Cosa stai leggendo adesso? (Part 1)

Ma è bellissima
Confermo! Adesso che ho avuto tempo di spulciarla un po' meglio penso che abbiano davvero fatto un lavorone. Tra l'altro, giustamente, il primo consiglio che la curatrice dà è di leggere l'Ulysses fregandotene delle note e dei saggi introduttivi

La trovi anche online, non costa nemmeno tantissimo (sui 50 euri direi)
Io invece ho letto Nanà di Zolà e all'inizio ero abbastanza indifferente, quasi deluso, perché mentre ho trovato Germinale perfetto accordo tra stile e soggetto, qui quando l'autore si occupa dei fasti della grande società e dell'accapigliarsi della borghesia manca totalmente di uno strumento fondamentale, cioè il sarcasmo. Insomma mi aspettavo qualcosa tipo i pranzi proustiani dei Guermantes o le soiree di Flubert e invece nulla. Con l'andare del romanzo invece, quando torna a pascolare in acque a lui più consone, si trova molto meglio e colpisce molti punti importanti, un po' stonato un certo positivismo biologista di moda all'epoca tra i progressisti

Poi Tokyo. Stazione Ueno di Miri Yu, un'immigrata coreana che pubblica in Giappone un romanzo in giapponese in cui spiega alcune regioni per le quali il paese del sol levante fa così schifo. Poi ho ritrovato temi classici della letteratura nippo\coereana, l'incompiutezza della loro cultura, il senso di colpa, la rinuncia alle proprie radici ecc...
Si capisce immediatamente che è un romanzo (come la gran parte della letteratura moderna di quelle parti) scritto per stranieri e occidentali, a prescindere da chi poi lo leggerà, l'autrice vuole l'approvazione o il contatto con quel pubblico lì, si capisce da come descrive la società giapponese, lo fa come se il lettore non ne sapesse nulla o necessitasse un quadro generale per capire. Questo è proprio dei paesi e degli scrittori senza una identità culturale nazionale. Esempio per spiegare, ci sono lunghi escursus sul buddismo, sulle varie scuole, sui rituali come per spiegarli. Questo non succederebbe mai ad un autore "al centro" della propria cultura. Se leggi Balzac dice "era la sera del venerdì santo", ma mica ti spiega che cos'è il venerdì santo, perché lui è in Francia, scrive per la Francia e in Francia tutti sanno cosa sia il venerdì santo, come funziona il cattolicesimo ecc...
Stessa impressione che ho avuto a suo tempo con l'unico Murakami che abbia letto
Ah, e sto ottobre esce un nuovo McCarthy, anzi, due

Sixteen Years After ‘The Road,’ Cormac McCarthy Is Publishing Two New Novels
This fall, Knopf will publish two interlinked books that are a thematic and stylistic departure for the Pulitzer Prize-winning novelist.

https://www.nytimes.com/2022/03/08/books/cormac-mccarthy-new-novels.html



Il quadro che ne emerge? Una società di sociopatici schizzati workhaolic?


Gente che nell'anonimato lavora per tutta la vita, a stento conosce i propri familiari, poi perde il lavoro da vecchia, si vergogna troppo e va a fare il barbone nei parchi, a una certa gli viene meno la voglia e si butta sotto un treno nell'indifferenza generale.
La Peste di Camus

mi sembrava una buona idea per celebrare la "fine" della pandemia
mo' ho cominciato Al faro di Virginia Woolf e lo sto trovando veramente difficile e poco scorrevole

cioè il flusso di pensieri è veramente ingarbugliato per come scrive, mi sembra di non avere proprio i riferimenti a ciò di cui parla

qualcun altro ha letto virginia e mi sa dire se devo tornare a scuola oppure è tutto normale?
Mai letta la Wolf, sry

Però sono in una fase di noia letteraria e quindi ho accannato i due libri che stavo leggendo e ho iniziato una raccolta di Lord Dunsany e I Malavoglia
Cercavo un nuovo romanzo di fantascienza e sotto consiglio di un amico che segue un po' il panorama indipendente ho letto un libro che si intitola "Tecnosfera". L'autore è italiano, ma sconosciutissimo e la casa editrice è davvero piccola, ho fatto un po' di ricerche, neonata direi.
E' un commento a caldo, l'ho appena finito, se vi piace la fantascienza lo consiglio davvero, è una boccata d'aria fresca. Tratta il tema del libero arbitrio immaginando l'esistenza di un demone di Laplace che sta manipolando gli eventi nel nostro universo. Il plot twist finale poi è impressionante... penso lo rileggerò alla luce dei fatti.
Interessante anche per chi gioca a D&D, il world building è molto originale. Purtroppo la rilegatura e la copertina non sono gran ché (mio parere personale), si vede che la casa editrice è piccola. Avevo fatto fatica a trovarlo, ma ora vedo che c' è anche su Amazon. Lascio il link della pagina dell'editore se a qualcuno interessa.

https://lektonedizioni.it/product/tecnosfera-2/
Ho letto un saggio di Filoni su Kojeve ( https://www.goodreads.com/book/show/59359410-l-azione-politica-del-filosofo-la-vita-e-il-pensiero-di-alexandre-koj-v ), non che sia un brutto lavoro, ma vuoi un po' perché c'è più gossip che sostanza, vuoi perché sono venuto a conoscenza di roba cringe che ha scritto uno dei miei filosofi di riferimento non l'ho apprezzato molto.


Ho poi finito Aspettando il voto delle bestie selvagge di Ahmadou Kourama ed è uno dei libri più belli e interessanti che ho letto negli ultimi anni, veramente notevole, sia stilisticamente (praticamente è un donsomana, cioè un racconto epico-magico rituale orale della tradizione africana) che dal punto di vista del contenuto. Attraverso la biografia mitica del dittatore del Togo Gnassingbé Eyadema l'autore spiega la colonizzazione e decolonizzazione africana in uno stile grottesco-giocoso.
Immaginate Ubu roi in Africa, ma anziché un dramma, in forma di racconto orale messo per iscritto in un simil romanzo diviso in parti (veglie), potreste avere un'idea del libro.


ho iniziato a leggere il primo, vediamo come va.



sembra molto interessante, peccato non sia riuscito a trovarlo in italiano
Letto L'abazia di Northanger di Jane Austin, che bello è leggere roba di uno scrittore intelligente. Poi i temi erano di poco interesse per me al momento ma è sempre un piacere leggere chi sa pensare.
Negli ultimi dieci giorni mi sono letto La luna e i falò, con qualche anno di ritardo ho finito "I nostri antenati" con Il cavaliere inesistente (Calvino ) e ieri ho finito La pelle.

La pelle è meraviglioso, soprattutto nella prima parte, ma il piagnucolio, l'autocommiserazione di Malaparte, anche questo soprattutto nella prima parte, è insopportabile.

Che poi tutte le conversazioni si concludono o con il generale/barone di turno che gli dà ragione e gli dice quant'è arguto, o con lui che ha l'ultima parola (bisbigliata) e la ragione se la prende da solo
Si rotfl
A me ha dato anche fastidio che è stupido, non so se hai notato che l'idea del libro è che gli americani vinceranno la guerra ma verranno conquistati dalla superiore cultura italiana, ci aveva visto proprio bene Malaparte, basta vedere la programmazione cinematrografica attuale, quello che va in tv e sulle piattaforme streaming, la musica che si ascolta in Italia ecc... li abbiamo proprio conquistati culturalmente con rosa rosae questi americani
sì sì, e porta l'esempio di Atene - Roma. E vabbè, ci sta.
Ma che da lì se ne parta con l'assioma che "è sempre così Jimmy, te lo dico io che ne so, è sempre così dopo una guerra. Sono sempre i vinti che portano la civiltà nei paesi dei vincitori :coolface+sigaretta al lato della bocca:" beh, anche no
Secondo me siete troppo severi, La pelle è del '49, mica dell'87
Rega, è il momento mattone. Consigliatemi un mattone tosto che mi impegni per qualche mese, sto leggendo robetta e mi sto annoiando