela).
Nel senso che il risultato finale non è poi così scontato, visto che oggi il confine tra tecnica preesistente e portata innovativa delle invenzioni non è così lampante come poteva avvenire un tempo.

Tra l'altro sui brevetti europei fino a poco tempo fa era radicata una strategia processuale, assai efficace come estoppel di una possibile azione attorea, chiamata "italian torpedo" (ovviamente, come dice il nome ne avevamo noi la paternità ) e che era una gallata:... peccato che sia stata recentemente messa in fuori-gioco dalla giurisprudenza

Concordo: il segreto "copre" di più, ma ha i suoi ovvi rischi (e limiti applicativi: per dire... ha funzionato per la coca cola, ma non poteva funzionare per il televisore: visto che il reverse engineering non incontra limiti di fronte ad invenzione non brevettata e commercialmente divulgata). ha il vantaggio fondamentale, soprattutto, di non avere limiti temporali (a differenza del brevetto; anche se poi pure dopo la sua scadenza residuano spazi per agire con azione di concorrenza sleale). Il segreto è eterno, finché dura

p.s.

quanto alla tua ultima affermazione: assolutamente sì, in estrema sintesi il concetto l'hai espresso perfettamente. In gergo tecnico, la questione riguarda le c.d. "rivendicazioni omnibus": con cui l'inventore cerca di coprire tutto... con il risultato che talvolta non copre niente (e il brevetto non viene concesso, o viene invalidato in tutto o in parte, dopo).
in attesa che arrivi Dalmo vi faccio una domanda:
con che sicurezze tecnologiche costruiranno la centrale in Grecia visto che la natura del processo e le proprietà del processo non sono ancora note?
E' quello che mi chiedo pure io. Di certo c'e' che hanno già fatto dei test di lunga durata e, probabilmente, hanno delle teorie sul funzionamento che non divulgano per via dei brevetti.
Però boh
ciao raga eccomi qua! ero andato al poligono a scaricare un po' la tensione dopo l'uni, nonostante penso sia andato tutto molto bene ora risponderò alle vostre domande fuck yeah

il punto focale è che tu hai visto solo la presentazione del 15, se avessi ascoltato l'intervista a rossi su radio24 avresti sentito che in realtà non è vero che sono senza una base teorica... hanno una teoria anche piuttosto avanzata che stanno aggiustando lentamente passo per passo, anche con l'università di bologna...
la teoria verrà presentata il giorno stesso della prova in grecia

rossi gira parecchio a questa questione, infatti quando dice che tutti i processi non sono noti ha detto che nemmeno tutti i processi della combustione sono perfettamente noti, eppure si usano camini e caldaie da anni anni e anni

per quanto riguarda la storia del brevetto, pare che rossi brevetterà solo parte del progetto, e una parte la terrà segreta, perchè come tutti sanno nell'ambiente una volta che arriva la proposta di brevetto, le varie "spie" che ci sono negli uffici brevetti segnalano la cosa alle multinazionali, e report in passato ha dato diverse prove, con un' intervista tra l'altro all' allora direttore del centro brevetto di roma che faceva capire che è assolutamente così che funziona, limitandosi a dire che era molto molto molto probabile che si rubino idee agli inventori, le cause poi durano anni e anni e al limite si ottiene una liquidazione, ma intanto si è perso l'utile fatto dall'impresa "ladra"


e sì, il reattore sarà blindato per un semplice fatto: sono tanti reattori in serie da 4kw o da 10kw ciascuno (ancora non si sa quanti, perchè il risultato sarà sempre di 1mw) e però devono essere schermati con il piombo, rossi sul journal of nuclear physic ha già detto che probabilmente opteranno per una schermatura di massa, ovvero per diminuire il volume del reattore finale metteranno in serie tutti i reattori, ma tutti dietro a un unico schermo, e quindi 1 solo schermo grande con tanti reattori e non tanti reattori con tanti schermi
edit: oltre al segreto industriale che c'è dietro si intende


rossi e focardi sostengono inoltre che è stato utilizzato per 2 anni un reattore solo per alimentare un edificio, e che il reattore in questo ambito è pensato per essere accoppiato con una macchina per effettuare l'elettrolisi, visto che è pericoloso tenere le bombole di idrogeno in abitazioni, se si vuole spegnere il reattore si stacca l'elettrolisi e bon

in ambito industriale invece hanno le bombole, ma essendoci i tecnici chiuderanno l'idrogeno, e lo lasceranno andare per un po' di tempo, visto che serve veramente poco idrogeno...

ogni 6 mesi di attività va posta una ricarica di 100grammi di nanopolvere di nickel con i suoi additivi segreti, il 90% della carica è riciclabile in altra nano polvere, la quasi totalità del restante (se non tutta ma non ho capito benissimo) si è trasmutata in isotopi del rame, piuttosto rari tra l'altro