Cosa stai leggendo adesso? (Part 1)



pensavo di aver chiuso con la letteratura russa...e invece credo proprio che finito quella palla di Gore Vidal, me lo leggerò!
oblomov e' stupendo

sto leggendo Il giglio rosso di Anatole France, ma mi sa che lo abbandono perche e' una palla insipida
Ho letto "Discorso della servitù volontaria", di Étienne de La Boétie.

Si vede che è un libro del 1500, dice (più o meno) cose abbastanza banali.

Potevo spendere quei soldi per farmi un cannone
Ho letto "Erotismo", devo rileggerlo perché ho afferrato metà dei concetti.

Sono a metà di "Trattato del saper vivere. Ad uso delle giovani generazioni", il titolo sembra una fregnaccia, ma è un testo uscito dall'internazionale Situazionista, mi sta piacendo da morire, finora una delle migliori letture dell'anno, assieme a "Sole e Acciaio" di Mishima.
Io sto leggendo "Da dove sto chiamando", una delle nmila raccolte di racconti di Rymond Carver. Alcuni li avevo già letti in altre raccolte ma fanno sempre bene.

Che penna ragazzi, inarrivabile.
Finito l'Ulisse. Cominciato Gargantua e Pantagruele


E' un gran libro, nonostante sia molto complicato e estremamente oscuro (sia nei temi ma anche nello stile, perché non condivido affatto l'idea comune che Bernhard abbia uno stile lineare, mi pare piuttosto che sfoci spesso e volentieri nel lirismo quando non direttamente in una narrazione che più che prosa sembra aforistica senza stacchi, stile che gli permette una certa contraddittorietà rimanendo comunque ancorato a una verità implacabile).

Sostanzialmente è una metafisica della follia e del suicidio, di un mondo oscuro dove non penetra la luce come nelle valli e nelle case austriache, dove il naturalismo (principe) e il materialismo marxista (figlio che "ha indossato il proletariato - anche se può sempre toglierselo di dosso -) si danno una lotta senza quartiere, tanto inutile quanto cruenta e senza quartiere.

In sostanza la follia e il suicidio ridefiniscono retroattivamente tutta l'esistenza fino a corrispondere con la natura stessa. La vita è questa solitudine estrema, nella quale siamo costantemente giudicati da giudici assurdi (qui la declinazione bernhardiana psicoanalitica del superego ecc...) il cui orrore è il suo perdurare piuttosto che la sua fine ( "Il sorriso delle donne che si svegliano dal sonno sapendo di non avere più speranza, che svegliandosi constatano di essere ancora in questo mondo di sofferenze è orrore, nient'altro che orrore" ...contro... "Quello che c'è di essenziale in una persona viene alla luce soltanto quando dobbiamo considerarla perduta per noi, disse mio padre, nel momento in cui, ormai questa persona può soltanto dirci addio. Ad un tratto, in tutto ciò che in essa è ormai soltanto preparazione alla morte definitiva, questa persona può essere riconosciuta nella sua verità").

C'è poi da dire che è un libro postmoderno, che è la cosa che meno mi ha entusiasmato perché quelle considerazioni (il principe che si strugge sostanzialmente perché non è un Aleph, la molteplicita degli sguardi contemporanei che non possono essere abbracciati, la moltitudine dei luoghi che hanno una loro contemporaneità ecc....) sono invecchiate piuttosto male nel contemporaneo e manco sarebbero necessarie in questo libro che nel suo voler corrispondere al mondo in maniera auto dichiarativa ( Il quadro nel mulino è la metafora del libro: "è bello è brutto, è bello perché è vero"), vuole essere una "scuola di morte", come la vita.
Mi sono preso Germinale e una follia curata da Agamben che ricostruisce il processo di scrittura che fece Benjamin quando si occupò di Baudelaire https://www.goodreads.com/book/show/34464449-charles-baudelaire


Sto lentamente continuando il libro, me lo sto gustando a tocchi, anche per il fatto di dover intervallare la lettura con lo studio.
Per ora mi piace sempre di più, alcune cose mi sembrano anche abbastanza simili a certi concetti espressi da Bataille.
Io lo consiglio, forse però a chi è più scapestrato e giovine, è un libro abbastanza "idealista" e ottimista nel suo essere fortemente critico della società contemporanea. L'autore crede molto nell'idea che prima o poi le persone si ribelleranno, io la vedo dura.
La loro dev'essere una ribellione spirituale
Ho un attimo messo da parte il libro di cui parlavo sopra, ho letto seriamente La Nausea, lo avevo letto la prima volta quando ero un pischello e non mi ricordavo nulla, e ho letto "Psicologia delle folle", anche se mi sembra un po' tanto anacronistico al giorno d'oggi.


l'ho finito ma e' tremendo

poi ho letto fedelta' dello strega dell'anno scorso, mi e' piaciuto abbastanza, bei personaggi e bei punti di vista, molto grigi i suoi libri comunque

cosa pensa NGI di franzen? si? no? cosa leggo?


"Le correzioni"

il miglior libro del 21° secolo.
sono 1100 pagine pero' vale veramente la pena?

nel mentre ne sto leggendo uno a caso della kirino perche' ogni tanto ho bisogno di qualcosa di familiare, qualche prostituta smembrata a tokyo un po di yakuza a caso, per riprendermi un po'
Io ce l'ho sul kindle da anni, ma un po' perché ormai sono convinto che la letteratura americana sia scadente, un po' perché tutte le volte che lo tiro fuori in una discussione mi dicono che è una cacata, l'ho praticamente cestinato mentalmente


le pagine sono 600
Per dire, Le quattro casalinghe di Tokyo della Kirino (non so quale stai leggendo tu però) è più lungo e lei come scrittrice è notevolmente inferiore.

Io voto assolutamente si.
non ti permetter di offendere la kirino

non so sul kindl me lo da di 1100 pagine


fammi poi sapere che ne pensi!
Ho finito l'età dell'oro di Gore Vidal.

Troppo noioso a mio avviso, e personaggi poco interessanti.
Peccato, perchè i retroscena della storia degli USA di quel periodo sono interessanti (anche se magari molti di voi già li conoscono!)


A me piace moltissimo, ho letto tutto quello che hanno pubblicato in Italia tranne "La ventisettesima città" che è il suo primo romanzo.

Io leggerei "Le correzioni" e poi "Libertà", per me sono OTTIMI, anzi ottimi è dire poco.

Poi vedi se ti sono piaciuti o meno.

Anche se sono "massicci" sono bei libri, quando un libro è bello è anche meglio se è lungo.