Cosa stai leggendo adesso? (Part 1)



troppo semplice per te, immaginavo
Riprendendo il discorso Stephenson, provai a leggere la credo trilogia di Anathem, Seveneves e l'altro.

Anathem per quanto interessante era un mattone impossibile da tirare giù per me, quindi forse sono un po' biased nei confronti dell'autore.

Nel mentre, ho letto "Estensione del dominio della lotta", e per quanto Houellebecq sia disgustosamente conservatore io non posso che calare il cappello sulle disamine che ha sempre fatto in "anticipo" (lieve) sui tempi, proprio bello da leggere, ottimo esistenzialismo contemporaneo.

Affascinato dalla recensione di Suck (credo fosse lui), ho iniziato Guerra & Guerra e sono arrivato alla centesima pagina.
Per quanto il libro sia davvero estenuante a livello di prosa mi sta prendendo moltissimo e tutta la questione riguardante Koryn novello messaggero divino che anziché portare la speranza porta la completa distruzione della purezza e della bellezza nel mondo è gestita molto molto elegantemente.

Dovrei leggermi più Krasznahorkai.



Penso che Anathem sia il libro che meglio esemplifichi Stephenson. Se ti piace Anathem puoi andare sul sicuro (a parte il fatto che diversi suoi libri sono un po' meno che appassionanti, REAMDE su tutti), altrimenti puoi lasciarlo perdere.


Poi che sia un mattone, purtroppo, è incontestabile. Non ho idea di come sia stato tradotto in italiano, ma se lo leggi in inglese, posso capire che sia un fastidio incredibile leggerlo senza avere immediata spiegazione semantica di un quinto (a spanna) di quel che leggi, dovendo inferire il significato di qualcosa dal contesto o andando a consultare continuamente il glossario.
L'Arte della guerra Sun Tzu, visto che mi era stato regalato da un amico per natale e perché in un certo senso è un classico. A parte il corpo "raw" del testo che è un insieme di frammenti attribuiti a un generale forse esistito in Cina nel 4° sec AC, che spaziano da citazioni da graziealcazzo.com tipo "se un nemico ti soverchia in numero non attaccarlo" a roba oscura e probabilmente tradotta male perché impossibile da tradurre bene che suona "la scimmia deve inchinarsi tre volte al cospetto dello shih prima che il ciliegio fiorisca, allora la vittoria sarà certa" che in tutto sono una trentina di pagine, è interessante vedere il resto del libro nell'edizione Mondadori, che si compone di tre saggi, una parte filologica e il commento. I saggi interpretano il libro in una chiave a metà tra il self help "sun tzu ti insegnerà anche come mettere a letto tuo figlio che non vuole andarci" e il libro bullshitto da uomo di successo "è letto dai futuri manager ad Harward", poi gli autori spiegano la loro posizione filologica, siccome non si sa nulla del testo e delle sue origini e le tesi sono contraddittorie e deboli dichiarano di considerare che il testo si sia formato e si sia tramandato secondo certi modi perché così piace a loro immaginarsi la storia e da lì in poi considereranno la storia che si sono immaginati come vera. Il commentario è una ripetizione delle frasi del testo in parafrasi, più alcune precisazioni sulle varie versioni.
In sostanza è come una buona barzelletta, non serve a un cazzo ma fa ridere. E' impossibile non farlo pensando a un povero cristo che è bullizzato dal capo, c'ha il figlio che non gli dorme, la lettera di licenziamento in viaggio e come ultima risorsa si mette a leggere un generale cinese di 2500 anni fa, probabilmente manco esistito che lo trolla con roba tipo "se conosci il cielo e la terra la vittoria sarà sua", mentre si tormenta su come se solo potesse arrivare a cogliere la sua saggezza potrebbe finalmente risolvere i suoi problemi.

Diario di un killer sentimentale di Sepulveda. Un hard boiled corto e onesto, primo libro suo che leggo, potrei tornarci visto che mi ha abbastanza convinto.

Bianco, l'autobiografia di Ellis. Praticamente è "boomer che ranta sul caro benzina: THE BOOK". Dopo essersi lamentato che si stava meglio quando si stava peggio e che i giornaletti porno erano romantici invece le seghe su internet noiose, passa a dire ai millennials che sono schiene di vetro per colpa dei genitori elicottero e che devono fare man up, poi frigna sulla cancel culture perché le lobby gay e la sinistra - che sono i veri fascisti- non l'hanno invitato a una cena nel 2001 perché aveva scritto delle boiate su twitter, che poi a lui non gliene fregava nulla di quella cena, così poco che vent'anni dopo ancora ci rosica e ci ha scritto un libro. Ma non è per quello è perché lui si batte per la libertà, perché Keyne West possa avere la libertà di parola. Dio mio che fine ingloriosa
Ho finito ieri "La chiave a stella" di Primo Levi, veramente un bel bel bel bel libro, ve lo consiglio, parla di questo montatore di gru che va in giro per il mondo e racconta a Primo Levi (che era un chimico) tutti i suoi lavori. Ma è il come li racconta che mi ha fatto appassionare a questo personaggio. Veramente ben scritto, corto anche si legge in poco tempo.

Subito prima (tra fine e inizio anno) ho letto "Cambiare l'acqua ai fiori" di Valerie Perrin che me lo aveva regalato mia zia e mi sembrava un polpettone enorme, e invece mi è piaciuto. Parla di una tizia che va a fare come lavoro la guardiana di cimiteri e da li si dipana una storia fatta di tradimenti, tragedia, vita e morte che ho trovato molto ben raccontata. Non è il libro che vi cambia la visione del mondo, ma è un bel romanzo.

Ora ho cominciato "Abbiamo sempre vissuto nel castello" di Shirley Jackson e dalle prime pagine che ho letto mi pare abbia una bella atmosfera.
Ho letto questo https://www.goodreads.com/book/show/55283209-changemaker che è un lavoro sociologico sull'economia delle startup e della delocalizzazione, not bad, un filo troppo ottimista secondo me ma vabè.

Mi sono fidato ancora di amici entusiasti, questa volta l'oggetto era Dio di illusioni di Donna Tartt, il nuovo "non poi capì veramente, è incredibile: the book", ne ho lette 100 pagine e mi sembra una cazzata di libro, mo mi faccio coraggio e ne leggo altre 100, se rimane così lo butto via e vaffanculo.
Io ho letto I detective selvaggi, dopo che qualche mese fa avevo letto 2666
Sono due bei libri, interessanti e godibilissimi. Però sono anche molto simili, e non credo leggerò altro di Bolano

Invece comincerò a breve Satantango, dato che mi avete incuriosito, e probabilmente questo
Di Bolano anche La pista di ghiaccio è "2666 in nuce", ne avevo parlato quando l'avevo letto. Alla fine mi sa che di Bolano ti leggi 2666 e sei a posto.

Satantango è Fontamara cortina di ferro edition + coazione a ripetere dell'apocalisse banale e noiosa
Non capisco se sia un giudizio positivo o negativo
Positivo
.
Imiterò Suck e proverò a spendere due parole su un romanzo che ho (re)iniziato a leggere di recente.

Il libro è intitolato "The Narrator", di Michael Cisco. (Fortemente apprezzato da VanderMeer, tra l'altro, la penna dietro "Annientamento")

Sfortunatamente, è disponibile solo in Inglese e il livello richiesto per godersi la lettura è molto alto, io che ho un C2 fatico abbastanza e devo spesso utilizzare il dizionario per diversi attributi o espressioni usate.

La storia inizia con Low, uno studente al terzo anno nella scuola per diventare Narratori, per un disguido burocratico viene coscritto e deve andare al fronte a combattere contro degli invasori.

La trama finisce abbastanza in secondo piano, lui viene scelto per essere interprete poichè può parlare la lingua degli invasori e dovrà inoltre stilare il diario di un soldato che è al fronte con lui.

Il libro è assolutamente evocativo, Cisco è un maestro nel riuscire ad incanalare determinate sensazioni ed evocare ricordi artificiali tramite l'utilizzo del linguaggio.

La ambientazione è molto originale, Low inizialmente dovrà fare un viaggio in treno per raggiungere il luogo di coscrizione, e vi è una lunga parte dove descrive la prima città che raggiunge, scissa in due da un fiume, nella quale operano e vigono le regole di due diverse caste sacerdotali, una dedita alla vita e l'altra alla morte (dove vi è l'accademia per gli imbalsamatori).

Un esempio che mi viene in mente è quando un passante gli parla di una grotta nelle vicinanze dove vi è conservato in perfetto stato il corpo di un santo che è morto "weeping himself to death", lacrimando fino alla morte. Nella grotta vi sono due "diaconi" seduti accanto a lui che intonano giorno e notte canti gutturali senza sosta, le persone spesso vanno in peregrinaggio alla grotta e come doni portano fiori oppure arti ed organi umani.

Qualche estratto sparso:

"I was told, or read, that everyone visits VeciofeniÂ’s cave sooner or
later. He stood in there and wept himself to death, evidently, and this
manner of dying, so gently incremental, brought about the perfect
preservation of his body as a consequence of his mummy-like
dehydration and the saturation of his person with his own lachrymal
salt. His remains stand there still, unsupported, hands folded over his
heart; the flesh of his face is pliable, his hands, his nose, even his ears
are unshrivelled. The air in the cave is redolent of the odor of his tears,
a salty air like sea breath, but without the underlying, living mustiness.
Two deacons, with feathers in their hair, sit on the floor by his side.
They live in the cave, keep watch over the saint, and further his
medicine with their singing. Each takes his turn echoing the other, and
the song is long deep sinus notes that hum in the stone, consonants as
light as rustling leaves.
Visitors come daily, bearing offerings of flowers and votive body
parts. Organs lie embedded in enormous bouquets of flowers, and the
walls, which in places have been terraced, glow with vivid ruby hearts,
piles of severed arms and hands, muscles like bundles of carmine wire,
platinum braids of nerves, topaz pancreases, lungs pale rose as duskÂ’s
first shadings, plaited rivers of hair, majestic livers of royal purple,
slabs of snowy fat, fragrant pink brains smelling of soluble minerals,
elaborately knotted ivory intestines ... by the entrance, air sluices
through grates of stretched human vocal cords, the sound joining the
deaconsÂ’ song. All these treasures are fresh and glowing with
dismembered life. They glitter in the vaults of my imagination as
Beardo describes them, and seeing them so vividly in there I feel as
though a voyage to the cave itself would be redundant now."

...

"Now I’m sure—a young woman, or a girl,
maybe twelve years old, oblivious, composed, her head flowing with
dense, long dark hair, is walking past us. She looks neither right nor
left, but down toward the street, and people seem unconsciously to
recoil from her. Some glower, but most simply move out of her way
without apparently being aware of her at all. She is dressed in a white
nightgown, and, though it hangs still and straight from her shoulders, it
seems to undulate, and now she seems older than she had at first.
“A sleepwalker?” I ask, but I get no answer.
As she passes nearest to us, I feel something hit me, like the blow of
a loud sound, that seems to fracture something in my chest. I feel the
fractureÂ’s sick edges, and I want to gasp. The feeling dims as she
passes, dwindling away down the street. I feel as though my life
somehow adheres to her, and that it dwindles with her as she goes, and
that I am helpless ...
Now I improve.
Jil Punkinflake watches her pass with an ugly and uncharacteristic
look of loathing.
“Who was that? You seemed to know her ...”
“That,” he says as though it cost him pain, “was a dreamer.”
“A sleepwalker?”
His eyes close like lowering blinds; his face is rigid. His teeth are
almost chattering.
“We all hate them here, and soon you’ll learn to as well.”
“Why should I hate someone for dreaming?”
“This is their dream,” he says pointing vehemently at the earth, and
then adds in a bitter, wounded tone, “and we are their creatures. They
disguise themselves and trick us, toy with us, draw us into their empty
themes, leave us stuck in their follies ... trifling with us and then, when
we need them—where are they? They’re gone!”
And then he turns away from me and plunges his face into his hands.
Later, he looks up again, to the sky, the street, and murmurs, “Now
we forget, now is the time.”"

...

"I look at fine calfskin notebooks, bales of foolscap, ranks of somber
iron type, casks of ink. This purplish-skinned man sells pencils so soft
you can sharpen them with your breath. A stunning woman in a lowcut blouse sells fountain pens, and I stand there for I donÂ’t know how
long transfixedly turning back and forth in my fingers a pen all made of
an intermittently translucent, hard yet elastic substance. There is
powdery smoke in it forming a minutely-worked interlocking pattern of
silky tongues and smart hooks, the nib is gold, laced in a sinuous
engraved line narrower than a hair. The pattern is engulfing, and I
wander through it like a garden maze."


Il libro è molto surrealista nello stile di scrittura, e vi è sempre una specie di sensazione "dreamlike", dalla seconda metà in poi cambia molto tono e diventa un libro estremamente crudo e brutale che rappresenta in maniera calzante l'orrore e l'insensatezza della guerra, anche se già la visita all'accademia degli Imbalsamatori e nella parte morta della città non è che sia proprio allegra .

Io sono a poco dopo la metà, ma per ora è un 20/10, la mia "recensione" è molto impulsiva e poco ragionata, ma ne vale davvero la pena, mi ricorda Kafka mischiato a Lovecraft (vagamente nelle atmosfere) e a Bruno Schulz.

PS. Ora che ci penso, mi ricorda abbastanza Planescape:Torment per quanto riguarda la cura della lore e del setting.

Ho provato a leggere "Unlanguage", sempre di Cisco, che è una sorta di manuale di Linguistica sulla Nonlingua, una roba molto cervellotica che ho faticato immensamente a continuare poiché il linguaggio usato è estremamente tecnico, è letteralmente un manuale intermezzato da degli "skit" in cui vi è una sorta di minitrama riguardante i membri di questo gruppo/setta che studiano e tramandano la Nonlingua, dopo un po' mi è esploso il cervello ed ho smesso.

Michael Cisco, B.R. Yeager, Damien Murphy, Gary J. Shipley e Quentin S. Crisp sono tutti scrittori da tenere sott'occhio per quanto riguarda la New Weird Fiction e la Speculative Fiction, ve li consiglio, se volete qualche titolo esemplificativo, volentieri.
B.R. Yeager è un conoscente


Che tipo di persona è? Sono curioso


Un metallaro che ha letto molto e potrebbe benissimo postare qui
Ho finito dio di illusioni e alla fine non è così male come credevo all'inizio, peccato che abbia diverse ingenuità da "opera prima" e che il concetto di fondo venga abbandonato presto (gente che si rifà agli ideali dell'ellenismo classico nella società contemporanea), non lo consiglierei ma non è neanche sto schifo.

Ho ripreso il Don Chisciotte che avevo letto da ragazzino, è veramente bellissimo, un piacere ad ogni pagina.


Grandissimo, io ho letto Amygdalatropolis e Negative Space suoi, mi sono piaciuti moltissimo entrambi, ha talento.
Qualcuno ha letto la scuola cattolica di albinati
l'altro giorno ho letto il nuovo libro di Veronica Raimo (conoscevo solo il fratello).
Niente di trascendentale, ma ha una scrittura che scorre bene, ed il testo agrodolce fa perfettamente ciò che deve e alterna lievi magoni e risate.

Inviato dal mio RMX3363 utilizzando Tapatalk
Mi sono letto La mano sinistra del buio della Le Guin che doveva essere la signora della fantascienza, non poi capì la bravura, la distopia, l'intelligenza ecc...

Invece è un libro di merda pieno di parole a cazzo e stupido e semplicistico come poche altre cose.
Al di là del femminismo che è l'unica roba dritta in questo libro trovi tutte le idee sceme degli hippie americani, i fraintendimenti delle filosofie orientali, jung, le cazzate esoteriche, la politica da bambini delle elementari e via dicendo. Ed è tutto scritto così:

-Eravamo all'altezza di Rzhur nel sesto mese di Ptrurrr, l'aria era piena dell'odore degli Zhofkz, soffocavamo nel caldo ghiaccio che regnava su quelle lande da tremila anni, dai tempi del re Ughulazuz il Mifthopk.

Una roba oscena.