A grande richiesta, il thread recappone sulle migliori uscite del 2023
Apro io le danze e dico subito che quest’anno ho ascoltato un sacco di dischi del 2023 e nonostante non ce ne sia nessuno che spicchi in modo assoluto ho trovato tanti dischi godibili… e qualche delusione
Disco dell’anno: Drain - Living Proof
Delusione cocente: Oxbow - Love’s Holiday
Disco più ascoltato: Militarie Gun - Life Under the Gun
Disco italiano dell’anno: Emidio Clementi e Corrado Nuccini - Motel Chronicles a pari merito con Bachi da pietra - Accetta & Continua
Recappone totale globale dei dischi che ho ascoltato in ordine di ascolti
Militarie Gun - Life Under the Gun (voto 8/10)
Disco punk per le masse, a tratti bello ignorante e con i muscoli bene in vista, sopra le righe e perfetto per l’estate. L’ho ascoltato un sacco, me lo sono goduto molto, probabilmente me lo scorderò altrettanto presto ma oh, questo è il punk
Shame - Food for Worms (voto 7/10)
Sono inglesi, si sente, fanno alternative rock con la voce di un gruppo post punk di Manchester degli anni '80. La prima metà è una bomba, nel senso che fino alla quinta canzone è un 9/10, poi si perde e inanella una serie di pezzi noiosi senza riprendersi. Se avesse tenuto fino alla fine sarebbe stato il capolavoro dell’anno, così è un disco accettabile.
Drain - Living Proof (voto 8/10)
Hardcore punk sporcato di metallaccio. Disco pazzesco, questi tirano come un treno e infilano dentro una cover dei Descendents perfetta. Me lo sono goduto un sacco, è ancora nel lettore, ogni tanto me lo ascolto e sta reggendo la prova dei mesi. Disco dell’anno per me.
Yo La Tengo - This Stupid World (voto 7/10)
Plin plon plin gniii gnaaaa sbrim sbrim questo è il suono dell’indie quando la tocca piano. Disco ok, me lo sono ascoltato per un po’ perché è un ottimo sottofondo, ma tutto sommato non m’è rimasto granché.
Depeche Mode - Memento Mori (voto 7.5/10)
Il primo disco dei DM che ascolto da Violator, oh, a me è piaciuto. Cupo, tosto, è come mi ricordavo i DM dei tempi di Black Celebration. Un po’ lungo forse, ma magari sono io che ho un problema con i dischi lunghi.
Gaz Coombes - Turn the Car Around (voto 7.5/10)
Gran bel dischetto questo. Rock poppettoso delicato ma molto intelligente negli arrangiamenti, e la voce di Coombes mi piace molto. Approvato!
Algiers - Shook (voto 7.5/10)
Ahimè, questo disco non ha invece retto la prova del tempo. Me lo sono ascoltato tanto a inizio anno, poi mi è uscito dal lettore e non c’è rientrato. Peccato. Ne ho comunque un buon ricordo, complice anche un bel live, e da qui il bel voto.
Oxbow - Love’s Holiday (voto 5.5/10)
Che delusione. Non è un brutto disco eh? Anzi, parte abbomba e i primi due pezzi mi avevano fatto sperare tantissimo in un Thin Black Duke 2.0, e invece… e invece poi si ammolla, le atmosfere si dilatano e non si riprende più. Non un brutto disco ma non sono gli Oxbow che volevo.
Motorpsycho - Yay! (voto 5.5/10)
Ahimè, come sopra. L’ho ascoltato abbastanza, ma non mi ha proprio preso: troppo moscio rispetto agli ultimi dischi, soprattutto quello dell’anno scorso che invece mi era piaciuto molto.
Emidio Clementi e Corrado Nuccini - Motel Chronicles (voto 7.5/10)
Premetto che ho una cotta per Clementi quindi poteva pure registrare un disco di scorregge e l’avrei comunque apprezzato. Qui fa quello che fa da sempre con i Massimo Volume: prende delle storie e le racconta con la sua bella voce suadente. I suoni sono più morbidi rispetto a quelli dei MV ma va bene uguale.
Godflesh - Purge (voto 5.5/10)
Ahimè, come sopra per gli Oxbow e i Motorpsycho. Disco molle, e penso non si possa dire nulla di peggio di un disco dei Godflesh; se ci aggiungete che viene sei anni dopo l’ultimo… Evitabile.
Bachi da pietra - Accetta & continua (voto 7.5/10)
Voto in evoluzione perché il disco è appena uscito, comunque l’impressione da questi primi ascolti è buona. Vai baco vai!
Screaming Females - Desire Pathway (voto 5.5/10)
L’ho ascoltato tutto curioso perché è un disco 100% al femminile… solo che non è nulla di che. L’ho dimenticato in tempo zero.
Calibro 35 - Nouvelles aventures (voto 6/10)
Eeeeee… posso dire che mi è passato attraverso le orecchie in un woooosh? Ahimè è da un po’ che i Calibro non fanno qualcosa che mi stupisca davvero (da S.P.A.C.E direi), e il disco di quest’anno non ha modificato il trend. Dal vivo rimangono comunque godibilissimi.
King Gizzard - PetroDragonic Apocalypse (voto 6/10)
Carino, ma dimenticabile. Meglio comunque di…
King Gizzard - The Silver Cord (voto 5/10)
… che è semplicemente dimenticabile.
Daniela Pes - Spira (voto 6.5/10)
Da hype di buon livello a dimenticanza totale. Mi ricordo però dei bei suoni e delle belle atmosfere, non ho dubbi che a qualcuno possa essere piaciuto molto di più di quanto sia piaciuto a me.
Moonlight Sorcery - Horned Lord of the Thorned Castle (voto 10/10 solo per il titolo)
Ne ho ascoltati altri (Giorgio Canali, i Metallica LOL, i Pigs x7, i QotSA, gli Italia 90) ma insomma non meritano abbastanza da ricavarsi uno spazio qui.
Chiudo con un bello spunto di riflessione del solito Farabegoli su cosa significhi “ascoltare un disco”:
“Quando dici che hai ascoltato un disco tante volte intendi da capo a fine? Perché io ho un problema, frustrante, che ormai riesco ad ascoltare i dischi da capo a fine senza interruzioni 2 o 3 quando va bene. Per il resto me li sento a “pezzi”. Questo è frustrante perché io quando metto un disco vorrei sentirmelo tutto ma poi la vita me lo impedisce ecco”
[…]
Le lungimiranti analisi che uscivano nei primi giorni dello strapotere dello streaming avevano celebrato il funerale del formato “album”, perché una politica di release continua di una-due canzoni per volta avrebbe tenuto più accesa l’attenzione verso un gruppo e generato più indotto. A cinque o sei anni di distanza da quei maestosi esempi di lungimiranza e acume analitico dobbiamo non solo ammettere che il formato “album” è ancora piuttosto vivo ma anche, com’è ovvio che fosse, che il fatto di non dover essere più contenuto per forza in una pizzetta di plastica ha solleticato la creatività di diversi artisti, e così abbiamo gli album di nove ore di Mac DeMarco o dischi di un’ora e tre quarti dei Liturgy e un’infinità di altri esempi.
[…]
Cosa significa, quindi, “ascoltare un disco”? Si può dire di aver ascoltato un disco di otto ore dopo averne ascoltato sei ore? Immagino che la risposta più banale sia quella più giusta: ognuno decide per sé, da caso a caso. Ci sono dischi che mi sento di conoscere intimamente all’inizio della traccia due e ce ne sono altri di cui dopo duecento ascolti non ho ancora carpito i segreti.
Dajene voi