[CaA]Auto elettrica: Dacia Fail (Part 1)



Si si è un errore.

A meno che (ma non è vero) qualcuno non si inventi una plugin con una batteria così grossa da riuscire a superare tutto il ciclo di omologazione in elettrico.

E' la prima lista che ho trovato, non pretendo sia perfetta, ma è una buona esemplificazione: l'unico modo per ridurre le emissioni è elettrificando, stop.
Scusate, ma tutte ste preoccupazioni per l'estrazioni di minerali (che facciamo da sempre, ma vabbè) quando è esplosa in aria la Deepwater horizon e ha inquinato per chissà quante decine di anni un intero golfo?

La settimana scorsa che il mare letteralmente ha preso fuoco?

La Exxon Valdez?

Chissà quanti altri porca troia.

Quelli ve li dimenticate sempre ?

Che uccida 9 milioni di persone in un anno, no problem?

https://www.theguardian.com/environment/2021/feb/09/fossil-fuels-pollution-deaths-research
Questo purtroppo però non è un problema che risolvi togliendo le auto a combustione eh


in realtà per le batterie ci sono in sperimentazione quelle a grafene che dicono siano rivoluzionarie. Se non ricordo male le scoperte sul grafene sono valse anche un nobel
Ue' calmo che qui siamo tutti d'accordo eh!?
L'estrazione dei minerali e' da sempre un problema perche' o aumenti le tecnologie estrattive per controllare l'impatto ambientale - ma dopo i soldi piangono perche' limi troppo il margine - oppure fai fare a Cinesi (che dell'ambiente se ne fottono) o ai Paesi Africani dove hai letteralmente gli schiavi che scavano a mani nude.
Come gia' detto 'sta cosa esiste da quando l'elettronica e' diventata di consumo, non perche' sia nato l'Automotive EV.

Ed e' uno dei problemi di impatto ambientale che deve essere affrontato.
Poi ci sono quelli che l'EV e' una chimera, anzi guardi signora mia inquina perfino piu' del petrolio!111 e appunto Delta del Niger, British Pretoleum, ecc 'sticazzi mai successo


Ho letto una bella cosa l'altra settimana, ma non trovo più dove fosse sighsob.

Ogni tot auto elettriche vendute, si toglie dal circolo una nave cisterna che trasporta merda per il mare.

Guardate che non sono nè cieco nè stupido, so benissimo che non chiuderemo un rubinetto e via.

Ma quella che abbiamo stto gli occhi è la più grande rivoluzione industriale dopo quella della macchina a vapore.

Per la prima volta nella storia comincia ad esserci una convergenza tra necessità, capacità tecniche e volonta politica tale per cui possiamo veramente decarbonizzare i nostri consumi, produrre elettricità in modo sostenibile e di ridurre il nostro impatto.

Ma poi, il rischio che corriamo quale cazzo è? Di respirare aria più pulita?

Di fermarci un'ora nà volta l'anno per ricaricare andnando in ferie?

Uao, pallottola schivata, speriamo falliscano ste auto elettriche
Ma quella e' la risposta di un sistema ovviamente inerte, per ovvie e molteplici ragioni, dal principio alla fine della filiera.
Che l'Automotive e una larga fetta di consumatori abbiano convergenze di opinioni sull'avversare l'EV ha senso, anche se per ragioni diverse. Sui consumatori le abbiamo ampiamente elencate. L'Automotive e' una industria e in quanto tale non cambia istantaneamente la sua infrastruttura.
E' restia perche' richiede denaro da investire.
Perche' il passato e' consolidato e "affidabile".

Scommetto che facendo una ricerca e tornando agli albori delle auto o ai treni, avremmo trovato gli stessi identici discorsi.

Per esempio nella microelettronica tutti sanno che prima o poi, i Silicio sara' una tecnologia "satura" che non permettera' i livelli di integrazione verso cui l'innovazione tecnologica tende inesorabilmente.
La TSMC e' riuscita a rendere industrializzabile un processo a 5nm* ma ormai si investono miliardi in soluzioni tecnologiche che permettano di usare i substrati in Silicio pur di non abbandonarlo.

(*) ormai quella misura non indica quasi piu' nulla men che mai la lunghezza di canale di un Transistore MOS in quanto quello che preme e' la densita' finale di dispositivi/bit per mm^2


Parlo senza sapere la risposta, ma a intuizione se c'è una cosa che non è rinnovabile per un cazzo è proprio il nucleare



Accadde la stessa identica cosa un 6 mesi fa con un articolo dell'Imperial college sull'impatto ambientale dei pannolini lavabili.

Da una parte misero gli usa e getta con microplastiche riciclate (cosa lodevole, ma che in Italia è impossibile nel 99,999999% dei casi visto che di impianti di riciclaggio ce ne sta uno solo sperimentale e di piazzole ce ne sono due in veneto se non erro e vedo male l'idea di fare centinaia di km di strada per conferire i pannolini sporchi ) e dall'altra i pannolini lavabili, lavati con lavatrici di classe C e poi asciugati in asciugatrice (cosa che non succede mai nella realtà, visto che ormai abbiamo tutti lavatrici di classe A++++ e per asciugare si deve usare il sole visto che il pannolino lavabile in asciugatrice si rovina).
Insomma, era una presa per il culo e serviva per dire "oh, il lavabile alla fine impatta poco più dell'usa e getta ed è molto più scomodo!"

Ridicolo


Pur non essendo classificata come rinnovabile, il nucleare non emette di fatto co2 ed è assolutamente da inserire nelle energie da sfruttare se vogliamo davvero decarbonizzare la produzione di energia elettrica. Riguardo alla disponibilità di uranio lascio qui sotto in spoiler un articolo.

Per il resto la commissione europea si dovrà esprimere se inserire l'energia atomica nelle fonti di produzione da incentivare per raggiungere gli obiettivi prefissati, la commissione scientifica si è già pronunciata a favore, ora la palla passa alla politica.


Spoiler

Quanto Uranio c’è nel mondo?
Se tutto il mondo dovesse iniziare a sfruttare l'energia nucleare, ci sarebbero abbastanza riserve di combustibile?
Chi fa queste domande solitamente prende per buono un dato largamente circolante secondo cui la durata delle attuali riserve di Uranio potrebbe essere di massimo 100-130 anni (20-30 sfruttando tutte le miniere conosciute e altri 80-100 estraendo Uranio dai fosfati), e questo solo conteggiando i consumi odierni. Viene quindi giustamente da chiedersi se quintuplicando o decuplicando i consumi non esauriremmo il combustibile molto in fretta.
La risposta è ovviamente NO, e il dato è largamente misinterpretato. Vediamo il perché.
Negli anni '70 si iniziò a parlare per la prima volta di un possibile esaurimento delle risorse petrolifere: il prezzo del greggio schizzò alle stelle (chiunque abbia la più basilare infarinatura di economia sa che la scarsità di un bene determina l'esplosione del suo prezzo) e si trainò dietro i prezzi dell'energia elettrica e dei carburanti. Proprio in quella fase diversi stati ritennero prudente diversificare le loro fonti energetiche, da cui lo sviluppo ad esempio del programma nucleare francese.
Il petrolio però non è esaurito negli anni '70, perché?
Perché l'aumento del prezzo rese economicamente conveniente andare a cercare il petrolio in aree del pianeta dove prima non si era mai cercato, e utilizzare tecniche estrattive che prima non si utilizzavano, in quanto troppo costose - è chiaro a tutti che se il procedimento di estrazione costa 50 dollari al barile, quello che estrai lo devi vendere perlomeno a 51.
Una situazione simile si è ripetuta nel 2013-2014: tutti ci ricordiamo il caro-benzina del 2013 (si era arrivati sopra i 2 euro al litro per la verde, 1.86 per il Diesel). Col prezzo del greggio così alto, molti stati (soprattutto gli USA) avevano iniziato a sperimentare il metodo del fracking, che consiste nell'iniettare nel giacimento aria (o altro fluido) ad alta pressione per spaccare le rocce e favorire la fuoriuscita del greggio, sfruttando molto meglio i giacimenti. Il problema è che il fracking è un procedimento costoso, quindi conviene farlo solo quando il prezzo del petrolio è sufficientemente alto.
Nel 2014 i paesi produttori di petrolio si misero d'accordo per abbassare sensibilmente il prezzo del greggio, per scoraggiare l'utilizzo del fracking da parte degli USA (che sono ovviamente un paese importatore di primo piano) - tra gli effetti collaterali questo causò una crisi economica notevole nei paesi produttori di gas, come la Russia (il rublo perse due terzi del suo valore in un anno), perché ovviamente la caduta del prezzo del petrolio lo rese più competitivo rispetto al gas.
Oggi la crisi del CoVid ha portato il prezzo del petrolio ad un nuovo minimo storico, per via del calo della domanda: questo fa sì che molti pozzi stiano venendo chiusi nonostante i giacimenti siano ancora sfruttabili, il che potrebbe provocare una crisi energetica legata alla scarsa disponibilità di greggio. Ma questo dipenderà unicamente dal prezzo troppo basso, non dalla carenza di risorse.
Il discorso per l'Uranio è molto simile. Al momento il prezzo dell'Uranio è inferiore a 60 dollari al Kg, ovvero bassissimo, considerato che la resa energetica dell'Uranio è ventimila volte più alta di quella dei combustibili fossili. Inoltre di Uranio se ne consuma poco: nel mondo al momento sono in funzione 442 reattori, e tutti assieme non arrivano a consumare 60.000 tonnellate annue (per confronto: ogni anno si consumano circa dodici miliardi di tonnellate di combustibili fossili).
Questo fa sì che ad oggi la ricerca di nuovi giacimenti sia del tutto ferma e che anzi alcune miniere ancora potenzialmente sfruttabili siano state chiuse, semplicemente perché l'estrazione è diventata anti-economica.
D'altronde se l'orizzonte temporale, coi consumi attuali, è di 130 anni, non c'è alcuna fretta di cercarne altro: nessuna azienda - e non mi riferisco solo al settore minerario o energetico - fa i suoi investimenti su tempi più lunghi di qualche decennio.
Ma se nel giro di qualche anno ci fosse una forte conversione energetica verso il nucleare che spingesse in su il prezzo del combustibile allora sicuramente riprenderebbero le prospezioni e le ricerche, e, come è successo per il petrolio, si troverebbero sicuramente nuove risorse, o si inizierebbero a sfruttare nuove tecniche.
Tra le nuove tecniche già note vi è ad esempio l’estrazione di Uranio dagli oceani: l'Uranio, in effetti, è idrosolubile, e si può trovare disciolto in piccole quantità nell'acqua di mare. Le tecnologie per estrarlo sono già state sviluppate (si tratta di particolari “spugne”), ma al momento non conviene utilizzarle, se non per fini di ricerca scientifica.
Se però un domani l’estrazione dell’Uranio dall’acqua di mare diventasse conveniente, si stima che gli oceani ne contengano una quantità sufficiente ad alimentare l'intero pianeta per alcune migliaia di anni.
Un altro esempio di tecnologia nota, ma non sfruttata? Sappiamo che i reattori autofertilizzanti a neutroni veloci sfruttano il combustibile molto meglio, bruciando quasi tutto il fertile, e quindi non lasciando scorie.
Quando ne parlo ne parlo sempre come della quarta generazione, ovvero come del futuro, ma in realtà reattori simili esistevano già in passato: in effetti sono stati tra i primi a venire sviluppati.
Solo che costavano un sacco, rispetto ai reattori moderati e raffreddati ad acqua, e quindi sfruttare il 98% del combustibile finiva con l'essere meno conveniente che sfruttarne lo 0.7%. Anche oggi il prezzo dell’Uranio è talmente basso da rendere l’acquisto di quantità molto maggiori di combustibile più conveniente rispetto alla costruzione di reattori raffreddati a sodio che sfruttino molto meglio quantità di combustibile inferiori.
Una volta terminato l'Uranio si può poi iniziare col Torio, che si stima essere 5 volte più abbondante in Natura dell'Uranio stesso e che ha anche una resa energetica superiore, il che colloca il limite teorico di esaurimento delle risorse energetiche dell'umanità ben oltre i 10.000 anni.
Considerato che la civiltà esiste da meno tempo, direi che possiamo smetterla di considerare la carenza di combustibile una preoccupazione.

fonte: https://www.facebook.com/AvvocatoAtomico


Io non sono contro l'energia atomica per partito preso, ma sono comunque scettico in proposito, per il semplice fatto che non abbiamo tempo di costruire nuovi centrali e inoltre l'energia da nucleare è costosissima, molto più costosa di quella Eolica o Fotovoltaica.

https://www.repubblica.it/economia/rapporti/energitalia/lascossa/2020/06/26/news/fotovoltaico_ed_eolico_le_fonti_energetiche_piu_economiche-260234396/

Inoltre, sempre grazie al povero Litio, anche i problemi di interruzione nella produzione possono parzialmente essere arginati, semplicemente usando accumulatori per immagazzinare quella in eccesso utilizzandola quando la produzione è bassa.

Lo fanno già in australia, con successo.

https://www.tesla.com/en_AU/blog/introducing-megapack-utility-scale-energy-storage

https://en.wikipedia.org/wiki/Hornsdale_Power_Reserve
il nucleare ovviamente non è una rinnovabile, le rinnovabili sono: solare, eolico, idroelettrico, geotermico.
l'unico pregio del nucleare è che la produzione di energia elettrica non immette CO2 nell'aria quindi non c'è urgenza di spegnerle.



Se aspettiamo ancora di tempo non ne rimarrà di certo. In merito ai costi, considerato l'intero ciclo di vita (60-80 anni nel caso delle centrali nucleari), il nucleare è assolutamente competitivo con le atre fonti di produzione. Il presunto basso costo delle rinnovabili è pesantemente viziato dagli enormi contributi pubblici ricevuti in questi anni, togli quello dall'equazione e vedi che non sono poi così economiche le rinnovabili. Ma il problema delle rinnovabili sta nella loro aleatorietà, ossia non garantiscono una produzione costante, motivo per cui non sarà mai possibile conversione totale. A meno che non si riesca a implementare un accumulo su scala di rete in grado di immagazzinare l'energia prodotta in eccesso nei momenti di picco, ma su questo siamo letteralmente ad anni luce da una possibile soluzione. Sull'Australia ti invito a visitare questo sito che monitora in tempi reali la produzione di co2 di vari Paesi nel mondo: https://www.electricitymap.org/map

L'Australia brucia carbone che è un piacere altro che...


Si, lo so, ma hanno lo storage linkato sopra che stabilizza l'intera rete di quella parte di australia che aveva proprio problemi di stabilità.

Dico solo che è fattibile, basta volerlo.


Rinnovabili sono delle fonti energetiche ricavate da risorse che sono naturalmente reintegrate in una scala temporale umana (fonte: wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Fonti_di_energia_rinnovabile)

Sostenibili: use of energy is considered sustainable if it meets the needs of the present without compromising the needs of future generations
https://en.wikipedia.org/wiki/Sustainable_energy

Ci sono fonti rinnovabili che non sono sostenibili (es biomasse, perchè il pianeta produrrà nuova biomassa ma non a sufficienza per essere sostenibile se non a costo di affamare le persone) e fonti sostenibili che non sono rinnovabili.
Che il nucleare da fissione sia sostenibile è dibattuto, perchè di uranio ce n'è ma pone dei potenziali problemi per le nuove generazioni


Allo stato attuale siamo davvero lontanissimi alla creazione di un piano di accumulo su scala di rete mondiale, manca proprio la tecnologia.


Il nucleare e le rinnovabili non sono in competizione, non farai mai tutto né col solo nucleare né con le sole rinnovabili.


This.

Per chi fosse interessato ad approfondire il tema nucleare (e l'integrazione con le rinnovabili), segnalo questo podcast dove se ne parla in maniera molto approfondita (dura quasi 3 ore )

A 1:11:00 la risposta sul discorso del sistema di accumulo.


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Apro un'altra parentesi...
Sta estate ho avuto ENORMI problemi con il tagliaerba, che andava a dir poco di merda. Prima di portarlo a sistemare (per la seconda volta) ho fatto una chiamata incazzato a quello che ha fatto il "tagliando" che mi ha detto di provare ad usare la benzina Agip/Eni o esso... ho provato (bestemmiando perché pensavo mi prendesse per il culo) ed Effettivamente dava molti meno problemi, mi ha comunque detto di portarlo e ha pulito non so che filtro, ora va perfetta
Ecco, mia morosa ha fatto il pieno all'enercoop che ha una miscela di benzina, piscio e sputo immagino, pure alla macchina ha dato problemi... Infatti già buttandoci dentro quella Agip ora va liscia mi ha detto

Per fortuna non esiste la corrente di qualità merdosa, al massimo le colonnine che vanno lente



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