Diamoci ai classici... cosa leggere?



Appunto, da piccolo. Poi si cresce...



Mah, mi pare un discorso ingeneroso perché son davvero un lettore onnivoro e non mi son mai posto limiti di genere o di epoca; secondo me confondi le mie predilezioni con ipotetici pregiudizi. Ma il fatto che preferisca parlare di Chrétien de Troyes non significa che io non abbia letto anche Yeats, tanto per dire (non dico Eliot perché fra lui e Chrétien v'è un solo anello di congiunzione ).
Semmai, au contraire, mi accuso spesso d'essere troppo dispersivo, dal momento che se ho una curiosità non mi faccio problemi nel soddisfarla.
Quanto allo scremare, mah; hai idea dei milioni di libri che son stati scritti dall'alba dell'umanità? È una questione di priorità, ho solo una vita, e troppo breve, per perdere tempo con cose, non dico palesemente brutte, ma anche solo di dubbia qualità.
Di Kafka cosa ne pensate ?
Nono fidati, è solo che è noioso e antipatico come pochi.
A me piace molto, ha delle intuizioni geniali.


Salto a piè pari il wot e vengo al sodo: allora, come dicevo, resta solo l'alternativa. Non hai capito un cazzo di quello che hai letto e non lo sai contestualizzare.
Vuol dire che hai letto un'opera di letteratura pulp senza sapere che cosa sia la letteratura pulp.
Vuol dire che filtri idee e ideologie senza tenere conto dell'epoca in cui sono state concepite.
Vuol dire, per l'appunto, che sei un altro elitario snobbista come Number Six, come Iroel e come, purtroppo, tanti altri su questo forum.
Continuerei a discutere, ma sono ormai da tempo giunto alla conclusione che sia un'attività fruttuosa quanto insegnare la favella a un sasso, perché non partite dal presupposto che ci sono cose in ambito letterario su cui possiate sbagliare. Partite da un preconcetto parziale e distorto e siete convinti che sia il Verbo Inattaccabile.
Posso forse spiegarti il valore di un autore come King a uno che parte dicendo che King non ha mai scritto una pagina decente? Ovviamente no. Ergo, non lo faccio.
sono gusti. mica a tutti possono piacere gli stessi libri, se no sai che noia.
Bisognerebbe iniziare dai classici greco-romani, a rischio di sembrare il programma del classico (stiliamo una lista, poi si passerà agli autori medio-orientali ed orientali).

Platone: Apologia di Socrate, Fedone, Timeo, La Repubblica, Critone, Crizia, Teeteto, Sofista, Politico, Simposio, Parmenide, Leggi.
Ignorando il canone di Trasillo.

Marco Aurelio: Le Meditazioni
Agostino d'Ippona: Confessiones
strano che Q non abbia citato il De Imitatione Christi.

Aristofane: Le rane (come una commedia di oltre 2mila anni possa essere tuttora attuale rappresenta un monumento alla perizia dell'uomo)
Eschilo: l'Orestea
Sofocle: Tragedie (Ricordo la triade composta dall'Antigone - Kelsen - Mercante di Venezia)
Cicerone: Cato Maior de senectute (probabilmente l'unica opera di Cicerone che io abbia mai apprezzato)

Omero: Iliade, Odissea
Virgilio: Eneide
Plutarco: Vite Parallele
Esopo: Favole (se avete figli)
Erodoto: Storie
Tacito: Mi rimetto a Q, la mia esperienza si limita ad una pessima traduzione di Germania

Euclide: Gli Elementi (una lettura necessaria per chiunque pretenda di capire i Greci, di recente ne è stata pubblicata una riedizione edita dalla Taschen della vecchia versione illustrata ad opera di Oliver Byrne).
La Bibbia (In particolare: Giobbe, Qoelet [Ecclesiaste], Salmi, Luca)
Tucidide: La Guerra del Peloponneso (vi insegnerà tra le tante cose perchè gli uomini si muovano guerra [paura, orgoglio, vendetta]).
Aristotele: è stato già citato l'Organon, strano come la logica aristotelica sia stata una delle più grandi scoperte dell'umanità ed uno dei maggiori ostacoli al libero sviluppo della ragione (effetto monopolio?).
Cesare: De bello Gallico (da ragazzo, mi piacque)
Lucrezio: De rerum natura
Seneca: Lettere morali a Lucilio (di recente mi sono promesso di leggere Dying Every Day di James Romm, peccato che dopo la brutta avventura con Zealot di Aslan, il mio entusiasmo per certe rivisitazioni sia ctonio).

Mi sono appena reso conto di come sia un lavoro di catalogazione impervio, tantissimo sfugge all'elenco (le biografie, la letteratura religiosa e mistica, i filosofi della Physis, Epicuro, gran parte delle commedie e delle tragedie, la poesia, la trattatistica romana).

Forse è meglio iniziare dagli autori contemporanei, si fa prima. Negli ultimi 20 anni è stato pubblicato ben poco di notevole, ecco fatto.

Mi sembra un rigore argomentativo non particolarmente commendevole, non è la prima discussione sviluppatasi sulla falsariga, rammento che nel precedente episodio qualcuno ebbe l'ardire (o volendo l'ardore) di sostenere che Dante fosse letteratura pop (forse il frutto di una drammatica malinterpretazione del I Trattato del Convivio).
Ad ogni modo la giustezza del mondo risiede nella sua varietà, c'è chi predilige l'applauso cospicuo (citando Malvezzi) al Kinkade e chi apprezza qualcosa di più cerebrale.


In b4 "kuello che ne pensa DFW"

Comunque a me Kafka ha insegnato a non leggere i gialli e già questo è un debito importante che ho nei suoi confronti.

Il fatto che Kafka lo leggano tutti gli intellettuali da buffet, gli adolescenti ribelli e i borghesi in metropolitana, non significa che non sia comunque un grandissimo autore
Tutti parlano di Kafka ma nessuno che citi Julien Gracq e Buzzati.

Capisci bene che principiare da un simile presupposto, ovvero saltare le mie osservazioni tutt'altro che gratuite per arrivare direttamente all'ad hominem, implica che tu non voglia - o probabilmente non sappia - discutere nel merito, ripiegando piuttosto sull'atteggiamento da belieber risentito perché gli è stato infangato l'idolo dei suoi calori adolescenziali. Ch'è come dire che non val la pena di perdere tempo a ragionare con te.


Farrentina Alò; sto ancora ridendo, da allora.


Mea culpa, vero; però v'è da dire che ad un certo punto l'OP ha specificato di volere suggerimenti solo sui classici XVIII-XX secolo, tagliando fuori tutta l'antichità, il medioevo e la prima età moderna: approccio che non condivido - a dover proprio scegliere avrei fatto esattamente il contrario, ma tant'è - quindi mi sono limitato più a cursorie osservazioni sul canone di Bloom, che a vere riflessioni sistematiche sui classici.


Su questo mi cogli impreparato, perché anni fa ebbi la fortuna di mettere le mani sui due grossi volumi dell'opera omnia edita dalla UTET e da quelli non mi sono più discostato; quindi non ho proprio idea dello stato delle recenti traduzioni tacitiane.
Personalmente avrei un consiglio, ma mi rendo conto non trattarsi propriamente di una lettura da casual reader: i due volumi della splendida, splendida, splendida biografia dedicata a Tacito dal Syme. Un lavoro che per metà è l'autobiografia intellettuale di uno dei più grandi antichisti del Novecento.


Oddio, spezzo una lancia a favore dei lettori; leggere l'Organon "a stucco" è qualcosa di terrificante. Personalmente non ci sono riuscito, quindi consiglierei quel che io ho fatto (oltre ad un buon manuale di base su Aristotele o sulla logica vetus, si intende): partire dall'Isagoge di Porfirio, passare alle Summule logicales di Pietro Ispano, leggendo i primi libri che della logica vetus trattano e soltanto allora tornare all'Organon.
Io ho iniziato a leggere l'organon da un paio di mesetti e mo sono arrivato alla categoria di relazione. Daje che per i novanta conto di finirlo. Non menziono il fatto che chiaramente non ci sto capendo un cazzo




Anche tu l'edizione di Colli? Io, comunque, sono a Pietro Ispano, quindi ancora impegnato nel giro lungo.


Buzzati l'ho amato moltissimo, lo consiglio anch'io all'OP.

Un altro libro che mi sento di consigliare, perché non mi sembra sia stato citato nei post precedenti, è Cristo si è fermato a Eboli, di Carlo Levi. Un libro veramente stupendo.

Su Moby Dick (che sto leggendo in questi giorni): non mi sembra così pesante, anzi
La Bibbia: letto fino ai numeri
ma
genesi capitolo 1
dopo l'1 ho richiuso il libro

Yep; un plauso all'onestà, comunque: nell'introduzione Colli dice che la lettura dell'Organon è un qualcosa che spaventa per la sua difficoltà, o qualcosa del genere

Io il giro lungo mi spiace ma non mi ci metterò MAI a farlo, son troppo poco motivato verso la materia. Il che potrebbe fare un po' ridere, perché la logica, a rigor di logica, dovrebbe essere la base di partenza di qualsiasi argomentazione filosofica. Però boh, la mia testa proprio non ce la fa.