Non ricordo a memoria, ma mi pare che dovrebbero, una volta posteggiato l’aereo, staccare il circuito di alimentazione in modo che il recorder si fermi. Altrimenti quello va avanti.
Questa procedura però va eseguita solo se è avvenuto qualcosa di anomalo durante il volo, non viene mai fatto in circostanze normali, quindi probabilmente i piloti non hanno questa routine in testa ed è molto facile che se lo dimentichino. Specie se sono un po’ scossi.
La tizia dell’NTSB nell’articolo si vede che è molto seccata da questa cosa, dice anche che è già la decima volta che capita.
Un pò di voli li ho fatti nella mia vita, generalmente mi sono sempre trovato meglio con gli Airbus, quando entro su un Boeing non so perchè ma ho brutte sensazioni
Suppongo comunque nel tempo ed i progressi nelle tecnologie di comunicazione via satellite si arriverà ad avere uno streaming più o meno costante delle diagnostiche del velivolo verso stazioni di terra in maniera ben più capillare, però è pur vero includere le conversazioni di cabina aprirà a scenari di violazione della privacy sul posto di lavoro piuttosto complessi da conciliare.
per me l’aereo più comodo è di gran lunga il 787 dreamliner, soprattutto per quanto riguarda l’aria in cabina che è più pressurizzata e più umida rispetto agli altri aerei.
non ho mai volato però a bordo di un A380, che mi immagino molto confortevole
737 vs A320 vince il 320 perché leggermente più largo.
787 invece è buono per il sistema di aerazione (non dovrebbe usare l’aria recuperata dal bypass del motore), ma chi ci garantisce che sopravvive ad un impatto a 250km/h con un altro aereo a terra?
Vedi che le ali Boeing si piegano molto di più
Non succederà mai perché non è sicuro creare un Internet of things con un mezzo in volo che può essere hackerato.
C’è reticenza ad usare wireless persino per la trasmissione di dati tra sistemi interni
Approvo un tale zelo, sebbene si possa compartimentare i pacchetti della telemetria; ne avevo letto in passato, ma probabilmente i riferimenti erano meramente accademici.
C’è reticenza, ma credo che qualcosa si farà.
Ma la possibilità di scambiare informazioni deve passare da attente analisi di cybersecurity.
Edit: trasmettere informazioni a terra (dopo l’atterraggio), internamente gli harness sono oggetto di certificazione molto attenta ed è facile individuare dove qualcosa si rompe.
Il wireless creerebbe problemi.
Pensavo eventualmente ad un’espansione del datalink ACARS per esempio, dedicare affiancandolo un apparecchio di trasmissione unidirezionale ad una data e predefinita frequenza di controllo, disconnettendo l’unità dal resto dei sistemi durante la trasmissione magari.
Ah, non lo chiedere a me. Volendo occuparsi solo di una virtualizzazione in parallelo del FDR mi chiedo quanti dati ed a quale velocità siano in esso registrati ad ogni dato momento, per valutare un poco di quale larghezza di banda si parli, partendo dall’essenziale ed ampliando poi per vari gradi di priorità il numero di sistemi da parametrizzare se possibile.
Poi però leggo della prospettiva di guardarsi video su YouTube dal proprio smartphone mentre si è in volo e rimango perplesso.