Discriminazione di genere: un problema anche maschile

si fanno evacuare prima le donne e i bambini perchè almeno si può pensare ad una soluzione in pace.

serioulsy, seguo


verissimo. concordo. Con l'unico appunto che ultimamente il genere femminile lo sta prendendo più in culo del genere maschile
Alcuni punti imho soffrono di bias


Credo si riferisca alla menopausa, il corrispettivo maschile proposto, andropausa, non é ancora entrato nei testi accademici. Per dire
- ultima edizione Greenspan non lo riporta nemmeno
- ultima edizione Harrison riporta


quella frase è poesia

comunque questo



proprio no, esiste una posizione subordinata della donna in quasi tutte le società del mondo ed è una posizione che si è creata in millenni di predominio maschile, situazione che negli ultimi cento anni è indubbiamente stata fortemente intaccata ma che resta impari.
Ha ragione chi ti dice che noi uomini non siamo discriminati "in quanto uomini", non veniamo considerati inferiori in praticamente nessuna attività se non eventualmente quelle che noi stessi uomini abbiamo scelto di affidare alla controparte femminile per nostra convenienza, solitamente ruoli subordinati e che hanno a che fare con la gestione di dinamiche familiari o in ogni caso di tipo sociale.

Per tutto il resto siamo educati a pensare che si sia alla pari se non più portati delle donne, in ogni possibile ambito delle attività umane.
Il viceversa non esiste.



Sapevo che usando la parola "limite" ci sarebbe stata l'alzata di scudi anti-sessista

Comunque sì, diciamo caratteristiche fisiologiche, biologiche ed anche comportamentali che poco si adattano a certi contesti.

Quindi forza ma non solo fisica anche mentale, "aggressività" spesso necessaria per raggiungere certi ruoli o certi risultati, alterazione emozionale influenzata da elementi biologici (menopausa ed antecedentemente ciclo mensile). Anche il ruolo di madre non è del tutto irrilevante per quanto ci siano tantissime donne veramente molto in gamba che riescono a conciliare le cose.

Aggiungo.

Approccio nelle relazioni e nei comportamenti. E qui entra di nuovo in gioco sia un "limite" (passatemi il termine) fisiologico che probabilmente un retaggio del passato o comunque il fatto che si deve entrare in un campo ancora oggi a maggioranza maschile.

Per svolgere certi ruoli o raggiungere certe posizioni (e soprattutto mantenerle) non basta essere intelligenti e competenti. Bisogna sapere creare relazioni, fare gruppo, scambiarsi favori e poi riuscire ad imporsi. Ad emergere.

In questo l'uomo è più abile della donna. E gli riesce in modo più naturale.

Non dico che in senso assoluto la donna non potrebbe fare un certo percorso, soprattutto se ci fossero meno ostacoli (leggi pregiudizi).

La cosa buffa è che spesso, i primi ad avere i pregiudizi nei confronti delle donne, sono le donne stesse.
Perché viviamo in una società che ci ha insegnato che un leader debba avere caratteristiche che solitamente vediamo negli uomini, ma non è che stia scritto nelle stelle che un leader debba essere così, e ci sono state anche diverse dimostrazioni in tal senso, sono esistiti leader di tipo diverso, soprattutto in società non occidentali, e funzionano benissimo.

Da noi l'idea del manager o della figura apicale viene vista in un modo che è prettamente maschile ma è un limite nostro, non delle donne.

Concordo invece sul fatto che spesso le prime nemiche dell'istanza femminista siano altre donne, ma lo sono perché educate a prendere come unico modello possibile quello che prevede il predominio maschile di determinati ruoli, ed essendosi loro stesse adattate a tale situazione, trovano a volte inaccettabile che ci siano altre donne che invece determinati imprinting non li vogliano assimilare, per cui per loro è ancora più difficile accettare certi atteggiamenti perché farlo significherebbe mettere in dubbio non solo gli altri, ma loro stesse in primis che invece determinate imposizioni le prendono come "naturali".

E' un atteggiamento tipico comunque e non si verifica solo con le donne, succede in quasi tutti gli ambiti, per esempio con gli immigrati, che spesso una volta che si sono integrati ed hanno accettato determinate imposizioni sociali, poi sono tra i primi a difenderle dopo, perché per loro sono diventate la norma.

dat ist gud boi kimay
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E' contemporaneamente comodo perché rifuggono l'ansia dell'indipendenza e causa di invidia nei confronti della femminista che si emancipa.
La Merkel non è che sia un granché come esempio da sto punto di vista a dire il vero
Lo sono di più alcuni leader asiatici, ma mica solo donne, per esempio anche Gandhi tutto era come leader tranne che uno che segue i canoni del manuale del leader alla occidentale
Mi sa che, nel distinguere forme di leadership maschile e forme di leadership femminile, stai semplicemente facendo riferimento a una nozione culturalmente connotata di 'maschile' e di 'femminile', che non è più naturale e più 'scritta nelle stelle' della nozione (maschile) di leader dalla quale vuoi prendere le distanze. La qual cosa potrebbe anche essere messa in questo modo: abbiamo dato al leader i caratteri del maschio oppure abbiamo dato al maschio i caratteri del leader? E' più 'naturale' la nozione del leader oppure quella del maschio/femmina? E' nato prima l'uovo o la gallina?
Io non sono neanche riuscito a capire quali siano i caratteri maschili e femminili. I cliché non mi bastano, nel senso che una donna assertiva o che guida bene la macchina non è per forza la lesbica pelosa che gioca a calcio.


E' corretto ma è esattamente quello che voglio intendere io per contestare l'affermazione che le donne sono biologicamente meno adatte ad essere leader, il problema è appunto che le caratteristiche di un/una leader non debbono per forza essere quelle del maschio alpha da film d'azione con the rock.
Siccome siamo su un forum e non in un circolo universitario, cercavo di usare la terminologia usata fino adesso per definire determiante caratteristiche, non sono stato io a dire che aggressività e altre specifiche siano per forza innate più nel maschio che nella femmina, ma in ogni caso anche lo fossero non sta scritto da nessuna parte che siano necessarie per fare un buon leader.

La cosa più probabile è che io mi sia spiegato male perché a me pare che stiamo dicendo la stessa cosa.


Quello che sto cercando di dire è che la posizione subordinata della donna (che non ho mai negato) non esclude che possano essersi creati degli squilibri anche per gli uomini. Il fatto che nei luoghi di potere politico ed economico l'uomo la faccia da padrone da sempre non fa si che tutti gli uomini siano dei privilegiati. Come argomentato in precedenza in diversi ambiti l'uomo è evidentemente svantaggiato in quanto uomo, perché obbligato dalla società a ricoprire un ruolo dal quale difficilmente può uscire. Così come la donna rivendica (giustamente) il ruolo di forza (indipendenza, lavoro, potere), l'uomo dovrebbe poter rivendicare di essere debole. Quindi, da una parte abbiamo una accettazione sociale del nuovo ruolo della donna (cosa che reputo positiva), dall'altro l'uomo è ancora costretto nel suo ruolo di "sesso forte". L'"uomo di una volta" è spesso citato in senso positivo, contrapposto all'uomo moderno visto come debole e poco appetibile.


La debolezza non la rivendichi... La condizione ideale dovrebbe essere quella di egalitaria forza per entrambi i sessi, nel caso in cui esista una debolezza, non è perchè rivendicata ma per lo squilibrio generato (che appunto storicamente è sempre stato a sfavore della donna).
"Rivendicare la debolezza per gli uomini" il femminismo lo fa criticando il machismo (esprimere le emozioni è ok ecc).


Eppure molte donne stanno bene nel loro ruolo "debole" e non sono obbligate a diventare forti come invece avviene per il genere maschile.

La condizione egalitaria è quella dove ogni persona, a prescindere dal sesso/etnia/orientamento sessuale, è libera di essere ciò che si sente senza subire la pressione sociale di "dover essere" in quanto appartenente ad una determinata categoria.
Mi fai pensare a questo:


Spoiler




Kar mi fai un esempio che non riesco a capire cosa intendi?




D'accordo ma appunto... rivendicare la debolezza è un ossimoro poichè nessuno rivendica la debolezza ma al massimo rivendica il diritto di uguaglianza ed equiparazione.