Cosa stai leggendo adesso? (Part 1)

Sto leggendo Il seme inquieto di Burgess, è più moderato rispetto allo stile letterario completamente anarchico e ricco di Arancia Meccanica, ma è una lettura piacevole anche se mi tocca correre perché chi lo sta leggendo con me pensa che sia una gara e quindi va avanti senza aspettarmi e finisce che non riusciamo mai a trovarci per discutere di quanto è bella la natura che si ribella... e crea una società cannibale.
Ho letto prima di questo, The Man in the High Castle, bello, diverso da come lo consideravo prima, scorrevole ma non abbastanza profondo nelle sue caratterizzazioni. E' più un bel saggio sociale, se vogliamo, che un romanzo che si sofferma sui personaggi, è un romanzo "quadro" che racconta una visione di insieme. Anche questo l'ho letto in compagnia ed è stato oltre che dolce e rilassante, anche molto divertente confrontarsi su punti di vista e interpretazioni diverse della stessa cosa. E' possibile che uno apprezzi Julianna e che uno la odi... per lo stesso motivo. Next stop uno dei mie crush letterari più grandi, Larteguy col seguito de I Centurioni <3
in sti giorni che sono a casa ho letto Cecità, alcune parti molto belle, ma molto deluso dal finale.
Non ho veramente idea di cosa leggere ora però
Mi erano stati consigliati Larkin e Trakl qua dentro, li ho apprezzati entrambi, altra poesia sparsa che mi potrei leggere?
Se ti è piaciuto Trakl ti direi di leggere le poesie di Benn e di Rilke


Provvederò, intanto ho iniziato a leggermi qualcosina di T.S. Eliot.

Ps. A casa ho una raccolta di 30 poeti, con delle opere scelte di ognuno di essi. Ve li indico, alcuni li ho già letti, magari me ne potreste consigliare qualche d'uno.

Verlaine, Rimbaud, Baudelaire, Petrarca, Dickinson, Kavafis, Byron, Quasimodo, Masters, Pound, Whitman, Ungaretti, Plath, Foscolo, Rilke, Montale, Shakespeare, Majakovskij, Neruda, Pascoli, Leopardi, Dante, Saba, Shelley, Lorca, Apollinaire, Keats, Goethe, D'Annunzio, Kerouac.


io adoro sia Majakovskij che Garcia Lorca. Sono interessanti tutti, ma fossi in te non mi addentrerei in kerouac, l'ho letto a lungo e lo ritengo scarso nella poesia, il suo concetto passa meglio nel romanzo
visto che sono bloccata dalla neve, ho recuperato i 3 dvd dell'Abecedario di Deleuze. Alla A di Animale già introduce un concetto di scrittura territoriale il cui incipit che metto sotto spoiler è sempre da applausone
In questo caso arriva da un discorso tipo: Arnaud scriveva per (inteso come al posto di) analfabeti e idioti. Faulkner scriveva per gli idioti e basta, io scrivo per le bestie. E poi spiega l'uso del linguaggio, ma è troppo lungo e complesso da screenshottare, anche perché parla un sacco.


Spoiler
















Ho finito di leggere qualche giorno fa, "sorella, mio unico amore" della oates.

Non è un brutto libro, ma non è nemmeno un capolavoro, e quindi, al momento non posso concordare con i giudizi enstusiastici che leggo in giro sull'autrice.
Ma ha scritto tantissimo, e un solo libro non può essere certo preso a esempio di tutto.

La storia trattato prende esempio da un grave fatto di cronaca (che io in realtà non conoscevo), che viene usato per mettere il luce l'orrore di un certo tipo di educazione, quanto il sistema sanitario psichiatrico infantile USA è malato, e la difficoltà di essere genitori e di portare avanti una famiglia.
Certi pezzi sono molto riusciti, altri un po' meno.

Io sono dell'idea che leggere poeti stranieri in traduzione sia quasi una perdita di tempo. Quindi leggi solo quelli la cui lingua conosci almeno quanto basta da poter leggere il testo originale dopo quello tradotto, comprendendone il senso parola per parola e cogliendone le peculiarità fonetiche e sintattiche. Il resto rimandalo a quando avrai imparato la lingua, se mai.


Allora il cerchio si restringe a Francese, Inglese e Italiano .
E allora vai di quelli. Quello che può darti un poeta discreto letto in lingua originale è incomparabilmente superiore a quello che può darti un buon poeta letto soltanto in traduzione. Naturalmente sei liberissimo di leggere Goethe o chicchessia in traduzione: sarà informativo, conoscerai i temi dei quali scrive Goethe, ma per il resto ti ritroverai davanti a qualcosa che suona e che significa poco. Poi, chiaro, per non fare la figura degli ultimi della classe con noi stessi, possiamo pur sempre leggere i poeti in traduzione e convincerci che stiamo comunque leggendo qualcosa di bellissimissimo


Ma secondo me no, anche perche` la poesia e` piu` della sua musicalita`, l'odissea e` meritevole di esser letta anche senza sapere il greco antico, cosi` come i trovatori sono leggibilissimi senza sapere l'occitaine.

Ed anche quando non vi e` una narrattiva, vi e` tutto un apparato di tecniche e tematiche che passa. I vari rimandi letterari e sofisticatezze del simbolismo francese restano anche in traduzione, la crudezza dell'espressionismo tedesco, rimane.

Certo alcune poesie sono piu` meritiveli di essere lette in traduzione (a meno che il traduttore non sia un poeta di genio a sua volta) che altre. La poesia cinese dell'11esimo secolo senza le assonanze e ambiguita` del cinese scritto rendono poco. Sembrano liste della spesa. Non e` cosi` per la poesia giapponese di corte del 15esimo secolo, dove per quando minimalista e` piena di sorprendenti immagini naturali e di espressioni di sentimento toccanti.
Finito

Technopoly di Postman. Gran libro devo dire

I Wear the Black Hat - Klosterman

Mah, ci metterei una serie di distinguo in quello che hai detto. Innanzitutto, se mi fai l'esempio di Omero, parliamo praticamente dei due prodotti letterari (Iliade e Odissea) che stanno al principio e alla sorgente della civiltà letteraria dell'Occidente, quindi è ovvio che quello che se ne può trarre, proprio a livello estetico, non solo informativo, sia nel complesso travolgente. Resta poi il fatto che, a non conoscere il greco antico, si perde moltissimo, si perdono le peculiarità fonetiche e sintattiche del greco antico e le scelte individuali di Omero; però, date le conseguenze dei due poemi, si guadagna comunque un'enormità.

Poi Omero è abbastanza diverso da quello che intendiamo oggi per poesia. Non per niente è pieno di traduzioni in prosa, anche se per me rimangono operazioni intrinsecamente limitate e per tradurre Omero servono comunque talenti poetici come quello di Monti o di Lattimore. Però Omero ha un solido contenuto narrativo che si può apprezzare anche in traduzione. Infatti, rimanendo sullo stesso genere, un poema che secondo me perde moltissimo in traduzione è l'Eneide. Perde perché il valore dell'Eneide è tutto nelle precise scelte linguistiche di Virgilio, nel suo lirismo. Fermo restando che, per me, l'Iliade è infinitamente superiore all'Eneide, rimane il fatto che il verso omerico è per molti versi tecnicamente meno elaborato di quello virgiliano: per es., data la matrice orale, le figure retoriche di posizione (tipo l'enjambement) sono meno frequenti e meno audaci di quel che avviene nella poesia scritta. Ma con Omero la poesia orale, nella tradizione occidentale, è praticamente bella che finita: Omero è un esempio unico. Virgilio è tutta un'altra storia, per non dire di tutti gli altri latini (e greci) anche più talentuosi di Virgilio e propriamente lirici tipo Orazio, Tibullo, e compagnia bella. Che cos'è l'odi et amo di Catullo in traduzione? E' una frasetta banale scritta su un diario, ecco che cos'è. Che cos'è la lirica greca arcaica senza il greco antico? E' una robetta banale, che di solito si legge con la condiscendenza dovuta a quelli che hanno fatto qualcosa per primi; ma in greco è tutta un'altra storia. Gente come Pascoli e Baudelaire? Intraducibili.

Alla fine sono d'accordo che il discorso vari da poeta a poeta. Però, di massima, rimango dell'idea che in traduzione si perda troppo o quasi tutto.
Alla fine, in barba a ciò che mi ero detto, cioè di comprare "Ossi di seppia" di Montale, e "Le Poesie" di Pavese, ho optato per il cuore, e ho comprato una raccolta di Trakl, e mi ha intrigato molto un poeta russo, Esenin.
Letto un po' di Paolo di libri di Pasolini, che avevo erroneamente sempre ignoranto. Ora vorrei cambiare un pochino genere, avete qualche consiglio su libri abbastanza discorsivi che trattano l'induismo?

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Anche lingua inglese?
Si, tanto visto il target dovrebbe essere comunque una cosa fattibile.

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I lavori di Alain Danielou.
Ma non ho capito se vuoi libri che abbiano semplicemente a che fare con l'induismo, in modo asistematico, oppure se vuoi letture introduttive/sistematiche sull'induismo.