Cosa stai leggendo adesso? (Part 1)

Sto leggendo il magnum opus di Ken Wilber - Sex, Ecology, Spirituality


WTF
e poi si e' ammazzato


Peggio si è ammazzato perché è andato agli alcolisti anonimi per smettere di bere e loro lo hanno convinto che era dipendente dagli psicofarmaci e diceva smettere. Lui era su Maoi, lo ha fatto contro l’opinione dei dottori è andata malissimo e quando ha cercato di riprenderli non funzionavano più.
Summono i due che in questo thread menzionano V di Pynchon.

In retrospettiva, il lancio dalla finestra era giustificato?
Perché era anche la mia reazione.


In aggiunta: per chi ha letto la saga del Malazan Book: Midnight Tides è stato un ostacolo significativo anche per voi? Non che non mi piaccia ma vado più per inerzia che per gusto.
Io non ho più toccato nulla di Pinchon perché non voglio correre più rischi



A me The Crying of Lot 49 piacque: mi convinsi anche che Umberto Eco poteva aver scritto Il Pendolo di Focault solo dopo aver letto questo libro (cosa che per me è un fattore di pregio, capisco bene la considerazione sia soggettiva ).

V, invece... Sarà anche che Lot 49 si risolve molto rapidamente, quindi le ... "stranezze" di Pynchon non ti arrivano a usurare così tanto: per dire, il sistema di nomi che adopera mi urta oltremodo.

Peccato, perché assieme comprai Gravity's Rainbow (sarà stato il 2011) e non l'ho ancora toccato.


Io V l'ho trovato molto al di sotto delle aspettative e non sono andato oltre poche pagine. Molto meglio inherent vice e gravity rainbow.
I racconti di Amy Hempel.

Molti sembrano solo divagazioni in prima persona su cani, incidenti e lutti. Lo stile - anche sapendo che l'autrice perde settimane su una singola parola e che voleva scrivere poesie - è forse il più "bello" che abbia mai letto nella narrativa breve. Tra i discepoli di Carver è la più talentuosa, a tratti anche superiore.


mmm, no.
Per me lo scoglio è stato i segugi dell'ombra (l'ottavo)

Io ti consiglio di finire maree di mezzanotte e poi prenderti una pausa. E' una saga che non può essere letta per inerzia.

A mio avviso puoi aspettare anche 1 anno, o più, prima di iniziare il successivo (che è forse il più bello però).


Si amy hempel e` assolutamente un autore di assoluto spessore stilistico. The harvest e` un racconto esemplare


Splendido: lì riesce a unire trama e stile (in altri ci riesce meno e si fatica a ricordare cosa si è letto una volta terminata la lettura); con lei il racconto raggiunge probabilmente il massimo delle sue possibilità.
Peccato che la traduzione italiana annacqui tutto (affidarla a un poeta sarebbe stata la scelta migliore).
Qua c’è l’originale: https://www.pifmagazine.com/1998/09/the-harvest/



Ma, ripeto, non è che non mi piaccia eh, è che è tenuemente collegato a tutto quello che ho letto finora. Comunque quando dico "lo leggo più per inerzia che", non significa che non lo stia leggendo attivamente, forse ho usato termini fuorvianti ma voglio finirlo. Però mi tirava di più il filone precedente. Per quanto House of Chains mi abbia lasciato un po' così (complessivamente è quello che mi è piaciuto di meno, ma penso sia perché è un libro di setup di elmenti il cui dipanamento sia in corso), comunque c'era la continuità, c'era un cambio di stile (il prologo di Karsa) che ho apprezzato di più del cambio di stile che c'è in questo (Tehol).
Forse è solo che a 5000 pagine lette circa, passare a cose la cui consequenzialità posso solo vagamente immaginare, mi tiene meno appiccicato al libro.
Sto facendo effettivamente un po' di fatica con Suttree in lingua originale, e si che ne ho già letti tre di McCarthy (la border trilogy) e non mi pareva di aver fatto così fatica

Per bilanciare ho iniziato Sete d'amore, di Mishima, e mi pare sempre su ottimi livelli
Ormai Mishima è la mia confort zone, so cosa aspettarmi e non mi delude mai

Lato saggistica ho (finalmente) finito Origins of Totalitarianism della Arendt. È un bel tomaccio, un excursus storico-politico a cavallo del 19° e 20° secolo che cerca di tracciare, appunto, le origini dei regimi totalitari di metà novecento, ricercandone i germi nei movimenti imperialisti, pan-razziali e antisemiti di fine '800 per poi descrivere quelli che secondo la Arendt sono gli aspetti principali dei regimi nazista e stalinista (nb: non comunista, stalinista) e in cosa sarebbero diversi da, chessò, tirannidi o semplici dittature. Pesante, lungo, molto interessante.

A seguito ho iniziato Bullshit Jobs di David Graeber, che così su due piedi mi sembra una mezza cacatina.
Una mia amica ha voluto regalarmi "La civetta cieca" di Hedayat, qualcuno lo ha già letto?


Ho evidenziato una parte fondamentale.

Nel bene e nel male, Malazan è anche questo.



Verso pagina 750+ inizia il ricongiungimento; oramai sono ad un paio di capitoli dall'epilogo.


Comunque non è stato particolarmente faticoso, mi rendo conto che l'espressione che avrei dovuto utilizzare non è "inerzia" ma è qualcosa di diverso. Speravo che, leggendolo, ci fosse un proseguo netto e chiaro di quel che è stato costruito finora: poi in realtà la prosecuzione non è così overt ma è un po' più subdola, rimane comunque un libro scritto bene e non mi è pesato leggerlo ma speravo inizialmente in un collegamento diverso.


Ah, e su:


Volevo iniziare Night of Knives (ICE 1) in verità
Ho letto il regno di Carrere, non ho capito veramente dove volesse andare a parare, ci sono alcune parti molto fighe ed interessanti mentre tutti i pipponi sulla sua conversione ecc anche no

ho iniziato This side of Paradise di Fitzgerald
Com'è I.J. Singer? Il catalogo Adelphi è infestato, ma io non ne so un cazzo proprio, avete letto qualcosa di suo? Yes or no in generale?