Cosa stai leggendo adesso? (Part 1)



Carreré per me è veramente in gamba.
Sto finendo "l'avversario" ed è veramente un libro che mi ha scosso...
La bambola di Sam di Cindy Spano. Devo ammettere sorprendente.
Ho letto La casa verde di Vargas Llosa. Un libro complicatissimo stilisticamente, molto lontano dalla letteratura mainstream, che costruisce una ragnatela apparentemente sguaiata, confusa, contraddittoria e barocca tra due luoghi in Perù che sul finale si compone mirabilmente per mostrare un'affresco di confine. E' un romanzo su un posto liminare, sospeso tra progresso e vita pre-industriale, tra colonialismo e vita indios, tra cristianesimo missionario e paganesimo amazzonico.


Se avete coraggio dategli una chance, difficilmente ne rimarrete delusi.


la città e i cani di Llosa è uno dei pochi libri in vita mia che ho abbandonato
dubito che questo sia meglio...



Non l'ho letto ma immagino sia simile stilisticamente, dubito che si possa tornare indietro da quella roba lì. E' particolare perché a questi livelli si arriva dopo X anni si produzione e elaborazione, invece Llosa parte subito così, a 2x anni, che è pazzesco.
Sto finendo "Domani nella battaglia pensa a me" di Javier Marìas.


Spoiler

spero nell'epilogo, ma sembra un libro molto, troppo allungato. Per carità ci sono epifanie degne di nota e la scrittura scorre bene, è un libro di cui si sente la modernità; ma sembra anche il diario di un onanista e ritorna sempre e continuamente sulle stesse immagini e petulanze. Forse è questo che può renderlo intrigante: è sicuramente un viaggio dentro una mente disturbata. Ne manca però il brio di un - diciamo, con i relativi parallelismi - American Psycho. Sto facendo fatica a finirlo.





L'ho letto qualche tempo fa, tipo l'anno scorso, è notevole del punto di vista letterario, per il resto è filosofia del linguaggio contemporanea più tributo a Shekespeare. Quel tipo di libro che scrivono gli intellettuali colti per tirare il filo del discorso.


Mi hai incuriosito. Lo voglio leggere.


A me piacque molto ai tempi, anche se effettivamente la prosa è un po' convoluta e pesante, sembra di leggere Krasznahorkai interpretato da Saramago infatuato con Shakespeare.


A proposito, qualcuno ha da consigliarmi romanzi contemporanei degni di nota? Qualsiasi genere, non so cosa leggere ultimamente.
sto leggendo Sovietistan, molto scorrevole ma rende bene l'idea di quel mondo (avendo già letto, guardato, ascoltato e visitato parecchio, mi stupisce come riesce ad essere chiara sull'argomento).


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A me della fatland non m'era dispiaciuto La Frontiera
Sono al 59% di Infinite Jest, in particolare alla nota 269, che è una trascrizione delle risposte di un amico di infanzia di uno dei figli della famiglia di uno dei "protagonisti" (se così si può chiamare) alle domande di una reporter che in realtà è uno degli agenti sotto copertura dell'USOUS (United States Office of Unspecified Services, in pratica la CIA sotto steroidi) che sta indagando sulla famiglia Incandenza (i protagonisti di cui sopra) perché uno dei film del padre di uno dei "protagonisti" (quello di cui sopra) sta creando casino.

Ecco, in questa nota c'è una riflessione interessantissima sul rapporto tra Avril e Orin Incandenza, madre e figlio della famiglia di cui sopra, in cui in pratica l'amico di famiglia si chiede se l'amore perfetto della madre per il figlio non sia solo uno modo per la madre per rispondere alla propria idea di cosa vuol dire essere una madre perfetta. Solo che la riflessione in una (lunghissima) nota per bocca di un personaggio che non comparirà mai più (suppongo) al 59% del libro. Se avessi vent'anni penserei "Wow, figata", ora penso "Boh?"
Ho letto La ferocia di Lagioia, altro italiano pluripremiato qui e là ecc...
E' un lavoro intellettuale "da mediano", di un uno scrittore colto che prova a seguire le tracce di qualcosa che è ormai abbastanza obsoleto. In pratica è un emulo di Moravia e questo romanzo è un deep dive nella tristezza dell'essere borghesi (in un modo che probabilmente manco esiste più oggi) sulle orme de La noia e Gli indifferenti, romanzi ampiamente citati fino ai nomi dei protagonisti, con altri riferimenti alla cultura alta di quegli anni (La notte di Antonioni, Blue velvet di Lynch ecc...). Stilisticamente si vede che è super costruito, un lavoro lunghissimo di cesello che risulta abbastanza cringe nella parte iniziale per poi assestarsi su un buon livello (forse doppia o tripla stesura?).


Ha i suoi momenti; è anche apprezzabile il "lavoro di mestiere", ma leggere Moravia 2 in technicolor non so quanto senso possa avere nel 2022.
poi guardo, grazie

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è così DFW per me
ogni volta che leggo qualcosa è un continuo oscillare tra wow e boh
Mi sono letto Things fall apart di Chinua Achebe, che è considerato un po' il "masterpiece" della letteratura africana, se non altro per diffusione e importanza internazionale, ed è in effetti un bel libro. A cavallo tra cultura tribale e colonialismo della prima ora, un'epopea personale e sociale nel centro-Africa. Consigliato a chi volesse uscire un po' dalla letteratura europea-americana, anche se è sempre un libro di un autore "mezzo europeo" per cultura visto che dal colonialismo non si torna indietro. E' anche interessante fare qui un po' di meta (anche attraverso le conferenze e le interviste dell'autore per chi ha voglia) per vedere come anche la letteratura postcoloniale africana sia in parte europea-coloniale, per lingua, impostazione, diffusione ecc...


Il romanzo più famoso mai scritto da un africano è in lingua inglese, la lingua dei colonialisti e allo stesso tempo la lingua che permette agli africani di comunicare tra etnie diverse, questione piuttosto intricata che l'autore introduce affermando che "bisogna riconoscere i suoi meriti persino al diavolo".
Interessante.
Ho finito Infinite Jest. Al di là delle considerazioni personali (tutte negative ) ho avuto l'impressione che sia invecchiato veramente male, non tanto nella struttura narrativa (la narrazione intrecciata con le note è, tutto sommato, davvero intrigante) quanto nelle tematiche. Vabbe' sticazzi, tanto l'ho letto con basse aspettative e più con l'idea di "Dai, leggiamo qualcosa di DFW".

Adesso mi sa che mi leggo qualcosa di interlocutorio e poi mi butto sull'ultimo di McCarthy


perché le tematiche sono invecchiate male?
Mah, i due temi principali sono la droga (inteso come tutto ciò che può dare dipendenza, dalle sostanze all'intrattenimento al sesso ecc) e l'ansia del successo (l'ETA è di base una fabbrica sforna prodigi). Sono tematiche che nel '96 potevano essere narrativamente intriganti, ma che a leggerle oggi sono state davvero esplorate in lungo e in largo in libri, film, canzoni ecc, e quindi la sensazione che ci ho ricavato alla fine è di già visto. Inoltre sono trattati con lo sbrodolamento narrativo che ti puoi aspettare da un libro di 1500 pagine

Poi in questi giorni ci sto ripensando su e tutto sommato non mi pento di averlo letto. È un libro anzi che se avessi letto qualche anno fa avrei davvero amato, e ci avrei perso mesi a rileggere tutte le teorie e gli approfondimenti in giro per il webz. Oggi semplicemente non ne ho più voglia