Era:caso Weinstein è: 50 shades of possibilismo




E' principale l'atteggiamento che si ha nei confronti delle vittime, sì.
Se l'opinione pubblica in un caso del genere verte ad analizzare ogni singolo caso, anziché interrogarsi sul come poter migliorare la situazione permettendo alle vittime di sentirsi sicure di poter dire di no e denunciare, in modo da far pensare anche agli opportunisti che con il sesso non si ottiene nulla, per me è un problema. Come ho già detto, a me non interessa giudicare tutte le colpe dell'Argento e del suo passato con la droga o meno, a me interessa che le persone inizino ad avere un atteggiamento incoraggiante e supportivo nei confronti di chi parla.
E non lo ottieni con i titoli di giornale contro la Argento e manipolando l'opinione pubblica ad analizzare il suo caso nello specifico, perché poi innanzitutto non aiuti chi vorrebbe farsi avanti a parlare ("ok, se parlo poi mi tocca lo stesso?Ne vale la pena?" <---e questo vale soprattutto per chi ha un lavoro normale e non le condizioni economiche della Argento, che può permettersi di emigrare) ed alimenti altri/e a continuare ad usare il sesso come merce di scambio perché tanto le cose funzionano così.
Dei dettagli del caso se ne occuperà chi lo fa di lavoro.


Io ho un unico dubbio.

Possiamo collocare una che va al provino col produttore con l'intenzione di vendersi in cambio di un qualcosa non dalla parte della vittima?

Perché io sono magari d'accordo che pure se ti sei beccata un oscar, se il motivo per cui hai accettato è stata la paura di perdere la carriera etc, allora sei una vittima.
Ma se come attrice sapevi di far cagare e ci sei andata con quella intenzione, in partenza, sei vittima?
Perché non prendiamoci in giro, l'idea che certe attrici (e pure attori, se è per quello) abbiano una qualche carriera solo su certe basi non è nuova, e una aspirante attrice di quel calibro lo sa benissimo. Come diceva qualcuno "Il produttore tende la mano aperta, e qualcuno che ci si siede sopra scatta immediatamente"

Mi pare di capire che almeno per alcuni di voi, rimanga vittima. O sbaglio?


Questo post
E' una cosa che presumerebbe che io sappia come ragiona la persone in questione, se lo fa per puro opportunismo o perché crede di essere costretta a farlo perché le cose funzionano così, quindi mi astengo dal giudizio per quanto mi riguarda.
Credo anche che se vogliamo fare chiacchere da portinaia quel tipo di ragionamento va bene ma è pericoloso quando diventa la norma.


Ha senso (se ho ben capito). La risposta è non necessariamente ma non ha rilevanza in termini di critica sociale. Riporto questo:













E astenendoti dal giudizio avalli l'idea che farlo per opportunismo vada bene, perché tanto sei comunque la vittima (allo stesso modo di chi facendo di tutta l'erba un fascio avalla l'idea che tanto sono tutte puttane).
La distinzione rimane importante, anche se non puoi né devi andare a mettere le etichette sulle persone unad a una.


Se procedi nella direzione di critica sociale fino in fondo e agendo in quei termini, a un certo punto l'opportunista avrà poca possibilità di metterlo in pratica.

Ovviamente qualunque cambiamento è traumatico e porta con sé degli svantaggi, semplicemente noi valutiamo che sia meglio così che ipotizzare opportunismo verso ignoti: è una considerazione che cade nel vuoto per quanto riguarda il fine originario ed è immediatamente strumentalizzata.


Perché non voglio dire che Asia Argento è troia (o opportunista) e che non posso giudicare il caso specifico?
Sembra che per te non ci sia un problema di misoginia nella nostra società da come scrivi.
Concorderai con me che io non ho i mezzi per giudicare la situazione specifica ma mi posso limitare a utilizzare il caso come un'opportunità per fare critica sociale?

Io non guadagno nulla dal mettere alla gogna qualcuno, posso dare un giudizio personale ma sarebbe inutile in vista di un discorso più ampio.


Quindi l'idea è di tipo pragmatico "siccome non è utile alla soluzione del problema, è inutile discuterne".

Ok, capito la posizione. Non concordo, ma capito.


Noto adesso che mi ero dimenticato di rispondere a char qui...

Discutere delle conseguenze (agire è un termine che dobbiamo riferire al reato dello stupratore e quello è il campo dei tribunali) fa si che non passi inosservato che c'è gente che ha anche saputo dire di no.
Gente che prima di incotrare wenstein aveva già ben chiaro che qualunque cosa fosse successa in quella stanza o in una situazione analoga, si sarebbe rifiutata e avrebbe denunciato. Perchè come già abbiamo detto, il motivo di perdere una carriera (il carrierismo) non deve essere causa di paura e accettazione di una violenza.

Se poi abbiamo paura a discuterne perchè arriva la banda di coglioni a dire che allora wenstein è innocente e le donne sono tutte troie, allora noi siamo parte del problema perchè prestando il fianco alle manipolazioni, legittimiamo l'esistenza di quel pensiero.


Non solo pragmatico, come diceva chuck:



Lo standard di chi propone il discorso sulla connivenza sembra essere il caso meno realistico.
Sì ma per ogni persona che dice di no, c'è anche chi ha detto di sì non solo per opportunismo e a quel punto il discorso è talmente specifico da persona a persona che possiamo solo supporre cosa sia accaduto nella loro testa e a quel punto è un tirare ad indovinare.


e questa batte pure i titoli di Libero e La Verità


Domanda senza polemica. Perchè a dire il vero è un passaggio che mi manca...

Per tua opinione, per quali altre ragioni, oltre la paura dei risvolti professionali, alcune persone sono state portate a dire di si?

EDIT
Scusa, riformulo meglio: la pressione psicologica indotta su quelle persone, quindi l'autorità dello stupratore su che basi era esercitata?
E' una risposta che varia di persona a persona, alla base la paura per la propria vita, l'umiliazione e la svalutazione di sé: mille ragioni che rientrano nell'analisi della psiche di chi subisce sexual harrasment ed abusi sessuali.

edit: non capisco la domanda.
Se intendi che uno razionalmente dovrebbe pensare solo alla carriera in determinate situazioni e dire fermamente di no ed andarsene ti dico che comunque ognuno di noi reagisce in maniera differente di fronte a situazioni in cui si entra in "survival mode", quindi ognuno avrà le proprie reazioni. Solitamente chi ha una maggiore sicurezza di sè e una sicurezza emozionale ed emotiva è più portato a dire di no, il che non vuol dire avere i soldi ma un supporto emotivo sano e un amor proprio maggiore. Ma appunto perché ognuno ha un cervello diverso, le risposte sono molte.


sicuro non troverai orde di donzelle che gridano "hey, si ho allargato un po' le gambe ma alla fine è stato un successo!!"

magari sono quelle silenti, che non fanno dichiarazioni, che se ne stanno zitte per non subire l'onda morale del popolo, magari invece, ancora peggio, ci sono quelle che fingono di piangere ora addolorate che sotto hanno ottenuto cose che con le loro capacità non avrebbero ottenuto.

il fatto che sia meno realistico non significa che non esista e non è nemmeno utile non parlarne o fare finta di nulla, è solo un altro elemento in più per analizzare tutta la vicenda.


Eh ma a sto punto non aiuta come già detto, non è molto verosimile (statisticamente esisterà), come elemento in più viene immediatamente gonfiato fino a obliterare gli altri, si basa su valutazioni su ignoti e rispetto a soggettività insondabile, sì è inutile su tutti i fronti.

Lo si dice che è inutile, lo si spiega, e poi si ricomincia a parlare del meccanismo di oppressione che è la ciccia del discorso.


Limitatamente a questo episodio, io penso (ma ammetto anche che magari possa essere un limite mio di pensiero) che l'unica minaccia su cui potesse far leva wenstein fosse quella della carriera. Dunque che la pressione psicologica fosse esercitata su quello (o almeno stando a quanto per adesso sappiamo della vicenda)*

La conseguenza pertanto è che ci sono persone che mettono al centro della propria vita la carriera e volenti o nolenti è un modo sbagliato di agire anche questo.



* se poi lui le minacciava anche di morte, ritiro tutto.
Non è che le minacciasse direttamente di morte ma se ti trovi davanti ad uno che invade la tua sfera personale in maniera minacciosa e temi per la tua vita ed il tuo benessere, ci sta che non inizi a pensare in maniera del tutto logica e razionale.


E' una dimostrazione sul perché sia sbagliato mettere al centro la carriera?

Ci siamo allontanati di kilometri dal discorso così però. Anche se concludi questo, non impatta la questione, tu stai proponendo una filosofia di vita qui.


Ok.... si scusa.... Ho riaperto il discorso ma alla fine credo mi fosse già chiaro da prima il tuo punto di vista.

Io continuo a dire e a rimanere dell'opinione che temere per la propria vita sia profondamente diverso dal temere per il proprio status quo e per la propria carriera ma credo che qui ci sia lo stallo su cui non riusciamo ad andare avanti perchè si entra in una sfera di valutazioni del tutto personali.