Cosa stai leggendo adesso? (Part 2)

Io mal digerisco le biografie ma Carrere è uno dei pochi a farmele apprezzare. Anche quella di Dick merita. :sisi:

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Ho letto un libro partendo con l’idea che fosse una cagata.

Beh, è la cagata più bella che abbia letto negli ultimi anni.

Il libro è molto molto idiota e adolescenziale nel modo in cui è scritto ed impostato, è volutamente fatto così, fa il giro e diventa geniale.

Un romanzo horror umoristico e sci-fi, si chiama “John dies at the end”.

In sintesi estrema, due tizi vanno ad una festa, incontrano uno che finge di essere Giamaicano e questo riesce ad anticipare i loro pensieri e le frasi che stanno per dire, da lì parte un trip assurdo fatto di meduse volanti che si scopano lampade, gente che esplode in poltiglia se assume una certa sostanza e John che non può fare a meno di parlare del suo enorme cazzo in quasi ogni conversazione.

Sembra veramente robetta da poco, ma mi ha divertito come non mai ed è il primo di una quadrilogia, oggi inizierò il secondo, mi son divorato il primo in una notte.

Ultimamente ho letto:

Aspettando i barbari di Coetzee (un premio nobel sudafricano), che ha i suoi pregi letterari nonostante certe vibe liberali da vorrei ma non posso che pur se corrette qui e lì con una certa reticenza dall’autore mi hanno un po’ infastidito, poi c’è sta storia della riterritorializzazione dell’uomo attraverso il corpo della donna che ha un pochetto cacato il cazzo nel 2024, mi ha ricordato un po’ Tempo di uccidere di Flaiano a proposito di questo argomento, però Coetzee pure avendo uno stile più ricercato e in generale superiore manca totalmente dell’ironia democristiana di Flaiano che lo rende più tollerabile da questo punto di vista. La storia è quella di un funzionario di un impero X (a modello di quello coloniale inglese in Africa) che si trova di fronte alla questione che i principi sui quali lui pensava si basasse tutta la baracca in realtà sono un po’ una cazzata. Non un brutto libro ma nemmeno un must read imo.

Il quaderno proibito di Alba di Céspedes, un libro femminista in forma di diario di una silent figlia di una famiglia borghese decaduta dopo la seconda guerra mondiale. La protagonista ha a che fare per tutto il libro con i problemi di come il superego si struttura intorno ai rappordi materiali della società. Uno dei migliori libri mai letti sulla questione, incredibilmente lucido, preciso, stilisticamente perfettamente adeguato all’argomento. L’unica pecca è che si ha bisogno di una certa suspension of the disbelief per accettare che una donna in quella posizione sia capace di tale accurata analisi di se stessa e del mondo, perché alla fine era l’analisi dell’autrice Alba de Céspedes - Wikipedia che era tutt’altra donna, messa in bocca al suo personaggio. Consigliatissimo.

Ora ho preso Santuario di Faulkner e Il consiglio d’egitto di Sciascia.

:triggered:
Non ce la feci.

Letteratura americana, blee

Manco io sono un fan degli americani perché sono un po’ europei figli di un dio minore, però sono un discreto fanboy di McCarthy e secondo me la sua letteratura paga un discreto dazio a questo libro.

No beh, non ho nulla contro la letteratura americana, ho letto quasi tutti i libri di Fante, tanti di Steinbeck, alcuni di Haruf, Roth, dfw, Palaniuk, ma con Faulkner ho avuto difficoltà con lo stile narrativo a flusso di coscienza. Sono rimasti a metà sia “Santuario” che “l’urlo e il furore”. Letto e piaciuto “mentre morivo”.

McCarthy l’ho trovato troppo tanto descrittivo, quasi solamente descrittivo. Il livello della scrittura è sicuramente elevato ma quando è tanto è troppo. :asd:

Io prima o poi farò un tentativo con Haruf

Visto che nell’altro thread si parla giapponese ho visto il nuovo libro della Murata Sayaka (parti e omicidi) e l’ho comprato.
Di lei avevo letto la ragazza del convenience store, questo è abbastanza distopico/surreale, tratta di una Tokyo dove il governo contrasta il problema delle nascite con la creazione delle gestanti; ogni tot figli messi al mondo ti concedo a scelta, un omicidio, lol.

Io ho trovato “La ragazza del convenience store” davvero meh, onestamente.

Si, niente di ché, un racconto da leggere in un paio di giornate.
Quest’ultimo un pochino meglio, la ragazza ha comunque uno stile leggero nel raccontare di temi abbastanza pesanti.

Più che altro a me ha shockato leggere come in realtà l’autrice trovi il protagonista di “La ragazza del convenience store” estremamente positivo, ha detto che lei ribalta le norme sociali e le pressioni esterne accettando e abbracciando la sua dimensione al Konbini sfanculando il tizio e la famiglia, quando io l’ho trovata proprio una storia sul wage slave con il sorriso, per non parlare di come il “commento” sulla società sia di un trito e ritrito e piatto da far paura.

Insomma, meh.

È da qualche mese che mi sono infognato con questa leggera lettura:

Sono cinque testi che ripercorrono la “trasformazione” del Graal (sì, quello di Indiana Jones e dei Monthy Python) da semplicissimo vassoio (nemmeno calice, e la prima lettera non è nemmeno scritta in maiuscolo) a Santa Coppa Che Raccolse Il Sangue Di Gesù Cristo Tutto In Maiuscolo.

Il volume è interessantissimo e curato molto bene, con note introduttive e commenti al testo che aiutano a capire il contesto storico e letterario del tempo e perché il Graal sia diventato la leggenda che tutti conosciamo. Fa specie soprattutto passare dal primo romanzo, un incompiuto di Chretien de Troyes, molto interessante e arguto, dove l’influenza cristiana è minima, ai testi successivi dove ogni cavaliere è investito di una missione divina, deve convertire gli infedeli, deve ammazzare tutti quelli che non abbracciano la nuova religione ecc ecc.

Certo che dopo un po’ la lettura è pesantina :asd:

Qualcuno che ha letto Fuoco Pallido sa dirmi se sia indispensabile averlo cartaceo o vada bene anche in versione Kindle? 24 euro per un romanzo mi sembrano un po’ tanti :asd:, però essendo un libro ergodico non so.

ho finito l’ottava vita di nino haratischwili
Per i miei gusti, quasi illegibile.

Ho sentito in un podcast di “quando abbiamo smesso di capire il mondo” e l’ho comprato. Scoperte scientifiche incrociate a vicende storiche. Molto carino il primo capitolo che narra della scoperta casuale del blu di Prussia, usato poi per generare, casualmente, il cianuro, usato poi, volutamente, per creare lo Zyklon 2.
Capitolo successivo meh, pippone matematico, proseguo con Schrodinger e Heisenberg.

Santuario mi è piaciuto abbastanza per essere un romanzo americano, c’ho ritrovato le influenze che hanno poi raccolto McCarthy (tipo nella trilogia della frontiera) e in un certo senso anche Gaddis (Gotico americamo) nonostante le differenze stilistiche molto marcate nel secondo caso. Quel senso di sublime americano nella sciagura e nella caduta, l’abbandono assolato della ragione, l’essere piccoli e grotteschi ecc…

Il consiglio d’egitto è proprio un bel libretto, ricostruzione e rielaborazione di una vicenda storica ambientata ai tempi del regno di napoli, quando un ecclesiastico mette in piedi una truffa super rotfl per farsi una posizione all’interno della corte napoletana sullo sfondo delle aspirazioni giacobine di riforma e rivoluzione poi sedate nel sangue. Un libro fortemente progressista, in un certo senso il negativo de Il gattopardo. Ora capisco meglio la rivalità tra sciasciani e lampedusiani :asd:

Poi mi sono letto Artemisia della Banti, un’opera semi-biografica piuttosto interessante, in cui l’autrice dopo aver perso la prima edizione del libro durante la guerra decide di riscriverlo da capo e da un lato ingaggia questo dialogo assurdo e serrato con la protagonista del libro, dall’altro deve convivere con lo spettro della prima stesura ormai perduta. L’idea generale del libro è questo parallelismo tra la perdita del manoscritto e lo stupro della pittrice secentesca: quello che è rotto non si può mai riavere in toto. Passa per essere un libro fortemente femminista e lo è in molti sensi, tuttavia propone un approccio molto articolato alla figura di Artemisia che potrebbe deludere chi lo logge in questo senso sperando di trovare un’eroina. Nel caso vi interessasse però vi avverto che stilisticamente è terribilmente artefatto, un lavoro letterario atroce nel tentativo di accordare la storia con lo stile secentesco “ricostruito in laboratorio”.

Meanwhile mi sono preso Rayuela di Cortazar e su consiglio di amici La biblioteca di mezzanotte (verso il quale non è che nutra particolari aspettative :asd: ).

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Dato che nel book club non me lo si è cagato nessuno, mi sono letto l’autobiografia di Feynman tutta per conto mio :mad:

Lui è un personaggio interessantissimo che mi ha sempre affascinato da quando mi sono scontrato con Sei pezzi facili (e ora mi sono scontrato di nuovo con l’edizione integrale dei suoi corsi universitari, mortacci suoi :asd:)

Per quanto riguarda il suo lavoro, Feynman è da un lato convinto (come tutti gli scienziati naturali) che solo le scienze naturali siano meritevoli di attenzioni e che tutto il resto (letteratura, psicologia, filosofia, scienze sociali) sia fuffa. Su questo non mi dilungo :asd: Dall’altro lato però è sempre pronto a mettersi in gioco su cose come la musica (nell’anno sabbatico in Brasile impara la frigideira e inizia a suonare in un complesso di samba) e le arti visive (fa amicizia con un pittore e inizia a fare sketch e a dipingere sotto pseudonimo). Oltre a questo propone dei punti di vista molto interessanti sull’insegnamento e sulla necessità di stimolare gli studenti a pensare con la propria testa e ad uscire dagli schemi.

Lato aneddotica ci sono parti molto gustose tipo a Los Alamos dove si mette in testa che vuole imparare a scassinare le cassaforti perché secondo lui tutti i segreti militari sono mal custoditi (e ci riesce :asd:) o quando si fa insegnare come rimorchiare ai bar o cose così :asd:

Insomma, consigliato!

Un mesetto fa ho letto questo:

Letto molto volentieri, è l’autobiografia di un procuratore militare (De Paolis, appunto) che quando viene messo a capo della procura militare di La Spezia, nel 2002, si trova in mano un bel po’ di fascicoli dell’armadio della vergogna, termine con cui viene definito un armadio dentro cui nel 1960 furono chiuse e archiviate centinaia di pratiche relative a crimini di guerra compiuti in Italia da truppe naziste e fasciste.

L’armadio fu scoperto nel 1994 e le pratiche rapidamente inviate alle procure militari competenti, ma - come spiega De Paolis - in realtà su queste verrà fatto ben poco, almeno fin quando (nel 2002, appunto) le prenderà in mano lui e deciderà di mettere su una squadra per portare alla sbarra quegli indagati ancora in vita. Una delle cose che più frustrano De Paolis è proprio questa: quando si mette a indagare lui molti dei responsabili sono morti o molto anziani, ma se si fosse iniziato con la dedizione che ci ha messo lui nel 1994 sarebbe stato possibile prenderne molti di più.

Poi ho letto questo:

Mi attiravano la copertina e la premessa (c’è questo chef che fa indagini di tipo “culinario”) ma in realtà non è che mi abbia colpito particolarmente. Sono una serie di storie che seguono lo stesso schema: arriva un cliente alla locanda, gli viene servito un pranzo con 15 piatti diversi tutti descritti nel dettaglio, quello chiede allo chef di poter ricostruire un piatto che ricordano di aver mangiato, la scena dopo è lo chef che puntualmente ha ricostruito il piatto alla perfezione e che ne racconta la storia. Non brutto, ma insomma.

Adesso invece ho ripreso in mano Meridiano di Sangue.

Bello eh, nulla da dire, la storia mi ha proprio preso, però minchia se è denso :asd:

Il grembo oscuro di Cindy Spano.