Discriminazione al contrario

@pjem sinceramente le persone di cui parlo non mi paiono così mediocri, una ha il phd al mit, l'altra ha fatto la sorbonne. E ti ribadisco nessuno di noi 3 gli è mai passato per la testa di stare in un diversity program. L'unica cosa che posso dire è che tutti e 3 provenendo da famiglie agiate ci siamo potuti permettere una istruzione superiore alla media


Beh, a parte che due donne non fanno una statistica sulle donne, il fatto che non abbiano applicato sono un po' cazzi loro. Tu puoi vederlo come un merito, io lo vedo come una cosa da fessi: se c'e' una maniera di ottenere quello che vuoi con un iter piu' semplice, se non lo fai per me sei un pirla (non te specifico, intendo il principio).

Alla fine e' questione di punti di vista. Quelle delle tue due amiche puo' essere valido, ma e' appunto una visione di persone privilegiate per reddito, che han deciso di autopunirsi riducendo statisticamente le chance di successo per dimostrare non si sa bene che principio.



this, in italia è esattamente così,ma anche all'estero eh
poi possono entrare in gioco dinamiche interne al dipartimento/ente, che fanno sì che ci sia chi "rompe i coglioni" al supervisor, ma la norma è questa da quanto ho avuto già modo di apprendere

questo per le posizioni da poveri mentecatti, per le tenured non so ma da quanto vedevo è una lotta "di forze" più che altro

in tutto questo per la mia breve esperienza il "fattore sesso" conta poco o nulla però eh, è una conseguenza del fatto (come dicevo prima) che la percentuale di iscrizioni è più o meno bassa...


edit: ah detto ciò ci tengo a ricordare (per i lettori meno informati) che stiamo parlando, per le posizioni non tenured, di posizioni per gente con dottorato di ricerca, con due soldi (rispetto a quello che farebbero andando a lavorare per privati, o all'estero, soprattutto nel caso dell'italia) e con garanzie in generale prossime allo zero di avere una posizione fissa in ambito accademico negli anni a venire
prima di leggere i soliti "lol tutto un magna magna" eh, visto che si tratta come detto LETTERALMENTE di una guerra tra poveri


Abbiamo due etiche profondamente diverse, cmq io e l altra siamo per metà asiatici , io viet e lei cinese. Ci conosciamo dai 16 anni e siamo andati sempre bene a scuola. Perchè non entrare nei diversity program? Perchè mi sentirei scemo ad avere qualcosa che non è stato meritato. E anche nel mondo accademico i panel con le metriche si fanno per cercare la meritocrazia non per raddrizzare le storture del mondo

edit: PERSONALMENTE sono contrario alle quote, tanto di più al blocco
Ma in realta' il problema del sesso e' molto precedente, almeno in fisica: le donne lasciano il mercato dei postdoc e rinunciano alla carriera accademica prima degli uomini, e quindi prima di avere a volte un CV bello ricco.
Questo perche' i postdoc non hanno diritti lavorativi, e avere un figlio per una donna significa per lo piu' uccidere la propria carriera. Visto che i posti tenured vengono dati sempre piu' tardi, significa che una donna deve decidere se vuole avere figli o fare la scienziata.

Per questo sono necessari dei provvedimenti.


Ripeto: e' una stupidaggine quella della meritocrazia accademica, una volta che hai fatto gia' una selezione per una shortlist. A quel punto sono tutti bravi, prendere una donna perche' donna non sacrifica niente.

Poi nel tuo caso specifico, si abbiamo etiche diverse: io sono interessato a massimizzare i miei successi e i miei profitti in quello che faccio, per cui se c'e' una via piu' veloce per ottenere lo stesso risultato la seguo, ovvero voglio massimizzare la produttivita'. Pero' non tutti possono avere una mentalita' da capitalista, per cui contento te contenti tutti.


Ma è sempre qui che cade lo sciocco, con una definizione strettissima (e comoda) di cosa voglia dire discriminazione. Lo shift tra donna obbligata in casa e donna libera di poter lavorare dove voleva è avvenuto più o meno nell'800. Ma mica l'uomo è stronzo, ha fatto di tutto per spostare la discriminazione diretta su un piano passivo aggressiva culturale. Nasce l'esigenza di creare il turbo ideale del maschio iper-virile e la donna da difendere a tutti i costi con amore per evitare di dover vivere il discomfort di lasciare le donne libere di fare effettivamente quello che volevano.

"Giuseppina, non è che non voglio che tu non lavori, sei libera di farlo, ma la casa non si pulisce da sola e non vorrei mai che tu ti sciupassi a studiare materie complicatissime"

E' tutto il sistema culturale che discrima attraverso un complesso gioco di selezioni. Un accademico delle definizioni X ti direbbe che la discriminazione non esiste perché tutte sono libere di portare curriculum, nessuna viene picchiata o direttamente ostacolata, poi però nell'atto pratico vengono lasciate fuori.

Più i settori sono storicamente pieni di uomini e più è facile che il soggetto si triggeri quando senta la parola "donna". Ed infatti la puzza di merda è sempre più intensa vicino alle stesse situazioni (gamerz inclusi). Il fatto che tu spari una frase del genere, senza malizia per carità, e catvet che si indigna (donna accademicizzata) è proprio la dimostrazione di come il sistema intero culturale faccia schifo alle merde nei confronti della donna.

d'accordo per la shortlist, la frase dopo mi fa rabbrividire


Beh, le corporation fanno tutto quello che e' legalmente possibile per non pagare le tasse e massimizzare i profitti. Fintanto che viviamo in una societa' capitalista, anche io voglio essere un bravo capitalista: massimizzare i profitti per il minimo sforzo.

Non si capisce bene per quale motivo le imprese possono farlo, ma se lo fa una singola persona e' uno scansafatiche. O meglio, si capisce perfettamente: vi hanno educato cosi' perche' conviene a chi e' al potere.
E' sempre il capitalismo giusto di chi e' potente.


eh questa purtroppo è una cosa che non ha soluzione*. se si prende (come si prende) la quantità di pubblicazione come fattore (uni dei) principale di selezione, è automatico che questa sia una scelta con cui si devono prima o poi scontrare

*o meglio, non mi pare una soluzione quella delle quote


una soluzione potrebbe essere quella di non contare il periodo di maternità (quindi andando a "sommare" coi mesi precedenti), se non erro (in italia) non è così al momento



Ma poi se parli di un contesto dove c'è una modellizzazione strutturata, è anche relativamente facile individuare la scelta più razionale dai vari ventagli di decisioni che hai, a prescindere da una reale efficacia della decisione presa (es. i golden parachute che ti servono per attrarre figure dirigenziali di un certo tipo, che a seguito delle politiche che loro stessi implementano, devono rivedere le proiezioni di crescita, ti licenziano 800 persone ed infine vengono fatti dimettere dal cda, facendo loro intascare 50 milioni - non che contesti il meccanismo, ma certi dubbi su come funzioni il processo di assegnazione di responsabilità, almeno a me lo fa venire in mente). O c'è una tradizione che porta risultati, o c'è un modello che, per quanto controintuitivo, è documentato come funzionale.

Quando invece la discrezionalità delle figure di selezione la fa da padrone, ci sono solo le proiezioni personali, a fare da ago della bilancia.

Ma infatti tutto il flucro della discussione sta nel cambiare quel che viene proiettato, perché spesso è un processo passivo (non doloso, intendo), ed avviene da entrambe le parti - candidato e selezionatore, se si parla di accademia - per le ragioni che Pjem ha già elencato.
La vostra tesi è
"Non ci sono abbastanza gay nella facoltà X perchè la società aveva inculcato che fare il lavoro X fosse solo per "veri uomini""

La vostra argomentazione è
"Sicuramente tra loro ci saranno ottimi scienziati che daranno lo stesso identico apporto dei non gay quindi è giustificata una corsia preferenziale per questa categoria discriminata in base alla presenza numerica"

-> subito quote gay... poi ovviamente ceppo genetico e religioso.

Acqua da tutte le parti



Non capisco la tesi che stai sostenendo in questo messaggio, scusami.
Intendi dire che ogni gruppo di persone che si senta discriminato potrebbe pretendere un trattamento del genere?
Basta che gli leggi la firma e hai già smesso di farti domande su cosa significhi ciò che scrive.



Ho spento le firme

Ripeto.
Qui non si riducono le risorse per gli uomini.
Si azzerano.

Si sta dicendo che oltre a:
- Fare attenzione a ogni bias
- Favorire candidati donne
- Evitare ogni forma di discriminazione
- Incentivare maternity e paternity leave
- Evitare commenti di qualsiasi tipo alle studentesse

Oltre a tutto questo cio' devo RINUNCIARE AD APPLICARE PER UNA POSIZIONE FISSA?


Questo nel modello (che spero sia ideale) proposto.

Ora di chiaro e tondo:
Tu sei uomo, e quindi devi licenziarti e cambiare lavoro.
Questo stai dicendo e questo e' difatto la logica di quello.
Altrimenti dimmi cosa devo fare?
Spiegamelo perche'; veramente non capisco.
A me tra 6 mesi scade il contratto.
Cosa faccio? Aspetto che nessuna donna si candida?
Mi paghi te l'affitto?
Sono proprio curioso.

Ma e' l'esatto opposto.
Si sta parlando specificatamente di UNA PROPOSTA SPECIFICA.
TUe blocca le assunzioni.


Una proposta specifica di una specifica universita', con specifici problemi.
Fatico onestamente a veder giustificata la paranoia a che questo diventi un caso generale.

E' un po' paradossale onestamente, perche' il mondo e' l'esatto opposto e ti stai facendo queste paranoie. Sei un fisico: la stragrande maggioranza degli accademici e' fatta di uomini che selezionano uomini, hai in questo momento un vantaggio schiacciante su qualsiasi donna praticamente ovunque nel mondo, tuttavia sei qui a strillare perche' un dipartimento fa sta cosa.

Fatico onestamente a vederne l'aspetto razionale.


In un'università dove saranno 90% uomini?

Non penso proprio