Cosa stai leggendo adesso? (Part 1)



finitezza trascendentale mi trova zero risultati su google...



Quella posizione per la quale la morte nega il senso della vita e allo stesso lo restituisce (è una posizione dialettica). Lo nega perché non puoi mai fare alcunché, nel senso che il risultato di ogni azione è il medesimo, cioè la tomba, lo restituisce perché nel suo caratterizzare l'uomo rende rilevante la sua azione perché rende pressante ogni scelta visto il limitato tempo a disposizione (immagina un essere immortale, ogni sua scelta è irrilevante perché può compierle tutte e ripetere infinite volte ogni cosa e il suo contrario ecc...).


ecco, questo per me è un tema interessante.
quali altri libri consigli a riguardo?
L'opera magna ovviamente è La ricerca, se non c'hai voglio puoi prenderti solo il settimo libro dove si traggono le conclusioni, non so quanto sia una buona idea ma a volte è stato pubblicato anche da solo proprio per queste ragioni. Se invece vuoi la questione teoritica, beh c'è Heidegger. E' curioso (se uno non sa come vanno queste cose) che l'opera letteraria per antonomasia sulla finitezza trascendentale sia stata scritta un bel po' prima della formulazione teorica della questione, e ovviamente solo dopo quest'ultima si è riletta La ricerca come tale.

Comunque se vuoi la versione "corta" leggiti questo. O se non ti piacesse Saramago stilisticamente posso cercarti qualcos'altro, tanto è un tema che nel '900 è ricorso in centinaia di opere.


Niente roba troppo pesante, please

a me di Saramago Cecità era piaciuto, questo stilisticamente è simile?
Questo è pure più bello, anche se la seconda parte è meglio della prima, principalmente per quella dolcezza estrema di cui parla suck



Si, anche più liscio secondo me. Pesante non è pesante di sicuro, è una favola alla fine.
Finito The Passenger, a me è piaciuto molto. Confermo che per me McCarthy è ostico da seguire nel senso che la sua sintassi è complessa e le scelte linguistiche molto varie, e inoltre imho è uno scrittore molto ermetico, e per me almeno non è facile dare giudizi su questo o quel personaggio e sulla storia in generale.

Questo The Passenger parte con appunto questo passenger che non si trova più e zomg sembra che il protagonista si sia infilato contro la sua volontà in una storia dei fratelli Coen dove qualche potere forte vuole fargli il culo perché ha scoperto qualcosa che non doveva scoprire. Poi all'improvviso McCarthy ci fa capire che non gliene sbatte una sega di sta roba e ci butta in una specie di tragedia greca tra amori incestuosi, padri divoratori (non del figlio ma dell'universo intero) e sensi di colpa. È colpa del protagonista? È colpa di suo padre, o di sua sorella? È colpa degli USA? Boh? Di qualcuno sarà colpa, o forse no.

Ora mi leggo anche Stella Maris, che è il suo compendio, e vi dico
Ho finito "In quelle tenebre" di Gitta Sereny.
è la biografia (ma non solo) di Franz Stangl, comandante di Sobibor e Treblinka, risultato di più di 60 ore di colloqui con Stangl nel carcere di Dusseldorf, interviste a sua moglie, ai suoi conoscenti, colleghi etc. Un libro eccellente, che non si limita soltanto alla sfera personale di Stangl e spiegare perché agì come agì, ma che tenta anche di ricostruire il sentimento comune serpeggiante in Germania e in Europa nel primo dopoguerra.

Mi sono letto anche "L'isola di Sachalin" di Chekhov.
Non sono imparziale con Chekhov
Non ha niente a che vedere con i suoi soliti lavori. Si tratta di un reportage sulle condizioni di vita nella colonia penale dell'impero russo.
Per gran parte del testo, Chekhov sciorina dati e percentuali riguardanti la composizione della popolazione di Sachalin, date e numeri vari.
Se non siete fanboy di Chekhov come me, è assolutamente skippabile, se non siete interessati al tema (anche se la parte "In Siberia", i quattro capitoli finali e qualche frase qua e là sono bellissime)

Mi sono letto anche "Lazzaro ed altre novelle" di Andreev.
Sono 5 racconti di cui uno, Lazzaro, in pieno stile Andreev. Oscuro e angosciante (come, ad esempio, "Il riso rosso").
Notevoli anche Cristiani (che potrebbe benissimo essere un racconto di Gogol) e Ben-Tovit.

ho apprezzato anche l'introduzione di Gobetti e il suo rant contro i traduttori italiani. in alcuni punti ricordava Richard Benson



Ho cominciato "Spettri" di Ibsen e sto continuando "La coscienza di Zeno" perché mi rodeva il culo non averlo ancora letto

Buco nel nuovo forum solo per dire che sto continuando McCarthy con Stella Maris, che in pratica è un libro scritto a dialogo tra la sorella del protagonista di The Passenger e il suo strizzacervelli. Scorre come potete ben immaginare :asd: e per ora mi sembra proprio pensato come libro a parte, nel senso che la sorella è un personaggio a sé stante rispetto al protagonista di The Passenger e gli inevitabili intrecci della loro storia sono quasi in secondo piano rispetto alla personalità di lei

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