[AMA] Sono trans, ask me anything.




si? cosa?
che gruppo? l4d3? a valve non sanno contare fino a 3
stai mentendo


OK, allora non sei ancora del tutto donna.
a meno che la mezz'ora sia secondo il fuso orario femminile



I gusti sono cambiati eccome, gli ormoni mi hanno intanto affinato tantissimo l'olfatto (già prima ero brava a sentire gli odori, adesso sono un cazzo di segugio ) e mi hanno anche cambiato TANTISSIMO il senso del gusto.

Per fare un esempio: un paio di mesi fa sono uscita alla festa di compleanno di una mia amica, in birreria. Ho ordinato una birra che mi ricordavo mi piacesse da prima di cominciare la transizione (una Trappe Quadrupel rossa), e mi ha fatto schifo. Ma schifo proprio, sono riuscita a berne si e no due sorsi prima di lasciarla lì. In compenso le weizen, che prima non mi piacevano, ora sono le mie preferite.

Oddio, pensandoci ora, non so se è che mi è cambiato il senso del gusto, o se mi sono proprio cambiati i gusti. Ossia se i sapori li sento uguali a prima, ma è quello che mi piace che è cambiato. Boh




Non mi stupisco, semplicemente è la (giusta) normalità che i transgender MTF\FTM\fluid esistano e vengano riconosciuti dalla società, ma soprattutto dovrebbe essere normale che vengano inclusi tanto quanto i cisgender.
Deve essere così per tutti, indifferentemente dall'identità di genere e\o dall'orientamento sessuale (che molti confondono).

Piuttosto, che protocollo stai seguendo? In quale zona lo stai seguendo? Più che altro mi pare che in Veneto (come in Lombardia) i centri specializzati siano un po' scarni (almeno per gli FTM, per le MTF non lo so). Tipo il niguarda che c'è qui è un inferno per gli FTM, e all'ALA consigliano di andare a Genova al Disem o a Torino al CIDI.Ge.M.


In Lombardia non saprei dirti, ma in Veneto abbiamo il SAT: www.satpink.it

Di cui sono sia utente che volontaria. Operiamo su Verona e Padova, con convenzioni con psicologi, medici ed avvocati per offrire tutte le "parti" della transizione a prezzi calmierati, accessibili a chiunque.
Da quando sono accasato in Veneto devo dire onestamente che del SSN Veneto ho sentito parlare abbastanza bene.

Però sembra che stiano cercando anche qui di chiudere i vari Ospedali sparsi nelle piccole città e paesi periferici e IMHO è un errore, come si è visto benissimo in Toscana.


interessante sta cosa

come la vivi?
ma in piscina e bagni pubblici in che bagno vai?
Immagino donne?
riallacciandomi alla domanda del bagno, pensi sia meglio dividerli in "persone con pene" e "persone senza pene" oppure fare quattro porte e mettere donne con pene, donne senza pene e uomini con pene, uomini senza pene

cosa risponderesti ad una persona, uomo, donna senza pene che non volesse condividere il bagno con una persona, uomo, donna con pene.

non è una domanda personale sia chiaro, ma volta piuttosto a capire la filosofia che c'è dietro, quindi mi piacerebbe una riposta che vada oltre il se non si scendono le mutande non si sa nulla, dentone

mi è venuto in mente il bagno perchè se ne parlava sopra, ma la domanda è rivolta in generale, fosse anche lo spogliatoio di una palestra o qualsiasi altra cosa simile

il vero problema dei cessi pubblici non è chi deve entrare dove (per me avrebbe senso, a quest punto, farne uno solo per tutti), ma il fatto che la gente piscia/caga anche sui muri.



Come spiegato nel thread lockato, la distinzione uomo/donna va valutata in base al contesto. Qui il contesto è puramente sociale, i bagni sono separati per motivi sociali (vetusti o meno che siano).

Ovviamente, dove non c'è il bagno unisex (che è la situazione migliore per una persona trans), bisogna basarsi sul genere in accordo con le ragioni sociali che hanno portato alla divisione dei bagni. Ovvero, la divisione non c'entra con il sesso biologico o con la presenza del pene, ma con il significato sociale dell'essere donna o uomo, quindi questioni di decoro o financo di sicurezza. Avere donne trans che entrano nel bagno degli uomini solo perché hanno il pene è imbarazzante per tutti e pericoloso per loro.
oppure scegliere quello con meno coda


Che poi anche la storia della coda dei bagni è una bastardata che passa in sordina perché un pisciatoio occupa molto meno spazio di un cesso a cubicolo, e spesso il bagno degli uomini ha lo stesso numero dei cessi a cubicolo del bagno delle donne, più i pisciatoi. Poi una donna ha bisogno di più tempo in bagno per motivi sanitari. Quindi è ovvio che le code siano sempre le più lunghe per le donne, la scelta di farli identici come metratura è sbilanciata. Ma vabè ot.
oltre a questo ci aggiungo che spesso noi maschietta la facciamo dove capita, pertanto non c'è necessariamente bisogno di un bagno.
Quella dei bagni, sarebbe comodo avere il bagno unisex.
Tanto le cabine sono separate ed hanno la porta.
Tanto lo spogliatoio è attrezzato per avere i box per cambiarsi, e se non ci sono i box, li possono fare senza troppe storie: occupi meno spazio (pareti divisorie tra due bagni, un solo corridoio), non crei code in un bagno piuttosto che nell'altro.

Solitamente il bagno dei disabili sta in quello delle donne, e le donne nazifem (non femministe, parlo delle nazifem alla Marina Terragni) spesso rompono le scatole perché ci sono disabili uomini che entrano, sostenendo che per entrare dovrebbero aspettare che non ci sia nessuna donna, e intanto magari il disabile se la fa addosso.

Risolvi il problema, così non c'è nemmeno il problema "bagni per donne e uomini cis e non, intersessuali, genderfluid, omosex\lesbiche\bisex\pansex".

E se le nazifem o gli MRA-misogini o gli omofobi\transfobici\fobici vari rompono i cosiddetti, li si invita a tenersela. Se insistono li si manda a scopare il mare. Se insistono ulteriormente, deh, si attua il sistema "pisciagli sulle scarpe".


In generale, bene. Non è male avere qualcuno che ad esempio ti tiene la porta, magari mentre arrivo dalla macchina carica di borse della spesa

Una cosa che ho notato però è che devo stare molto più attenta con i sorrisi.

Spiego meglio: da quando sto facendo la transizione, o meglio da quando ho cominciato ad avere un "passing" adeguato (ossia hanno cominciato a riconoscermi abbastanza spesso come donna) ho notato che ci sono molte persone (tanti uomini cis, ma è una cosa più o meno trasversale) che non sono capaci di distinguere tra il "comportarsi amichevolmente" ed il "flirtare".

Se io sto facendo una colazione di lavoro con una persona, lavoriamo assieme, chiacchieriamo, io sorrido, etc, non vuol dire che io stia flirtando. Ed il mettermi una mano sulla spalla quando ti alzi e lasciarla lì due-tre secondo con fare chiaramente suggestivo, è una cosa che manda i brividi giù per la schiena. E non brividi piacevoli, per essere chiara.

(Si, l'episodio che ho appena scritto sopra è capitato a me personalmente.)



Nei bagni pubblici vado nel bagno delle donne. In piscina, ed in generale in altri posti con spogliatoi (dove bisogna essere nudi in presenza di estranei) non ci sono ancora stata da quando ho cominciato la transizione (un anno, suppergiù). Però vedi anche la risposta successiva.



Le risposte adeguate le hanno date sia Shpongle che Dennis, ma comunque: dipende da come tu ti presenti, e dalla convenzione sociale che è stata messa in piedi quando è stata fatta la divisione tra spogliatoi.

Io sono una donna, vestita da donna, etc. Se dovessi andare in uno spogliatoio, andrei nello spogliatoio delle donne. Personalmente, per non creare disagi, se c'è un bagno o cubicolo doccia nello spogliatoio, mi cambierei lì dentro. Se un posto separato non c'è... Amen, mi cambio nello spogliatoio, facendo attenzione a non "creare scandalo" (ad esempio: voltata di spalle con faccia contro il muro quando mi cambio le mutande, piuttosto che in piedi in sulla panca in mezzo allo spogliatoio a fare l'elicottero col cazzo - perdonate la battuta ).

Se a qualcuno non va bene... Se ne dovrà fare una ragione. Io a questo punto della transizione se entrassi nello spogliatoio degli uomini rischierei di venire picchiata, o peggio. Non sono disposta a mettere la mia incolumità in pericolo per non creare disagio ad altri.
Cosa ne pensi degli atleti trans?
In che categoria dovrebbero gareggiare?
Vale quello che sentono di essere o la biologia?


Il comitato olimpico internazionale ha stabilito dei criteri precisi: gli atleti trans possono gareggiare secondo il loro genere di appartenenza (ossia, le donne trans possono gareggiare con le donne e gli uomini trans con gli uomini) se soddisfano determinati requisiti.

Per entrambi: devono essere dal punto di vista legale del loro genere, ossia avere fatto la transizione legale.

Per gli uomini trans, non c'è nessun altro requisito.

Per le donne trans, devono essere in trattamento ormonale, e devono avere avuto per almeno due anni prima della competizione un livello ematico di testosterone sotto determinati limiti (a memoria 10 nmol/ml, ma don't quote me on this, la mia memoria per i numeri è pessima).

Io mi trovo perfettamente d'accordo con la politica del comitato.

Ci sono prove scientifiche che, se questi requisiti sono rispettati, le donne trans non hanno nessun vantaggio rispetto alle donne cis, e gli uomini trans non hanno nessun vantaggio rispetto agli uomini cis.

Quello di cui gli attivisti "gender critical" (io preferisco TERF, ma fate voi) vagheggiano, ossia il fantomatico "atleta uomo mediocre che fa la transizione e batte tutte le donne nella sua categoria" semplicemente non esiste. L'abilità atletica viene mantenuta nella transizione in maniera proporzionale: un atleta uomo di elite che facesse la transizione diventerebbe un'atleta donna di elite, ed un atleta uomo mediocre diventerebbe un'atleta donna mediocre.

E per la cronaca: io sono una di quelle persone folli che corrono le maratone per divertimento personale e vi posso garantire che l'effetto degli ormoni sulle performance si sente eccome. L'anno scorso, prima di cominciare la transizione, ho corso una maratona in 4 ore e 20 minuti, ed avevo come obiettivo di correrne una sotto le quattro ore.

La maratona che ho corso il mese passato ho fatto l'invidiabile tempo di 5 ore e 20

Non dico che non arriverò mai sotto le quattro ore, ma dovrò impegnarmi MOLTO di più per farlo di quanto non dovrei fare se non avessi fatto la transizione.
grazie per la risposta

altra domanda: c'è qualcosa, ad esempio una semplice abitudine che hai acquisito per il fatto che i tuoi primi 30 anni di vita li hai vissuti da uomo che oggi, donna, ti crea problemi?

non intendo appunto l'andare nel bagno degli uomini o delle donne, ma qualcosa che provoca la disforia di cui parlavi ma al contrario, se così si può dire

Perdonami se è una domanda stupida, non so nemmeno se mi sono spiegato