[Ciclico] Bollette

Ma più che altro, se tenerlo spento per 4 giorni ti obbliga a consumare di più per riportarlo in temperatura rispetto a tenerlo al minimo nello stesso periodo comunque inquini e sprechi meno eh. E’ proprio la base del funzionamento del riscaldamento a pavimento

Abbiamo mangiato pane e fagioli per due anni, io manco ero iscritto all’albo quando l’abbiamo acquistata e guadagnavo quando andava grassa 800 euro al mese.

Nà roba guarda :asd:

Ma la questione banalmente è che non posso tornare in una casa gelida che cmq ci rimette 8-10 ore a scaldarsi con gli altri 2/3 di famiglia hce giustamente si lamentano.

infatti io ho detto “ti sarai fatto i tuoi calcoli” e per la questione si chiudeva là…

Ma invece che litigare, qualcuno ne sa abbastanza da esplicare o nessuno ne sa una sega? Ngi :no:

Volevo intervenire io ma sono stato anticipato.

Poi in quella scheda riportata non c’è nessun picco. Ci sono le potenze scambiate a 2 deltaT per le varie dimensioni.

Magari ci potrebbero essere delle temperature a cui la caldaia funziona in modo più efficiente. Ma questo dipenderà dalla caldaia e penso dal sistema casa nel complesso. Però sono abbastanza ignorante in materia quindi non mi esprimo.

Però sicuramente il “picco” dello scambio termico del termosifone non ha senso.

Need stesso aiuto.

Ho messo riscaldamento spento tutto il giorno, tranne la mattina per 2 ore e la sera per il dopo lavoro per 5 ore. Con attivazione del riscaldamento in queste ore solo per T<18.2°C. (Fosse per me userei T<18°C e meno ore ancora, ma la donna ha freddo :sisi:)

Ti stavo rispondendo, ma avrei bisogno che tu mi spiega cosa intendi con “20° a regime, 18,5° spento”.

Il riscaldamento è condominiale, quindi tu non accendi e spegni niente.

(Per inciso, in che fasce orarie è acceso il riscaldamento condominiale?)

Intendi dire che, quando non siete in casa e di notte, imposti la temperatura di 18,5° e quando invece siete in casa la imposti a 20°?

Ah, ti anticipo già che una differenza di 1,5° fa un po’ ridere. :asd:

P1-N0, se puoi rispondi pure a me che può essere utile per mitigare il cambiamento climatico (e la bolletta :sisi:)

La mia situazione è diversa.
Riscaldamento autonomo. Caldaia vecchia (JUNKERS caldaia murale a gas CERASTAR ZWE 24-2 AE).

Ora non ricordo come avevo impostato le temperature dell’acqua sanitaria e di mandata, se serve vado a sistemare. Però dal termostato per il riscaldamento (termosifoni in ghisa) ho impostato attivazione in 2 fasce orarie (mattina presto e dopo lavoro) per mantenere una temperatura minima di 18.2°C in queste fasce.
Quindi nelle 2 fasce il riscaldamento si accende e si spegne più volte ogni volta che la temperatura scende sotto questo valore. Fuori dalle fasce non c’è riscaldamento. L’acqua sanitaria calda, invece, c’è sempre.

Ha senso tenere il sistema in questo modo che riscalda a “singhiozzo”? Davvero non me ne intendo. Mi son trasferito da poco ed ero abituato alle pompe di calore :sad:.

Per spiegare meglio, ho il sistema Irsap Now che mi permette di gestire l’apertura e chiusura delle valvole dei termoarredo; ogni valvola smart ha un sensore di rilevazione della temperatura della stanza, quindi quando la temperatura è sotto a quella impostata, la valvola si apre per poi chiudersi quando la temperatura viene raggiunta

Es., di notte e quando siamo fuori casa le valvole sono chiuse e si aprono (e quindi i termo si scaldano) solo quando la temperatura scende sotto i 18.5, mentre quando siamo in casa succede quando la temperatura scende sotto i 20

Non so se così mi sono spiegato meglio :look:

Allora, mentre io finisco di mettere giù il ragionamento per arrivare alla conclusione, leggetevi e cercate di capire la seguente analogia.

Potete immaginare la casa come un secchio d’acqua. L’acqua rappresenta il calore. Il livello dell’acqua lo potete vedere come la temperatura che avete in casa.

Più la casa disperde più quel secchio è pieno di buchi.

L’acqua che esce dai buchi è il calore che la casa disperde.

Sopra quel secchio c’è un rubinetto (il sistema di riscaldamento). Più apri il rubinetto, più acqua (calore) stai immettendo nel secchio (la tua casa) e più paghi.

(Aggiungerei che più è alto il livello dell’acqua nel secchio/maggiore è la temperatura, maggiore è la pressione e più è l’acqua che uscirà dai buchi ed effettivamente è così (più alta è la temperatura che avete in casa più è il calore che la vostra casa disperde), ma per ora non complichiamo troppo le cose.)

Seguendo questa analogia, quando devi riscaldare casa entrano in gioco 2 quantità d’acqua (calore):

  • l’acqua che devi immettere nel secchio per portare l’acqua ad un certo livello;
  • l’acqua che devi continuare ad immettere nel secchio per mantenere l’acqua a quel livello.

Ora facciamo 2 esempi.

Casa ben coibentata:
il secchio ha pochi buchi, tu apri il rubinetto e riempi il secchio.

Poca acqua esce dai buchi e tu lasci il rubinetto un po’ aperto per mantenere il livello stabile.

Quanta acqua (calore) stai consumando?

Poca. Così poca che tenere il rubinetto aperto il necessario a mantenere il livello dell’acqua costante ha un costo irrisorio e te ne puoi fottere. ( @Hickso )

Tu lo lasci aperto il necessario, il secchio resta pieno (la casa è sempre calda) e tu sei felice (ed il tuo portafogli pure).

Casa mal coibentata:
il secchio è pieno di buchi, tu apri il rubinetto e lo riempi.

Il secchio si è riempito (la casa è calda) e tu chiudi il rubinetto.

Ma, cazzo, il secchio già comincia a svuotarsi!

Ed allora tu riapri il rubinetto e ti accorgi che per mantenere il livello dell’acqua fisso devi lasciare il rubinetto mezzo aperto.

L’acqua scorre e tu, che sei povero come la merda (cit.), piangi.

Nella realtà c’è anche una terza quantità d’acqua che entra in gioco: la quantità d’acqua che esce dal rubinetto quando questo è completamente aperto.

In altre parole, la potenza del sistema di riscaldamento.

Se la potenza è modesta, potrebbe essere abbastanza da mantenere l’acqua ad un certo livello, ma potrebbe volerci molto tempo per riempire il secchio (e portare l’acqua ad un determinato livello).

Inoltre, se vivi in un condominio e hai il riscaldamento centralizzato, a monte del tuo rubinetto c’è un altro rubinetto più grosso e, se tu apri il tuo rubinetto quando il rubinetto più grosso è chiuso… acqua non te ne esce. :asd:

Ah! Attela, vedi che credo che il riscaldamento condominiale si paghi con due quote: una fissa (che dipende dai millesimi) e una variabile (che dipende dal consumo effettivo).

Indaga a riguardo, perché tu potresti anche usare i riscaldamenti il minimo possibile con stoicismo ebraico, ma potrebbe andare a finire che ti paghi comunque tutta la quota fissa, soffri e poi risparmi noccioline sulla quota variabile. :asd:

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Scusate, domanda forse stupida:

siccome io faccio adesso il contratto con Edison per il gas e divento loro cliente a Marzo…
nel frattempo chi dovrò pagare per Gennaio e Febbraio?

Il mio fornitore attuale oppure mi passano a uno temporaneo a caso che scoprirò quando arriva la bolletta? :mumble:

glielo volevo scrivere pure io… come sono contabilizzati poi i consumi ? se sono contabilizzati ha senso, altrimenti ti stai facendo seghe mentali per nietne.

Danke! Ci guarderò, anche se per me il risparmio non è solo di soldini ma anche di consumi lato ambiente

Pino ora mi leggo il tuo wot

Il tuo attuale

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[ TL;DR: se la casa è mal coibentata (ma il sistema di riscaldamento riesce a riscaldarla rapidamente) e per la maggior parte del tempo non c’è nessuno a casa, lasciarla raffreddare (spegnere i riscaldamenti) e riscaldarla quando vi serve calda potrebbe portare ad un notevole risparmio economico. ]

Ora cerchiamo di giungere ad una conclusione.

Fatto #1: in generale, tenere il riscaldamento costantemente acceso consumerà di più che accenderlo e spegnerlo.

(Questo in teoria è sicuramente vero. In pratica… ci sarebbe da vedere come la teoria si scontra con le funzioni di efficienza dei vostri sistemi di riscaldamento, ma direi che quasi sicuramente possiamo prendere per buona la teoria.)

Questo è abbastanza evidente: voi pagate l’acqua che esce dal rubinetto*.

Se il rubinetto è sempre aperto, l’acqua continua ad uscire (anche se con un flusso variabile, comunque esce).

Se il rubinetto è chiuso, acqua non ne esce e quindi…

(*Salvo viviate in un condominio ed abbiate il riscaldamento centralizzato. In quel caso le cose potrebbero essere più complicate. :asd:)

Ora vediamo come posso convincervi e, forse, farvelo anche capire. :asd:

(Un’obiezione potrebbe essere: “Ma, se spengo il riscaldamento, poi devo riscaldare la casa da zero.”.

Sì, ma nella realtà questo diventa un problema solo se il vostro sistema di riscaldamento ci impiega molto a riscaldare la casa da zero.

Ma il problema in questo caso non è il consumo (che sarà comunque più basso o al più uguale), bensì il fatto che potrebbero volerci ore per riscaldare la casa e nel frattempo vi congelate i cabbasisi.)

Allora! Riprendiamo l’analogia del secchio.

La casa è fredda. / Il secchio è vuoto.

Accendete il riscaldamento. / Aprite il rubinetto.

La casa si va riscaldando. / Il secchio si va riempiendo.

Quanta “acqua” deve uscire dal rubinetto?

Diciamo abbastanza da riempire il secchio.

Riempito il secchio, la casa è alla temperatura desiderata.

CONSUMO TOTALE = 1 secchio d’acqua.

Ora abbiamo 2 possibilità:
A - teniamo il riscaldamento acceso “per tutto l’inverno”;
B - accendiamo il riscaldamento solo durante alcune fasce orarie.

Nel primo caso, dobbiamo tenere il rubinetto abbastanza aperto da riuscire ad immettere nel secchio la stessa quantità d’acqua che esce dal secchio dai buchi.

Nel secondo caso, il riscaldamento è spendo e quindi non esce acqua dal rubinetto.

Ma la casa continua a disperdere (in entrambi i casi)! / I buchi nel secchio sono ancora là!

Quindi, che il riscaldamento sia acceso o meno, l’acqua che esce dal secchio è la stessa.

(Nella realtà no: più è calda la casa, maggiore è la differenza di temperatura con l’esterno e quindi maggiore sarà il calore disperso nell’unità di tempo.

Quindi, nella realtà, fin qui spegnere i riscaldamenti è conveniente da un punto di vista dei consumi.)

Passano delle ore. Qual è la situazione?

Caso A: casa calda e consumo totale A = 1 secchio + l’acqua uscita dai buchi (che abbiamo dovuto reintegrare per mantenere la casa calda).

Caso B: casa (più) fredda e consumo totale B = 1 secchio.

Rientrate a casa e volete che la casa sia calda.

Caso A: la casa è già calda, consumo totale A = 1 secchio + l’acqua uscita dai buchi (che abbiamo dovuto […]).

Caso B: dobbiamo riscaldare la casa. Di quanto dobbiamo riscaldare la casa? Ovvero quanta acqua dobbiamo aggiungere nel secchio?

Beh… Vogliamo riportare l’acqua al livello che corrisponde ad una casa calda, quindi dovremo versare nel secchio la stessa acqua che è uscita dai buchi mentre il riscaldamento era spento.

Consumo totale B = 1 secchio + l’acqua uscita dai buchi (mentre il riscaldamento era spento).

Ma aspetta un attimo! I buchi sono gli stessi! Allora l’acqua che dobbiamo aggiungere è la stessa del caso A!

(Nella realtà nel caso B è di meno, ma questo lo discutiamo alla fine.)

Qual è la situazione adesso?

In entrambi i casi, la casa è calda.

Ed i consumi?

Consumo totale A = 1 secchio + l’acqua uscita dai buchi (con i riscaldamenti ACCESI)

Consumo totale B = 1 secchio + l’acqua uscita dai buchi (con i riscaldamenti SPENTI).

Poniamo che teniamo i riscaldamenti accesi in entrambi i casi per un po’.

Cambia nulla tra il caso A ed il caso B?

No, la casa era calda in entrambi casi e abbiamo consumato la stessa quantità d’acqua per continuare a tenerla calda.

Consumo totale A = 1 secchio + l’acqua uscita dai buchi (con i riscaldamenti ACCESI) + l’acqua uscita dai buchi da quando sono rientrato.

Consumo totale B = 1 secchio + l’acqua uscita dai buchi (con i riscaldamenti SPENTI) + l’acqua uscita dai buchi da quando sono rientrato.

Vado a nanna e, nel caso B, il riscaldamento si spegne.

E’ mattina.

Qual è la situazione?

Caso A: casa calda e consumo totale A = quello di prima + l’acqua uscita dai buchi durante la notte (con i riscaldamenti ACCESI)

Caso B: casa fredda e consumo totale B = quello di prima.

Nel caso B voglio riscaldare la casa e quindi mi tocca aggiungere dell’acqua nel secchio. Quanta?

Beh… L’acqua che è uscita dai buchi durante la not-

Insomma, avete capito. No?

Dopo 24 ore dalla prima accensione del riscaldamento (e quindi dopo un ciclo completo) la situazione qual è?

In entrambi i casi, la casa è calda.

I consumi:

Consumo totale A = 1 secchio + l’acqua uscita dai buchi (mentre i riscaldamenti erano ACCESI) + l’acqua uscita dai buchi da quando sono rientrato a quando sono andato a dormire + l’acqua uscita durante la notte (mentre i riscaldamenti erano ACCESI).

Consumo totale B = 1 secchio + l’acqua uscita dai buchi (mentre i riscaldamenti erano SPENTI) + l’acqua uscita dai buchi da quando sono rientrato a quando sono andato a dormire + l’acqua uscita durante la notte (mentre i riscaldamenti erano SPENTI).

Ma vuoi vedere che non cambia niente da un punto di vista dei consumi?

Nella realtà no, ci sono 2 differenze.

Differenza #1:

L’acqua che esce dai buchi in n ore mentre i riscaldamenti sono accesi è di più di quella che esce dai buchi in n ore mentre i riscalda sono spenti.

Perché? Perché quando i riscaldamenti sono accesi la casa è ad una temperatura più alta e quindi è maggiore la differenza di temperatura con l’esterno e quindi è maggiore il calore disperso.

Differenza #2:

Mentre i riscaldamenti sono spenti, potrebbe accadere che la vostra casa raggiunga la stessa temperatura che c’è all’esterno. (Se questo avviene rapidamente, la casa è davvero mal coibentata.)

Se questo dovesse verificarsi, nel caso A, continuate a consumare “acqua”; nel caso B, semplicemente si svuota completamente il secchio (e la vostra casa è in equilibrio termico con l’esterno).

Questo significa anche che: nel caso B, avete perso un secchio d’acqua e, nel caso A, avete consumato più di un intero secchio (per continuare a tenere la casa calda).

In altre parole:

Caso A: casa calda e consumo A = 1 secchio + più di un secchio per mantenere la casa calda.

Caso B: casa fredda e consumo B = 1 secchio.

(L’1 secchio è per riscaldare la casa la prima volta.)

Dopo aver ri-riscaldato la casa nel caso B: consumo B = 1 secchio + 1 secchio.

Ora, se fuori c’è molto freddo e la vostra casa è davvero mal coibentata, 2 secchi potrebbero essere molto minori di (1 secchio + più di un secchio per mantenere la casa calda) e quindi potrebbe esservi un notevole risparmio nel lasciare che la casa si raffreddi quando vi serve che sia calda.

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@Pjem @inglo @Barlume per la peer review. :sisi:

Sono conscio vi siano delle approssimazioni nella mia spiegazione, ma ritengo sia sufficientemente accurata per una spiegazione sul retro di un post (semi-cit). :asd:

Vabbe’ ho capito, metto i termo a 25° e apro tutte le finestre

Comunque ci sta, è più o meno quello che pensavo a intuito senza secchi buchi o cose del genere

Stasera quando ho sbatto posto due screenshot di alcune stanze così caliamo questo bel ragionamento nella realtà :sisi: